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Episodio 67 ·

Sesso: pensieri a ragnatela (perché non se ne parla di più?)

Questo episodio l'ho registrato a ruota libera. Senza nemmeno una scaletta. Riascoltandolo, tante cose le avrei dette diversamente, tanti argomenti li avrei trattati diversamente, ma credo che questo mi darà la possibilità di approfondire in altri episodi. Perché ho deciso che qui su Educare con Calma parleremo anche di sesso, perché 1. È un argomento che non mi mette a disagio e ho scoperto che questo non è scontato; 2. Mi piace abbattere tabù.

E perché dovremmo parlarne di più.

:: Nell'episodio menziono:

La mia guida per il genitore sull'educazione sessuale che include anche un libro stampabile per bambini "Come si fa un bebè"

Non menziono (non so come non sia uscito), invece, ma ve lo scrivo qui: ho scritto anche il volume L'Educazione Sessuale per la collezione Gioca e Impara con il Metodo Montessori.

:: Come appoggiare il podcast:

Io non faccio pubblicità e non accetto sponsor, perché le pubblicità alimentano il consumismo e in più mi danno fastidio (quindi non voglio sottoporvi a più pubblicità di quelle che già vi sommergono nella vita quotidiana. Se vi piace il mio podcast e volete aiutarmi a mantenerlo vivo, potete acquistare uno dei miei corsi o prodotti:

  • Educare a lungo termine – un corso online su come educare i nostri figli (e prima noi stessi) in maniera più consapevole. Tanti genitori mi dicono che gli ha cambiato la vita.
  • Co-schooling: educare a casa – un corso online su come giocare con i figli in maniera produttiva e affiancare il percorso scolastico per mantenere vivo il loro naturale amore per il sapere.
  • Come si fa un bebè – una guida per il genitore + libro stampabile per i bambini per avviare l'educazione sessuale in casa.
  • Storie Arcobaleno – una guida per il genitore + libro stampabile per bambini per abbattere i tabù sulla diversità sessuale e di genere.

Trascrizione automatica. Grazie per la tua pazienza con eventuali errori.

Oggi parliamo di sesso, sono settimane che ci penso e ho deciso che basta, ne parlo e basta. Perché? Perché credo che sia una conversazione importante. Inoltre il sesso è stata una parte che ha suscitato molto interesse e domande e pensieri dopo l’episodio in cui ho parlato della relazione di coppia tra me e Alex.

Sono arrivate tante domande, forse perché ho detto quella che sento essere la mia verità senza filtri e senza pudore e molte persone si sono ritrovate in questa verità: ho spiegato che credo che cresciamo con l’idea sbagliata del sesso in una relazione. Sentiamo dire in continuazione che è la cosa più importante in una relazione, che è il collante, che se c’è il sesso allora è un buon matrimonio, è duraturo, ma secondo me tutto questo è sbagliatissimo, perché se io sulla base di queste cavolate che la gente dice fingendosi sexesperti che è come io chiamo gli esperti di sesso… se io in base a queste frasi e credenze e massime su come ottenere la relazione perfetta… faccio sesso con mia marito due volte a settimana, ma quelle due volte sento il sesso come un dovere, come un qualcosa che non mi va di fare ma faccio solo perché penso che sia la base per un buon matrimonio… e magari addirittura mi fa male, perché poi se la mente non collabora, il corpo lo sente e risponde di conseguenza… be’, ecco, questo sesso per me non è il collante di un matrimonio, è la ricetta del fallimento, per distruggerlo, il matrimonio. Se io invece faccio sesso una o due volte al mese e magari ho avuto tempo per prepararmi mentalmente perché avevo fatto un programma con mio marito e sapevo quando aspettarmelo e quindi riesco a godermi il sesso, allora quelle poche volte al mese sì che mi riportano più vicino a mio marito, nonostante tutto, nonostante la vita che si intromette, nonostante il poco tempo di qualità che passiamo insieme… 

E visto che io ci sono passata per tutto questo con Alex dopo aver avuto Oliver ed Emily ed è stato un momento difficilissimo nella nostra relazione, perché poi succedeva una cosa che secondo me è molto più comune di quanto pensiamo: succedeva che io per non dargli l’idea di voler fare sesso, ero sterile anche affettivamente. Perché inconsciamente temevo che lui interpretasse il mio abbraccio come un “stasera voglio fare sesso” e allora mi tenevo l’abbraccio. E siamo arrivati a momenti di grandissima tensione per questa mia sterilità affettiva che si ripercuota in tutto e nell’ultimo anno abbiamo iniziato a parlare molto molto molto apertamente di tutto questo e il dialogo ci ha salvati, perché anche se sono state conversazioni molto difficili, dire “non ti abbraccio perché poi tu pensi che io abbia voglia di intimità” non è semplice e non è nemmeno semplice sentirsi dire “non mi sento apprezzato, non mi sento amato, non mi dai nulla a livello affettivo”, sono verità scomode, ma fortunatamente abbiamo deciso di dircele e fortunatamente siamo due persone che hanno imparato a non prendere le verità dell’altro in maniera personale, a considerare che ci possa essere un fondo di verità in quello che l’altra persona dice anche se l’ego ci direbbe di negarlo… e quindi come dicevo nell’episodio sulla coppia io e Alex abbiamo questo superpotere che è il dialogo, ma non è che l’abbiamo innato, l’abbiamo sviluppato ovviamente, parlando e trovando il coraggio di dire verità scomode.

Ora, non so esattamente che cosa dirò e che cosa voglio dire in questo episodio, ma so che voglio parlare di sesso perché le domande e i messaggi che ho ricevuto mi hanno fatto capire che non se ne parla abbastanza. Quindi farò proprio una carrellata di pensieri a ragnatela, chiudo il computer, non ho scaletta e vado, a nuora libera. Accoglietemi, come sempre.        

Prima di tutto io e Alex viviamo il sesso diversamente, forse siamo un po’ uno stereotipo in questo. Alex è un po’ un eterno adolescente, sempre pronto a fare sesso, non importa quando o che cosa stia facendo. Mentre per me il sesso non avviene a letto. Il sesso avviene tutto il giorno. Il sesso è il caffè che Alex mi prepara al mattino, è quando dimentico l’accappatoio e trovo Alex davanti alla porta della doccia con l’accappatoio in mano quando ho finito, è quella pazienza in più che ci mette in un momento in cui so che generalmente l’avrebbe persa, è quando fa lo sforzo di spiegarmi una cosa di tecnologia con calma, senza frustrarsi per la mia totale incapacità. Ecco, questo è sesso. Questo si traduce in sesso. Non che mi fa la gentilezza, e boom, facciamo sesso, ma nella mia mente ho sicuramente più volta di fare sesso e anche solo di essere amorevole e carina e fisica con lui (parlo di una fisicità fatta di abbracci e baci e carezze durante il giorno) quando siamo gentili l’uno con l’altra. Quando invece ci trattiamo a pesci in faccia, l’ultimo dei miei pensieri è il sesso. 

Che davvero tutti quei telefilm e film che mostrano quanto sia bello il sesso dopo una discussione o un litigio, ma io mi chiedo… le persone che scrivono ‘sti copioni, hanno mai davvero litigato con un compagno di una vita? Magari i primi mesi, si litiga e poi ci si vuole di più, perché che ne so magari c’è ancora quella sensazione di insicurezza nella relazione. Ma quando si è insieme da 15 anni, è una baggianata… io dopo aver litigato con Alex l’unica cosa che voglio fare è teletrasportarmi 100 anni luce lontana da lui e l’ultima cosa che ho voglia di fare è toccarlo, abbracciarlo, baciarlo… non ho neanche voglia di pensare di toccarlo, abbracciarlo e baciarlo, figuriamoci se in quel momento ho voglia di pensare al sesso. Anche se il litigio è finito, io faccio fatica a lasciare andare… per me il contatto, gli abbracci, l’affetto, l’intimità sono direttamente proporzionali a quanto siamo gentili l’uno con l’altra. A quanto stiamo bene l’uno con l’altra. È molto più probabile che faremo sesso una giornata che siamo stati gentili e non abbiamo litigato o siamo riusciti ad affrontare e risolvere il litigio in maniera matura, costruttiva, piuttosto che una giornata che abbiamo discusso anche solo su una stupidaggine qualunque.

Ecco, quando dico che per me il sesso avviene tutto il giorno intendo questo. L’idea del sesso si costruisce nella mia mente quando stiamo bene. Ma questo non significa che lo desideri, il sesso. Ecco, quello no. 

Dovete sapere che io ho fatto molta ricerca sul sesso dopo aver avuto figli perché… in parole povere, non ne ho voglia. Non ho voglia di sesso. Io potrei non farlo e ci penserei proprio solo una volta ogni tanto. A lungo mi sono sentita sbagliata e in colpa per non avere voglia di sesso e a lungo mi sono sforzata di fare sesso comunque almeno una volta a settimana, perché ho sempre dato per scontato che per l’uomo, per Alex, fosse un bisogno fisiologico e che, da moglie, fosse mia responsabilità soddisfarlo per avere un matrimonio sano. Perché crescendo, queste sono le cavolate che ci raccontano o che sentiamo o che interpretiamo dai film. 

E invece negli anni ho capito che mi sbagliavo alla grande e l’ho capito anche e soprattutto con l’aiuto di Alex che fortunatamente è un uomo molto aperto mentalmente e molto razionale, quindi non ha preso sul personale questa mia mancanza di desiderio (e mi faccio una nota mentale per parlare del desiderio, ma tra un attimo). Ecco, Alex non mi ha rinfacciato il mio non voler fare sesso, il mio non desiderio e quando dico che non l’ha preso sul personale, intendo che non ha pensato di esserne lui la causa, ma ha fatto ricerca e ha capito che è molto normale, più normale di quanto si creda, che ci sono tante ragioni e gli ormoni giocano un ruolo importante e anche che in realtà il sesso, prima ancora che piacere è uno strumento evolutivo, quindi io donna che ho avuto già due figli e non ne voglio più e so che se faccio sesso anche protetto c’è la possibilità minima di rimanere di nuovo incinta, be’… con cavolo che voglio fare sesso! E questo a me, ancora prima delle mie ricerche, l’ha spiegato Alex. Quindi ecco, questo per farvi capire che io certamente so che sono stata molto fortunata perché ho un partner che capisce e sa razionalizzare e accogliere le miei emozioni senza prenderle sul personale. 

Ovviamente tutto questo è successo dopo che ho comunicato con lui, perché il nostro successo come dicevo prima è stato proprio quello di parlare di sesso e parlarne molto, perché è un po’ come in tutti gli ambiti, non possiamo fare alla Donald Trump che quando c’è un problema, lo ignoriamo… quando c’è un problema, ci sediamo a tavolino e ne parliamo perché siamo esseri estremamente evoluti e il nostro cervello è potente… quindi perché abbassarsi al livello di animali che vivono d’istinto e accettare pensieri come “è normale fare sesso controvoglia”. Well, guess what? Non è normale! Non è affatto normale, non è normale che per far funzionare un matrimonio uno dei due debba sacrificarsi a livello sessuale. Purtroppo spesso lo accettiamo, perché la società ce lo dice, i film ce lo dicono… ci dicono che il sesso è fondamentale per un matrimonio duraturo… e allora ci conformiamo e facciamo sesso controvoglia. Ecco, posso dirvi la mia opinione più onesta? Il sesso non è importante per un matrimonio duraturo: il dialogo, il rispetto, la gentilezza sono importanti per un matrimonio duraturo. E rispetto è anche che se arrivo a fine giornata e mi lamento di quanto sono stanca e di quanto tutto sia stato pesante, allora non provi a fare sesso con me. No, mi ascolti e mi rispetti. E quando ci sono questi tre, rispetto, gentilezza e dialogo, allora probabilmente c’è anche il sesso. 

E magari il sesso, come nel mio caso, deve essere un accordo, programmato, meno spontaneo. E va anche benissimo così! Anzi, sapete che ci sono ricerche che confermano che i matrimoni più duraturi sono quelli che programmano il sesso: pensiamo che il sesso debba essere spontaneo perché altrimenti è una forzatura e invece quando si programma il sesso, ho scoperto sulla mia pelle, che significa che 1. c’è dialogo sul sesso, che è ovvio, non possiamo programmare il sesso se non parliamo di sesso, 2. c’è rispetto, perché si è probabilmente accettato l’altro, i suoi desideri e le sue necessità e 3. ci si può preparare mentalmente e per una persona come me che non sente il desiderio, sapere più o meno quando è il momento, aiuta tantissimo perché mi permette anche di preparare proprio il mio corpo (proprio con cose semplici, anche solo depilarmi che so che non fa nessuna differenza per lui, ma la fa per me perché mi sto preparando per quello e quindi mi sento pronta) e anche fa differenza anche nella mia mente, perché posso trovare modi per stimolarla al desiderio.     

Ecco, parliamo di desidero che prima vi ho detto che vi avrei parlato di desiderio: ho scoperto che ci sono due tipi di desiderio. Io faccio le mie ricerche e letture in inglese quindi non so esattamente come si definiscano in italiano, né mi interessa darvi i termini corretti… ma diciamo che un tipo di desiderio è attivo e l’altro è reattivo. Il desiderio attivo è quello che propone il sesso, che ricerca il sesso, che ne ha voglia in maniera spontanea, attiva, appunto. Il desiderio reattivo è quello che reagisce al sesso, quindi un desiderio non spontaneo, non attivo, ma che se stimolato cresce, quindi magari io non ho voglia di sesso, ma se stimolato, il mio corpo reagisce e lo comunica alla mia mente, che a quel punto dice “ok, mi sembra una buona idea, sì sì ne ho voglia, facciamolo!”.

Per me questa cosa è stata rivoluzionaria, perché finalmente mi ha dato la possibilità di non sentirmi sbagliata per il non avere voglia di fare sesso, e mi ha dato anche la possibilità di comunicare ad Alex questa importante caratteristica di me, perché non è che non mi piaccia il sesso, ma è che io ho un tipo di desiderio reattivo, quindi finché non inizio a farlo, non ne sento il desiderio e il bisogno, ma quando sono nel mezzo del sesso, mi piace, mi sembra un’ottima idea, provo piacere. 

Ecco, il piacere poi è un’altra cosa di cui dobbiamo parlare per parlare di sesso: c’è veramente troppa confusione sul piacere nel sesso e per me parlarne con Alex e fare chiarezza nella mia mente ha aiutato tantissimo. Prima di tutto, io credo che il piacere sia un diritto a cui non dobbiamo rinunciare. Se non proviamo durante il sesso, perché fare sesso? Non ha senso! Questo significa che se il sesso mi fa male e non provo piacere, devo cambiare qualcosa, devo parlare con il o la partner, magari approfondire con un ginecologo o con un sexperto. Ma significa anche che se il mio tipo di piacere è avere un orgasmo clitorideo, perché l’orgasmo vaginale non riesco a raggiungerlo, è mio dovere parlarne con mio marito e far sì che lui sappia esattamente che cosa mi piace e che cosa mi fa raggiungere l’orgasmo. Perché il piacere è un mio diritto ed è mia responsabilità mettermi nella situazione di provarlo.

Perché se no mi ritrovo frustrata dopo il sesso, magari a darmi della stupida per aver finto un orgasmo perché 1. non avevo il coraggio di dirgli che quello che stava facendo, ovvero penetrazione stile coniglietto, non mi avrebbe mai portata all’orgasmo e 2. Visto che non avevo il coraggio di dirglielo, ma non avevo nemmeno più voglia di continuare, allora fingo l’orgasmo perché… perché non voglio dargli una delusione, per preservare il suo ego, ecco. E io non ho provato piacere e non ho raggiunto l’orgasmo. Che senso ha? È ovvio che così non ho voglia di fare sesso, perché non provo piacere, non ottengo ciò che voglio, a quel punto il mio corpo è predisposto, mi sta chiedendo l’orgasmo ma non glielo do e finisco frustrata… allora che senso ha il sesso fatto così? Non solo non rende un matrimonio duraturo, ma è proprio controproducente alla relazione di coppia.

È importante trovare il coraggio di parlare di sesso con il partner e di dire anche le verità scomode: ed è anche importante mettere da parte l’ego. Perché se io Carlotta non raggiungo l’orgasmo, non significa che Alex non è bravo a usare il pene, significa che io sono scema perché non gli comunico ciò di cui ho bisogno. Perché se io Carlotta fingo l’orgasmo perché non ho coraggio di dirgli che ciò che sta facendo non mi dà piacere, il problema non è lui, sono io, sono io che devo prendermi la responsabilità del mio piacere. 

E per me prendermi la responsabilità del mio piacere significa anche che 1. devo comunicare che cosa mi piace ma 2. più importante, devo SAPERE che cosa mi piace. Se non so che cosa mi piace, come posso comunicarlo. Ed è per questo che tantissimi sexesperti, o almeno quelli in gamba, consigliano prima di tutto di capire che cosa ci piace da soli. Attraverso la masturbazione. Di esplorare il nostro corpo da soli, anche perfino prendere uno specchio e guardare i nostri genitali, perché spesso non sappiamo nemmeno come sono fatti. Anzi, spesso c’è disagio a guardarli, come se fosse qualcosa di sbagliato. E leggevo che non è poi così anormale che ci sia disagio se pensiamo a quando poca educazione sessuale ci sia nelle famiglie e anche a quanti messaggi sbagliati diano i genitori: l’esempio che mi è rimasto impresso è proprio quello di un papà che sta cambiando la bimba e si gira un attimo per prendere il pannolino e quando la guarda lei si sta toccando la vulva e lui prontamente le dice “ah, no, quello non si tocca”. 

Cioè se si fosse toccata i piedini, avrebbe probabilmente detto cose come “ma brava hai scoperto i piedini? Hai scoperto i piedini!” E invece la vulva è un NO, quello non si tocca. Certo, c’è la componente igiene, se le manine sono sporche non va bene toccarsi la vulva, ma quanto questa reazione è questione di igiene e quanto è questione di vergogna? Ecco, quanti di questi messaggi passiamo inconsciamente ai nostri bambini? E poi quel papà avrebbe reagito allo stesso modo se sul fasciato ci fosse stato un bambino che si stava toccando il pene? Queste sono riflessioni importanti, l’educazione sessuale è importante. Per questo ho creato la guida per il genitore Come si fa un bebè, perché dobbiamo prendere nelle nostre mani l’educazione sessuale, dobbiamo dare ai nostri bambini la conoscenza perché l’ignoranza è molto più dannosa e pericolosa della conoscenza. Quindi se non ce l’avete già vi invito ad andare a vedere la mia guida online per il genitore sull’educazione sessuale Come si fa un bebè, che include anche un bellissimo libro stampabile da leggere ai bambini per avviare l’educazione sessuale in casa. Ve la lascio nei link qui sotto.   

Ok, ho proprio seguito un filo strano della mia ragnatela di pensieri, sono passata dal parlare del sesso nella coppia all’educazione sessuale, non ricordo nemmeno come ci sono arrivata, ma una cosa è certa: un dialogo aperto sul sesso è importantissimo per l’educazione sessuale.

E poi che altro, credo di avervi detto un po’ tutto, l’ispirazione sta scemando. Tra l’altro farò un episodio sul sesso ance con Alex, gliel’ho già detto e ha già accettato, e non solo ha accettato ma ha anche un’idea su come iniziarlo, che mi ha fatto ridere ma se vuole gliela lascerò fare… e magari in quell’occasione potremo insieme anche rispondere alle vostre domande, se ce ne saranno, e parleremo anche di come facciamo le nostre ricerche, approfondiremo cose che ho detto qua perché magari quando poi Alex lo ascolta avrà qualcosa da dire o da aggiungere, quindi mi sembra bello che anche lui possa partecipare a questa conversazione. Tra l’altro, ovviamente ho chiesto ad Alex se gli andava bene che pubblicassi sia questo episodio sia quello sulla coppia, ecco, ovviamente il rispetto per me passa anche da lì. E poi ovviamente parleremo anche di cose che io e Alex facciamo spesso per non rendere il sesso un problema o per entrare nel mood quando arriva il momento.

Per ora però vi saluto e vi do appuntamento alla prossima settimana con un nuovo episodio di Educare con Calma. E se vi state chiedendo che cosa c’entri il sesso nella calma, forse nulla e tutto, ma indipendentemente questo è diventato un mio spazio personale per parlare di tematiche che mi interessano e che mi stimolano e credo che tutte siano legate all’evoluzione personale dell’individuo, che per me è proprio ciò che ci insegna ad educare con calma.   

Mi trovate come sempre anche su www.latela.com e su instagram e Facebook come lateladicarlottablog

Buona giornata, buona serata e buona notte a seconda di dove siete nel mondo. Ciao!

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«Educare con calma» è un bel principio di cui a me mancava solo un dettaglio: la calma. Questo podcast è un resoconto del mio viaggio interiore di genitore.

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