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Episodio 109 ·

Ragnatela in 5': Come ho imparato a gestire la mia rabbia

In questo episodio in 5 minuti di Educare con Calma rispondo a una domanda che mi avete fatto in tanti e tante questa settimana in seguito a un reel su IG sulla rabbia: come posso insegnare ai miei figli a gestire la loro rabbia se non so gestire io la mia?

Il reel in questione è questo.

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  • Educare a lungo termine – un corso online su un'educazione più consapevole (che educa noi prima dei nostri figli). Tanti genitori mi dicono gli ha cambiato la vita.
  • Co-schooling: educare a casa – un corso online su come giocare con i figli in maniera produttiva e affiancare il percorso scolastico per mantenere vivo il loro naturale amore per il sapere.
  • Come si fa un bebè – una guida per il genitore + libro stampabile per i bambini per avviare l'educazione sessuale in casa.
  • Storie Arcobaleno – una guida per il genitore + libro stampabile per bambini per abbattere i tabù sulla diversità sessuale e di genere.
  • È il tuo coccodrillo – una guida per il genitore + libro stampabile per bambini per capire i capricci e affrontarli con calma.
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Benvenuti e benvenute a un altro episodio di Educare con calma. Dopo il reel di questa settimana che ho ho pubblicato su Instagram parlando della rabbia in cui dicevo che non dobbiamo insegnare ai bambini a non essere arrabbiati, ma dobbiamo insegnare loro come essere arrabbiati, mi avete scritto in tanti e tante chiedendomi come si fa a insegnare a gestire la rabbia se non la sappiamo gestire noi in primis. Domanda lecita, bellissima, e che denota una cosa importantissima nella genitorialità: l’aver capito che per crescere i nostri figli e dare loro l’opportunità di diventare individui equilibrati, rispettosi, capaci di empatia, dobbiamo prima diventarlo, quegli stessi. Per quello dico spesso che dobbiamo crescere noi stessi prima dei nostri figli.  

La risposta a quella domanda sta in parte alla fine della caption del reel, in cui ho scritto: «💡Ma soprattutto bisogna fare il lavoro su noi stessi: perché se non sappiamo controllare noi la nostra rabbia, possiamo solo aspettarci che i bambini replicheranno il nostro modo di processarla».

Purtroppo non posso dirti come controllare la tua rabbia. Non credo nemmeno che la rabbia si debba controllare, ai miei figli insegno che non è sano reprimere emozioni e lo stesso vale per me, credo che la rabbia si debba accogliere, assecondare e accettare. Ma so anche per esperienza personale, esperienza di persona che con la rabbia l'ha conosciuta davvero e forte, anzi da un po' mi definisco scherzosamente nella mia testa una veterana della rabbia, espressione che mi è venuta spontanea quando una mia amica un giorno mi ha detto che per lei la rabbia era un'emozione nuova, che aveva provato per la prima volta solo dopo essere diventata mamma e io le ho risposto "be' allora io sono una veterano della rabbia!". Quindi non so se tu sei una veterana o un veterano della rabbia o se invece per te la rabbia è un'emozione nuova, quello che so di per certo è che si può imparare a gestire la rabbia in maniera più sana e costruttiva: io ero e sono una persona la cui prima reazione a un’ingiustizia o a una sensazione scomoda è la rabbia esplosiva e l’urlo — lo scrivo anche al presente anche se oggi so di aver fatto passi da gigante, perché è un processo di apprendimento che si impara ogni giorno e che non si smette di imparare (come tutta la vita, d’altronde).

Il problema vero è che non posso dirti come gestire la tua rabbia, devi trovare tu il tuo modo come ognuno deve trovare il suo, però posso dirti che cosa ha aiutato e aiuta me:

1. Non tenermela, esprimerla: se sono arrabbiata, lo dico. “In questo momento sono arrabbiata e ho bisogno di calmarmi. Poi posso parlare di nuovo con voi”. Se non lo dico, so che arriva l’effetto pentola a pressione e so che lì perdiamo tutti (esplodere e urlare non insegna nulla né a me né alle persone con cui interagisco).

2. Comunicare anche i pensieri più cattivi. Una volta ho detto a Oliver che ero così arrabbiata che avevo voglia di picchiarlo. Po gli ho detto che non lo facevo perché ho imparato a scegliere le mie azioni, la persona che sono. Invece, mi sono chiusa in camera e gli ho chiesto di rispettare il mio tempo.

3. Praticare il mommy time in momenti di calma per poi usarlo in momento in cui sorgono quei pensieri cattivi (del mommy time questo ne ho parlato in un altro reel, cercalo, perché per me è importante).

4. Visualizzare la rabbia: ti offro varie visualizzazioni nella mia guida “È il tuo coccodrillo”, perché a me visualizzare la rabbia ha aiutato e aiuta tantissimo. Ascolta anche l’episodio del podcast n.14: La rabbia, le urla dei genitori e una storia tibetana.

5. Arrabbiarmi, perdonarmi e chiedere scusa: quando esplodo, esplodo. So che non aiuta, so che in quel momento non sono la persona che so essere, ma non mi sento in colpa. Mi accolgo, mi perdono (perché qualsiasi altra pratica è poco costruttiva) e poi chiedo scusa (solo “scusa”, non “scusa, ma…”). 

E mi chiedete come ho imparato tutto questo e la cosa buffa è che la risposta è che l’ho imparato soprattutto facendo corsi di genitorialità in inglese e in spagnolo quando sono diventata mamma, corsi a cui poi mi sono ispirata per creare il mio corso Educare a Lungo Termine che chi lo ha fatto sa che è molto più di un corso di genitorialità perché, ormai lo sapete, io non credo che si possa evolvere come genitori, si evolve solo come individui ed è per questo che parlo tanto tanto tanto di evoluzione personale quando parlo di genitorialità. E perché l'ho imparato in quei corsi, non perché lo dicessero direttamente come lo dico io nel mio corso, ma perché quei corsi mi hanno aperto la mente a un tipo di educazione diversa da quella che io avevo ricevuto e per questo mi hanno fatta riflettere su quello che era mancato a me bambina e ho iniziato ad analizzarmi per capire per capire quali parti di me non mi appartenevano, ma che continuavo a nutrire perché quello era il modello dell’educazione che avevo ricevuto. Perché pensavo di essere così e basta (che non è vero, non siamo così e basta, siamo individui con un grande potenziale e una infinita possibilità di evoluzione e cambiamento). E così appena ho capito che potevo scegliere che persona essere, ho iniziato poco a poco a scegliere di cambiare quelle parti di me che mi facevano sentire scomoda per essere più in armonia con me stessa, con le persone che amo e che mi amano e anche ovviamente per offrire ai miei figli un modello di educazione che io reputo sano e costruttivo. 

E tutto questo un passo alla volta, a volte in avanti, spesso indietro: perché come dico sempre l’evoluzione è fatta di progressi e regressi.

Quindi, se ti interessa scoprire di più sulla mia evoluzione e iniziare la tua, ti consiglio di dare uno sguardo al mio corso Educare a Lungo Termine perché è davvero molto di più di un corso di genitorialità, per me è un corso su come essere umani, entrare in contatto con la nostra umanità, con la nostra empatia, con la nostra capacità di educare alla pace e al rispetto e scegliere la pace e il rispetto nelle nostre relazioni, in tutte le nostre relazioni, non solo quelle con i figli.

E con questo ti saluto e ti do appuntamento al prossimo venerdì con un altro episodio di educare con calma. Ovviamente nel frattempo mi trovi anche su instagram come la teladicarlottablog. 

Buona serata, buona giornata o buona notte a seconda di dove sei nel mondo. Ciao ciao.

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«Educare con calma» è un bel principio di cui a me mancava solo un dettaglio: la calma. Questo podcast è un resoconto del mio viaggio interiore di genitore.

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