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I terribili 2 anni

Dai 18 mesi ai 3 anni è un periodo di grandissima trasformazione e i bambini sono altamente incompresi.

Carlotta Cerri
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Rispondo ogni giorno a mamme che mi chiedono aiuto con i loro bimbi di 2 anni circa e nonostante ne parli molto nei miei corsi online per genitori, ho deciso di lasciare uno spunto anche qui, perché spero possa risolvere dubbi e creare più empatia e comprensione verso questi piccoli umani altamente incompresi.

I due anni sono un periodo di fortissima transizione interiore. I bambini sono nel pieno della fase dell'auto-affermazione in cui si stanno rendendo conto di essere persone a se stanti, diverse da mamma e papà e con una propria capacità decisionale: infatti, questa fase spesso inizia quando il bambino dice il primo NO e "finisce" quando si riconosce come individuo – inizia a parlare di sé come “io” o riconosce stesso allo specchio. Per avere più empatia, io spesso immagino che il livello di confusione mentale di un bambino di due anni sia "simile" a quello di un bambino che entra nella pubertà, ma con *molta* meno capacità di razionalizzare e comprendere ciò che gli sta succedendo. È un mix esplosivo.

Non a caso, in inglese li chiamano i terrible twos (terribili due anni), perché le crisi sono all'ordine del giorno e spesso imprevedibili e inconsolabili. Queste crisi le chiamiamo “capricci”, ma in realtà le grida, i pianti e le mani sono gli unici strumenti che il bambino ha per manifestare quello che prova.

Come aiutarli?

Ti lascio qualche idea:

  1. Capirli e dare empatia, ancora più di prima.
  2. Non perdere la calma, la nostra calma è la loro calma. È difficile, specialmente se come me di calma ne hai poca, ma se ci sono riuscita io, ci riesci anche tu.
  3. Mantenere ordine fisico e mentale. I bambini in questa fase hanno un senso dell’ordine fortissimo (fortissimo è riduttivo, l’ordine è la quintessenza del loro essere) ed entrano in crisi quando l’ordine viene alterato, anche solo minimamente (si aspettano pasta in bianco e arriva con il pomodoro, il papà mette loro le scarpe quando di solito lo fa la mamma, un giorno mettiamo il pigiama prima di lavare i denti). Questo non significa che ora dobbiamo mantenere una routine rigida e non cambiare mai una virgola delle nostre giornate (io sono per le routine flessibili e per l’uscire dalla zona di comfort), ma semplicemente essere più attenti a che cosa cambiamo e più comprensivi quando un cambiamento provoca una crisi: per noi è un libro sulla mensola sbagliata, per i nostri bambini è un uragano interiore.
  4. Offrire ancora più comprensione ed empatia durante i cambiamenti: l’arrivo di un fratellino/sorellina, un trasloco, l’inizio della scuola, lasciare il pannolino, cambio di stagione che ci tiene a casa invece di andare al parco, un virus che minaccia il mondo. Tutti questi sono cambiamenti importanti e a volte dolorosi e difficile da capire nella vita di un bambino piccolo: non dobbiamo togliere il loro dolore, ma dobbiamo essere più presenti e offrire più tempo di qualità.
  5. Prendiamoci cura di noi genitori: questa età è estremamente complicata ed è facile sentirsi frustrati, in colpa, arrabbiati, sopraffatti e peggiorare così la situazione. È anche normale. Dobbiamo fare tutto il possibile per di prenderci cura di noi stessi (fare esercizio, anche solo pochi minuti al giorno, aiuta sempre) e ritagliarci un momento di qualità per noi (anche solo un’ora alla settimana e 10-15 minuti al giorno)

Questa è un'età meravigliosa, per me la più bella che esista dei bambini piccoli. Se solo riuscissimo a capire i nostri figli e andare oltre le crisi (per quanto frequenti siano), potremmo viverla con molta più serenità  

Idee:

  • Applicazione "7 minutes": 7 minuti di esercizio al giorno è qualcosa che tutti, tutti, tutti, possiamo fare.
  • 1 ora alla settimana per un hobby da soli, senza se e senza ma. Un libro, una lezione di ballo, un giro in bici, palestra, ricamo, una cena con amici/amiche… non importa cosa, importa che ogni genitore trovi il modo di concedere questo tempo all’altro, senza rancore e senza sensi di colpa.
  • 15 minuti al giorno: se passi il pomeriggio a casa con i bambini, quando arriva l’altro genitore, prenditi 10-15 minuti per te, cascasse il mondo. La genitorialità è fatta di due persone e dovrebbe essere al 50-50. Solo voi genitori potete deciderlo.

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