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Episodio 8 ·

Come aiutiamo i bimbi a sviluppare una relazione sana con il cibo

Questa puntata è stata ispirata da un’insalata buonissima che ha preparato Alex. :-D Non so come un’insalata mi possa ispirare a parlare di come, secondo me, un genitore può aiutare i figli a sviluppare una relazione sana con il cibo, ma è proprio quello che è successo": questa è la mia ragnatela di pensieri.

Sul mio blog www.late.la, trovate alcuni articoli relazionati al tema del cibo che magari possono interessarvi: la collezione di post sull'alimentazione, che include articoli sul Baby-Led Weaning (autosvezzamento) e altri sugli anni in cui io e Alex abbiamo seguito lo stile alimentare paleolitico; e trovate anche l'articolo "Mangiare in maniera responsabile è la dieta del futuro" in cui spiego il motivo per cui negli ultimi due anni abbiamo cambiato molto la nostra alimentazione e ridotto notevolmente la quantità di carne che mangiamo.

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Trascrizione automatica:

Ciao a tutti e tutte e benvenuti a un nuovo episodio di Educare con Calma. Spero che stiate bene, qui oggi è domenica e siamo a casa tranquilli, i bimbi stanno giocando in giardino, io e Alex stiamo lavorando, perché vabbè se siete lavoratori indipendenti sapete che non c'è sabato, non c'è domenica, si lavora sempre notte e giorno e quindi mi sono sentita ispirata oggi perché stavamo facendo pranzo e ve lo racconto proprio così perché non saprei come altro iniziare, ormai mi conoscete un po' vado a briglia sciolta in questo podcast e Alex ha preparato un'insalata veramente buonissima, un'insalata di ceci, lenticchie, avocado, spinaci, feta e barbabietola e io a un certo punto mi sono fermata un momento e ci ho guardato da fuori, tra virgolette, e guardavo i bambini che mangiavano con voglia questa insalata e io dicevo "l'insalata l'ho mangiata a vent'anni e anche allora ho dovuto proprio farmela piacere" e quindi per un momento io ho guardato i miei figli da fuori e ho detto "wow, abbiamo fatto qualcosa di giusto e tra l'altro non abbiamo mai dovuto forzarli a mangiare" e questo pensiero mi ha resa talmente felice che ho detto ad Alex "vado a registrare una puntata del podcast 

Quindi oggi parliamo di cibo. E perché parliamo di cibo? Perché proprio questo pensiero mi ha fatto a pensare, poi la mia mente non riusciva più a smettere, mi ha fatto a pensare al perché, al come abbiamo fatto qualcosa di giusto. Perché va bene, una volta con il primo figlio dici "è fortuna", ma poi quando riesci a replicarlo anche con il secondo figlio e anzi riesci a farlo meglio, dici "ok forse stai facendo qualcosa di giusto Carlotta e ti dai una pacca sulla spalla". Magari voi non dite Carlotta, gli dico Carlotta. Questa cosa veramente a me lascia un po' "spaesata" perché in realtà non so che cosa abbiamo fatto di giusto. 

Io sono una persona apprensiva e un po' ansiosa e non sempre sono riuscita a mantenere la calma nel modo, nel mio approccio al cibo, soprattutto quando i miei figli non mangiavano, quando Oliver ha passato delle fasi di mangiare solo riso bianco e pasta bianca per settimane, no, non ero tranquilla, non ero calma. Fortunatamente avevo Alex che mi ricordava, Carlotta, non è un problema, Oliver è un bambino sereno, è un bambino felice, è un bambino sano, facciamo tutti i controlli dal pediatra, quindi ovviamente sta bene, ovviamente non dobbiamo preoccuparci, rilassati, rilassati, rilassati. E questo per me è diventato quasi un mantra. 

Mio figlio è sano, non devo preoccuparmi di quello che mangia. E devo dire che quando penso al perché, al come sono riuscita, diciamo, a rilassarmi, devo ringraziare il baby-led winning. Il baby-led winning è l'autosvezzamento praticamente, ovvero è una filosofia di nutrizionale, se vogliamo così chiamarla, perché per me è stata proprio un po' una filosofia di vita, in cui il bambino si svezza da solo, nel senso che si inizia verso i sei mesi, ovvero quando il bambino riesce a stare seduto autonomamente a tavola e quando inizia a mostrare interesse nel cibo, e il bambino mangia esattamente quello che mangiano i genitori. Quindi credo veramente che il baby led weaning mi abbia dato la possibilità di rilassarmi per moltissimi motivi. 

Uno perché era in linea con la filosofia Montessori, era in linea con il principio del seguire il bambino in cui io credo ciecamente e fortemente. Due perché non dovevo cucinare, io odio cucinare e sicuramente un pasto al giorno mi toccava allora perché allora Alex andava in ufficio al mattino tornava alla sera e poi si alla sera cucinava cena lui però a pranzo toccava a me ovviamente e il babylet winning la cosa bella è che potevo semplicemente dare ai miei figli quello che mangiavo io ovviamente certo potevo farlo perché noi abbiamo uno stile alimentare sano che consiste più che altro nel mangiare verdura frutta allora mangiavamo ancora carne adesso non la mangiamo più, pesce e questo stile di vita credo che ci arrivi un po' dalla dieta paleolitica. 

Io e Alex abbiamo fatto tantissimi anni, 4-5 anni di dieta paleolitica abbastanza rigida perché ci credevamo, credevamo molto nel tornare un po' alle basi, tornare un po' alle origini e mangiare di più come mangiavano i nostri antenati, cercando di evitare il più possibile prodotti confezionati, compresi di quelli appunto fatti dall'uomo, quindi cercando di mangiare il più naturale possibile. Abbiamo poi smesso la dieta paleolitica quando siamo diventati genitori perché volevamo comunque offrire un'alimentazione un po' più variata ai nostri figli e devo dire che però le basi di tutto quello che abbiamo imparato negli anni della dieta paleolitica sono veramente servite perché abbiamo imparato una lezione fondamentale che è stata quella del mangiare cucinando da ingredienti freschi e questo è quello che continuiamo a fare quindi noi cerchiamo il più possibile di mangiare da ingredienti freschi che può essere quindi insomma mangiamo tante insalate mangiamo tanta verdura però appunto non ci priviamo della pizza non ci priviamo della pasta come facevamo prima a volte mangiamo il riso, non ci priviamo insomma di ciò che ci piace. 

E questa grandissima lezione che ci ha lasciato lo stile alimentare paleolitico, vero, di cucinare da ingredienti freschi, è stata per me diciamo un aiuto nello svezzamento dei miei figli, perché il baby-led weaning, appunto come vi raccontavo prima, consiste nel non cucinare pasti separati per i bambini e quindi l'unica cosa che dovevo fare era continuare a cucinare come cucinavo prima semplicemente evitando o riducendo il sale e per il resto continuando a cucinare esattamente quello che avrei cucinato per me e offrirlo a Oliver. 

Poi certo all'inizio ci sono alcune accortezze ovvero ad esempio tagliare il cibo in pezzi adatti alle manine del bambino o comunque in modo che sia più sicuro tipo l'uva invece di tagliarla in orizzontale la tagliamo in verticale quindi seguendo la lunghezza però a parte questi dettagli che poi alla fine uno impara diventano abbastanza automatici io ricordo il baby led weaning ovvero l'auto svezzamento come una scelta che mi ha dato tantissima calma ricordo pochissimi momenti pochissimi periodi in cui i pasti mi rendevano stressata come sento a volte alcune mamme che mi raccontano di vivere il momento del pasto in maniera veramente veramente stressante e io credo che non ce ne sia bisogno, credo che se nostro figlio è sano, è defelice e ha energia per giocare durante il giorno non c'è bisogno di preoccuparsi. 

Uno perché preoccuparsi di ciò che non possiamo controllare non ha assolutamente alcun effetto e due perché stiamo insegnando attraverso il non forzare i nostri figli a mangiare stiamo insegnando loro a rispettare il proprio stomaco a rispettare il proprio corpo a rispettare il loro senso di sazietà ed è questa la vera lezione a tavola la lezione a tavola non dovrebbe essere finisci il piatto perché il cibo non si spreca la lezione a tavola dovrebbe essere hai ancora fame? Ascolta il tuo stomaco, ascolta il tuo corpo, sei sazio? Questa è la lezione a tavola, noi vogliamo educare i nostri figli a saper ascoltare il proprio corpo e se li forziamo a mangiare o li forziamo a finire un piatto, cosa stiamo insegnando loro? 

Sicuramente non stiamo insegnando ad ascoltare il proprio corpo e certamente non stiamo insegnando loro neanche a non sprecare il cibo perché non sprecare il cibo viene da una scelta personale, viene da una scelta che ha a che fare con l'empatia, ha a che fare con il rispetto, ha a che fare con tantissime altre cose oltre all'alimentazione e sono quelle cose su cui dobbiamo lavorare per poi cercare di mandare il messaggio che non si deve sprecare il cibo, ma invece di forzarli a finire quello che hanno il piatto dovremmo... 

ciao amore sto sto lavorando tesoro sto registrando il podcast amore ciao amori miei divertitevi ok ciao amori miei ciao vi amo ciao ecco sono andati quindi ovviamente ho perso il filo del discorso ma il punto è vogliamo insegnare ai nostri figli ad avere una relazione sana con il cibo. 

Una relazione sana con il cibo non si insegna forzando i nostri figli a mangiare, non si insegna minacciandoli di non andare al parco se non finiscono il piatto, non si insegna forzando il cibo in bocca e imboccando li perché finiscano di mangiare. Certo, anche io ho imboccato i miei figli quando me lo chiedevano, quando magari non avevano voglia di mangiare da soli, quando magari stavano attraversando un periodo in cui avevano più bisogno del mio aiuto, avevano più bisogno di sentire la mia presenza. Ancora adesso imbocco Emily qualche sera quando vedo che ha fame, ma magari è troppo stanca e vedo che si strofina gli occhi e mi dice "non ho più fame", allora le chiedo "ma "Non hai più fame o non hai più voglia di usare la forchetta per mangiare?" E allora lei mi dice "Non ho più voglia di usare la forchetta per mangiare, me lo dai tu?" E allora glielo do, e la imbocco. 

Però è un tipo di relazione con il cibo completamente diversa. Il focus è sempre quello di ascoltare il proprio corpo, ho ancora fame o sono sazio? Questa è la lezione che vogliamo trasmettere ai nostri figli a tavola. E tanti genitori mi chiedono "Come si fa?" Come si fa? Non lo so, ci sono un milione di modi perché ci sono un milione di bambini. Quindi quello che posso raccontare è quello che ha funzionato per noi. Per noi cosa ha funzionato? Vediamo. Sicuramente quello di non forzare a mangiare. Questa è stata proprio la prima regola. Quindi se non avevano più fame, mi dicevano che non avevo più fame, davo fiducia e se mi chiedevano cibo dopo un'ora spiegavo loro che era perché non avevano mangiato a tavola ma ovviamente gli davo cibo anche dopo un'ora. 

E certo anche io perdo la pazienza e anche io mi arrabbio quando magari Emily non mangia pranzo e mentre stiamo facendo pranzo le dico Emily guarda che tra un'ora avrai di nuovo fame e invece poi non passa nemmeno un'ora e mi chiede già del cibo e allora a quel punto ovviamente è frustrante. Però se in quel momento che mia figlia mi chiede del cibo non le dessi da mangiare, che cosa le starei insegnando? Sicuramente non le starei insegnando ad ascoltare il proprio corpo. Le sto insegnando completamente il contrario di quello che voglio insegnarle e quindi cosa faccio? Mi siedo con lei e le dico "Emily, ti ricordi che a tavola ti stavo dicendo "Emily devi mangiare un po' di più perché secondo me avrai ancora fame e non le dico solo quello le dico anche vedi Emily a tavola mi avevi detto che non avevi fame invece non è vero che non avevi fame il problema era che non ti piaceva quello che c'era a tavola quindi dobbiamo imparare ad usare le nostre parole in maniera corretta dobbiamo quando non ci piace qualcosa invece di dire non ho fame dobbiamo dire non mi piace oppure quando andiamo a fare una passeggiata e dopo due passi mi dici che vuoi il marsupio non puoi dirmi sono stanca perché lo so che non sei stanca, semplicemente vuoi stare nel marsupio, non hai voglia di camminare, c'è una differenza. E in questo modo abbiamo vinto tutti, io le ho mandato un messaggio che reputo importante, ma mi sono fidata di lei allo stesso tempo a tavola quando mi ha detto "non ho più fame". Lei ha imparato ad ascoltare il suo corpo, che quando le ha detto "ho fame" gli ha dato del cibo e allo stesso tempo ha anche imparato che invece di dire "non ho fame" può dire "non mi piace" e allora a quel punto noi avremmo capito insieme se era un "non mi piace" ma magari possiamo imparare a mangiarlo, oppure proprio un "non mi piace l'ho provato e davvero davvero davvero non mi piace". 

Allora a quel punto possiamo addirittura cercare qualcos'altro, perché poi si tratta anche di avere empatia, perché i nostri figli non sono molto diversi da noi. Se Alex mi costringesse a mangiare una cosa che non mi piace io lo manderei a stendere perché dobbiamo convincere i nostri figli, anzi non convincere, costringere i nostri figli a mangiare delle cose che non gli piacciono. La nostra regola in casa è l'unico modo per farsi piacere qualcosa e assaggiarlo, quindi la nostra regola in casa è assaggiare tutto, non importa che sia verde, giallo, arancione, rosso, si assaggia, ma ogni persona è libera di dire "non mi piace" dopo averlo assaggiato. E così i bimbi hanno imparato a mangiare cose che io, alla loro età, non avrei mai mangiato. E non è "assaggialo e ne mangi almeno metà" oppure "assaggialo e ne mangi tre cucchiaini" oppure "assaggialo e dai, se ne mangi tre cucchiaini poi ti do quest'altra cosa". No, assaggialo e se non ti piace lo lasci. Perché se non ti piace, se hai un gusto che in questo momento non hai voglia di introdurlo nel tuo corpo? Perché devo forzarti a introdurlo nel tuo corpo? Perché devo fare a te una cosa che odierei che fosse fatta a me? 

Anche in questo vedo che veramente tanti genitori della nostra generazione, della mia generazione, rimangono intrappolati nel modo in cui sono stati cresciuti, rimangono intrappolati dalle regole che i loro genitori mettevano a tavola, ma queste regole, anzi tutte le regole sono fatte per essere messe in discussione, perché altrimenti non solo siamo un popolo di pecore, ma cresciamo un popolo di pecore. E no, io voglio crescere dei bambini che siano pensatori critici, io voglio crescere dei bambini che mettano in dubbio me, come genitore, che mettano in dubbio quello che io gli dico che è giusto, o sbagliato, e che lo scoprano da sé. L'altro giorno in biblioteca leggevamo un libro, era un libro sulle scelte e nel libro diceva proprio "spesso i nostri amici prendono delle decisioni con le quali noi non siamo d'accordo, non dobbiamo seguirli" e più leggevo, più mi rendevo conto che non si tratta solo degli amici ma si tratta anche dei genitori e allora gliel'ho riletto, includendo i genitori. Spesso gli amici e i genitori prendono delle decisioni con le quali noi non siamo d'accordo e se non siamo d'accordo con i nostri amici o con nostri genitori, non dobbiamo per forza seguirli. Ed è proprio questo che io voglio insegnare i miei figli. 

Voglio insegnare i miei figli a mettermi in dubbio, a non ascoltarmi ciecamente, a non obbedirmi ciecamente, che poi sull'obbedienza vabbè potrei aprire un capitolo intero, perché bambino obbediente è un altro di quei concetti che ho completamente tolto, cancellato dalla mia mente e dal mio vocabolario, ma non è questo il momento di parlarne. Mi piacerebbe invece tornare alla questione del cibo, perché come sempre ho seguito un filo della mia ragnatella di pensieri, ma mi impiacerebbe appunto tornare e dirvi brevemente alcune cose che hanno funzionato per noi. Credo che la prima, ed è una cosa che non mi sono resa conto fino a molto dopo che era nato Oliver, anzi forse addirittura Emily era già nata quando me me ne sono resa conto e che non posso chiedere ai miei figli di restare seduti a tavola quando io mi alzo continuamente per andare in cucina a prendere del cibo e quindi questa è una cosa che abbiamo abbiamo cambiato nella nostra famiglia. 

Un'altra cosa che abbiamo fatto è dare loro più indipendenza ovvero decidere quanto cibo mettersi nel piatto e per fare questo di solito mettiamo la pentola a tavola e lasciamo che si servano. Non succede sempre perché comunque adesso abbiamo imparato più o meno le loro quantità e cerchiamo di riempire il piatto più o meno a seconda di quello che sappiamo che Oliver ed Emily mangeranno in modo da dare loro quanta più possibilità di successo possibile però appunto questa è una regola che può aiutare perché potete dire ok mettetevi nel piatto solo quello che volete mangiare e quando il bambino sceglie la quantità è più probabile che la mangi. 

E questo non succede in un giorno solo, questo succede nel corso di settimane, mesi, anni e poi certamente un'altra cosa che ha sempre funzionato per noi è quella di coinvolgerli nella preparazione del cibo, di coinvolgerli nella preparazione del tavolo, di coinvolgerli in tutto ciò che riguarda il cibo dal al comprare al supermercato, al cucinare, al tagliare la frutta, la verdura, sapere che cosa va nel cibo, sapere che cosa va nel piatto che mangiamo e preparare il tavolo, spreparare il tavolo, insomma coinvolgerli in tutti gli aspetti del pasto, non solo sederli a tavola quando è ora di mangiare e presentargli un piatto che noi abbiamo deciso, ma mentre si cucina chiedere "ok, che ne dite, mettiamo dei funghi in questo sugo della pasta o mettiamo solo il pomodoro, mettiamo anche la zucca nell'insalata o mettiamo solo il... ah già perché c'era anche la zucca nell'insalata di oggi, era buonissima e appunto dicevo mettiamo anche la zucca nell'insalata o mettiamo solo la barbabietola, insomma renderli partecipi di quello che facciamo. 

E con questo credo di aver detto veramente tutto e niente perché non ricordo assolutamente le cose di cui ho parlato e le cose di cui non ho parlato, ma se c'è una cosa sulla quale voglio insistere è che la nostra attitudine nei confronti di tutte le situazioni della genitorialità e in questo caso del cibo fa veramente la differenza. Se noi smettiamo di preoccuparci di quello che mangiano o non mangiano i nostri figli, smettiamo di preoccuparci, ci rilassiamo un pochino, affrontiamo la situazione con più calma e cerchiamo di ricordarci che anche noi a volte non abbiamo fame, anche noi passiamo dei periodi in cui magari siamo più stressati, in cui magari il lavoro ci ci preoccupa, in cui magari ci sono dei cambiamenti nella nostra vita e magari non abbiamo così tanta fame o magari passiamo dei periodi in cui mangiamo di più o vogliamo mangiare solo del cibo che ci fa sentire bene. 

I bambini sono come noi, con le loro voglie, le loro preferenze e dobbiamo rispettarli, dobbiamo rispettarli come rispettiamo nostro marito, nostra moglie, i nostri genitori. I bambini hanno meno esperienza del mondo ma non per questo ci possono insegnare meno, i bambini ci possono insegnare tantissimo, ma solo se abbiamo l'umiltà di decidere di imparare da loro. E per questo credo sia importante ricordarci che ogni bambino ha dei progressi e ha dei regressi e che la stragrande maggioranza delle cose che succedono con i bambini e delle cose che ci dicono i bambini e delle cose che fanno i bambini e delle scelte che prendono i bambini sono normali. Proprio come noi fanno dei passi avanti e fanno dei passi indietro ed è normale, è normale non evolvere sempre allo stesso ritmo e sempre allo stesso passo e sempre in avanti. È normale che i nostri bambini attraversino delle fasi in cui hanno meno voglia di mangiare o attraversino delle fasi in cui quello che mangiavano ieri non lo vogliono più mangiare oggi. 

Tutto questo è normale e se noi genitori riusciamo per un momento a mettere da parte la preoccupazione ed affrontare la situazione con calma, affrontare i nostri stessi pensieri con calma, abbiamo già vinto. Quindi ricapitoliamo perché tra le interruzioni dei bambini che sono venuti a salutarci e la mia acquolina ripensando alla zucca nell'insalata che ha fatto Alex sento assolutamente di dover fare un riassunto dei messaggi che per me sono importanti questo episodio è andato veramente alla grande ho seguito tutti i fili di ragnatelle di pensieri che potevo seguire anche se a volte i pensieri sono veramente molto chiari nella mia mente poi mi siedo davanti al microfono e va un po così quindi ricapitoliamo quello che secondo ma è veramente importante, che è il messaggio che voglio lasciarvi, ovvero, uno, direi che la cosa più importante è non preoccuparsi se i nostri figli hanno dei momenti in cui mangiano meno o in cui non vogliono mangiare cose nuove. 

Dobbiamo fidarci di loro e dobbiamo insegnare loro ad ascoltare il loro corpo, perché questa sarà una lezione molto importante nella vita, sarà una lezione che salverà la loro relazione con il cibo quando saranno grandi, perché non so tu, ma io sono sempre stata forzata a finire il cibo nel piatto e per moltissimi anni ho davvero lottato con il cibo e ancora oggi faccio fatica ad ascoltare il mio corpo e il mio senso di sazietà. 

Ecco, ai miei figli mi piacerebbe offrire un esempio diverso, una relazione con il cibo più sana. E a questo proposito vi raccontavo all'inizio che a me ha aiutato moltissimo il baby-led weaning, ovvero l'autosvezzamento, perché mi ha dato molta serenità a trovare un metodo in cui posso seguire il mio figlio nella sua esplorazione del cibo e non devo pesare il cibo, non devo monitorare istoricamente quello che mio figlio mangia. Ovviamente, e non so se l'ho detto all'inizio, ma questo è possibile perché quando si inizia il baby led weaning la base dell'alimentazione del bambino è ancora sempre il latte materno, questo è importante ed è proprio questo il motivo per cui non importa se il bambino non mangia molto cibo solido possiamo seguire il suo sviluppo naturale perché la base, i nutrienti gli arrivano dal latte materno. Anzi, se volete magari dedicarò un episodio del podcast al baby led weaning che è molto interessante. 

Poi, 2) che tuo figlio non mangi molto o non voglia mangiare piatti nuovi non significa che gli proponiamo sempre le stesse cose. Attenzione, significa che continuiamo a cucinare per tutta la famiglia lo stesso e che chiediamo ai nostri bambini di assaggiare sempre, almeno un boccone, anche solo un boccone sufficiente. Gli spieghiamo che solo assaggiando ogni volta insegniamo a noi stessi a farci piacere il cibo e magari gli raccontiamo anche un paio di anecdoti di come noi abbiamo imparato ad amare un cibo che prima non ci piaceva, ad esempio per me l'insalata, perché i gusti cambiano e quindi magari una cosa che non ci piaceva ieri ci piace oggi e questo è un messaggio importante da trasmettere ai nostri bambini e quando sono un po' più grandi celli, se iniziamo a dirglielo e se iniziamo a inculcare questa mentalità nella loro testa, piano piano la fanno propria, la fanno loro e quindi ad esempio nell'ultimo anno e mezzo che abbiamo viaggiato per il mondo Oliver ed Emily hanno assaggiato veramente di tutto e magari visto che vivevamo un mese alla volta in ogni posto all'inizio non gli piaceva un certo cibo e alla fine invece lo mangiavano e anzi mi dicevano proprio "lo assaggio così imparo a farmelo piacere". e poi per finire abbiamo parlato un po' di alcuni metodi che secondo me possono aiutare i bambini a interessarsi di più al cibo e poco a poco ad avere più rispetto verso il cibo a tavola ma sempre senza forzarli a mangiare o a finire il piatto. 

Questi trucchi, se così vogliamo definirli, questi metodi sono 1) sicuramente coinvolgerli nell'acquisto e nella preparazione del cibo e in tutto quello che riguarda il cibo anche il preparare la tavola. 2) lasciare che si servano da soli la porzione di cibo che vogliono mangiare e poi ovviamente modellare con il nostro esempio quindi se non vogliamo che si alzino da tavola non ci alziamo noi da tavola durante il pasto. Se vogliamo che abbiano un'esperienza piacevole a tavola non parliamo solo noi genitori tra di noi ma li coinvolgiamo nelle conversazioni e rendiamo il pasto piacevole per tutti. e quindi credo che questo un pochino riassuma quello che vi ho detto e vi ho raccontato in questo episodio e quelli che io credo siano i messaggi principali. Con questo veramente vi saluto e vi do appuntamento alla prossima puntata di Educare con calma. Un abbraccio, ciao. Ah no, mi sono dimenticata di dirvi che mi trovate anche su www.latela.com su Instagram e Facebook come la tela di Carlotta Blog. 

Tra l'altro se mi seguite già voglio ringraziarvi immensamente perché mi state veramente dando tantissimo su entrambe le piattaforme, mi state dando tantissimo sul blog, mi state dando tantissimo in generale. Sono, mi sento fortunata ad avere una comunità così bella e così speciale, così positiva e così piena di persone che mi mi ispirano veramente, è bellissimo. E per quanto i social a volte possano essere un po' fastidiosi e possano avere dei meccanismi un po' insani, sicuramente uno degli aspetti più belli è quello di creare comunità e quando tante persone che hanno gli stessi valori e gli stessi principi si mettono insieme non c'è sensazione più bella. Quindi vi ringrazio. Alla prossima puntata, ciao.

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«Educare con calma» è un bel principio di cui a me mancava solo un dettaglio: la calma. Questo podcast è un resoconto del mio viaggio interiore di genitore.

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