In questo episodio di Educare con Calma parliamo di un argomento che mi sta molto a cuore: la sostenibilità. E questa volta ci concentriamo soprattutto sulla moda sostenibile con l'aiuto della mia ospite Camilla Mendini, conosciuta anche come Carotilla. Ho adorato chiacchierare con lei e spero che l'episodio piaccia anche a voi.
🌸 I canali di Camilla:
🌸 Le domande che ho fatto a Camilla (gliene avrei fatte altre centinaia):
1:26 Qual è stata la tua scintilla che ti ha fatto iniziare il tuo percorso nella sostenibilità?
5:32 Quali sono tre cambiamenti che ogni famiglia può attuare per rendere il proprio stile di vita un po’ più sostenibile?
11:13 Hai detto “reciclare bene”, che cosa significa?
13:19 Oltre alla moda sostenibile, quali sono altri cambiamenti che hai applicato nella tua vita con i tuoi figli?
17:40 Come si fa ad avere un armadio sostenibile?
24:31 Come scegli i prodotti? Qual è la tua ricerca prima di comprare?
29:38 Quali sono i tessuti più sostenibili?
33:50 Che cosa ne pensi di Amazon?
37:40 Ci racconti del tuo brand di moda sostenibile Amorilla e della tua linea di prodotti beauty zero waste?
🌸 Nell’episodio menzioniamo alcune cose interessanti:
Camilla consiglia il documentario: The True Cost
Carlotta consiglia il sito The Story of Stuff Project e il loro documentario The Story of Stuff
App per classifica di marchi sostenibili: goodonyou
La borsa per mantenere le microplastiche di cui parla Camilla è la GuppyFriend.
Due video interessanti per chi vuole approfondire sul canale di Camilla (ma ce ne sono molti altri):
Sono davvero felice che tu stia spargendo questi semini sulla sostenibilità! È un tema che anche a me sta tanto, tanto a cuore! Non sono d'accordo riguardo all'affermazione si Camilla "la sostenibilità non è sostenibile economicamente" perché da quando ho deciso, per questioni ecologiche, di acquistare dal negozietto locale e quando c'è la possibilità sfuso (il primo negozio sfuso dista 40 km, credo sarebbe controproducente andarci apposta) e abbigliamenti di seconda mano o artigianali spendo meno, probabilmente perché non mi faccio "ingannare" dalle offerte e perché acquisto soltanto quando ne ho bisogno! Confesso però di saper cucire molto bene e quindi di saper riparare e reinventare le stoffe
Ciao Carlotta, io ho cominciato a fare un po’ più attenzione all’ecologia da quando è nata mia figlia (meglio tardi che mai…), perché vorrei che vivesse in un mondo pulito e fosse felice, lo vorrei più di ogni altra cosa e ci tengo a questo mondo, per lei e per me anche.
Faccio quello che posso, ho cambiato tante abitudini e a volte quando ci penso sono anche abbastanza fiera di me stessa: non abbiamo più bottiglie di plastica, abbiamo una caraffa filtrante e la soda stream per l’acqua frizzante; compro più che posso locale e in un negozio dove tutto è venduto sfuso (pasta, riso, frutta secca e fresca, farine, caffè, spezie, ma anche detersivi e saponi vari) e ci si va con i propri barattoli vuoti da riempire; lavo tutto a basse temperature e cerco di ridurre il consumo di acqua e elettricità, riciclo i rifiuti (per quello che si può fare qui in Francia, dove la raccolta differenziata è indietrissimo rispetto all’Italia), ecc…
Però in altre situazioni, mi rendo conto che non riesco ancora a fare quello che si dovrebbe fare. Spesso è una questione di prezzo: alcuni prodotti al negozio sfuso sono davvero troppo cari e la differenza rispetto ai prezzi del supermercato è troppa, quindi non ce la faccio a prenderli lì…e per quanto riguarda la moda sostenibile…non ci siamo proprio, sono lontana anni luce… 😢
Ma soprattutto per i bambini i vestiti tipo di Kiabi sono talmente comodi e convenienti! 😞
È da un po’ in realtà che quando leggo sull’etichetta “Made in Bangladesh” mi si stringe il cuore per un minuto, perché so cosa c’è dietro. Ma scelgo di fare finta di niente alla fine…e anche se voi dite che non si deve, in realtà mi sento terribilmente in colpa poi…
Quindi grazie per questo episodio, vorrei cominciare a guardare un po’ di marche sostenibili per vedere di trovare una soluzione.
Non ricerchiamo la perfezione, ricerchiamo ciò che ognuno è disposto ad offrire. Una soluzione valida alla moda bimbi sono i negozi di seconda mano, si trovano davvero tanti vestitini comodi e carini e come nuovi (o online, vinted è un'ottima app). E per lo sfuso, è vero, non è sostenibile per tutti: io cerco di scegliere l'imballaggio che penso sia più sostenibile, quindi se c'è pasta in plastica o in cartone, scegli quella in cartone. Alla fine sono le piccole differenze. 💜
È stato un piacere ascoltarti e ascoltarvi. Ricordo l’episodio (forse 2) con tua sorella, ugualmente illuminante. Apprezzo l’idea del trovare ciascuno per la propria vita, famiglia, abitudini quelle 2-3 “cose” che potremmo fare diversamente in modo più sostenibile. Penso sia il modo corretto per partire, anche per evitare come avete detto frustrazioni date dal “non faccio abbastanza”. Nel mio piccolo riciclo il più possibile, compro detersivo alla spina, ho trovato anche shampoo naturale in confezioni di vetro da riempire quando avrò terminato... poi eco, dietro c’è un mondo ... i detersivi che compro magari dietro chissà come vengono prodotti (probabilmente come gli altri e quindi un passo in più sarebbe ... farli in casa?? ) quindi è un continuo informarsi, scegliere, provare e sbagliare. Ma forse è anche questo il bello di ogni piccolo grande cambiamento! Ultima nota che mi è balzata alla mente: il riparare... in questo i nonni sono fortissimi. Da due anni mi sono avvicinata a mia suocera (per altro giovane) e ... mi rendo conto di quanto lei cerchi di riparare, rammendare, non comprare cibi in eccesso. Mi rendo conto che è una cultura diversa... non mi reputo una “sprecona” ma ecco, ho tanto da imparare dalla nonna!
Grazie per aver condiviso la tua esperienza! Io rammendo il più possibile, ma non essendo brava si nota proprio (per ora ai bimbi non dà fastidio, ma mi sa che presto inizieranno a lamentarsi 😅 Allora magari faremo un corso di cucito tutti insieme!).