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Non comparare i tuoi figli agli altri

Carlotta Cerri
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Ah, tuo figlio non legge ancora?Mia figlia a 3 anni leggeva già.

Queste frasi le ho sentite, pensate, dette. Oggi le ho eliminate dal mio vocabolario, perché non solo non valgono nulla, ma sono sbagliate: creano aspettative irrealistiche, frustrazione, senso di colpa, preoccupazione infondata.

Quando si parla di bambini e di loro capacità, spesso compariamo i nostri figli ai figli degli altri. Chi gattona già, chi cammina già, chi legge già, chi fa già le divisioni lunghe e così via… È normale, purtroppo: viviamo in un mondo che ci ha inculcato la mentalità della competitività, veniamo giudicati fin da piccoli e per la maggior parte della nostra infanzia e adolescenza. Avendo imparato a comparare prima di tutto noi stessi agli altri, è ovvio che finiamo per comparare anche i nostri figli.

Prendo come esempio la lettura, perché genera comparazioni già dai 3-4 anni (🤯). Quando mi chiedi se i miei figli leggono già, oggi non rispondo più apposta. E scelgo di non fare queste domande agli altri.

Vorrei invitarti ad ascoltare il mio podcast sulla competizione a scuola e a riflettere anche su questo: non è un merito leggere prima, perché le differenze sfumano in fretta fino a scomparire del tutto. I bambini dovrebbero poter imparare a leggere con i propri tempi e, anzi, gli studi dicono: “Un ritardo nell'imparare a leggere non ha alcun effetto sulla fluidità di lettura a 11 anni”*. Se impari a leggere a 9 anni, a 11 leggerai uguale a chi ha imparato a 4 anni. È come camminare: Oliver ha iniziato a 10 mesi, il suo amico a 16 mesi, a 20 mesi camminavano e correvano uguale.

Facciamo uno sforzo a non comparare, a eliminare frasi e domande di comparazione dalle nostre conversazioni.

Dobbiamo de-normalizzare la mentalità della competitività, della comparazione e dei tempi universali. Dobbiamo normalizzare, invece, la mentalità del concedere ai bambini i propri tempi di apprendimento e collaborare con loro per scoprire e nutrire i loro veri interessi.

Ognuno è unico negli interessi e nel modo e nei tempi di imparare.

#iomidissocio 

*Continua: “In effetti, gli studenti che hanno imparato più tardi hanno una comprensione leggermente superiore”, Early Childhood Research Quarterly

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