Stiamo percorrendo l’Italia: guarda tutte le date! →

Come mostro empatia ai miei figli

Gli 8 modi migliori per mostrare empatia ai bambini (o chiunque)

Carlotta Cerri
Salva

Tanto del mio metodo educativo si basa sull’insegnare l’empatia ai miei figli attraverso il mio esempio. L’empatia è qualcosa che io ho dovuto imparare a mia volta nei loro confronti – soprattutto nei momenti di crisi (i cosidetti “capricci”), quando mi sembra che piangano per nulla, quando non li capisco, quando penso che mi sfidino…

Quelli sono i momenti in cui se mostro empatia io, loro la imparano. Per la prossima volta, per la lite con il fratello, per la manata della sorella.

Se io non sono un genitore che impara a fare il genitore, non posso aspettarmi che i miei figli siano persone che imparano a fare le persone.

Come mostro empatia in una crisi

Ecco alcuni dei miei modi preferiti per modellare l’empatia con i bambini, specialmente in un momento di crisi, in cui noto che i miei figli non riescono a controllare le loro emozioni (piangono, gridano, picchiano):

1. Silenzio e respiro: a volte è sufficiente solo fermarsi, offrire la nostra presenza e mantenere il nostro respiro calmo (se si lasciano abbracciare, rallento la mia respirazione mentre li abbraccio… la mia calma è la loro calma).

2. Un tocco delicato: toccagli il braccio, la schiena o la mano. Spesso, la nostra presenza fisica comunica più delle parole. In generale, evito sempre di usare molte parole in un momento di crisi, se noto che sto parlando troppo e facendo la classica ramanzina, mi fermo, dico "Te lo spiego più tardi, posso darti un abbraccio?".

3. Ascolta attivamente: spesso i bambini non hanno bisogno delle nostre parole, hanno bisogno che ascoltiamo le loro. Un buon modo per iniziare è dire: "Ti capisco", anche quando non li capisci davvero.

4. Fai dei suoni di comprensione: a volte un semplice suono come "Oh", "Mmm", "Ah-ha" comunica ai nostri figli che li stiamo ascoltando e li capiamo. Permette anche di convalidare il sentimento mentre pensiamo a che parole usare.

5. "Raccontami" o "Dimmi di più": se è calmo abbastanza per parlare, mostrare interesse in ciò che tuo figlio prova vale molto. Significa "Sono interessato, sto ascoltando, ci tengo, ti amo". Questa frase, inoltre, permette di capire che cosa è successo o che emozioni si sta provando senza pregiudizi né supposizioni. Per esempio, "Che cosa hai fatto?" presuppone che il bambino abbia fatto qualcosa che ha provocato la sua reazione: non è sempre così. "Che cos'è successo?" indirizza il bambino verso un tipo di conversazione, ma magari il bambino si aprirebbe raccontando altro. "Raccontami" è neutro, i bambini hanno il controllo.

6. Descrivi l'emozione: nominando l'emozione, aiuti tuo figlio a capire cosa sta provando. "Sembri [sopraffatto, deluso, frustrato, triste, spaventato]". Inoltre, può incoraggiare i bambini anche a riflettere sui loro sentimenti (potrebbe dire: "No, non sono *arrabbiato*. Sono *triste*"), cosa che stimola la parte razionale del cervello e li aiuta a calmarsi: nominare l'emozione aiuta domarla.

7. Sii "interprete" di tuo figlio: traduci le sue emozioni e reazioni. “Ho capito, non volevi [fare male a tua sorella / rovesciare l'acqua / picchiare il bambino]. Stavi cercando di… [giocare con tua sorella e l'hai spinta; versare l'acqua nel bicchiere e l’hai rovesciata sul tavolo; riprenderti il tuo giocattolo che il bambino ti avevo preso]". Attenzione: non giustifico il comportamento, lo capisco, lo metto in parole (specialmente utile per i bambini più piccoli) e accolgo l'emozione prima di parlare del comportamento.

8. Osserva: rifletti sulla causa. Che cosa ha causato la crisi? Se lo capisco, generalmente posso rimediare più facilmente. Osservare i nostri figli è uno degli strumenti più potenti della genitorialità.

Cosa evito di fare

  1. Non generalizzo: cerco di evitare di usare avverbi come "mai" e "sempre". ❌ "Sei sempre il solito", "Non metti mai ordine".
  2. Non minaccio: cerco di evitare di parlare del futuro, rimango nel presente. ❌ "Se non aiuti a mettere in ordine, la prossima volta Oliver non vorrà giocare con te".
  3. Non alzo la voce: ci sono cosine nel nostro cervello che si chiamano neuroni specchio, che riflettono l'emozione altrui. Se la tua emozione è rabbia, indovina che emozione ti restituirà tuo/a figlio/a.

Se faccio una di queste cose sopra, di solito lo capisco perché invece di calmare crisi, la alimento e peggioro la situazione. Il volume del pianto aumenta. Le urla si intensificano. I bimbi si coricano per terra.

Faccio un respiro (magari due respiri) e poi uso uno dei metodi elencati sopra per mostrare empatia, ridare il controllo alla parte razionale del cervello e rientrare in sintonia con i miei figli.

Il mio corso online "Educare a lungo termine" è tutto incentrato sull'imparare a gestire le emozioni (nostre e dei nostri figli) nelle crisi, sulla comunicazione rispettosa, sul creare una nuova mentalità per evitare i meccanismi tipici dell'educazione tradizionale, come minacce e castighi. Ha già aiutato tanti genitori che hanno deciso di iniziare il loro percorso nell'educazione consapevole. Se senti che potrebbe aiutarti, ti assicuro che ti aiuterà.  

Accedi alla conversazione

Parla di questo post con il team La Tela e tutta la community e unisciti alle conversazioni su genitorialità, vita di coppia, educazione e tanto altro.

Ti consiglio anche

29
5 min
Podcast
A volte gli esempi pratici rimangono impressi più di tante parole teoriche.
4 min
Blog
14 min
Podcast
A volte condivido le nostre fatiche con Oliver e i suoi giorni no, ho persino scritto un post al riguardo (puoi trovarlo qui), ma c'è una cosa che non ho mai condiviso con te, e...
6 min
Blog
Il cervello coccodrillo ci ha aiutati a visualizzare l’emozione e domarla.
1 min
Blog
Amore incondizionato. Questo è ciò che dobbiamo alle persone che portiamo in questo mondo.Il nostro amore è troppo spesso condizionato. Quando li priviamo temporaneamente del no...
6 min
Blog