giu 23, 2022

La violenza insegna solo violenza

Riflessioni sulle punizioni e sui castighi

Il bambino che mi dici che "si merita la punizione" se avesse ricevuto più amore e accoglienza, un'educazione a lungo termine, sarebbe un'altra persona.

Quando mi dici che “sei cresciuto bene lo stesso anche con le sberle”, ti assicuro che se avessi ricevuto più amore e rispetto, saresti un’altra persona. Migliore, indubbiamente — e con questo dovrai fare i conti dentro di te per sempre.

Il ceffone che ha insegnato a comportarsi bene è un mito.

Violenza (anche verbale) insegna violenza. Null'altro.

E se oggi le persone si stanno ancora uccidendo (questa volta a due passi da casa), forse l'educazione della punizione, dell’autorità e della disciplina (nel senso moderno, sbagliato, del termine) non ha insegnato molto.

Forse sarebbe un buon momento per mettere nella spazzatura il "si è sempre fatto così" e "un ceffone non ha mai fatto male" e "le punizioni hanno insegnato a essere migliori" e decidere che se vogliamo crescere adulti davvero migliori di noi — perché noi non stiamo eccellendo a essere umani — l'unico modo è smettere di prendere la scorciatoia e iniziare a fare il lavoro. Quello vero.

Serena

Oggi è successo un fatto che mi ha fatta sentire molto male. Ero appena rientrata dai miei dopo aver ripreso mio figlio all'asilo.. È il suo primo anno, è in fase di ambientamento e la maestra mi fa notare che ha ancora diversi momenti di crisi in cui chiede di me e quindi non lo vede ancora pronto per rimanere anche al pomeriggio. Oltre a ciò ha un po' di tosse e raffreddore che, anche se non forti, non lo lasciano del tutto tranquillo e a pranzo non aveva mangiato nulla (mai successo) forse per la sua giornata più nervosa del solito.. Siamo rientrati, anche io stanca dalla mattinata di lavoro. All'inizio tutto sembrava sufficientemente tranquillo ma poi il piccolo nota le cose in tavola e probabilmente gli viene un languore.. inizia a mangiare una fetta di torta salata ma poi inizia un po' a scartare le parti che in quel momento non gli vanno a genio, vuole girare per la stanza come se avesse un pezzo di pane mentre in realtà perde pezzi ovunque.. È ovvio che non va bene, cerchiamo di dirgli di stare in tavola con gli occhi della nonna e dello zio addosso visibilmente contrariati da questo comportamento indubbiamente fastidioso finché all'ennesima caduta di un pezzo di torta a terra lo zio sembra volersi alzare dalla sedia per intervenire e la nonna non ci pensa un attimo e gli lancia un ceffone in pieno volto.. Rimango pietrificata! Pietrificata perchè quello che vedo non mi piace affatto, allo stesso tempo capisco che l'atteggiamento del bambino sia stato terribilmente provocante anche se a mio avviso il suo stato di nervosismo lo ha influenzato negativamente! So che non è più quello il metodo che voglio usare ma non so sempre bene come reagire in alternativa.. dovevo prevenire e non l'ho fatto, forse era l'unica cosa che potevo fare.. L'ho poi preso e siamo usciti a fare un giro in bicicletta con lui ancora tremendamente nervoso e io molto turbata! Per motivazioni lavorative questa è la mia quotidianità, voglio molto bene alla mia famiglia ma al momento sono l'unica che sta cercando di cambiare il modo di educare e a volte mi sento emotivamente a terra, senza forze, senza alcun supporto. Dopo questo fatto la nonna mi ha detto: "Scusa ma lo devi "inquadrare"! Mi è venuto proprio d'istinto, cosa avrei dovuto fare?!?!". In realtà non so neanche io bene cosa era meglio fare, ma sicuramente non il ceffone.. Mi sento così impotente quotando non riesco a rispondere, passo nel torto anche se sento che non è così a discapito di tutto.. Noi siamo cresciuti a pane e ceffoni ed evidentemente la maggior parte della famiglia è ancora convinta della loro utilità!

Carlotta

Oh cara, che fatica. Forse l’unica cosa che mi sento di consigliarti è di proporre a tua madre di fare il mio corso insieme. Perché allora gli strumenti non lo avevano, ma oggi sì. La violenza fisica (o verbale) lascia traumi profondi (per esempio: tu come hai reagito a questa ingiustizia? Hai detto a tuo figlio, anche davanti a tua madre, che non va bene? Che è un comportamento sbagliato? E se no, perché?). Credo che le alternative ci siano e che possiate fare il lavoro insieme, ma dovete deciderlo entrambe. 💜 Ps. I bambini non si devono inquadrare: i limiti ci vogliono ma la cultura dell’obbedienza e dell’autorità ormai sappiamo che non porta a dove vogliamo/possiamo arrivare. Sappiamo fare meglio e auguro anche alla nonna di vederlo. 💜

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