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Allattare è una scelta (4 anni dopo)

Pensieri a ragnatela sull'allattamento di una mamma un po' meno ignorante

Carlotta Cerri
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Circa 4 anni fa scrissi un post sull'allattamento di cui, nel tempo, mi sono vergognata a lungo. Per un certo periodo l'ho perfino tolto dal blog. Ma non me ne vergogno più, perché ho imparato a offrire empatia a tutte le versione di me — anche quelle più ignoranti — e che, a volte, per arrivare a un equilibrio, bisogna passare per l'estremo.

Questi sono pensieri a ragnatela 4 anni dopo aver scritto quel post. E ti invito anche ad ascoltare il mio episodio del podcast sull'allattamento che trovi nei contenuti consigliati.

4 anni dopo…

4 anni fa scrissi che allattare è una responsabilità, non una scelta. Oggi direi che è anche una scelta.

Quando si è mamme da poco, credo si abbiano pareri molto forti, perché ci si deve difendere (e difendere le proprie opinioni) da tutti. Siamo vittime di una società che è sempre disposta a puntare il dito.

Quando si è mamma da tanto (e averne allattati e smesso di allattare due per me è tanto) si è più sicuri di sé. Io in questo tempo ho capito che — e vado in stile ragnatela di pensieri perché non saprei come dare forma logica a tutto:

  • La mia opinione rimane la stessa in generale: “Allattare è una responsabilità”, perché i figli li mettiamo al mondo noi e sta a noi dare loro il migliore inizio in questo mondo (e gli studi dimostrano che il latte materno è il miglior inizio per il loro corpo, per il loro cervello, per i loro legami).
  • MA se allattare ne va della propria serenità e salute mentale (perché non si voleva, perché ogni poppata è un incubo, perché l’idea dà ribrezzo…), allora è meglio non allattare, senza sensi di colpa né rimorsi.

La prima responsabilità di ogni madre è verso se stessa, la propria stabilità emotiva e la propria salute mentale.

Mi ci è voluto un lungo percorso dentro di me, nella giungla della maternità e un viaggio di 3 anni nel tunnel della privazione del sonno, ma oggi so che ci sono tante esperienze e bagagli emotivi diversi e spero che ogni madre che non vuole allattare abbia la forza di ammetterlo (anche con la paura di essere giudicata) e trovi sul suo cammino un’ostetrica o una doula che sappia accoglierla e indirizzarla verso la propria serenità. Senza sensi di colpa.

Perché i bimbi hanno indubbiamente tanti benefici dal latte materno, ma ne hanno ancora di più da mamme (e genitori) equilibrati.

In questi anni di maternità ho conosciuto tante esperienze diverse.

Stimo molto quelle mamme che nonostante avversità sovrumane (davvero sovrumane, che avrebbero fatto desistere me in un battibaleno) riescono ad allattare perché lo vogliono con tutte se stesse e non possono immaginare di non allattare il proprio bambino.

Stimo molto anche quelle mamme che ammettono che forse non avrebbero dovuto nemmeno provarci e che sanno già che in una seconda gravidanza non allatteranno.

L'approccio all'allattamento in Spagna

Non vivo in Italia da oltre 10 anni, ma oggi so che in Spagna le ostetriche hanno sempre più questa mentalità: informano sull’importanza del latte materno e aiutano il più possibile per favorire l’allattamento, ma lavorano sempre con la madre (e il bagaglio emotivo) che si trovano davanti.

La stessa ostetrica che al corso pre-parto della mia seconda gravidanza ci parlò dell’importanza e dei benefici del latte materno, che ci disse che ogni mamma può allattare se lo vuole e lo desidera, che ci rassicurò che anche quando sembra non funzioni, lo si può ottenere con il giusto aiuto…

… quella stessa ostetrica disse a una mamma mia amica che esternò la sua esitazione (e senso di rifiuto) verso l’allattamento: 

“Se quando avrai tuo figlio tra le braccia, appoggiato sul petto per la prima volta, proverai ancora questa sensazione, non avere timore di ammetterlo a te stessa e agli altri come hai fatto ora. Se non vuoi allattare, il tuo corpo lo sente e te lo rende intollerabile. Ascolta la tua mente e il tuo corpo. Ciò di cui tuo figlio ha bisogno più di tutto è una mamma che si ama”.

Le disse anche che non si preoccupi perché esiste il latte artificiale ed è un’opzione più valida di soffrire ad ogni poppata. Che non lasci che il pensiero dell’allattamento non le permetta di vivere con gioia la gravidanza e i primi momenti (mesi) con suo figlio.

Queste parole me le porto dietro da allora e le regalo oggi a te.

Tutto questo lo scrivo per farti capire cosa intendo quando dico che sono evoluta e oggi quell'articolo di 4 anni fa lo scriverei in maniera molto diversa. Ma non rinnego il passato e mi piace prendermi la responsabilità delle mie parole, con i miei figli come con i miei lettori: quindi quell'articolo rimane lì, sul blog. Perché questo è l’esempio che voglio essere per i miei figli.

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