Stiamo percorrendo l’Italia: guarda tutte le date! →
Episodio 74 ·

Natale 2021: dite i vostri no, create le vostre tradizioni

Mi sa che fare un episodio sul Natale diventerà una tradizione. In questo episodio di Educare con Calma vi racconto quello che sento quest'anno. Senza fronzoli. E mandando a prendere aria agli elefanti nella stanza.

:: Altri episodi che menziono:

:: Articoli più vecchi sul Natale sul mio blog ordine cronologico (prima del podcast del 2020):

:: Come appoggiare il podcast:

Io non faccio pubblicità e non accetto sponsor, perché le pubblicità alimentano il consumismo e in più mi danno fastidio (quindi non voglio fare a voi una cosa che dà fastidio a me). Se vi piace il mio podcast e volete mantenerlo vivo, potete aiutarmi a diffonderlo lasciando una recensione sulla piattaforma dove lo ascoltate e/o acquistare uno dei miei corsi o prodotti:

  • Educare a lungo termine – un corso online su come educare i nostri figli (e prima noi stessi) in maniera più consapevole. Tanti genitori mi dicono che gli ha cambiato la vita.
  • Co-schooling: educare a casa – un corso online su come giocare con i figli in maniera produttiva e affiancare il percorso scolastico per mantenere vivo il loro naturale amore per il sapere.
  • Come si fa un bebè – una guida per il genitore + libro stampabile per i bambini per avviare l'educazione sessuale in casa.
  • Storie Arcobaleno – una guida per il genitore + libro stampabile per bambini per abbattere i tabù sulla diversità sessuale e di genere.
  • La Tela Shop – qui trovate libricini per prime letture in stile montessori, audiolibri di favole reali per bambini, materiali Montessori fatti a mano e giocattoli in stile montessoriano… e presto molto altro!

Questo episodio sarà breve perché ci sono proprio solo alcune cose che vorrei dirvi su queste feste e alcune domande che vorrei rispondere che mi arrivano quasi ogni giorno sotto le feste natalizie. Non voglio davvero dilungarmi perché credo di aver parlato già tanto della nostra visione del Natale e del perché non lo festeggiamo e del perché non lo festeggiamo più con la famiglia intera, e alla fine di questo episodio vi parlerò di come è evoluto quest’anno. Quindi se siete interessati a come abbiamo vissuto noi il Natale finora da famiglia montessoriana che non espone i bambini alla fantasia, potete ascoltare l’episodio #17.  

Sul mio podcast c’è anche un episodio sul perché non sono religiosa e come ne parlo ai miei figli, che è l’episodio #28. 

Oggi voglio parlarvi di alcuni pensieri a ragnatela e inizio dall’elefante nella stanza, ovvero quello che secondo me è il più scomodo per tanti.

Iil Natale non è felice per tutti, come tutto intorno a noi vuole farci credere. Anzi, il Natale è un periodo difficile per molti. Penso ad amiche e amici che soffrono di depressione o di disturbi alimentari o che semplicemente sono persone che non sentono questa festività, questa sorta di felicità imposta dalle luci, dalle canzoni, dall’ambiente che improvvisamente invadono tutte le strade… trovo che ci sia davvero una grandissima forzatura a vivere il Natale come ci si aspetta che lo si viva, il Natale dei film, il Natale in cui tutti si ritrovano gioiosi, ma la verità è che per molte persone non è così e queste persone si ritrovano improvvisamente in un mondo che richiede che si adattino a questa estrema felicità e si mettano i cappelli di Babbo Natale per fare le foto di rito e se non lo fanno, vengono etichettati come guastafeste, si sentono dire frasi come: “Non essere esagerato”, “Dai che a Natale siamo tutti più felici”, “Certo che puoi fare un piccolo sforzo”… e così via. 

È raro che le persone, e parlo per esperienza personale, abbiano empatia per chi non condivide quello che dovrebbe essere lo spirito gioioso del Natale. Una volta scrissi un post intitolato Il Natale è il giorno più triste dell’anno, perché allora lo sentivo così, il post è ancora sul mio blog, potete trovarlo lì. E mi sono sentita estremamente sola, non capita e poco accolta in questo mio pensiero che riconosco essere completamente controcorrente. Le mie amiche mi dicevano “ma no, dai, lo festeggiamo insieme, sarà bello”, ma quello che non capivano è che io avevo bisogno di separarmi dall’immagine del Natale come lo avevo vissuto da sempre, perché non mi apparteneva più, non mi rispecchiava più. 

Oggi ho capito che non è che disprezzassi il Natale, il giorno in sé, ma disprezzavo e mi discostavo dall’aspettativa della società che io mi sentissi gioiosa a Natale. Mi discostavo dalla felicità a tutti i costi che questo giorno sembra imporre. Mi discostavo dal dover passare la giornata per forza con la mia famiglia. Perché sentivo fortemente che tutti e tutto mi richiedevano di essere felice, perfino le canzoni di natale, you better watch out, you better not cry, you better not pout, I’m telling you why… una tra tutte… ed era quello che per me non funzionava. Volevo poter sentire quello che io sentivo: voler poter essere triste per non avere più i Natali che desideravo per mille ragioni, perché non credo più in Dio, perché non appoggio il consumismo, perché i miei genitori hanno divorziato e per me non c’è più quel tipo di famiglia che si riunisce… e volevo semplicemente poter essere me stessa e vivere quello che provavo.

E così ho fatto. Ho detto no. Ho detto no a passare Natale con i miei genitori, ho detto no a passare Natale con amici, ho detto no alle tradizioni natalizie, ho detto no ai regali… ho detto i no che sentivo di dover dire per riuscire a essere me stessa e vivere quella giornata nell’autenticità. 

E ci ho messo molto tempo a tornare sui miei passi. Ovviamente quello era il mio estremo, un estremo necessario per me per raggiungere il mio equilibrio: e sapete qual era il mio equilibrio? Scoprire il mio Natale. Incondizionatamente. Scoprire quello che mi faceva stare bene a Natale senza condizioni e senza aspettative, conservare quello che mi piaceva, come l’albero e le canzoni e buttare quello che non mi faceva più stare bene, come la riunione forzata in famiglia o la corsa al regalo. 

Un anno l’ho passato in maniche corte sulla spiaggia di Marbella con Alex e il nostro cane Colbie (che tra l’altro per chi se la ricorda, sta ancora benissimo); un altro Natale l’ho passato in Svezia con Alex e i bimbi e uno degli ultimi a Marbella l’ho perfino passato facendo un pranzo mezzo italiano e mezzo inglese con mio papà e sua moglie e la famiglia della mia migliore amica, perché sentivo di essere pronta, ero felice di viverlo così. 

Quando ho smesso di chiedermi che cosa vogliono gli altri da me a Natale, che cosa posso fare che renda felice gli altri, quando ho smesso di chiedermi che cosa vuole il Natale da me e ho cominciato a chiedermi che voglio io dal Natale, che cosa rende felice me, ecco che ho fatto pace con il Natale. 

Ma ho dovuto trovare quell’equilibrio e credetemi c’è voluto coraggio per me a dire alla mia famiglia “non torno in Italia”, “voglio fare natale da sola con Alex”. C’è voluto coraggio, perché le aspettative sono altre e perché sapevo che avrei deluso chi amo, ma nella mia vita ho capito che se ho le due opzioni, scelgo di deludere gli altri invece che me stessa. E questo è anche ciò che cerchiamo di insegnare ai nostri figli. 

Quindi con tutto questo voglio solo dire: abbiate rispetto per i Natali di tutti, non aspettatevi che siano come lo vogliate voi, non imponete il vostro natale agli altri, specialmente a chi amate, e abbiate il coraggio di dire i vostri no. 

Uff, l’ho detto, è proprio fluito, pensavo che avrei fatto più fatica e invece le parole sono proprio uscite da me come un fiume in piena. 

Ok, passo a due domande che mi arrivano spesso:

A dire il vero la prima non è una sola domanda, ma una serie di domande molto simili di genitori che sono in dubbio su vari aspetti del non festeggiare il Natale in maniera tradizionale. Tipo, ma come fai a non esporli a Babbo Natale, ma se non conoscono Babbo Natale come fanno a scuola, come faccio a sapere se è la scelta giusta per noi, come gestisci i giudizi della gente…

Ecco, tutte queste domande per me hanno una sola risposta: quando sarete siete sicuri al 100% della vostra scelta di non festeggiare il Natale in maniera tradizionale, di iniziare il processo per trovare il vostro Natale, allora queste domande non vi preoccuperanno più. Non è che non avrete queste domande, specialmente all’inizio sono necessarie per avviare il processo, ma avrete la risposta chiara, ovvero queste domande non vi faranno mettere in dubbio la vostra scelta. È davvero così semplice. Se siete sicuri della vostra scelta, siete tranquilli di fronte a ogni domanda o critica. Ve lo dico per mia esperienza personale, perché anche per me è stato un processo.

Ma oggi so che mi facevo queste domande o mi dava fastidio che me le facesse quando non ero ancora sicura della mia scelta. Quando finalmente sono stata sicura della mia scelta, tutto questo nella mia mente non mi infastidiva più: non mi infastidiva più il giudizio della gente, le critiche, non mi sentivo più in colpa per privare i miei genitori del Natale con i nipoti, perché possiamo celebrare qualsiasi giorno insieme, non deve per forza essere Natale se non tutti sono felici di festeggiarlo insieme; non mi infastidiva più chi mi diceva che privo i miei figli della magia del natale, perché ho poi capito che non è assolutamente vero e ne ho parlato nell’episodio sul natale 2020.   

Vi assicuro che quando siete sicuri della vostra decisione, vivete tutto con molta più leggerezza, con molta più flessibilità, quando avete chiaro che messaggio volete lasciare ai vostri figli, tutte le domande si rispondono da sole. Quindi se sentite che il Natale festeggiato in maniera tradizionale non fa per voi perché va contro a qualche vostro valore o principio, vi assicuro che potete cambiarlo e anzi vi invito a cambiarlo: create le vostre proprie tradizioni e datevi un paio di anni per consolidarle.

Ora, l’altra domanda, e anche questa non è una domanda, l’altro tema sono i regali.

Dopo la mia newsletter sul consumismo l’osservazione che ho ricevuto più spesso è stata: certo, io posso voler non comprare ciò di cui ho bisogno, ma parenti e amici lo comprano per me, anche senza il mio consenso. 

La verità è che questo è complicato, perché possiamo solo controllare noi stessi, non possiamo controllare gli altri. Ma io vi chiedo: avete agito in qualche modo? Avete parlato con amici e famigliari seriamente? Li avete invitati a cena offrendo un buon bicchiere di vino per parlare in armonia di quanto sia importante per voi non ricevere regali? Avete scritto loro una lettera con le motivazioni, con i vostri perché? Avete parlato con loro in maniera umile, senza giudizio verso le loro tradizioni, senza voler insegnare loro come vivere il loro natale ma semplicemente comunicando come volete vivere il vostro?

Oppure ancora: quando siete con i famigliari condividete con loro cose che volete comprare? Perché se lo fate, magari poi loro vi sorprendono ma non avendo i vostri valori e principi vi regalano una cosa che voi non avreste comprato. Quando parlate di cose da comprare, dite chiaramente che volete comprarle voi perché voi sceglierle voi? 

O ancora, fate una lista di cose che comprereste voi stessi, con tanto di in che negozio trovarle, o il link al negozio online… e gliela date chiedendo di seguirla e spiegando che avete speso molto tempo a compilarla perché per voi è importante non comprare cose che poi non userete o che non sono esattamente quelle che volete? 

Trovo che ci sia davvero un problema con i regali. I regali stressano tutti a natale e ai compleanni, su questo non ci piove. I regali a sorpresa creano tensione perché non sappiamo esattamente che cosa ci regaleranno e se ci regalano qualcosa che non era esattamente la cosa desiderata dobbiamo o tenerlo e accontentarci di una cosa che non avremmo comprato noi stessi, o chiedere lo scontrino e dire che andate a cambiarlo, rischiando però magari di non trovare più la cosa che davvero volevate in quel negozio. 

Una volta ho perfino un’amica mi ha raccontato che per due mesi prima di Natale i suoi figli avevano chiesto un regalo e lei l’aveva comprato per darlo a Natale. Se non che una settimana prima di Natale i suoi figli le hanno comunicato che non volevano più quella cosa, ma volevano quest’altra. 

  1. Penso a come si è sentita lei che era emozionata al dare questa cosa che volevano da mesi e ce l’aveva già impacchettata pronta per l’albero.
  2. Penso alla delusione dei bambini che apriranno quella cosa sapendo che in realtà non la vogliono più. E poi probabilmente ci giocheranno comunque per un po’, certo. 
  3. Questa cosa che volevano, questo grandissimo desiderio è cambiato in meno di due mesi. E onestamente due mesi in media è quanto vedo che i bambini usano un gioco regalatogli quando hanno case piene di giocattoli.  

Spero che lo vediate anche voi questo circolo vizioso. Questa corsa al regalo, questo cercare di sorprendere con un regalo e avere date fisse in cui farsi regali per me è ciò di cui si nutre il consumismo, e io ho scelta di scendere da questa ruota. Noi a Natale e al compleanno non ci facciamo più regali, perché ci compriamo le cose che vogliamo e di cui abbiamo bisogno quando ne abbiamo bisogno.

Se c’è un dettaglio che so che i miei bimbi apprezzeranno davvero, e di solito è una maglietta o una gonnellino o dei Lego o un libro, allora facciamo un regalo a ognuno per il compleanno di ognuno. Anche perché abbiamo una piccola tradizione di fare una caccia al tesoro il giorno del compleanno per trovare il pensiero (ed entrambi ricevono uno al compleanno).

Ho assistito con i miei occhi a scene in cui i regali hanno creato stress, conflitti, risentimenti, rancori, discussioni, delusioni e onestamente credo che fatto così non abbia senso. E se anche voi pensate che non abbia senso, perché non scendete dalla ruota?

Ora forse è tardi per cambiare le cose per questo Natale, ma iniziate a parlarne con amici e famigliari per il prossimo Natale. Iniziate a creare il Natale che volete. Il Natale che vi fa stare bene. Smettete di fare ciò che il Natale vuole da voi e fate ciò che voi volete dal Natale. 

Vi assicuro che rompere un circolo è difficile la prima volta, ma poi ci si sente molto meglio.

E ci tengo a chiudere dicendo che non sto dicendo di boicottare il Natale. Se pensate di avere bisogno dell’estremo il primo anno, di un taglio netto, e decidete di andare a fare un viaggio invece che passarlo in famiglia, fatelo. È vostro diritto scegliere di farlo. C’è davvero troppa pressione sulla famiglia, sul dover stare insieme a Natale, sui ritrovi, sul dover esserci tutti, e questo in Europa lo ritrovo soprattutto in Italia, dico Europa perché gli Stati Uniti per me sono la quintessenza di questa tendenza. Ma vi ripeto, credo che ci sia un grande valore nel capire che è vostro diritto deludere gli altri, ma non deludere voi stessi.   

E poi troverete un equilibrio, perché quell’equilibrio esiste e sarà quello che farà stare bene voi.

E chiudo raccontandovi come siamo messi noi a Natale. Due anni fa eravamo in spiaggia in Vietnam e abbiamo conosciuto nuovi amici, abbiamo cercato le persone travestite da Babbo Natale per la città, ci siamo fatti le foto con le luci di Natale e abbiamo ascoltato le canzoni di Natale (e sì, cerco di fare anche una selezione di canzoni di Natale, perché cioè He sees you when you’re sleeping, he knows when you’re awake… cioè, ti guarda dormire, sa quando sei sveglio? Io sarei terrorizzata se credessi a Babbo Natale (ma questo è un altro discorso).

L’anno scorso abbiamo fatto natale in Nuova Zelanda a casa di amici che celebrano in maniera tradizionale: loro hanno aperto i regali la mattina e noi abbiamo gioito, ai bimbi è piaciuto vedere i regali sotto l’albero, i nostri amici avevano anche un pensiero per loro e per me (mi hanno regalato il cubo di Rubik che ho ancora e sto diventando bravina per poi insegnare ad Oliver ed Emily), e abbiamo fatto le foto con i capelli di babbo natale, abbiamo fatto un buon pranzo e poi una bella camminata sulla spiaggia e siamo stati bene. Era il loro modo di festeggiare il natale, come ci sono tanti modi diversi di festeggiate il natale e siamo stati felici di esserne parte per quell’anno, e assolutamente non tristi di non celebrarlo così sempre. 

Per questo natale 2021 saremo da soli in Slovenia, in un piccolo paesino vicino a Bled forse con la neve, forse no, vedremo, la proprietaria di casa ci lascerà l’albero non decorato così i bimbi protranno decorarlo loro, ascolteremo canzoni di Natale, andremo a Bled a vedere i mercatini, le luci, non ci saranno regali il 25 e in realtà il 25 sarà un giorno come un altro, con l’unica differenza che chiameremo tutta la famiglia perché sappiamo che loro ci tengono. 

E come siamo messi con Babbo Natale, Emily adora Babbo Natale, sa che è un uomo travestito da Babbo Natale e in più per noi che non abbiamo regali non ha proprio nessun altro valore, ma a lei piace tantissimo quando lo vede per strada, se può va e si siede sulle sue gambe per fare la foto, l’anno scorso l’ha fatto in Nuova Zelanda al centro commerciale e ha voluto perfino proprio fare la coda per riuscire a sedersi sulle sue gambe e avere quella foto. Ma è un po’ come Spiderman, come Elsa di Frozen, come tutti i personaggi che noi non abbiamo introdotto nella vita dei nostri figli, ma che li hanno raggiunti perché non viviamo in una bolla montessori, ovviamente. Ma parliamo di queste cose con loro con tutta la serenità e la tranuqillità del mondo, Oliver l’altro giorno creava un gioco di carte in cui c’erano gatti e cani e superman, hulk e batman e chiedeva ad Alex chi è più forte ecc e non sappiamo nemmeno come conosca questi personaggi… come vedete i nostri figli anche se non li abbiamo mai volutamente esposti alla fantasia e  sono bambini che la fantasia in piccole dosi la conoscono, ma proprio perché sono così ancorati alla realtà grazie al lavoro che abbiamo fatto io e Alex, non ce ne preoccupiamo. Siamo sereni. La accogliamo quando c’è, quando vediamo un interesse e spieghiamo loro perché non guardano ancora quel tipo di cartoni, perché il loro cervello non è ancora pronto e loro si fidano di noi, perché questo è il rapporto che abbiamo. Non di privazione e negazione, ma di accoglienza e spiegazione.

E basta, questo è quello che volevo raccontarvi del nostro Natale 2021. Vi lascio tutti i post che ho menzionato nelle note dell’episodio e chissà che cosa ci riserverà il Natale 2022. 

Qualsiasi cosa sia, per quello che dipenderà da noi so che sarà come lo vorremo perché ce lo scegliamo, ci scegliamo le nostre tradizioni. E questo è il mio augurio anche per voi: sceglietevi le vostre tradizioni, scegliete il Natale che vi fa stare bene. E poi è solo un giorno, forse non merita nemmeno così tanta attenzione. 

E con questo vi saluto, vi do appuntamento al prossimo venerdì con un altro episodio di Educare con calma, vi annuncio già che non sarò sola. E nel frattempo mi trovate su www.latela.com dove potete anche lasciare un commento a questo episodio e su instagram come la teladicarlottablog. 

Buona serata, buona giornata o buona notte a seconda di dove siete nel mondo. 

Ciao

Accedi alla conversazione

Parla di questo post con il team La Tela e tutta la community e unisciti alle conversazioni su genitorialità, vita di coppia, educazione e tanto altro.

La Tela Podcast

«Educare con calma» è un bel principio di cui a me mancava solo un dettaglio: la calma. Questo podcast è un resoconto del mio viaggio interiore di genitore.

Ti consiglio anche

Come già sapete, noi in famiglia non festeggiamo il Natale, ma ci piace scoprire come gli altri lo festeggiano in giro per il mondo, mantenere le tradizioni che ci fanno vibrare dentro e lasciare le altre: in questo modo, possiamo trasmettere ai bambini il rispetto per il Natale di ognuno. Sull’onda di questo pensiero, abbiamo creato il nostro ultimo gioco produttivo: Tradizioni di Natale nel mondo. 24 Paesi, 24 tradizioni diverse per festeggiare il Natale nel mondo.  Ne scopriamo insieme u...
1 min
Reel
Che cosa rispondiamo quando i bambini ci chiedono se Babbo Natale esiste e non vogliamo mentire?
5 min
Blog
Tuo figlio non ricorderà Babbo Natale, ricorderà il tempo passato con te.
2 min
Blog