Come ho trasformato il mio blog in un lavoro che può mantenere la mia famiglia
Warning: ci ho messo tutta l'onestà e la trasparenza di cui sono capace. Dico "warning" perché a volte esprimere di essere soddisfatti del proprio successo viene interpretato come arroganza: spero non sia così.
In questo episodio di Educare con Calma vi racconto come da neo-laureata che desiderava diventare traduttrice, sono finita a insegnare inglese per 8 anni per poi decidere di lasciare tutto e dedicarmi all'online e formarmi come assistente montessoriana. 🎢 Parlo di come l'ho fatto, gli ostacoli (anche solo mentali) che ho incontrato, perché ci sono riuscita (non da sola!) e quanto è cresciuta La Tela negli ultimi 5 anni, da quando ho deciso di puntarci TUTTO.
:: Articoli relazionati all'episodio:
Vuoi un cambiamento nella tua vita? Trova la grotta!
Un'efficace guida per trovare la tua passione per davvero (4 anni dopo)
:: Come appoggiare il podcast:
Io non faccio pubblicità e non accetto sponsor, perché le pubblicità alimentano il consumismo e in più mi danno fastidio (quindi non voglio sottoporvi a più pubblicità di quelle che già vi sommergono nella vita quotidiana. Se vi piace il mio podcast e volete aiutarmi a mantenerlo vivo, potete acquistare uno dei miei corsi o prodotti:
- Educare a lungo termine: un corso online su come educare i nostri figli (e prima noi stessi) in maniera più consapevole. Tanti genitori mi dicono che gli ha cambiato la vita.
- Co-schooling – educare a casa: un corso online su come giocare con i figli in maniera produttiva e affiancare il percorso scolastico per mantenere vivo il loro naturale amore per il sapere.
- Come si fa un bebè – una guida per il genitore + libro stampabile per i bambini per avviare l'educazione sessuale in casa.
Presto ogni mio post aveva centinaia di commenti e oserei dire tanto seguito perché oggi so la fatica che si fa ad avere molti commenti su un blog, anche perché le cose sono cambiate e oggi si tende a commentare più sui social che sui blog, cosa che a me dispiace molto perché io trovo il blog un’esperienza molto più personale. Ma nonostante il successo del blog, che io avevo completamente sottovalutato, forse allora essere una delle pioniere e andare controcorrente mi faceva paura (oggi non più, tutta la mia vita è controcorrente, senza volerlo ma lo è) e mi faceva paura forse soprattutto perché arrivavo da un Paese, l’Italia, dalla mentalità molto accademica — ovvero se non hai un titolo non sei nessuno e quando hai il titolo non lavori nel tuo campo perché solo in quello sei un professionista (che è una grande grossa grassa bugia, ma magari ci arrivo dopo, o forse no, non lo so).
Quindi cosa faccio? Decido di trovare un “lavoro vero”. Lavoro per un paio di agenzie di traduzione, traduco perfino un libro (Passport To Enclavia di Vitali Vitaliev, bellissimo resoconto sulle enclavi europee che se trovate ancora in libreria o biblioteca vi consiglio), ma ben presto scopro che la traduzione letteraria che allora era il mio sogno nel cassetto è un nicchia quasi impenetrabile e tradurre manuali non mi ispira affatto, non mi interessa. E allora decido che preferisco lavorare per me stessa e creo un’accademia di lingue che chiamo proprio… Enclavia, dal titolo del libro, perché mi sentivo un po’ come un’enclave italiana in Spagna, una dualità quasi, desiderosa di allontanarmi dalle mie radici per accogliere la terra che mi stava ospitano, ma ancora molto mentalmente legata all’italianità che mi caratterizza.
Quindi, con l’aiuto di Alex che ha un buon lavoro e che mi appoggia, lascio la traduzione e penso a quali siano le mie forze e le mie abilità e inizio così, quasi per caso, con un amico, a insegnare inglese. Da lì creo un vero e proprio “impero” per 8 anni insegnando inglese a grandi e piccini a Marbella, perché il mio business cresce a dismisura, spesso lavoro 10 ore al giorno, prendo altre insegnanti che lavorano per me, le formo, insegno loro i miei metodi e cresco cresco cresco e mi sento molto felice dei miei risultati, spesso arrivavo a guadagnare 2500-3000 euro al mese. Il blog non l’ho mai abbandonato, ma è rimasto un passatempo, insomma scrivevo perché la scrittura e il ballo sono le mie terapie, ma non avevo alcuno progetto serio o a lungo termine per il blog.
Lo faccio sempre con tre pensieri ben chiari in mente: 1. la passione ce la si crea, non si trova (sapete la frase “trovare la propria passione”, ecco io non ci credevo già da molti anni e avevo perfino scritto alcuni articoli al riguardo sul blog (ve li lascio nelle note); 2. non si fa ciò che si ama, ma si impara ad amare ciò che si fa (e questo per me era stato verissimo nel mio lavoro di insegnante – io non volevo nemmeno fare l’insegnante all’inizio ma poi è diventata una vera e propria passione che mi ha dato tantissimi) e 3. la costanza prima o poi dà frutti (anche questo era qualcosa che mi aveva insegnato il fatto di aver creato dal nulla un business di successo come quello dell’accademia di lingue). Ecco, questa era un’altra componente: non avevo paura di lanciarmi in un nuovo progetto perché pensavo “l’ho fatto una volta, posso farlo di nuovo, posso creare di nuovo qualcosa da zero! Questi tre pensieri sono stati chiave nel mio processo di reinventarmi un lavoro, che andava anche un po’ di parti passo con il reinventare me stessa.
Sempre del 2016 pubblico anche il mio primo corso online, “Come montessorizzare la tua casa”, che miracolosamente vende un pochino perché negli anni passati come vi ho raccontato non avevo mai abbandonato il blog e avevo una newsletter di poche centinaia di persone che però mi seguivano attivamente.
Credo che il 2017 è quando ho pensato di poterlo fare davvero, ma ovviamente la parte più difficile del cambiamento è… cambiare! È fare quel passo fuori dal cerchio della tua zona di comfort e dire, ora prendo questa strada, questa è la mia nuova strada. Se non l’avete mai fatto… fa paura! Terrorizza! Anche per chi come me in un certo senso non doveva buttarsi in mare aperto ma aveva una zattera di salvataggio che era Alex.
- Frank mi ha chiesto: Ma allora è tuo marito che guadagna in casa vostra.
- E io gli ho risposto onestamente: Non solo, lui guadagna bene, ma lavoriamo entrambi, io scrivo un blog e vendo corsi online per genitori. (Io da ingenua pensavo che volesse così darmi la possibilità di parlare del mio lavoro e invece continua e mi chiede)
- Lui invece risponde: Sì, certo, il blog va bene, ma immagino che tu starai più a casa con i bambini, perché tuo marito guadagna di più di quanto guadagni con il blog.
- Mi ha colta completamente alla sprovvista e ho fatto una pausa e poi ho detto: Be’, sì, certo, è ovvio che chi guadagna di più ha la priorità, e quindi io dovrò stare di più con i bambini.
E tutto questo anche perché per me la trasparenza è importante e voglio essere la persona e la realtà che vedete, senza segreti e senza “scheletri nell’armadio”. E tra l’altro io apprezzo tantissimo la trasparenza anche di entrate, ci sono moltissime aziende che io stimo che pubblicano le loro entrate e le loro spese nei dettagli: non l’ho mai visto fare in Italia, ma è abbastanza comune soprattutto per aziende americane, ma se vi interessa e vi incuriosisce potrei anche pensare di farlo, perché credo che anche questo tipo di trasparenza sia importante e credo che sia un bellissimo modo per mostrare ciò che è possibile. A me sembra che queste cose non si condividano, che un po’ tabù. Ma io sono sicura che in tanti ci siamo chiesti almeno una volta nella vita “ma quanto guadagnerà questa persona?”, per esempio. E quindi perché no? Cioè, non che i miei numeri siano spettacolari, ma mi chiedo perché non essere trasparenti anche in questo? Perché non condividere anche questo aspetto del lavoro?
Dimmi che cosa ne pensi
Ti è piaciuto? Sei d’accordo? Mi piacerebbe sapere che cosa ne pensi.
Complimenti Carlotta,
Ti stimo molto. Io sono tra coloro che hanno acquistato anni fa il tuo primo corso... sei fonte di ispirazione, chiara e onesta.
Continua così, sei l'esempio di come con volontà e impegno si possano realizzare i propri obiettivi.
Grazie mille!
Ps. Arrivo un po' a passo di bradipo, ma arrivo 🦥
Complimenti Carlotta per la tua trasparenza e per condividere i passaggi e le decisioni che hai dovuto prendere per arrivare a dove sei ora!! È molto più utile un racconto come il tuo dove non nascondi difficoltà e gli aiuti di chi hai vicino, invece di chi fa sembrare tutto bello con una facilità incredibile! Grazie, penso che sia di aiuto a molti, soprattutto magari a chi si scoraggia se i risultati non arrivano subito!
Se tu e Alex vi siete incontrati probabilmente dovevi incontrare chi ti avrebbe aiutata tecnologicamente a divulgare le tue conoscenze al mondo
Apprezzo moltissimo il tuo impegno per un mondo migliore, i tuoi semini sono arrivati anche a casa nostra
Un abbraccio!
Esatto! Credo che troppi si scoraggino troppo in fretta, mentre invece è la costanza che ripaga in qualsiasi ambito!
Ps. Arrivo un po' a passo di bradipo, ma arrivo 🦥
Grazie Carlotta per questo episodio! Il titolo mi aveva lasciato un po' titubante, poco allineato al podcast dedicato ad ducare con calma. In realtà a volte sono io che dimentico che educare è rivolto prima di tutto a noi stessi. E il tuo podcast di oggi è statto molto educativo per me. Condivido quello che hai detto. Ho ascoltato con piacere la tua storia, senza filtri, intrisa di umiltà e di grande coraggio. Anche io da quando è iniziata la gravidanza della mia seconda figlia ho coraggiosamente cambiato rotta. Mi sono licenziata dalla clinica dove guadagnavo molto bene e dove avrei potuto incrementate le mie entrate in futuro ma di cui non condividevo i valori. Era un lavoro estenuante e la sera non andavo a dormire serena con la coscienza a posto. Dopo il licenziamento a poco a poco si sono aperte le strade che speravo. Ho investito su me stessa. Mi sono dedicata a lavorare sodo. Ho ascoltato i miei bisogni e quello della mia famiglia. Ho lasciato la coscienza per occuparmi della consapevolezza. Giorni dopo giorni si aprono sempre nuove strade e opportunità. Ogni tanto la sindrome Dell impostore si presenta. E tento di metterla a tacere. Sto investendo su me stessa e in pochi mesi ho quasi raggiunto le entrate di prima. Ma con una quarto delle ore di lavoro fuori casa, una dedizione totale al lavoro, una infinita voglia di crescere, mille idee e progetto nella testa e come te sentendomi una mamma a tempo pieno. Interessante l idea che latua azienda di trasformi in una rete di persone che immagino speciali come te.
Per quanto riguarda la nostra attitudine ad empatizzare più con chi sta male la risposta io l ho trovata in una frase di Osho (possiamo davvero imparare da tutti!) che dice che sono i genitori a premiare il bambino quando si dimostra triste e sofferente e ad ascoltarlo di più. Mentre mettono a freno il bimbo quando è super eccitato e felice, e con lo sguardo lo rimproverano per il suo comportamento. Pensando al passato, al modo come sono cresciuta mi rivedo. La mia seconda sorella era un turbine di felicità e spensieratezza e veniva sempre criticata piu o meno apertamente da genitori e parenti. A me che sono la terza non restava che fare la parte della piagnucolona ed ero la cocca della famiglia, la bimba sensibile e brava, di cui potersi fidare. Con la consapevolezza di oggi so che questa è la zavorra più grande che ancora mi porto dietro, quando mi scopro incapace di divertirmi. Pensieri a ragnatela anche i miei.
Un abbraccio
Vero, concordo con Osho. Quante volte ci chiedono attenzione gentilmente, ma perché siamo impegnati (al telefono, sul lavoro) chiediamo ancora due minuti, ma poi appena si fanno male corriamo da loro. Grazie per i tuoi pensieri a ragnatela!
PS. Arrivo a passo di bradipo, ma arrivo! 🦥
A me è piaciuto tanto questo episodio, interessante conoscere la storia che sta dietro a un successo e per me è contagioso in modo positivo, perchè mi fa credere che davvero volere è potere e il lavoro prima o poi ripaga.
Sarei molto curiosa anche di vedere in termini economici i risultati che si possono ottenere.
La costanza secondo me ripaga! Per i risultati economici credo proprio che decideremo di essere trasparenti.
Io esprimo la mia opinione sulla base di quello che capita a me quando sento una persona di successo raccontare ‘come ha fatto’.
Non ho sempre la stessa reazione: in alcuni casi penso ‘wow, davvero in gamba quest* tizi*’; in altri, come affermavi tu all’inizio, percepisco invece arroganza e voglia di ostentare. Dopo averci riflettuto ho capito che le situazioni in cui ho la seconda reazione sono quelle in cui per qualche motivo mi sento in difetto. Quando per qualche motivo la mia insicurezza viene stimolata, ho una reazione negativa, che attenzione, non è una reazione del tipo ‘eh grazie, facile per lui/lei perché (è gnocca, è ricco di famiglia, non ha figli..aggiungeteci qualunque facilitation vi venga in mente), ma più ‘al confronto io non valgo proprio niente, non sarei nemmeno in grado di provarci’. Altra cosa curiosa, la reazione negativa ce l’ho quasi sempre quando è una donna a parlare dei propri successi, con gli uomini non capita quasi mai: non so se sia per una forma di competizione con le altre donne o per un retaggio culturale per cui non sta bene che una donna si metta in mostra, ma tant’è.
Detto questo, più ti seguo e più mi piace quello che scrivi
Questo commento lo incornicio: amo la bellezza di chi si analizza e dice le cose come le sente, con trasparenza. Sono d'accordo su TUTTO quello che hai scritto, eccetto che in qualche modo io sento di essere uscita dalle due mentalità di cui parli (non so esattamente come, ma non sento più né "l'inferiorità" verso i successi degli altri, né "l'invidia" verso altre donne – di cui "soffrivo" anche io). Su queste tue righe potrei farci un intero episodio del podcast (non è detto che non lo farò e sappi che ti citerò ). Grazie di cuore per aver dedicato un pezzettino della tua giornata a scrivere questo commento
Sarei onorata di essere l’ispiratrice di un podcast grazie a te.
Grazie Carlotta per la tua trasparenza e la tua visione! Sei d'ispirazione e le tue parole incarnano "il mondo che vorrei"! Essere empatici con le disgrazie e non con i successi degli altri forse fa parte della cultura nella quale si è cresciuti! Io personalmente riesco ad empatizzare forse di più con i successi e con le storie di vittoria degli altri, mi danno tantissima energia positiva! Grazie ancora per tutto quello che condividi e trasmetti con onestà!
Anche a me danno tantissima energia positiva i successi altrui!!!
Sara' una coincidenza, ma i tuoi podcast arrivano sempre al momento giusto per me! La mia paura piu' grande e' il futuro, non il presente. Mi spiego meglio: come affrontero' la vecchiaia? Quando non potro' piu' lavorare, come faro' se non avro' abbastanza contributi per ottenere una pensione? So che puo' sembrare irrazionale, ma questo credo che freni molti a lasciare il lavoro di ufficio. Tu hai mai fatto i conti con questa paura?
Guarda, onestamente io non lo so proprio se la nostra generazione vedrà la pensione. Noi contiamo sui nostri risparmi e investimenti molto di più di quanto contiamo su una promesso del governo. La pensione ce la stiamo mettendo da parte noi :-)
Anche questo tuo podcast mi ha lasciata senza parole! Sei senza alcun dubbio la persona più interessante e ispirante che seguo nel web! A breve vorrei comprare un tuo corso ma sono indecisa quale tra i due (i miei bambini hanno 2 e 5 anni).Un abbraccio
Mi permetto di rispondere al tuo commento Claudia, associandomi assolutamente ai ringraziamenti per Carlotta per questo podcast meraviglioso. Ho una bimba di 5 anni e mezzo e un bimbo di 1. Ho comprato per primo il corso co-schooling che ho trovato bellissimo e utile, ascoltato d’un fiato e poi ci torno e ritorno a secondo degli interessi di mia figlia. Solo dopo, e dopo un po’, ho comprato anche educare con calma e questo lo sto centellinando da quanto è denso di messaggi, significato e bellezza. Aiuta me ad educare me stessa (e mio marito coinvolto!) ad evolvere proprio come dice Carlotta. Con rispetto, ti suggerisco di comprare prima il corso per il quale pensi di essere pronta al momento. Sono entrambi due viaggi bellissimi e intensi! Grazie di cuore Carlotta
Antonia, questo commento lo leggo solo ora (vado a passo di bradipo). Posso assumerti? Avrei risposto la stessa cosa! Grazie!
Grazie Antonia! Mi confermi che i corsi sono di gran valore...già lo immaginavo! Peccato che mio marito non credo sia disponibile a farli con me :(
Ciao Claudia, anche io avevo questo pensiero all'inizio. Avrei avuto il piacere di condividere i corsi con il mio compagno, ma (come temevo) sono riuscita a fargli ascoltare qualche video solo poche volte. Ciononostante, lui è diventato un totale alleato nella trasformazione personale che il corso (educare a lungo termine) ha innescato in me e ora lo sorprendo a spiegare a parenti e amici i concetti che io gli ho riportato, di cui abbiamo discusso a lungo e che sono entrati a far parte della nostra quotidianità. Perciò non disperare e vedrai che le idee che Carlotta veicola con grande passione e competenza sono contagiosissime
Alessandra, questa tua risposta mi era sfuggita e mi ha emozionata. Grazie infinite!
Grazie Alessandra! Anche io da alcuni anni riesco a fargli vedere qualche video o podcast di professioniste che diffondono la disciplina dolce/responsabile. Almeno alcuni semini sono stati di certo seminati. Per un corso completo so che mi direbbe : "fallo tu poi spiegami i punti chiave";)
Claudia, arrivo solo ora ma vedo che sei stata in buone mani! Grazie infinite per le tue parole!