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La tecnologia è l'unica cura per la distanza

Carlotta Cerri
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L’altro giorno parlavo con mia zia su FaceTime.

Stava usando l’iPhone di mia madre e io le ho detto che se finalmente se ne comprasse uno (non che non possa permetterselo) potremmo vederci e sentirci più facilmente. La riposta è stata qualcosa del tipo: “Non voglio mica diventare schiava della tecnologia!”.

Le ho fatto notare che avere la tecnologia a nostra disposizione non significa per forza diventarne schiavi o dover abusarne. Che se avesse un’intera torta di compleanno non la mangerebbe tutta d’un colpo solo perché è lì. Che siamo menti pensanti, insomma. Ho scelto la via diplomatica, ma in realtà le avrei voluto dire: “È per questo che non ci parliamo più di un paio di volte all’anno. D’altronde, ognuno ha le proprie priorità, no?”.

Penso che le persone come mia zia semplicemente non capiscano che la distanza è come una malattia. Che ci piaccia o no, anche forti relazioni e affetti ne muoiono — anche quando è solo un volo diretto a separarci da chi amiamo.

Ma c’è una buona notizia. La lontananza ha una cura e si chiama tecnologia.

Perché non usarla?

P.S. Mia zia ha comprato un iPhone nel Natale del 2013 e da allora siamo sempre meno lontane :-)

Pro o contro l'uso della tecnologia?

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