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Episodio 131 ·

Mi parla male a 5 anni! È normale?

In questo episodio di Educare con Calma vi leggo il messaggio di un genitore sul mio corso Educare a lungo termine e vi faccio ascoltare la risposta vocale che ho dato. Parliamo di una fase delicata: il passaggio dal primo al secondo piano dello sviluppo (che nel corso io chiamo «il ponte dei sei anni»).

ERRATA CORRIGE

Nell'episodio dico che i problemi non sono «mai» problemi: tolgo il «mai» e lo sostituisco con «raramente». Trovo che spesso non sia onesto intellettualmente usare parole come «sempre» e «mai»: nell'episodio il messaggio che vorrei trasmettere è che quelli che noi genitori vediamo come problemi spesso non lo sono, ma se li pensiamo come problemi è più probabile che li rendiamo davvero un problema.

Ho parlato della frase «Ti odio!» nell'episodio 110.

benvenute e benvenuti a un altro episodio di educare con calma. Oggi vi leggo un altro messaggio di un genitore che mi ha scritto sulla chat del corso educare a lungo termine in riferimento all'unità il ponte dei sei anni in cui parlo proprio della grandissima transizione che avviene quando si passa dal primo piano dello sviluppo, ovvero tra zero sei anni al secondo piano dello sviluppo che va dai sei ai dodici anni. E la mamma in questione mi chiede proprio qualco- una cosa in merito a questa fase e mi dice È possibile che i bambini in questa fase rispondano male anche a noi genitori e e mi dice che sua figlia ha da poco compiuto i cinque anni e sembra proprio che stia attraversando questa frase? Um e quindi mi è sembrata veramente una bellissima opportunità per riflettere anche e parlare ai genitori di bambini leggermente più grandi, perché spesso parlo soltanto dei due anni dei terribili due che sono un po', la fase in cui ci sono i più grandi problemi. Problemi tra virgolette. Non prendetela letteralmente, perché sapete che se mi conoscete ormai sapete che per me non sono mai problemi. È tutto molto normale il problema lo diventa un problema quando noi lo pensiamo come un problema nella nostra mente. Piccola parentesi. E quindi, ecco, ci tengo un po' a parlare di questa fase. Anche perché credo che aiuti anche me, tra virgolette, proprio a pensarla a riflettere, ad analizzarla, a processarla. Perché io ci sto ancora passando con i due miei figli sia con Emily che adesso ha sei anni, sia con Oliver che ha appena compiuto gli otto anni. Quindi, ecco, um in realtà forse questo è stato più un una risposta vocale che ho dato a questa mamma, ma è stato più un flusso di pensieri che hanno aiutato me. Un po', una sessione di terapia auto terapia. Um, perché dicendo a lei determinate cose um, automaticamente le riflettevo su me stessa, Dicevo Eh sì. Nella mia mente pensavo Cavolo, è vero. Effettivamente è proprio così. Um, E quindi vi lascio in ascolto di questo messaggio vocale che, um ho detto ho iniziato il messaggio dicendo sarà brevissimo. E invece poi è stata una ragnatela di pensieri di non so quanti minuti e e vi lascio appunto in ascolto. Ecco qua. Ti rispondo molto brevemente. Al alla tua domanda ti rispondo brevemente, più che altro perché la non perché la risposta sia breve sarebbe una risposta lunghissima. Potremmo farci una conferenza, ma ti rispondo brevemente perché credo che in questo tempo che è passato dalla tua domanda alla mia risposta, magari qualcosa si è evoluto. Quindi ti invito a scrivermi se le cose sono un po' migliorate spesso e volentieri quando noi ci rilassiamo un pochino e no, e cerchiamo di non trattarlo, di non vederlo come un problema. Um subito la situazione si sblocca. Quindi, ecco, credo che la cosa più importante sia proprio questa. Se la situazione non si è ancora sbloccata, ti chiedo di cercare di non considerare questo come un problema, perché non è assolutamente un problema. Anzi, non è solo possibile che i bambini in questa fase rispondano male a noi genitori, ma è normale, È normalissimo. I bambini stanno sperimentando chi sono? Stanno imparando di sé. Stanno imparando di noi. Stanno imparando del mondo che li circonda in questo ponte lungo, lungo lungo che li porta al secondo piano dello sviluppo. Come hai letto? Um loro si ritrovano molto soli, in un certo senso, perché stanno facendo un cambiamento grandissimo. Um, dentro di loro e appunto. Come dicevo, a volte si guardano indietro e dicono uh, okay, sono un po' lontano. Che cosa faccio? Questa emozione mi davvero mi sento un po', come dire un po' sopraffatto, sopraffatta da questa emozione e e non so che cosa fare, non so come rispondere. Non ho gli strumenti per rispondere a questa emozione, questa sensazione così forte mi sento in crisi e quindi ho bisogno di comunicarlo in qualche modo. Ma non ho ancora gli strumenti. Quindi come lo comunico? Urlo, Mi arrabbio e faccio capire che sono in crisi tutte le crisi dei nostri figli. Anche a questa età sono richieste d'aiuto. Sono modi di comunicare e quindi questa è la prima cosa che ti ti invito a fare proprio vedere questo suo modo di comunicare come una risposta a quello che lei sta provando. Um e credo che sia davvero importante, um, cercare di vedere appunto tutto questo dalla loro prospettiva. Perché spesso e volentieri quando ci tra virgolette, quando rimaniamo fermi sulla nostra prospettiva di genitore, soprattutto con l'educazione che abbiamo ricevuto, che dice Io sono il genitore, tu sei il bambino, tu mi devi rispetto e quindi se mi urli mi stai mancando di rispetto. Allora io ti metto in castigo. Rischiamo di perdere un po', la bussola del buonsenso. Ora vediamo. È normale che i bambini ci rispondano male. È normale che ci parlino male. È normale che ci dicano Vai via in un momento in cui sono arrabbiati, che ci dicano ti odio che ci dicano Sei la mamma peggiore del mondo. Quando sono arrabbiati, stanno cercando di comunicare con noi. Perché lo fanno? Lo fanno perché si fidano di noi. Lo fanno perché sanno che troveranno accoglienza in noi. Quindi, in un certo senso, questo è anche un po', una sorta di conferma del fatto che sei riuscita a sviluppare un attaccamento sano con tuo figlio o con con tua figlia. Scusami. Um e quindi credo che sia veramente importante vedere anche queste, um risposte come un una sorta di conferma del fatto che con noi loro si sentono al sicuro. Noi siamo il loro punto di riferimento. Sentono di poter essere se stessi, cosa che non fanno ricordati in nessun altro ambito. Probabilmente perché a nessuno parlano così come parlano a noi. Noi siamo la loro palestra, quindi credo che sia importante adesso. Prima di tutto, considerare quando loro sono arrabbiati con noi e ci parlano male. Considerare se noi davvero abbiamo fatto qualcosa di male, abbiamo fatto loro un'ingiustizia. Abbiamo detto loro qualcosa che li ha feriti anche senza volerlo. Um perché si sono arrabbiati con noi c'è del della validità nel loro essere arrabbiati? Perché credo che qualsiasi crisi, qualsiasi motivo diciamo per cui i bambini si arrabbino o si arrabbiano è valido. E quindi credo che sia importante da parte nostra di genitori cercare proprio di pensare. Okay, vedo che sei arrabbiata. Non so esattamente perché, ma ti capisco e voglio essere voglio esserti vicina. Voglio farti sentire la mia presenza. Come posso fare questa? Secondo me è una grandissima. Non solo, um, non solo aiuto per loro non è solo un grandissimo aiuto, ma è anche un grandissimo modello. Un bellissimo modello di come reagire alle crisi nostre e degli altri, ovvero Okay, um, sono arrabbiata. Um, non capisco ancora come mai, ma che cosa posso fare per rimediare? Che cosa posso fare per aiutare me stessa o gli altri in questa situazione? Quindi questo questo momento di pausa che tu prendi invece di arrabbiarti, di prenderla sul personale, dà anche un modello a tua figlia di come comportarsi in una crisi. Detto questo, è ovvio ossimo che lei non dovrebbe parlarti così. Ma non perché tu sei l'autorità, ma semplicemente perché nel momento in cui ti parla così, non è un modo gentile di parlare e noi cerchiamo di promuovere la gentilezza. Quindi quello che possiamo comunicare, quello che cerco di comunicare sempre a mio figlio anche che ha delle crisi. Lui ha otto anni, ha delle crisi molto profonde. A volte, quando sente un'ingiustizia da parte nostra um, um, quello che cerco di comunicare è che e ha diritto alla sua emozione, ha diritto a sentirsi come si sente ha diritto alla sua giornata No, ma questo non significa che non può fare uno sforzo per essere gentile con me. E però ovviamente io devo dimostrarlo. Lui come si fa? E quindi quando io ho una giornata no, quando io sono arrabbiata quando io mi sento sopraffatta dalle mie emozioni, Anche io devo cercare di fare uno sforzo per essere gentile con le persone che amo, perché in questo modo loro copiano da me e possono copiare un modello sano. Quindi, ecco, forse la mia domanda è tu sei un modello sano per tua figlia quando sei in crisi o quando ti arrabbi oppure il tuo modo di arrabbia di arrabbiarti è un po' quello che lei sta copiando, ovvero il suo modo di arrabbiarsi riflette il tuo modo di arrabbiarti. Queste sono tutte domande. Io ovviamente non vi conosco, ma posso proprio solo provare a immaginare. Ecco quello che sta succedendo in questa fase. Anche basa-, basandomi su quella che è la mia esperienza. Quindi, ecco, spero di averti dato uno spunto di riflessione proprio per iniziare a cambiare la mentalità. E quello che che ci tengo a dirti è proprio in quei momenti in cui in cui tua figlia è così in crisi. Il suo coccodrillo è sveglio. Non è non è non sa gestire le sue emozioni. In quel momento non sa processarlo perché il suo cervello non è ancora in grado di farlo. Non ha ancora gli strumenti. Quindi in quel momento, quando lei ti risponde male, Sì, il suo interprete. E dille Vedo che sei arrabbiata e sono qui per te. Come posso aiutarti? Oppure mi hai detto quello Perché sei arrabbiata? Come posso aiutarti? Mi hai mandato via. Mi hai dato uno schiaffo perché sei arrabbiata e lo capisco. Ma la violenza non alla violenza, non la violenza non è mai la risposta. Ecco, questo volevo dire La violenza non è mai la risposta. Come posso aiutarti? Voglio darti Voglio insegnarti un esempio diverso. Voglio insegnarti una risposta diversa. Questa è la comunicazione che dobbiamo cercare di avere con i nostri figli. Che è una comunicazione molto diversa da quella che abbiamo ricevuto, ovviamente con i nostri genitori. Però secondo me fa tutta la differenza. Quindi in quel momento semplicemente prova ad offrirle la la tua presenza. Um perché quando una persona si sente in crisi o quando tu ti senti in crisi, preferisci una persona che ti urla e che ti dice tutto quello che stai sbagliando o preferisci qualcuno che ti accoglie e ti aiuta in questa tua grande emozione in questa tua crisi forte? Ecco, io personalmente preferisco qualcuno che mi accoglie perché quando l'altra persona mi grida addosso di di di ricambio Io grido di più. Um, questo non lo faccio solo io. Lo facciamo tutti perché abbiamo questa cosa che si chiama neuroni specchio. E quindi che che riflettono un po' l'energia dell'altra persona e la reazione e il comportamento dell'altra persona Quindi se noi riusciamo a mantenere la nostra calma, loro automaticamente è un po', come se impresta loro il nostro sistema nervoso e quindi loro riescono a mantenere la loro calma. Un po' di più non completamente all'inizio, ma un po' di più Stiamo dando loro gli strumenti. Quindi la prima cosa da fare è fare sentire la loro la la tua presenza e dire loro Io ci sono. Sono qui per te. Come posso aiutarti? Spesso e volentieri. Già Solo questo dà loro la possibilità. Davvero? Di um semplicemente um sentire che Okay, siamo da sono mia madre dalla mia parte Um io mi sto comportando come una cacca e pure mia madre è dalla mia parte. Lei è qui per me, quindi cosa posso fare anche io per andarle incontro? Piano piano Questo sarà il dialogo nella loro mente, secondo me. O almeno quello è quello è quello che spero. Quello che sto già vedendo un pochino intravedendo quando io ci sono per loro loro mi restituiscono calma e mi restituiscono gentilezza. Quando io li attacco, loro mi mi restituiscono urla. E questo dopo questo, dopo aver offerto la gentilezza quando siete tutti calmi, allora quello è il momento di parlare. Quello è il momento di cercare di riflettere su quello che è successo. Considerare che la violenza non è mai la risposta, considerare che anche le parole che usiamo a volte sono violenza e che quindi dobbiamo il nostro, la nostra reazione e la nostra più grande libertà scegliere la nostra reazione e la nostra più grande libertà. Questa è una cosa che ripeto spessissimo a Oliver ed Emily, perché credo che sia vera anche per me, genitore. E quindi dopo, quando siamo tutti calmi, quando i nostri coccodrilli sono tornati a dormire, allora possiamo avere questa conversazione e parlare di tutto questo. Prima dobbiamo solo offrire la nostra presenza e cercare di essere lì per loro finché non si sono calmati, perché in questo modo diamo uno l'aiuto di cui hanno bisogno. Li amiamo come hanno bisogno di essere amati e due diamo un modello di come gestire quella crisi. Spero di averti aiutata. Ti ho parlato tantissimo. In realtà alla fine avevo detto che sarei stata breve, poi invece sono partita una mia ragnatela di pensieri. Um però, ecco, spero di averti dato qualche spunto um costruttivo per A per ampliare le tue riflessioni in questa fase così così importante ti abbraccio e faccio il tifo per te. Ciao. Ecco, lo so che davvero ci sono state tantissime informazioni in questo vocale e probabilmente quando rispondo ai genitori sul corso um rispondo proprio a ruota libera, nel senso che è proprio un flusso di pensieri e non è spesso e volentieri non è pensato. Non ho una scaletta, come invece ho sul podcast e quindi spero che vi sia utile comunque. Anzi, mi piacerebbe sapere se questi episodi vi sono utili. Magari potreste dirmelo nei commenti dell'episodio che trovate su www punto la tela punto com barra podcast e lì potete scrivere un commento a ogni episodio singolo. Poi, ovviamente, il podcast lo trovate anche su tutti, um tutte le piattaforme di di podcast. Però, ecco, ci tenevo semplicemente a specificare o a sottolineare una piccola frase che mi sembra di aver detto in questo vocale che è è normale che i bambini ci parlino male e non vorrei che passasse il messaggio che va bene il p-, il messaggio che dobbiamo lasciare che ci parlino così? Um no, spero che il messaggio sia arrivato forte e chiaro, ovvero è normale che si comportino così è normalissimo. Non è un problema. Questo è quello che volevo far passare. Ovvero non è un problema che ci parlino così. Um, non dobbiamo preoccuparci che nostra figlia o nostro figlio stia prendendo una strada sbagliata o che abbiamo bisogno di terapia. Che che che è normale che i bambini ci rispondano così ci parlino male a volte. Um quello che significa è semplicemente che non hanno ancora gli strumenti per comunicare le loro emozioni e processare le loro emozioni. Emozioni? Um, tutti i comportamenti sono validi e ammissibili. Um, ovviamente non tutti i modi di esprimerli sono validi ed e ammissibili ed è su quelli che dobbiamo lavorare. Quindi noi nel momento in cui nostro figlio ci risponde male um come dicevo, dobbiamo accoglierlo. Però poi non significa che non possiamo parlare con lui o lei e dire che spiegare perché quel modo di parlare non è bello perché non è gentile come ci fa sentire sul tipo di persona che i bambini vogliono essere. Ovvero, um vuoi essere una persona gentile o vuoi essere una persona che usa violenza verbale? Per esempio questo credo che sia una grandissima differenza, perché è importante sempre passare il messaggio che i nostri figli non sono responsabili delle nostre, di come noi ci sentiamo, ma sono responsabili della persona che sono, della persona che scelgono di essere ogni giorno. E come dicevo nel nel vocale che ho mandato, la più grande libertà che abbiamo tutti è scegliere la nostra reazione e quindi è normale che ci parlino così. Ma è anche importante che comunichiamo che possono scegliere di non farlo e possono sceglierlo solo loro. Um e per questo non servono punizioni, perché le punizioni portano solo a fare magari a non parlarci così per via per paura del castigo, mentre invece noi vogliamo che imparino a non parlarci così per scelta, perché appunto, la più grande libertà è scegliere la propria reazione e scegliere chi vogliamo essere e chi siamo. E con questo vi saluto um spero che vi sia stato utile e vi mando un grandissimo abbraccio. Vi ricordo che potete trovarmi anche su www punto la tela punto com e ovviamente anche su Instagram, come la tela di Carlotta Blog um che tra l'altro mi piacerebbe cambiare questo questo nome. Quindi se per caso andate su Instagram e il nome utente non vi non corrisponde più o vi dà che non esiste. Per piacere, andate nei nelle note dell'episodio e guardate perché nel momento in cui farò il cambio, um lo metterò sicuramente in ogni episodio e metterò come potermi trovare su Instagram in modo che possiate trovarmi E voilà. Penso di avervi detto tutto. Anche cose che non c'entrano assolutamente nulla. Proprio comunicazione di servizio e buona serata. Buona giornata o buonanotte a seconda di dove siete Nel mondo. Ciao. Ciao.

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«Educare con calma» è un bel principio di cui a me mancava solo un dettaglio: la calma. Questo podcast è un resoconto del mio viaggio interiore di genitore.