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Episodio 22 ·

Empatia: 8 modi per praticarla e insegnarla ai nostri figli

Avevo promesso un articolo sul blog su come mostrare empatia ai bambini e credo che sia un argomento talmente importante che ho deciso di trasformarlo anche in un breve episodio del podcast (che sia l'inizio di Montessori in 15? Chi mi segue su Instagram, capirà 😉). 

Quindi oggi su Educare con Calma parliamo del perché l'empatia sia così importante nell'educazione che diamo ai nostri figli e vi do 8 metodi pratici per praticarla e mostrarla ai bambini. Vi racconto anche 3 comportamenti che io eviterei come la peste. 🤭

Se vuoi leggere il post sul blog lo trovi a questo link: late.la/empatia

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Come appoggiare il podcast:

Io non faccio pubblicità e non accetto sponsor, perché le pubblicità mi danno fastidio e non voglio sottoporvi a più pubblicità di quelle che già vi sommergono nella vita quotidiana. Se vi piace il mio podcast e volete aiutarmi a mantenerlo vivo, potete acquistare uno dei miei corsi:

  • Educare a lungo termine: un corso online su come educare i nostri figli (e prima noi stessi) in maniera più consapevole. Tanti genitori mi dicono che gli ha cambiato la vita.
  • Co-schooling – educare a casa: un corso online su come affiancare il percorso scolastico per dare l’opportunità ai bambini di non perdere il loro naturale amore per il sapere.
Questo è un episodio assolutamente non previsto, infatti avevo deciso di non pubblicare un episodio questa settimana, che è l’ultima settimana dell’anno a cavallo con l’anno nuovo, perché avevo deciso di prendermela con più calma e inoltre avevo promesso un post sul blog sull’empatia e su come mostrare empatia ai nostri figli, che è qualcosa che ogni genitore secondo me dovrebbe imparare perché non solo migliora tantissimo la relazione con i suoi figli, ma attraverso il nostro esempio insegna anche ai bambini ad avere loro stessi empatia. 

Ma mentre stavo pubblicando il post, che era già pronto da settimane praticamente, mi sono detta, certo che potrei anche trasformarlo in un breve episodio del podcast, e quindi ho chiuso la porta perché i bimbi stanno giocando di là con i lego, ho preso microfono e cuffie, mi sono seduta per terra con il microfono sul letto, ho iniziato a registrare quindi io in realtà sono in ginocchio davanti al letto. Mi viene da sorridere perché questo podcast è davvero la prova di quanto io abbia imparato ad adattarmi a ogni situazione da quando siamo viaggiatori a tempo pieno, ma quella è un’altra storia. 

Quindi, oggi praticamente vi racconto lo stesso che potete leggere anche sull’articolo sul blog, perché proprio come dico nei miei corsi, ognuno impara in maniera diversa, c’è chi assimila meglio ascoltando, chi leggendo, chi guardando… quindi mi piace l’idea di trattare questo argomento in vari modi. 
Perché questo è un argomento importante, più conosco la filosofia di Maria Montessori e il suo messaggio di educare alla pace, più mi rendo conto che l’ingrediente principale per educare alla pace è sviluppare e insegnare l’empatia. 

L’empatia porta rispetto, il rispetto porta pace. Per questo tanto del mio metodo educativo si basa proprio sull’insegnare l’empatia ai miei figli. Ho letto recentemente che qualcuno scriveva che l’empatia non si può insegnare, ma io credo sia proprio il contrario: l’empatia si può insegnare attraverso il nostro esempio. Ma ovviamente se non pratichiamo l’empatia non possiamo insegnarla. L’empatia è qualcosa che anche io ho dovuto imparare a mia volta nei confronti dei miei figli – soprattutto in quei momenti di crisi (ovvero i cosidetti “capricci” che io chiamo crisi), proprio quando mi sembra che piangano per nulla, quando non li capisco, quando penso che mi sfidino…

Ecco, quelli sono i momenti in cui se mostro empatia io, loro la imparano. Attraverso il mio esempio. La imparano per la prossima volta, per il litigio con l’amico o con la sorella, per la manata del fratello.

Per questo credo sia ridicolo dire che l’empatia non si può insegnare, perché allo stesso modo in cui io imparo quotidianamente a fare il genitore, i miei figli imparano quotidianamente a fare le persone. Ma ovviamente se io non sono un genitore umile, che ammette di dover imparare a fare il genitore, non posso poi aspettarmi che i miei figli siano persone che imparano a fare le persone.

Quindi oggi voglio lasciarvi 8 maniere in cui io modello l’empatia per i miei figli, specialmente in un momento di crisi, in cui noto che i miei figli non riescono a controllare le loro emozioni (magari piangono, gridano, picchiano):

1. Silenzio e respiro: a volte è sufficiente solo fermarsi, offrire la nostra presenza in silenzio e concentrarsi sul  mantenere il nostro respiro calmo: se i miei figli si lasciano abbracciare, io rallento la mia respirazione mentre li abbraccio… perché la mia calma è la loro calma. Se non si lasciano abbracciare, di solito aspetto. Ricordo una volta a Bangkok che mi sono seduta sul marciapiede e ho aspettato almeno 15 minuti con le braccia aperte aspettando che emily decidesse di venire da me, perché se mi avvicinavo io scappava. Appena è venuta, l’ho abbracciata, l’ho messa nel marsupio e si è addormentata. Vi ricordo che la stanchezza spesso è la causa di queste crisi, ma i bambini ovviamente non lo riconoscono.

2. Un tocco delicato: se ci sediamo vicino a loro, basta toccagli il braccio, la schiena o la mano. perché Spesso, la nostra presenza fisica comunica molto di più delle parole. In generale, io evito sempre di usare molte parole in un momento di crisi, se noto che sto parlando troppo e facendo la classica ramanzina, mi fermo, dico "Te lo spiego più tardi, posso darti un abbraccio?".

3. Ascolta attivamente: spesso i bambini non hanno bisogno delle nostre parole, hanno bisogno che ascoltiamo le loro. Un buon modo per iniziare è dire: "Ti capisco", e va bene anche quando non li capiamo davvero, perché così stiamo esprimendo a noi stessi il nostro desiderio di capirli.

4. Fai dei suoni di comprensione: io noto che spesso un semplice suono come "Oh", "Mmm", "Ah-ha" comunica ai nostri figli che li stiamo ascoltando e li capiamo. Permette tra l’altro anche di convalidare il sentimento mentre pensiamo a che parole usare e a come affrontare la crisi.

5. "Raccontami" o "Dimmi di più": se vediamo che i nostro figli sono calmi abbastanza per parlare, io trovo che mostrare interesse in ciò che tuo figlio prova vale davvero tanto. è come dire "Sono interessato, ti sto ascoltando, ci tengo, ti amo". Questa frase, inoltre, permette di capire che cosa è successo o con che emozioni abbiamo a che fare senza pregiudizi né supposizioni. Per esempio, se chiedo “Che cosa hai fatto?" presuppone che il bambino abbia fatto qualcosa che ha provocato la sua reazione, ma non è sempre così. Oppure, se chiedo “Che cos'è successo?" è come se volessi indirizzare il bambino a raccontarmi qualcosa che magari non è ancora pronto a raccontarmi. Invece “se dico Raccontami" è neutro, i bambini hanno il controllo della conversazione.
6. Descrivere l'emozione: nominare l'emozione aiuta i bambini a capire cosa stanno provando. Ad esempio, possiamo dire: “Mi sembri [sopraffatto, deluso, frustrato, triste, spaventato]. Posso darti un abbraccio?”. Questo non solo aiuta il bambino a riconoscere le proprie emozioni, ma può incoraggiare anche a riflettere sulle loro emozioni in maniera più profonda (per esempio, potrebbe dire: "No, non sono *arrabbiato*. Sono *triste*"), ecco, ha vocalizzato l’emozione, e questo stimola la parte razionale del cervello e lo aiuta a calmarsi: nominare l'emozione aiuta domarla, come diceva Daniel Siegel.

7. Sii "interprete" di tuo figlio: significa proprio tradurre le sue emozioni e le sue reazioni. Per esempio, possiamo dire: “Ti capisco, non volevi [fare male a tua sorella / rovesciare l'acqua / picchiare il bambino]. Stavi solo cercando di… [giocare con tua sorella e l'hai spinta; versare l'acqua nel bicchiere e l’hai rovesciata sul tavolo; riprenderti il tuo giocattolo che il bambino ti avevo strappato dalle mani]”. Attenzione: questo non significa giustificare il comportamento, significa capirlo, metterlo in parole (specialmente utile per i bambini più piccoli) e accogliere l'emozione prima di parlare del comportamento.

8. Osserva: per praticare l’empatia secondo me è importante sforzarsi di riflettere sulla causa della crisi o dell’emozione. Che cosa ha causato la crisi? Quando e se lo capisco, generalmente posso aiutare più facilmente mio figlio a gestirla. Osservare i nostri figli è uno degli strumenti più potenti della genitorialità.

IN tutto questo ci sono tre cose che io cerco di evitare sempre: 
  • Non generalizzo: cerco di evitare di usare avverbi come "mai" e "sempre". ❌ Cerco “di evitare frasi come “Sei sempre il solito", "Non metti mai ordine".
  • Non minaccio: cerco di evitare di parlare del futuro, rimango nel presente. ❌ Cerco di evitare frasi come: “Se non aiuti a mettere in ordine, la prossima volta Oliver non vorrà giocare con te".
  • ❌ Non alzo la voce: ci sono cosine nel nostro cervello che si chiamano neuroni specchio, che riflettono l'emozione altrui. Se la tua emozione è rabbia, che emozione pensi che ti restituirà tuo figlio? Rabbia. La nostra calma è la loro calma.

E se faccio una di queste tre cose, di solito lo capisco immediatamente perché invece di calmare la crisi, la alimento e peggioro la situazione. Il volume del pianto aumenta. Le urla si intensificano. I bimbi magari si coricano per terra a piangere. Allora faccio un respiro profondo (magari due, magari tre) e poi uso uno dei metodi elencati sopra per mostrare empatia, per ridare il controllo alla parte razionale del cervello e per rientrare in sintonia con i miei figli e cercare di calmare la crisi.

Il mio corso online "Educare a lungo termine" è tutto incentrato su questo: sull'imparare a gestire le emozioni (nostre e dei nostri figli) nelle crisi, sulla comunicazione rispettosa, sul creare una nuova mentalità per evitare i meccanismi tipici dell'educazione tradizionale, come minacce e castighi. Ha già aiutato tanti genitori che hanno deciso di iniziare il loro percorso nell'educazione consapevole. E quindi mi sento di dirti che se senti che potrebbe aiutare anche te, è perché può aiutarti, è perché sei ricettivo e pronto al cambiamento.

Lo trovi sul mio sito www.latela.com e se vuoi seguirmi quotidianamente, mi trovi anche su instagram e Facebook come lateladicarlottablog. Non mi rimane che augurarvi ancora una volta buon anno nuovo e darvi appuntamento alla prossima settimana con un altro episodio di educare con calma. Buona giornata, buona serata o buona notte e seconda di dove siete nel mondo. Ciao.  

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«Educare con calma» è un bel principio di cui a me mancava solo un dettaglio: la calma. Questo podcast è un resoconto del mio viaggio interiore di genitore.

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