Perché in Montessori (e secondo altri studi) non si espone i bambini alla fantasia sotto i 6 anni? In questo episodio rispondo a questa domanda frequente, analizzo la differenza tra fantasia e immaginazione (no, non sono la stessa cosa! 😉) e vi do alcune opzioni valide da usare per sostituire la fantasia.
Nell'episodio parlo di:
- Il mio corso online per genitori Co-schooling: educare a casa
- L'account di Manuela su Instagram: Tre Libri alla Volta
- Questo studio del 2004
- Il cartone animato Curious George (in italiano, Curioso come George)
- Il cartone animato Caillou
- I documentari della Disney Nature (i nostri preferiti sono African Cats e Chimpanzee)
- Audiolibri per bambini de È la nonna che parla: Collezione favole reali e di questi menziono in particolare la Collezione Oliver e la Collezione Emily
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Come appoggiare il podcast:
Io non faccio pubblicità e non accetto sponsor, perché le pubblicità mi danno fastidio e non voglio sottoporvi a più pubblicità di quelle che già vi sommergono nella vita quotidiana. Se vi piace il mio podcast e volete aiutarmi a mantenerlo vivo, potete acquistare uno dei miei corsi:
- Educare a lungo termine: un corso online su come educare i nostri figli (e prima noi stessi) in maniera più consapevole. Tanti genitori mi dicono che gli ha cambiato la vita.
- Co-schooling – educare a casa: un corso online su come affiancare il percorso scolastico per dare l’opportunità ai bambini di non perdere il loro naturale amore per il sapere.
Ciao Carlotta,
ho ascoltato con molto interesse questo tuo podcast perchè è un tema a me caro. Parto da un assunto che abbiamo in comune in queste riflessioni, partire dall'osservazione dei nostri figli.
Samuele, 5 anni e mezzo, ci sembra che adesso sia piuttosto conscio di ciò che sia tangibile o verificabile e ciò che sia fantasia. Non ha mai avuto paure legate al mondo della fantasia sebbene abbia sempre riconosciuto in lui un ragionevole interesse al mondo fantastico. Seguendo il tuo assunto sulla differenza tra fantasia e immaginazione (l'una che viene da fuori, l'altra che è capacità interiore) abbiamo scelto con accuratezza (fondamentalmente libri) che cosa proporgli. Da quando era molto piccolo prendeva gli animali della fattoria e li faceva parlare tra di loro, si lanciava giù per i prati dicendo di essere un aereo, usava la pompa del giardino e mentre annaffiava gli alberi e le piante spegneva un incendio che il drago aveva appiccato. In quei momenti sceglievo di non correggerlo perchè nella dinamica della sua crescita ho ritenuto importante che attingesse anche da quel mondo fantastico per imparare a nutrire un concetto per noi fondamentale. Per noi realtà è anche l'intangibile. Per esempio tutto il mondo dei sentimenti o delle emozioni, che per me è profondamente reale, è oggettivamente intangibile se non dalle sue manifestazioni, lo posso descrivere, lo posso vedere dagli effetti che ha, lo posso esprimere, lo sento...ma non lo vedo in sè...eppure smuove (o dovrebbe) il mondo.
Penso che esplorare sin da piccoli anche ciò che non sembra essere reale, nutrire un "chissà...", riuscire a pensare anche quello che non toccherai mai sia, per noi, proprio nutrire un principio di realtà ovvero la capacità innata nei bambini e poi negli adulti di sognare, progettare e realizzare anche l'impossibile. Questo non vuol dire che siamo una famiglia che crede negli gnomi e nelle fate...crediamo che l'immensità del nostro essere umani, che ci porta anche a inventare storie non reali o a sognare mondi fantastici, si esprima anche in questo desiderio che non ci siano limiti dati dalla tangibilità del conosciuto, dall'immediatezza del concreto. Questo anelito lo nutriamo nell'assaporare la meraviglia del mondo che ci ospita, nello stupore dell'incontro con l'altro, nel realizzare piccole cose grandiose per il bene comune, nel donare il proprio tempo ed energie anche a chi non si vede o si conosce ma ne beneficerà, ma anche nel percepire con onestà emotiva oltre che intellettuale che ciò in cui noi più crediamo come famiglia, ovvero l'amore verso noi, verso gli altri (anche chi abita dall'altra parte del mondo e che non conosceremo mai), il nostro pianeta è per molti forse irreale, utopistico, fantasioso, impossibile da realizzare... (forse dovremo aspettare un unicorno :)))
Scusa mi sono stradilungata, e probabilmente spiegata malissimo...sempre con uno spiccato dono di sintesi che mi contraddistingue ;) Grazie grazie grazie infinite per le riflessioni come sempre!!!!
Grazie per la tua riflessione. Non parlo del mondo delle emozioni, perché per me è un ambito completamente separato dalla fantasia (ed è una conversazione importante con i bambini). In generale, credo che i bambini siano predisposti naturalmente al gioco di ruolo (inventare scenari immaginati, come spegnere un incendio); lo fanno anche se non li esponiamo alla fantasia (come i draghi) quando ancora non sanno processarla, ma lo fanno dalla loro immaginazione (quindi invece del drago magari il fuoco sarà frutto di qualcosa di reale, tipo un picnic in un posto molto secco in cui le persone non si prendono cura della natura — per esempio, questo succedeva spesso in Spagna dove vivevamo). Ecco, in questo senso io preferisco che attingano dal mondo reale per il loro gioco immaginario, ma non significa che la loro immaginazione sia meno fervida. I "chissà" ci sono comunque ma, finché il cervello non sa processare la fantasia, nascono dalla realtà (per esempio, i miei figli sono passati per la fase: immagina se le giraffe fossero persone e le persone giraffe… attingono dalla loro esperienza del mondo reale). E la fantasia arriverà a tempo debito. Spero di essermi spiegata, è difficile in un commento 💜
Ciao Carlotta e grazie immensamente per le tue parole, riflessioni, conoscenze!
Vorrei esporre il meno possibile il mio bimbo di 3 anni e mezzo alla fantasia, ma non sempre ce la facciamo. Anzi, da qualche mese a questa parte (quando è nato il fratellino) abbiamo iniziato a fargli vedere qualche cartone, 30/40 minuti al giorno, quando cioè io sono a casa da sola con i bimbi e devo addormentare il piccolo e per intrattenere il grande utilizzo i cartoni animati. All'inizio abbiamo usato qualche documentario ma la certezza che lui stia occupato per il tempo che addormento il fratellino e non mi cerchi per 30 minuti ce l'ho solo se guarda un cartone animato.
Ora si è lasciato totalmente assorbire da un cartone, i Paw Patrol, e guai se propongo altro. Il "problema" è che si è immedesimato a tal punto che se lo chiamo per nome mi dice che lui non si chiama così ma che è un Paw Patrol. Un giorno è arrivato a piangere con l'angoscia perché io gentilmente gli ribadivo che lui è un bimbo e non un cagnolino.. dopo tanto piangere siamo arrivati al compromesso che durante la giornata ci sarà il momento del gioco a fare finta di essere un Paw Patrol, ma che è bello anche giocare ad altro e tornare ad essere se stessi. Credo che un po' abbia capito ma come tu ci spieghi non totalmente, data l'età.
Ora non sappiamo come tornare indietro, questo cartone proprio non mi piace ma lui è così contento di guardarlo e di giocarci una volta spenta la TV..
Ciao Isabella, purtroppo non saprei come aiutarti senza conoscere voi e le vostre dinamiche. Non credo che togliere questo cartone abbia senso, ma non credo che continuare così sia sano.
Io forse proverei a sostituirlo con altro un paio di giorni alla settimana, spiegando che non Paw Patrol c'è solo il x, y e z (magari facendo un "calendario a pallini", lo trovi qui sul mio blog se lo scrivi nella ricerca). Inizierei da lì e proverei magari altri cartoni tipo Caillou (è un bambino) e Curious George (è una scimmia, ma gli insegnamenti sono molto belli). 🤞
Ps. Ho avuto un problema tecnico con i commenti, ma sto recuperando 💕
Ciao Carlotta,
complimenti, complimenti, complimenti! Da quando ti ho "scoperta", ascolto i tuoi podcast e trovo spunti di riflessione molto interessanti! é meravigliosa la passione che riesci a trasmettere.
Ho ascoltato con interesse il podcast su immaginazione e fantasia. Mi piace l'approccio Montessori, improntato all'esperienza pratica e sensoriale. Condivido l'idea di non dire bugie "bianche".
Tuttavia mi chiedevo cosa pensi del ruolo simbolico e psicanalitico dell'elemento magico presente nelle fiabe tradizionali (presente in film, libri o anche solo racconti di fantasia). In particolare, mi riferisco a "Il mondo incantato. Uso, importanza e significati psicoanalitici delle fiabe" e altri approfondimenti simili sullo stesso tema (ora non mi ricordo i titoli, ma ce ne sono tanti). Mi viene in mente anche "la grammatica della fantasia" di Rodari o "le carte di Propp" per giocare ad inventare le storie.
Mi sembra importante il ruolo simbolico e inconscio giocato dall'elemento "magico": pur non essendo una psicanalista e quindi non essendo la persona più competente, mi sembra che le fiabe popolari e letterarie - anche quelle che contengono l'elemento magico, come il fagiolo magico, pinocchio, la pentola d'oro, spesso ridotto a mero espediente letterario - sottintendano dei significati psicologici ben più profondi e complessi, che toccano delle corde inconsce, di quelli immediatamente percepibili dalla nostra mente razionale adulta.
Per questo motivo, non sono d'accordo - ma aperta a cambiar idea - su chi ritiene che storie come cenerentola, la bella addormentata ecc. siano anacronistiche perchè rimandano ad un modello stereotipato di donna: l'errore viene dal fatto che interpretiamo quelle storie con la mente dell'adulto, mentre sono state pensate per la mente - anche immaginativa - del bambino. La strega, il mago, il drago sono elementi simbolici, non vanno interpretati letteralmente.
Un ultimo spunto riguardante l'età: è certamente vero che prima dei 6 anni circa, fantasia e realtà sono confusi nella mente del bambino. Eppure esporre un bimbo all'elemento magico solo dopo quell'età rischia di "sminuire" l'effetto terapeutico e la portata simbolica dell'elemento magico, proprio perchè la mente del bambino è diventata più "razionale", più simile all'adulto, perdendo quella capacità "assorbente" dell'elemento magico. Cmq nella psicanalisi questo concetto è spiegato certamente meglio di quanto riesca a fare io!!!
Scusa il post lunghissimo e grazie ancora per i tanti spunti di riflessione super interessanti! ;)
Guarda… difficile rispondere, ci dovrei scrivere un libro! Ma in breve, credo che ci siano molti elementi e messaggi subliminali a cui la mente del bambino non è pronta. Credo che sì, perpetuino stereotipi, soprattutto quelli tradizionali: esempio banale, perché è sempre l'uomo a salvare la donna? Credo anche, personalmente, che sarebbe molto più bello e a lungo termine offrire un altro tipo di elemento magico: quello della natura (ai bambini non pensiamo di far vedere un documentario sul nostro bel pianeta). E credo anche che immagini come "il principe che bacia Biancaneve addormentata" siano sbagliate alla base: manca il consenso. Questo proprio per restare sul superficiale, è davvero un tema ampio :-) Grazie per le tue riflessioni!
È incredibile quanto mi sento in linea con il tuo pensiero podcast dopo podcast. Adoro ascoltarti, è rilassante e mi fa riflettere molto! Amo la profondità dei tuoi pensieri a ragnatela e il tuo dolce modo di esprimerli. Grazie Carlotta per aver creato tutto questo!!
Ciao Carlotta. Non mi è chiara solo una cosa: al di là del fatto che i bambini non sanno distinguere fantasia da realtà, quali sono i danni/effetti collaterali dell’uso della fantasia?.Forse uno lo hai menzionato ed è quello di sviluppare delle paure (fantasmi, mostri etc.). Ce ne sono altri? E per i libri per bimbi piccoli cosa consigli? Mia figlia ha 9 mesi, e forse per ora è prematuro come discorso, ma volendo seguire questa linea, tra 2/3 mesi cosa potrei comprare?
Lasciamo da parte un momento la scienza, al di là di danni e effetti collaterali (della fantasia come della troppa esposizione alla tv…), per me il discorso davvero importante è: i bambini stanno costruendo la loro città da zero (il cervello) e io voglio aiutarli a costruire fondamenta solide (la realtà) prima di passare ai dettagli di design (la fantasia). Le fondamenta sono necessarie, i dettagli di design no.
La realtà dà loro gli strumenti per affrontare il mondo e sapere che cosa aspettarsi dal mondo, la fantasia li proietta in un labirinto da cui non hanno ancora gli strumenti per uscire. Affrontare il mondo significa anche solo reagire all'adulto che dice "Non andare là perché c'è un mostro cattivo": quando so che i mostri non esistono, anche queste stupide frasi che volte gli adulti dicono perdono di significato. La fantasia è bella quando la si può godere appieno, quando la mente sa processarla, prima è inutile o addirittura deleteria… quindi perché offrirla? Perché non aspettare un po' di più? Perché non lasciare che sviluppino la loro propria immaginazione prima di perdersi in quella altrui?
Se so che i miei figli non sono ancora preparati psicologicamente per processare la fantasia, non sento il bisogno di offrirgliela anche se so che potrebbe piacergli. Un po' come se so che è meglio consumare zucchero in piccole quantità, non sento il bisogno di offrirgliene di più anche se so che potrebbe piacergli. 🌸
Una sola parola.... GRAZIE! Ho la pelle d'oca nel sentire i miei pensieri elaborati e detti meglio da qualcun altro!
Ciao Carlotta!ecco mi hai convinta.. e come si fa a tornare indietro?😅
Secondo me, facendo un cambio graduale, ma netto, iniziando dal comprare libri che parlino del mondo reale… che è affascinante! 🌸