Stiamo percorrendo l’Italia: guarda tutte le date! →
Episodio 144 ·

Rientro a scuola

In questo episodio di Edcuare con calma parliamo di rientro a scuola: che cosa aspettarci, come prepararci e che strumenti utilizzare per renderlo (si spera) più piacevole e meno traumatico per adulti e bambini.

Questa è una trascrizione automatica: 

Benvenute e benvenuti ad un nuovo episodio di educare con calma. Oggi parliamo di scuola, lo so è ancora piena estate, forse in questo momento la scuola non è proprio in cima ai vostri pensieri, ma so che per tanti genitori questo può essere un momento davvero davvero sfidante perché magari questo è il primo anno di scuola o perché i bambini non vivono serenamente il momento del distacco e l'avete già sperimentato l'anno scorso e non parlo solo dei più piccini, spesso dimentichiamo che anche i più grandi fanno fatica in modi diversi. Quindi credo che possa essere davvero molto utile parlare di scuola adesso, che siete tutti rilassati e che avete tempo di mentalizzare. 

E quindi con questo episodio vorrei stimolare alcune riflessioni, ma soprattutto offrire un po' consigli pratici e dare il tempo necessario per assimilare e praticare tutto questo. Questo tra l'altro è un contenuto tratto da una newsletter che ho inviato l'estate scorso, ma sapete che ogni tanto vi ripropongo la newsletter in versione podcast perché poi da un anno all'altro, da un mese all'altro addirittura aggiungo cose, riflessioni, emozioni, sensazioni, etc etc quindi partiamo dunque partiamo proprio dagli antipodi tanti di voi lo sanno già i miei figli non vanno a scuola come famiglia noi quasi cinque anni fa nel 2019 abbiamo scelto di viaggiare a tempo pieno e questo è stato possibile anche grazie al homeschooling che lo sentite anche voi lucellino Sono in una cabina di registrazione, come può esserci un uccellino? Si sarà infilato nella ricondizionata che tra l'altro è spenta. Niente, faremo l'episodio con l'uccellino se non smette perché ho prenotato la cabina di registrazione e se non registro adesso mi sa che chissà quando torno a registrare, quindi ci riprovo! Anzi, sembra che sia sparita adesso, ok, va be', ok, stranissimo. 

Va bene, quindi vi stavo raccontando appunto che proprio il fatto che noi abbiamo la possibilità di viaggiare a tempo pieno è sia per il nostro lavoro, perché io e Alex lavoriamo online, ma anche perché abbiamo scelto di fare scuola a casa. Tra l'altro del nostro homeschooling ho già parlato in un altro episodio del podcast che troverai negli episodi relazionati a questo sul sito. Dicevo, "Oliver e Demily oggi non vanno a scuola, ma ci sono andati per due anni e ricordo benissimo la fatica all'inizio. Oggi ovviamente ogni volta che facciamo un'esperienza nuova in scuola in giro per il mondo e magari li lasciamo da un giorno all'altro in un nuovo ambiente, non ci sono più problemi, ma non è sempre stato così. All'inizio fu davvero difficile decidere prima di tutto se mandarli a scuola prima o dopo una certa età, anche perché c'è una sovrabbondanza di teorie e pareri su questo argomento, alcuni dicono che dovresti mandare tuo figlio all'asilo il prima possibile, se non vuoi che faccia fatica, altri dicono "no assolutamente bisogna mandarlo dopo l'anno", c'è invece chi sostiene di non iniziare tra i 12 e i 18 mesi perché in quel periodo la separazione è più difficile, altri invece che dicono "se non l'hai mandato prima dei 18 mesi allora aspetta fino a che non abbia tre anni, così passa tra virgolette la fase dell'autofermazione. Che fatica! 

Se vi state chiedendo dove sta la verità, la mia risposta, onestamente, è che è vero tutto e il contrario di tutto. Al di là della teoria questo è forse l'unica cosa che posso dirvi con onestà intellettuale. Alcuni bambini fanno fatica a separarsi dai genitori per iniziare l'asilo o la scuola, altri no. Per alcuni bambini ogni anno è un nuovo anno e porta con sé la stessa difficoltà di separazione, per altri? No. Non c'è trucco o consiglio per renderlo più facile, non c'è un'età ideale e soprattutto quando si tratta di separazione, non ci sono regole. Ci siete solo voi e le vostre emozioni che dovete accompagnare e non risolvere. Nessuno è preparato, nessuno sa che cosa aspettarsi finché non lo vive. E su questo argomento però non mi dilungero troppo perché in realtà ho tanto tanto tanto tanto da dire ma ne parlerò in maniera più estesa nella newsletter che arriva a fine mese che sarà proprio sull'ansia da separazione. L'ho già scritta e bellissima me lo dico da sola. Se non ricevete ancora le mie newsletter e volete riceverli vi invito ad andare su www.latela.com/newsletter e potete iscrivervi. 

Quindi, oggi non parliamo di ansiede separazione, ma quello che invece voglio fare oggi è darvi alcuni consigli per accogliere le emozioni per l'inizio o il ritorno a scuola e alcuni strumenti che secondo me potete utilizzare per preparare i bambini, perché la prima cosa in assoluto da fare è preparare i bambini, la preparazione è un super potere. Chiudete un attimo gli occhi e immaginatevi in spiaggia o in montagna, in un ambiente che vi piace. E immaginate che siete lì, che respirate l'aria fresca, o bagnate i piedi nell'acqua, e state in questa sensazione di benessere, calma, relax. Immaginate che state passando delle belle giornate di armonia con i vostri figli, che state giocando a palla in un campo. E poi, una mattina, dal nulla, qualcuno arriva e vi dice "ora di tornare in ufficio". Io non so voi. Io personalmente non reagirei molto bene. Per i nostri figli è la stessa cosa. Deve esserci una fase di transizione. È importante prepararli. Lo so che magari pensate "eh, ma se inizio a prepararli adesso inizia l'ansia, iniziano le preoccupazioni e cominciamo a metterci in quello stato di, come dire, di pensare a un qualcosa che non ci piace, mentre invece adesso ci stiamo davvero concentrando su quello che ci piace. In realtà o passiamo del tempo a prepararci con i nostri figli alle emozioni che verranno e magari a farli sentire sicuri di sé o più sicuri di sé quando queste emozioni arriveranno e queste situazioni arriveranno, oppure passiamo del tempo a gestire la loro resistenza, il loro rifiuto le loro crisi? Io personalmente preferisco la preparazione. 

Questo non significa che non ci sarà nessuna crisi, ovviamente, ma significa che un bambino che arriva preparato ad una situazione che teme o una situazione che l'anno prima o la volta prima lo ha reso, scomodo, lo ha fatto sentire a disagio, è un bambino che si sente più sicuro di sé perché sente di avere gli strumenti. Quindi io comincerei a parlarne con molto anticipo con molta tranquillità. Per esempio possiamo iniziare a preparare insieme il materiale, quando arriviamo più vicini alla data possiamo chiedere "ti ricordi che cosa succedere un E.D.? Potete parlare di compagni e compagnie, se li conoscete, di insegnanti, se avete una loro foto potete mostrarla, potete provare a ricordare i nomi insieme, se avete la foto potete provare a fare un gioco, indovinare come si vestiranno, come saranno vestiti, che colore sarà la maglietta dell'insegnante, ecco provare davvero a usare l'immaginazione, la creatività per preparare i nostri bambini in modo che sentano di avere più strumenti. 

E poi potete parlare con sincerità, raccontare i dettagli di come succederà tutto quello, per esempio andremo in macchina, alla porta ci salutiamo e tu entri dentro con l'insegnante, Oppure andiamo in macchina, parcheggiamo un po' più lontano e facciamo una piccola passeggiata verso la scuola. Quanto vuoi parcheggiare lontano? Vuoi parcheggiare 10 metri? Vuoi parcheggiare 20 metri? Pensare un po' a quello che saranno i dettagli. E soprattutto credo che sia importante dare sempre dei riferimenti temporali concreti e quindi dire sempre ricordati che io andrò a lavorare e poi torneremo a prenderti dopo il pranzo. E poi magari queste frasi susciteranno delle domande e rispondiamo alle loro domande. più ne parliamo, più ci prepariamo e più riusciamo a gestire la situazione. Un po' come quando abbiamo paura di qualcosa, più lo conosciamo meno abbiamo paura. E questa è una cosa di cui parliamo anche nella nostra guida sulla paura, esplorare la paura che trovate sullo shop. 

Poi una cosa veramente molto importante è accogliere il pianto. Dobbiamo tenere le aspettative bassissime e provare a scacciare la preoccupazione. Alex mi dice sempre che non ha senso preoccuparmi di ciò che non posso controllare e sicuramente quella è una situazione che non posso controllare perché ci sono talmente tanti fattori in gioco, talmente tante emozioni, talmente tante persone in ballo che sicuramente non sono io a poterlo controllare. L'unica cosa che posso decidere è come mi sento io e io cerco di sentirmi il meno preoccupata possibile perché più mi sento preoccupata più i miei figli sentono e riflettono la mia preoccupazione. Di questo parleremo anche nella newsletter. Ricordatevi che nessun bambino è uguale all'altro. Alcuni bambini non piangono, altri bambini piangono perché fanno fatica staccarsi da voi, altri piangono perché non sono ancora pronti. Insomma, davvero è impossibile capire che cosa potremmo aspettarci. L'unica cosa che possiamo aspettarci è che capiremo quel giorno come va. 

Una cosa che però mi sento di consigliare a tutti i genitori è una aspettativa precisa. Aspettatevi da voi stessi che quel giorno qualunque cosa accada voi non sgattaiolerete via. Non importa se l'insegnante vi dice "andate via adesso che non vi guarda", non importa se pensate che in quel momento sia meglio fare così, non importa se l'altro genitore fa cosi e su figlio non piange, salutare è un segnale d'amore, di rispetto, di fiducia e crea fiducia. Quindi respirate, usate un tono calmo e qualsiasi cosa succeda, salutate i bambini. Anche se significa che dovrete andare via con l'immagine del loro viso in lacrime, non saltate questa parte, ricordate loro che tornerete, sorridete, giratevi e andate, non saltate i saluti. 

Poi un'altra cosa che mi sento di suggerire ai genitori di bambini un po' più grandi e di non deriderli. Magari pensate che siano già grandi e che non dovrebbero più piangere e che magari sono già abituati a separarvi da voi in tanti altri contesti perché proprio adesso devi fare queste scenate. La separazione può essere davvero difficile. Sia per bambini piccoli che per bambini più grandi. Non derideteli, non fateli sentire sbagliati. Evitate frasi del tipo "ma dai ormai sei grande" oppure "ma smettira l'anno scorso sei andato a scuola tutto l'anno felice" oppure "ma dai non fare così che tanto lo sai benissimo" che poi entri e in due minuti smetti di piangere ti diverti tutto il giorno. Quando proviamo in sicurezza e parlo sia per adulti che per bambini, abbiamo bisogno di qualcuno che ci accompagni, non di qualcuno che ci derida. Abbiamo bisogno di qualcuno che valide le nostre emozioni, validare le emozioni significa accoglierle e considerarle vere e importanti, credete ai vostri figli. 

E soprattutto una cosa che vi invito a non fare, evitate paragoni con altri fratelli o sorelle. Eh, vabbè, ma guarda tua sorella come entra tranquilla, perché non puoi entrare tranquillo anche tu, oppure tuo fratello è più piccolo di te e non piange nemmeno. L'emozioni non sono una competizione e nessun bambino o bambina vale meno di un altro, anche se fa più fatica. Deriderli per le emozioni che sentono perpetua semplicemente la narrativa sul fatto che esistono emozioni positive ed emozioni negative e noi genitori dobbiamo allontanarci da questa narrativa, dobbiamo scendere da questa ruota del criceto, dobbiamo assolutamente educare alle emozioni. Stavo dicendo in maniera diversa, ma probabilmente educare alle emozioni. Punto! Mostrate empatia e se non riuscite ad attivare quell'empatia per vostro figlio o per vostra figlia, provate a pensare a un amica o un amico che viene da voi e vi confida di essere nervoso per il primo giorno di lavoro? Gli diresti in faccia? Gli diresti ma dai ma smettila che non hai nulla di cui preoccuparti? Non credo. 

Smettiamo di avere due pesi e due misure con adulti e bambini e inoltre i bambini sono esseri umani incompresi, dobbiamo fare uno sforzo extra per metterci nelle loro emozioni, dentro le loro emozioni. Provate a dire "ti capisco, è strano tornare alla routine scolastica, anche a me ci vorranno giorni per abituarmi, sia il fatto che devo lasciarti a scuola, sia il mio lavoro". Validate i loro sentimenti, coinvolgeteli nelle decisioni. Per esempio potrebbe essere utile dire qualcosa come "anche io mi ero abituata a stare di più con te, mi piace tanto, però per noi avremo i pomeriggi, che cosa vorresti fare con me dopo scuola. Questa per me è la base da cui partire per affrontare il rientro a scuola, o l'inizio della scuola. Quindi sono proprio quelle cose necessarie per favorire un'esperienza il più possibile serena. 

E poi certo ci sono anche azioni più concrete che potete fare. In particolare vi lascio tre consigli pratici. Uno, fate un giro di prova. Un giorno, durante le vacanze e magari poco prima dell'inizio della scuola, o molto prima e poi lo ripetete, alzatevi allora giusta, preparatevi, salite in macchina, andate a scuola, parcheggiate e fate una passeggiata fino di fronte al cancello. Poi magari potete andare fare colazione insieme e presentarla e viverla un po' come un'avventura. Quando arriva il giorno giusto, ovvero proprio non quello di prova, parcheggiate un pochino più lontano e provate a camminare due o tre minuti per arrivare a scuola. Magari durante la passeggiata si può osservare quello che abbiamo intorno, si possono fare dei giochi che magari tolgano un po' il focus da quello che è effettivamente l'arrivare a scuola e magari rilassino anche voi, per esempio, vedete una fila di formichine, fermatevi a contare le formichine, contate quante macchine già le passano, contate quanti passi fate dalla macchina al cancello. Ovviamente non deve essere una passeggiata lunghissima perché poi abbiamo il problema opposto, non voglio camminare, è troppo lungo, mi fanno belle gambe quindi passiamo insomma da una crisi all'altra, ma semplicemente un qualche metro potrebbe essere una buona abitudine da mantenere e onestamente noi facevamo così e per noi faceva tutta la differenza, anzi a volte magari uscivamo di casa che eravamo un po' più tesi e arrivavamo a scuola dopo la passeggiata che stavamo tutti meglio. Sapete che il movimento stimola la produzione di Endorfine e Serotonina che sono ormoni neurotrasmetitori che migliorano lo stato di serenità. Vabbè, non vi faccio lo spiegone però, insomma, muoverci ci fa sentire meglio e io tra l'altro questa è una tecnica che uso anche quando vedo che noi siamo disregolati nella nostra famiglia, la nostra tecnica è andare a fare una passeggiata. Ovviamente non nel momento di crisi, ma facciamo prima passare la crisi e poi andiamo tutti insieme a fare una passeggiata e questo generalmente migliora tantissimo la situazione. 

E poi altre tecniche, tra virgolette, altre piccoli strumenti che possono funzionare e che funzionavano per noi, erano dei piccoli rituali di saluto. Ad esempio, datevi il 5 in modo speciale. Potete impararlo a casa e ripeterlo quando è il momento di salutarvi. Questo crea anche un qualcosa di familiare in una situazione che è estremamente estranea. Oppure lasciate ai bambini una moneta, una pietra in tasca che possano ridarvi appena tornate a prenderli. Se la perdono è uguale per fargli sapere che tornate e magari per ovviare al problema che magari possono perderla, tornate voi con una e quindi se loro l'hanno persa dite "ma non c'è per nessun problema, ce n'è un'altra qua". 

Ricordatevi prepararsi, prepararsi, prepararsi. Oppure cantate la stessa canzone mentre siete in macchina o mentre camminate, scambiatevi un braccialetto fatto da voi, offrite un bigliettino con un disegno o con una scritta se leggono, da tenere in tasca e magari guardare quando sentono la vostra mancanza. O dategli una vostra foto che possono guardare quando gli mancate e dite anche a loro che anche loro vi mancheranno e farete lo stesso guardarete una loro foto. o magari, prima di salutarvi, disegnatevi la stessa immagine sul braccio, sul ginocchio, sulla mano, può essere un cuore, una stella, un fiore, qualcosa di vostro insomma. Oppure preparate una cosa da regalare all'insegnante o a un amico, una amica. Spesso l'emozione di volerlo dare riduce un pochino la preoccupazione di salutarci. 

E poi, sempre, osservate la vostra famiglia, perché ovviamente nel momento in cui osservate i vostri bambini sapete di che cosa hanno bisogno in quel momento e potete allenare tutti insieme la creatività. Però in ogni caso qualsiasi cosa scegliete di fare come questo per questo piccolo rituale, ricordate che questi rituali sono un supporto, non una soluzione. A volte funzionano, a volte no, ma quando funzionano possono fare davvero la differenza. Soprattutto ricordo quando dovevo lasciare Emily, una cosa che faceva assolutamente la differenza era trovare qualcosa che la tirasse dentro. A volte era una frase che diceva l'insegnante del tipo "oh ho preparato un bellissimo materiale per te", altre volte era quel disegno che voleva portare in classe all'amico, altre volte una volta è successo che abbiamo comprato le ciabattine nuove e quindi era emozionata ed è entrata con le ciabattine nuove, altre volte era che le lasciavo il cambio in mano perché quando lei entrata doveva comunque avere del cambio dei vestiti di cambio, era piccolina e quindi quindi le lasciavo investiti in mano e le dicevo "Valli a mettere sulla tua mensola". 

Ecco, questi piccoli gesti a volte possono fare la differenza, altre volte no. Ah, e a proposito di strumenti che possono supportarvi, io vi consiglio di usarne alcuni che possono aiutare i bambini a comprendere il tempo che passa. Ad esempio, nei 15 giorni prima dell'inizio della scuola, io vi proporrei di usare alcuni strumenti. uno, il calendario ha pallini, lo potete realizzare disegnando su un foglio 15 pallini che rappresentano i 15 giorni che mancano all'inizio della scuola e ogni mattina appena svegli i piccoli possono andare a colorare un pallino con un colore a scelta per aggiornare il countdown. Questo potete farlo anche con un calendario normale per i bnv più piccoli o noto che è più semplice disegnare dei pallini a random proprio sul foglio di carta e potrebbe anche essere molto utile il poster della routine che potete creare con le foto dei vostri bambini mentre fanno le attività della routine mattutina. 

Per esempio io avevo fatto delle foto di Oliver che si lavava identiche, si vestiva, che faceva colazione e poi le avevamo attaccati in ordine su un poster, su un grande cartellone e questo cartellone d'ettava in un certo senso quello che Oliver doveva fare in che sequenza doveva farlo questo tra l'altro è anche un bellissimo modo semplice pratico per coltivare l'autonomia dei bambini ed evitare quei momenti in cui dovete seguirli per tutta la casa e ricordare loro che cosa fare che può essere molto frustrante per tutti ma se invece c'è un poster che lo dice possiamo semplicemente dire "oh andiamo a vedere che cosa dice il poster della routine qual è la prossima cosa che dobbiamo fare?" io mi ricordo Oliver che correva e andava in camera, no scusate mi andava sulla porta di casa di ingresso dove c'era il poster della routine a vedere che cos'era la prossima cosa anche se lo sapeva benissimo però lui correva e andava e mi diceva i denti e andava a lavarsi i denti e ecco quindi questo veramente era questi due strumenti per noi sono stati molto importanti e io tra l'altro li consiglio ancora oggi a tantissimi i genitori, soprattutto al poster della routine proprio per aiutarli a impostare delle piccole routine quotidiane, non la grande routine di tutto il giorno, ma delle piccole routine quotidiane, la routine della nanna, la routine del mattino, eccetera, eccetera. 

Potete trovare questi due strumenti in due post diversi sul mio blog e anche questi link ve li lascio nei post relazionati sulla pagina dell'episodio del podcast sulla tela. Ok, non potevo dirlo più velocemente. Ok, e quindi basta, credo di avervi detto tutto. Magari chiudo questa piccola cassettina degli attrezzi, cioè di consigli per i rientro scuola, con due riflessioni che credo potranno aiutarvi. 

La prima riguarda l'estate. In estate si tende a cambiare la routine, perché c'è più tempo, le giornate sono più lunghe, ci sono più cene con gli amici, si può stare svegli più tardi. Il fatto che si possa farlo non è detto che si debba farlo, non è detto che farlo sia meglio. Non è sbagliato in sé, ma il mio invito è quello di fare di queste occasioni l'eccezione. I bambini hanno bisogno delle stesse ore di sonno d'estate ed inverno, hanno bisogno di queste ore per funzionare tra virgonette durante il giorno. Se potete, mantenete almeno la routine della sera, ovvero una routine minima indispensabile, soprattutto in un periodo in cui c'è poca routine, aiuta molto, e non ritardate troppo buona notte rispetto ai giorni scolastici questo faciliterà tantissimo il rientro e il ritorno alla routine e magari è un po' tardi per questo consiglio ma forse no se vi siete allontanati moltissimo dalla vostra routine ritornateci piano piano gradualmente ai ritmi abituali anche suonare a dormire 15 minuti prima alla sera ogni sera finché si arriva allora in cui sapete che si andrà a dormire durante la scuola. 

Per la seconda riflessione invece sono sicuramente ancora in tempo perché riguarda proprio le mattine di scuola. Quando i genitori mi raccontano che al mattino non hanno tempo, che sono di fretta, che corrono, che tutti si arrabbiano, che tutti sono dysgregolati, l'unica risposta che io personalmente mi sento di dare è "svegliatevi prima, so che non piace a nessuno, so che all'inizio si stanchi, ma poi diventa una routine per tutti e contribuisce a creare una routine più serena, più calma, più rilassata, più flessibile. Io era arrivata a svegliarmi e svegliare i bimbi alle 5 e mezza del mattino, più o meno, perché sapevo che quando non c'era fretta le nostre mattine erano più piacevoli. Questo a volte significa anche cambiare la routine della notte e possibilmente gli impegni del pomeriggio per andare a letto prima. Oliver e Demily andavano letto verso le 19-1930 fino a qualche anno fa, adesso più o meno vanno letto tra le 8 e le 8 e mezza, massimo alle 9 e hanno 6 e 8 anni. Io sono una grandissima sostenitrice dell'andare a letto presto. I bambini secondo me devono andare a letto presto per due ragioni principali. Una, hanno bisogno delle ore di sonno e spesso non le hanno, non ne hanno abbastanza. E due, noi genitori abbiamo bisogno di iniziare la nostra giornata da adulti, nel momento in cui loro vanno a dormire inizia la nostra giornata da adulti, almeno questa è la sensazione che ho io con Alex. Io credo davvero che faccia una grandissima differenza e lo so che a volte mi dite "eh ma l'altro genitore arriva a casa tardissimo, finisce nessun nemmeno qualche minuto con loro" lo so, lo capisco ma credo anche che per qualche anno, per i primi anni, si possa provare a seguire un po' di più quello che sono le esigenze dei bambini e del loro momento di sviluppo. 

E quindi magari se un genitore arriva tardi la sera, noi ci facciamo trovare già cenati, già con il pigiama, già con i denti lavati, già con il libro letto e il genitore arriva saluta da un bacio e a nanna. Non sarà per sempre, questa routine cambia, i bimbi cominceranno ad avere bisogno di menore di sonno, andranno a letto più tardi, ma all'inizio, quando sono piccoli e hanno bisogno delle loro ore di sonno, diamo gli ele, rendiamola la priorità, a discapito di altri piccoli sacrifici. E non è detto che se questi piccoli sacrifici pesano molto, magari si troveranno delle soluzioni creative per riaggiustare un pochino le priorità. Ok. Siamo arrivati alla fine. 

Pensiero a ragnatela, ci sta? Questo è proprio un pensiero che mi piace lasciare, una riflessione che mi piace lasciare ogni volta che si parla di scuola, di inizio della scuola, di aggiustare le aspettative, di programmare le aspettative anche in un certo senso. A seconda della scuola che frequenteranno i vostri figli, avranno a che fare con voti e valutazioni. E anche Se i vostri figli sono ancora piccoli e questo scenario è ancora lontano, vi invito a riflettere su questo fin da ora. La mentalità della aspettativa è una mentalità che danneggia i bambini e possiamo combatterla solo noi, dentro di noi. Un voto, anche se la scuola sembra farci credere diversamente, non riflette chi sono i nostri figli e non dice se avranno successo nella vita. Se diamo importanza a quel voto oggi mandiamo un messaggio distorto per la vita. Piuttosto possiamo scegliere di mettere il focus sull'impegno, di non arrabbiarci e non umiliare i nostri figli per un voto basso. Capire insieme non come migliorare quel voto, ma che cosa è mancato loro a livello emotivo? Io non voglio che i miei figli siano intelligenti per la scuola. Voglio che siano intelligenti per la vita, che prendano decisioni intelligenti, che sviluppino una mente critica, che imparino l'empatia, che vedano l'errore come qualcosa di positivo, come un maestro che insegna a rialzarci, che ci rende resilienti. Se la scuola non passa questi messaggi, lo faccio io a casa. E basta. Questo vi ha detto tutto. 

Ci vediamo la prossima settimana con un nuovo episodio del podcast. Nel frattempo vi ricordo che mi trovate ovviamente su www.latela.com ed ali trovate tutto anche il mio instagram e tra l'altro nelle ultime settimane ma ve ne parlerò meglio più avanti abbiamo lanciato un nuovo servizio che è l'1 a 1 quindi quando andate sul sito vedrete anche quello andate a spirciare. Buona serata, buona giornata o buonanotte a seconda di dove siete nel mondo. Ciao ciao!

Accedi alla conversazione

Parla di questo post con il team La Tela e tutta la community e unisciti alle conversazioni su genitorialità, vita di coppia, educazione e tanto altro.

La Tela Podcast

«Educare con calma» è un bel principio di cui a me mancava solo un dettaglio: la calma. Questo podcast è un resoconto del mio viaggio interiore di genitore.

Ti consiglio anche

Quando è il momento di separarvi, soprattutto se tuo figlio o tua figlia fa fatica, avere una routine della separazione aiuta tantissimo, perché dà sicurezza e offre un qualcosa di familiare in un contesto altamente estraneo. La routine, però, è efficace quando è breve: più è lunga (2 canzoni, 3 balletti, 17 abbracci, 52 baci…), più si posticipa il momento della separazione e questo può comunicare a tuo figlio che tu non sei pronto o pronta a separarti.  Quindi mantieni la routine breve: un ...
1 min
Reel
Quando tua figlia o tuo figlio piange al separarsi da te è perché si sta proteggendo: è un meccanismo di sopravvivenza. I bambini sono dipendenti da noi per moltissimo tempo, più di qualsiasi altra specie. Un cucciolo di animale ha un cervello quasi completamente sviluppato alla nascita e quindi può camminare, vedere, sentire, usare gli arti e concentrarsi immediatamente sull'imparare ciò che gli adulti hanno da insegnare.  Noi no. Noi dipendiamo al 100% dai nostri adulti di riferimento e qu...
1 min
Reel