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Le crisi sono come un Pronto Soccorso

Carlotta Cerri
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All’inizio una delle situazioni più complicate per me a livello emotivo era quando entrambi i miei figli erano in crisi: sentivo di non avere la più pallida idea di dove iniziare, mi sembrava impossibile calmarli e spesso invece di portare la mia calma, mi univo al loro caos. Dopo tanti anni di lavoro sulla gestione dei conflitti e delle crisi (e delle mie emozioni), però, sento di avere molti più strumenti e le volte in cui mi unisco al loro caos sono più rare (e hanno a che vedere con il mio comportamento e la mia incapacità di gestire le mie emozioni).

Mi è successo che i miei bimbi fossero in crisi allo stesso momento e quindi mi è venuto in mente di raccontarvi che cosa faccio in queste situazioni. Mi viene in soccorso Grey’s Anatomy. Fan di Grey’s Anatomy ne abbiamo? 🙋‍♀️. 

Perché le crisi sono come un Pronto Soccorso. 
Che cosa succede in un Pronto Soccorso? 
In un Pronto soccorso si accolgono i pazienti e si smistano i casi a seconda della gravità. Tu hai un raffreddore ti siedi un attimo qua. Tu hai una gamba a penzoloni, vai direttamente dal dottore. 
Qui è praticamente la stessa cosa. 
Io quando entro in una camera e i miei figli sono completamente fuori controllo entrambi, guardo 3 fattori in questo ordine: 
  1.  Se c’è un pericolo vado immediatamente dalla persona che è in pericolo, ovviamente. 
  2. la gravità. C’è uno dei due che sta gridando più forte, piangendo più forte, che è completamente in balia del suo coccodrillo? Vado da quella persona perché l’energia di quella persona sta influenzando negativamente tutti gli altri. 
  3. Se invece proprio non so capire chi è più in crisi, allora guardo l’età. Vado dalla persona che è più piccola di età, più piccola a livello di sviluppo e mi occupo prima di lei, dicendo all’altro, in questo caso Oliver, che sarò con lui tra un paio di minuti. 
Riassumo.
Quando entrambi i miei figli sono in crisi, devo decidere velocemente che cosa fare e lo faccio in base a questi criteri:
  1. Chi è in pericolo? Chi si è fatto male? Aiuto prima quella persona.
  2. Chi mostra il livello più intenso di emozioni? Aiuto prima quella persona, perché la sua energia influenza negativamente l’energia di tutti gli altri.
  3. Se il livello di emozioni è lo stesso, aiuto prima la persona più piccola d’età o di livello di sviluppo perché quella persona ha il cervello meno sviluppato e farà più fatica a regolare il proprio corpo in balia delle emozioni.
Poi quando i pazienti — ehm, i bambini — sono stabili, torno da ognuno di loro e parliamo di quello che è successo, che abbiamo provato, che possiamo fare la prossima volta. Se siamo tutti calmi, infatti, parlo con i bambini in separata sede, chiedo loro come hanno vissuto l’esperienza, cosa hanno provato e cosa potremmo fare diversamente la prossima volta.
È anche utile comunicare ai bambini questo piano del pronto soccorso per gestire le crisi (in un momento di calma) in modo che nessuno si senta escluso o senta che faccio dei favoritismi: il mio obiettivo è placare la crisi.

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