L'anno più difficile della mia vita (ovvero, cosa mi ha fatto la privazione del sonno)
Ho scritto questo post molto tempo fa, più di 8 mesi, ma non mi è mai sembrato il momento di pubblicarlo. Non sono più pronta ora, sono ancora su una montagna russa di emozioni e non vedo ancora la luce alla fine di questo tunnel della privazione del sonno, ma oggi sono più forte e più sicura. Così ho deciso di finirlo — ed eccolo qui. Non si tratta di consigli o trucchi e forse non è nemmeno molto coerente. Sono solo i pensieri di una mamma che apre il cuore e condivide.
Non dormo più di due ore di fila alla volta da 18 mesi. Il primo anno, nonostante provassi grande e inspiegabile tristezza, frustrazione e rabbia, raramente ho pianto. Quando avevo voglia di piangere, inghiottivo le lacrime, razionalizzavo (come posso non essere felice con due bambini sani e meravigliosi?) e costruivo muri intorno a me. Alla fine, la tristezza scompariva ed ero di nuovo “forte”.
Fino alla volta dopo, in cui avrei dovevo far fronte a tutta la tristezza accumulata e la reprimevo di nuovo. E di nuovo. E di nuovo. Per molto tempo.
Ero diventata il mio proprio vaso di Pandora.
A un certo punto — e a volte stufa di consigli non richiesti — ho deciso di smettere di annoiare i miei amici e la mia famiglia con i miei problemi. Se potevo evitavo le riunioni sociali o mi mettevo sulla labbra un sorriso e sostenevo conversazioni amichevoli in modalità zombie.
Non mi sentivo felice e ho iniziato a prendermela con l’unica persona che lo viveva tutto con me, Alex.
Ho iniziato a lamentarmi.
Di tutto. Di come non contribuisse abbastanza in casa. Di come non contribuisse nel modo giusto in casa. Di quel bucato che ha sbagliato. Di quel sacco della spazzatura che è rimasto in cucina per giorni. Di come abbia usato l’asciugamano sbagliato per asciugare i bambini dopo il bagno. Di come è possibile che non abbia preparato anche il riso con quel pollo al curry che ai bambini non piacerà di sicuro. E così via.
Razionalmente, apprezzavo tutto il suo aiuto, ma vedevo difetti in tutto. E sempre.
Alex è la persona più ottimista, positiva e paziente che conosca, ma poco a poco, lamentela dopo lamentela, l’avevo rotto. La sua positività iniziò a svanire. Mi dava addosso, era impaziente e intollerante rispetto alle mie lamentele e ai miei stati d’animo. Non aveva più empatia nei miei confronti — l’unica cosa di cui avevo disperatamente bisogno.
Gli effetti si sono ripercossi su tutti gli ambiti del nostro rapporto — il nostro prendersi cura l’uno dell’altro, la nostra complicità, la nostra amicizia, la nostra comunicazione, le dimostrazioni d’affetto, la nostra vita sessuale già in bilico. Più provavamo a risolverlo, a parlarne, più ci allontanavamo. Non parlavamo più la stessa lingua. Ogni discussione finiva in un “accettiamo di non essere d’accordo” o andando a letto arrabbiati: lo rattoppavamo al mattino, facevamo finta di niente o ci scusavamo a vicenda ed eravamo pronti a ripartire.
Tranne che io non lo ero. Stavo solo sopprimendo di più, ingoiando più tristezza.
Diverse notti mi ritrovavo a cercare su Google “sintomi di depressione postpartum” — davvero questo mio umore poteva essere causato solo dal non dormire? Leggevo forum per trovare risposte a domande come “come sai quando il tuo matrimonio è finito?”, “perché non sono felice della mia vita perfetta?”. Stavo annegando dentro, era il tratto più oscuro del tunnel.
Poi una notte…
qualche mese fa, dopo un’altra discussione con Alex in cui saltavamo da un argomento all’altro, puntando il dito e facendoci vicendevolmente del male verbale, mi ha detto — lacrime agli occhi — quattro parole che non dimenticherò mai.
Mi manca mia moglie.
Seduta lì immobile, le lacrime cominciarono a rigarmi le guance e tutto ciò che riuscivo a pensare era: manca anche a me. In quel momento mi resi conto di quanto fossi cambiata e di quanto mi mancasse la vera me — e ancora di più la nostra squadra. Singhiozzai sulla sua spalla per quello che sembrò un’eternità e ci tenemmo stretti come non facevamo da molto tempo.
Quella notte capii due cose:
- Non ero l'unica a soffrire. Anche Alex stava facendo fatica. Per diversi motivi e mostrandolo in modi diversi, ma anche lui era triste. Vederci vulnerabili ci ha fatto sentire di nuovo vicini dopo tanto tempo. Troppo spesso vogliamo nascondere la nostra vulnerabilità, ma dimentichiamo che la vulnerabilità non è debolezza. È forza. Mostra che sei in sintonia con te stesso ed è uno strumento potente per connettere con gli altri.
- La privazione del sonno è fuori dal mio controllo, ma la mia reazione è una mia scelta. Potevo continuare a lamentarmi e sentirmi triste, incolpando Emily che non dormiva, Oliver che non mi ascoltava, la poca empatia di Alex o il tempo che non avevo per me e il mio lavoro. O potevo svegliare la guerriera in me e mandare al diavolo la privazione del sonno.
Spesso attribuiamo la colpa della nostra tristezza, rabbia, frustrazione a fattori esterni e in parte abbiamo ragione: spesso ciò che accade nella vita non è sotto il nostro controllo. Ma il modo in cui reagiamo è una nostra scelta — e abbiamo sempre una scelta.
Quella notte non ha cambiato molto nella nostra situazione. Nonostante alcuni progressi recenti, Emily sta ancora dormendo male. Io e Alex abbiamo lavorato sodo e migliorato notevolmente la nostra relazione, ma a volte perdiamo il buon cammino e anche solo una frase può rimandarci nella selva oscura per giorni. E per quanto mi riguarda, il non dormire influenza ancora molto il mio umore e sono ancora in precario equilibrio tra sanità mentale e follia (ma in fondo, non è forse lo stato naturale della maternità?).
Ma una cosa, quella notte l’ha cambiata. In qualche modo, le parole di Alex hanno parlato direttamente alla guerriera in me e hanno rilasciato quell’ancora che mi teneva a fondo.
Da allora, ho smesso di trovare scuse e sentirmi triste per me stessa e ho ricominciato a vivere pienamente: scrivere, lavorare, essere produttiva, ballare, mangiare più sano, darmi delle sfide per evolvere come individuo. Oggi mi sento una persona migliore, più forte, più concentrata, più sicura. Mi sento vulnerabile in ogni momento, ma invincibile allo stesso tempo. Sento di essere diventata la donna che aspettava in me.
E soprattutto, ho smesso di reprimere e iniziato a lasciare sfogare tutto, bene o male e senza sensi di colpa per essere umana: un giorno ho lasciato andare un urlo “aaaahhhhhhh” a squarciagola in macchina davanti ai bambini perché non ne potevo più di litigare con mia madre; un altro giorno ho pianto come una bambina perché un’amica mi ha svelato una buona notizia; qualche giorno fa ho singhiozzato per mezz’ora ascoltando “Lost Stars”. La lista è lunga, le emozioni tante.
E sembrerà strano, ma mi sento più in controllo delle mie emozioni ora di quanto non lo sia mai stata prima: il pensiero di potermi permettere di lasciare briglia sciolta alle mie emozioni mi fa sentire più stabile mentalmente ed equilibrata emotivamente (come quando decidi di non mangiare più dolci e sembra che tutto il tuo corpo tremi dalla voglia di una torta, ma se decidi che li puoi mangiare quando vuoi, fai meno fatica a scegliere di non farlo. Ti è mai successo?).
Quindi forse questa è la fine del tunnel, non il tunnel della privazione del sonno, ma un tunnel diverso, inaspettato, di crescita personale e capacità di ripresa. E forse è vero quello che dicono, che alla fine di ogni tunnel c’è sempre una versione più forte e più resiliente di te stessa, devi solo crescere le palle ed uscire.
Bellissimo racconto, mi ci ritrovo pienamente! La mia Margherita, 15 mesi domani, non ha mai dormito facilmente. I primi 4 mesi li ho passati con lei in braccio letteralmente giorno e notte (so che la gente non ci crede quando lo dico ma si svegliava non appena messa giù, ha dormito solamente in braccio tutte quelle settimane!), la notte si svegliava frequentemente, circa una volta ogni 2 ore in media, ma c’erano notti peggiori e qualche rara notte migliore. Comunque sempre attaccata a me. Verso i 5 mesi ho iniziato a farla addormentare nella sua culla, mentre le stavo accanto e pazientemente la rimettevo giù quando lei si girava e cercava le mie mani, nonostante l’evidente stanchezza. Ha funzionato per un po’, ma la notte ha continuato a svegliarsi spesso.
Lo scorso settembre ho ripreso il lavoro (sono un’insegnante alle scuole medie) e allora ho iniziato davvero a provare un certo rigetto per la cosa. Perché va bene non avere tempo per me, va bene avere una faccia stravolta ed essere uno zombie a casa mia o a zonzo per l’isolato, ma a scuola no, non lo posso accettare. A volte avverto proprio un’offuscamento mentale, i pensieri più lenti e stanchi, l’irritabilità sempre ad alti livelli, la pazienza costantemente al minimo. Non mi piaccio e provo rabbia. Verso Margherita, che continua a non dormire (ora è da un mesetto che ha iniziato questa nuova routine, in cui dorme esausta le prime 3-4 ore della notte -noi cerchiamo di metterla a letto verso le 8 e in genere crolla stanca dalla giornata al nido- poi si sveglia e rimane sveglia dai 30 minuti alle 2 ore anche se me la porto a letto con me. Urla come se la stessi torturando e niente sembra calmarla. Poi si addormenta e si risveglia anche ogni ora. Per me è incomprensibile e penso spessissimo che non è giusto, non è possibile, non me lo merito…la mattina quando mi alzo alle 6:30 sono esausta e mi viene da piangere, ma mi alzo e lei è lì che che se la dorme beata, braccia aperte e non la sveglierebbe nemmeno una bomba ), e poi con me, perché che razza di madre si arrabbia con una bimba di 1 anno? Che madre sono se non sono nemmeno capace di far addormentare e riposare bene mia figlia?
Piango, Carlotta, piango spesso per la questione del sonno. Non solo perché le ho provate tutte (a parte lasciarla piangere, non ci riuscirei), ma perché anche il tempo per me e mio marito non c’è più, nelle ultime settimane Margherita non dorme se non a letto con noi (e comunque persiste nei suoi numerosi risvegli), e quella mezz’ora sul divano io e lui era il “nostro momento” e ora non c’è più. Anche io me la prendo con lui, che fa tanto per noi ma le notti non ci riesce e io mi arrabbio da matti perché “grazie, è facile cucinare per noi quando hai dormito 8 ore di fila mentre io ne ho fatte 4 in tutto!”. È la gara a chi fa di più, e non mi piace. Piango perché mi sento talmente stanca che ogni giorno mi chiedo come farò ad alzarmi il giorno dopo. Piango perché è più di un anno che non mi faccio una notte filata e spesso mi sento la testa ovattata, poco lucida. Non mi piace non fare al massimo il mio lavoro, perché chi ci va di mezzo sono i miei ragazzi, non delle carte d’ufficio. Ma al contempo amo così tanto Margherita, l’ho desiderata così tanto che quando arriva il mattino e la guardo provo solo senso di colpa.
Io so che passerà. Me lo dicono tutti. Ma è così difficile andare avanti, notte dopo notte e giorno dopo giorno. È difficile a volte mantenere l’entusiasmo e non focalizzarsi sull’autocompatimento.
Sai, so che dovrei trovare del tempo per me ma la maggior parte dei giorni mi pare dì riuscire a malapena a stare a galla, non posso chiedere di più al mio corpo, è fisicamente una tortura anche andare a yoga: il corso cui mi sono iscritta è dalle 20:30 alle 22:30 e a me viene da piangere perché in genere vado a dormire alle 21 e mi sento male a dover stare alzata di più. E sai, ho provato yoga online e mi piace, ma dopo il lockdown, la gravidanza e il parto tutti con contatti limitati causa covid, e soprattutto la maternità trascorsa in grande solitudine, avverto la necessità di un corso in presenza e mi ci sono iscritta ottimisticamente. Ho capito che non era il momento, che sto chiedendo troppo a me stessa adesso. Non ero pronta a ripartire in questo modo.
È durissima non dormire, per me è senza dubbio l’aspetto più difficile della maternità fino ad ora, e ti dirò di più: anche se l’idea dì un secondo figlio c’è, nel cuore e nel cervello, una parte di me si chiede se sia davvero il caso di buttarsi in un’altra avventura che potrebbe essere come questa (per il dormire) o anche peggio. So che le forze si trovano, ma i figli meritano tutto il meglio che i genitori sanno dare, e io che non dormo abbastanza per troppo tempo non sono certo il top.
Un caro saluto!
Grazie per aver condiviso il tuo dolore con noi, Laura. LO sento e lo capisco. Lo rivivo un po' con te. Sei sotto tortura e stai comunque cercando di fare il meglio per te, il tuo lavoro e per Margherita: non hai nulla per cui sentirti in colpa. La privazione del sonno offusca il cervello, lo scollega, non siamo noi. Non giudicarti ora e non creare l'immagine di te, come madre e individuo in questo periodo, perché non è veritiera. Sii gentile con te stessa.
Ps. Se senti il bisogno di un corso in presenza, non arrenderti: e se provassi ad andare e spiegare che fai solo un'ora? E se cercassi un altro corso? E se facessi video a casa all'ora che piace a te, ma coinvolgessi una o due amiche? Non arrenderti. A me avevano salvato le mie lezioni di ballo, mi ci trascinavo, ma sentivo di averne bisogno con tutta me stessa. Hai ascoltato il podcast al riguardo?
Ciao Carlotta. Ho una bimba di quasi un anno che si sveglia tantissime volte di notte e io sono stanca e provo le stesse sensazioni che hai descritto tu e continuo a ripetermi che sono distrutta e ad illudermi che andrà meglio ma visto che per ora nulla è cambiato dovrei risvegliare la persona resiliente che sono sempre stata ed affrontare questa situazione con il sorriso senza focalizzarmi sulle mie occhiaie anche se per ora non riesco...
Ti abbraccerei. So come stai. Tieni duro. Ognuno reagisce come riesce, io avevo reagito così e ne ero uscita buttandomi sul ballo, ma l'importante è essere gentili con se stessi. C'è anche un podcast al riguardo, se ti va di ascoltarlo :-)
Ciao!
Leggere il tuo articolo mi ha dato un immenso conforto. Ho un bimbo di quasi 5 mesi e anche per me la sofferenza più grande è non poter dormire tutta la notte, lo dico sempre, non appena accadrà sarà un sogno che si realizza, sono sicura che quel giorno festeggeró! Io e mio marito abbiamo attraversato le medesime burrasche. Per lui è stata molto difficile la transazione da una situazione un cui eravamo soli in una completamente diversa. Ha fatto fatica a sviluppare il senso di paternità. Anche io ero sempre lì a giudicare. Per noi la svolta è arrivata un giorno in cui mi ha detto esasperato: "aiutami". Io ero così presa dalla mia stanchezza psichica e fisica da non accorgermi delle sue difficoltà. Abbiamo iniziato a parlare tanto e siamo tornati a fare squadra. Ci manchiamo da impazzire (eravamo abituati a dormire abbracciati) ma stiamo imparando a gioire di ogni giorno così come arriva. Litighiamo, discutiamo, ridiamo insieme. Ogni sera facciamo pace e ogni giorno ricominciamo. Anche io ho attivato una parte di me che non credevo di avere. Quando esco sembro una disperata ma non mi importa. Combatto contro un costante senso di inadeguatezza che sento. Cerco di dare il massimo non riesco ad essere sempre paziente e amorevole con il mio bimbo. Quando capita gli chiedo scusa e anche lì vado avanti. Un abbraccio solidale! ☺️☺️☺️
Grazie per aver condiviso con noi questa tua esperienza. Che fatica, ma che bello riscoprirsi forti e uniti anche nelle difficoltà. 💓
Ciao Carlotta il mio secondo bimbo ha sei mesi ormai e....nel sonno e anarchico e...si sveglia di continuo...con certe notti passate sul divano in marsupio.... è dura...anche perché anche il mio primo bimbo (ora 4anni)mi aveva dato filo da torcere....ma almeno era nel suo dormire regolare...e verso i sei ha iniziato a migliorare!la privazione di sonno è veramente pesante...ma ancora più pesante le persone che hanno la fortuna di aver avuto bimbi che dormivano e ti dispensano consigli e critiche non richieste!!!!io mi rimbocco le maniche e cerco di pensare che passerà....buon tutto!
Passerà Chiara! Guarda, se Emily (che ora ha 2 anni e per i primi 18 mesi non ha mai dormito più di 45 minuti/1 ora di fila) sta dormendo meglio, credo che qualsiasi bimbo può farlo! 🤣 Ma so quanto sia difficile, quindi ti auguro che il tuo bimbo sia quasi pronto per iniziare a dormire di più! Incrocio le dita per te! Un abbraccio
Grazie Carlotta, leggere queste parole mi ha fatto venire i brividi per come hai saputo dare voce a un vissuto che mi appartiene. La meraviglia e la fatica di essere sposi e genitori, senza che questo secondo compito soffochi il primo... hai una profondità di riflessione speciale, e sei ancora in deprivazione di sonno... mica male =P
Un grande abbraccio a te e Alex, rispecchiate così tanto questi ultimi anni con mio marito!
Margherita (stessa età, stesso anno di matrimonio, stesso numero di figli 😊)
Complimenti per il coraggio. Sia quello di mettersi in discussione e rimettersi in gioco nonostante le circostanze esterne siano avverse, sia quello di raccontarti in maniera così trasparente.
In tutta onestà, penso che se io fossi nella tua situazione odierei il mondo che va avanti senza di me, mia figlia che ha deciso di mandarmi al manicomio, mio marito che non mi capisce e me stessa per aver deciso di fare figli. Ecco, l’ho detto. Altro che tirare fuori la guerriera che è in me! 🤣🤣🤣🤣
Quindi ancora una volta, chapeau.
Un abbraccio e ti auguro che la tua Emily capisca presto che dormire può essere bellissimo 😉
G.
Ciao Carlotta,
seguo da tempo il tuo blog e mai come ora mi sento vicina a te. Sono mamma di tre bambini sotto i tre anni (due gemelli di pochi mesi e una bimba di due anni) e mi immedesimo pienamente nelle tue parole. Nelle difficoltà quotidiane, nella tristezza apparentemente immotivata e nel rapporto con il proprio compagno. Voglio veramente ringraziarti per la tua sincerità, in un periodo in cui sembra di essere circondati da super mamme con super bambini. Poi vorrei chiederti una curiosità: la cosa "peggiore" di questo periodo per me è la sensazione di aver privato la mia primogenita di qualcosa, delle esperienze esclusive che facevamo e ora invece, per un po', saremo costretti a rallentare i ritmi. Mi sento costantemente in colpa nei suoi confronti, vorrei sapere se anche tu hai provato una cosa simile con l'arrivo di Emily...e se nel tempo il fatto di avere due bimbi così vicini come età ti ha ripagata in termini di relazioni tra loro.
Scusa per il poema :) e...continua così!
Cara Carlotta, in questo tuo articolo mi ci ritrovo parecchio.. purtroppo o per fortuna;-) Anche io con il secondo bimbo sono circa 22 mesi di deprivazione del sonno, di cui gli ultimi 16 di lavoro. con il mio compagno Luca, attraversiamo alti e bassi. Per fortuna, quando ci sono i bassi, penso che poi arriverà di certo un alto e ci ritroveremo, sempre più uniti e innamorati. E' dura, ma ciò che non uccide fortifica! la luce infondo al tunnel forse è proprio questa una nuova forza e consapevolezza interiore. Grazie anche alle tue parole! Buona vita, Elisa
Complimenti!!! Grazie mi immedesimo molto anche io e leggere queste parole da te mi ha fatto stare meglio 🙏🏻☺️
Questo scritto mi ha toccata molto Carlotta perché sono mamma di un bimbo di quattro mesi e solo da poco mi sto adattando davvero ai nuovi ritmi. Tu ti sei autorizzata a non reprimere le tue emozioni e ora ti senti meglio.
💛
Grazie per il tuo commento, Marta! È proprio così, e credo sia importante condividerlo, perché a volte ci fa sentire meno sole. Un abbraccio!
Carlotta.... vorrei scriverti una lettera a cuore aperto.
Ti ho già espresso la mia personale ammirazione per le manifestazioni di 'debolezza', le grida di aiuto... perché ci sono passata ben due volte attraverso le braci (prima da mamma con gli sconvolgimenti naturali ma che sembrano così insormontabili, poi da paziente oncologica in cui la prospettiva della vita cambia di nuovo radicalmente).
C'è un gran bisogno di non sentirsi sole, ho scoperto che la 'sorellanza' fa miracoli, ti tira su quando tutto sembra irrecuperabile. E' preziosissima.
E tu con questo post hai attivato una sorellanza tra mamme (e non solo, perché quello che tu scrivi è universale, vale per tutte le difficoltà della vita) e per questo te ne sono grata.
Ti abbraccio forte
Milly, grazie per queste tue parole, mi emozionano. Sono sempre stata una sostenitrice accanita del condividere anche i momenti di difficoltà, e da quando scrivo questo blog, capisco ancora di più quanto sia importante la sorellanza di cui parli.
Io e te siamo forse due guerriere ed esempi di forza per tutte le mamme e donne, ma come hai scritto tu in un altro commento, la forza passa sempre attraverso la debolezza e solo la condivisione di entrambe può promuovere empatia, solidarietà e anche una crescita personale.
Ti rigiro l’abbraccio!
Ti capisco tantissimo. Ho vissuto questo incubo (e in parte lo vivo ancora dopo quasi 4 anni) quando tu avevi Oliver piccolo, che mi sembrava un bimbo perfetto.
Noi abbiamo il vostro stesso letto montessoriano, ma non ci ha mai dormito, perché quel poco che dorme e che dormiva lo faceva con me attaccata, quindi pur di dormire mezz'ora andava bene anche che fosse sul divano o nel lettone.
Non so se finirà mai.
Ma sapere di non essere la sola aiuta. Anche se non ci sono soluzioni.
La vita di coppia, la salute, il lavoro, tutto si è deteriorato da li in poi...e ricostruire le cose è sempre più difficile che iniziarle da zero.
Speriamo di uscirne.
A presto
Ti capisco benissimo!!!! Tieni duro, tenete duro e piano piano vedrai che tutto andrà meglio...un abbraccio...
I brividi. Perché per i primi 10 mesi del mio piccolo Alex ho vissuto lo stesso. Avoglia che è depressione post partum, ma l'ho capito solo dopo! Adesso il mio bimbo ha due anni, dorme tutta la notte e ogni problema è sparito da tempo. Ci si esce da questo stato, ci vuole solo del tempo, tanta pazienza, cercare di farsi aiutare il più possibile, e soprattutto avere consapevolezza che esiste una fine del tunner, in modo da riuscire a aggrapparcisi.
Ho solo paura che ricapiti con il secondogenito che stiamo programmando... ma speriamo di no!
Ciao Silvia, e grazie per il tuo commento! Emily ha 21 mesi e finalmente dorme meglio, si sveglia solo un paio di volte a notte per bere e poi rimette giù la testa da sola e dorme (a volte viene nel nostro letto, ma non mi lamento). Quasi non mi sembra vero… Hai proprio ragione, si esce da quello stato!
Noooo, pensa positivo, con il secondo andrà meglio! Incrocio le dita per te! Un abbraccio
Mi verrebbe di scrivere tante cose sotto un post toccante e aperto come questo. Prima di tutto che mi immedesimo, perché anche il mio cucciolo è stato uno che di dormire non se ne parlava proprio. Ma ti mando solo un abbraccio virtuale, e mi complimento per l'onestà, la caparbietà, il saper mettere le cose in prospettiva.
Grazie per il tuo commento, Luana! Devo ammettere che ora che siamo fuori dal tunnel (verso i 21 mesi Emily ha finalmente iniziato a svegliarsi solo una o due volte a notte) non mi capacito di come si sopravviva, ma a quanto pare ce la si fa :-). Ricambio l'abbraccio virtuale.