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Episodio 125 ·

Soldi e bambini | con Giulia Fidilio

Oggi su Educare con Calma ho invitato Giulia Fidilio, che è Financial Trainer — ovvero Educatrice Finanziaria AIEF — e con lei parliamo di soldi e bambini.

:: Trovate Giulia:

:: Le domande che ho fatto a Giulia:

1.59 Credi che sia importante parlare di soldi con i bambini e perché?

5.40 Paghetta settimanale, come la vedi? È una buona idea o no? C’è un modo migliore di o peggiore di dare una paghetta settimanale?

13.00 Come si introduce l’idea di un lavoro in casa che i bambini fanno in cambio di soldi?

16.41 E quando i bimbi hanno i loro soldi e vogliono iniziare a spenderli?

23.00 Mi fai qualche esempio di lavori retribuiti che fanno i tuoi figli in casa?

26.51 Come vedi la frase «non possiamo permettercelo» per fare o non fare qualcosa che vogliono i bambini?

31.00 Che cosa ne pensi di condividere con i bambini i problemi finanziari della famiglia?

35.00 Giulia ci racconta dove possiamo trovarla

benvenute e benvenuti a un nuovo episodio di educare con calma. Oggi non sono sola, ma ho qui con me Giulia Filio, che è una financial trainer, ovvero un'educatrice finanziaria AIF e con lei indovinate di che cosa parliamo? Parliamo di soldi, ma non solo di soldi. Parliamo anche di bambini e di soldi e bambini. Io ho trovato Giulia su Instagram grazie a Francesca Dindi Hos bis Life e la cosa più divertente è che le ho scritto immediatamente chiedendo se aveva affrontato il tema soldi ai bambini e lei mi ha detto sì, ho un e-book intero sul tema e si chiama proprio soldi e bambini perché parlare di soldi con i bambini è come farlo e quindi ho detto vabbè la perfezione um mi ha inviato l'e-book l'ho letto mi è piaciuto molto e ho deciso quindi di inviarla qui per condividere il suo sapere con tutti noi tra l'altro Questo è un argomento che io non ho mai affrontato prima né sul podcast, né sul blog né sul corso e quindi sono davvero, davvero molto curioso di iniziare questa conversazione e non mi rimane che dare il è venuto a Giulia Ciao Giulia, grazie per aver accettato il mio invito a suo educare con calma. Ciao Carlotta, Grazie a te per avermi invitata. E sono molto felice di parlare di questo tema, perché molto caro. Guarda, io penso che sarà un monologo, perché veramente non so che cosa potrò portare alla conversazione, perché è un argomento che noi stiamo un po' affrontando adesso, um anche se ti racconterò magari delle piccole nostre esperienze e io e mio marito parliamo di questo tema e di come affrontarlo in casa e di che cosa fare da tanti anni. Però sembra quasi che continuiamo a rimandare le decisioni di come affrontarlo in casa. Di che cosa? Di che cosa decidere in casa e come come fare. Quindi magari oggi avrò più chiarezza. E poi chissà, nel prossimo episodio potrò potrò raccontare anche la nostra esperienza. Ascolta, iniziamo proprio dalla base più base più base. Ovvero, per piacere, um, raccontaci chi sei E poi, um um, come prima domanda, così non ti interrompo. Direi che iniziamo proprio dal capire perché è importante. E se è importante parlare di soldi con i bambini, vai. Perfetto. Allora io nasco, diciamo come laureata in marketing e poi mi sono specializzata nella psicologia del consumo e quindi di come le persone si comportano come prendono decisioni. Inevitabilmente, um ho virato su quella che si chiama economia comportamentale, la scienza che studia appunto come prendiamo decisioni e subito mi è mi è apparso chiaro che non avrei lavorato in quel settore perché ho visto subito il lato oscuro del marketing invasivo a cui oggi siamo abituati e mi interessava invece l'altro lato come si poteva insegnare alle persone a prendere decisioni migliori e per vivere meglio? Di fatto E quindi sono diventata docente corporate in ambito bancario e e in ambito aziendale, di economia comportamentale. Poi ho voluto portare diciamo le mie competenze, quindi incluso anche le competenze di coaching. Diciamo che ho delle competenze trasversali no multidisciplinari e quindi ho voluto portarle anche ai cittadini e alle persone eh e inevitabilmente ai figli. E quindi sono diventata educatrice finanziaria e è la mia passione da persona che fino ai trent'anni ha preso pessime decisioni, ha gestito malissimo i soldi, quindi questo è il background. E poi ovviamente questo tema a me è molto caro, perché oltre a essere quindi imprenditrice formatrice, sono anche mamma di due bambini, Alessandro, che ha dodici anni, e Arianna che ne ha sei. Quindi tutto quello che dico e tutto quello che insegno in primis lo faccio in casa mia, come fai tu. Esatto. Che è la cosa migliore per parlarne, secondo me. Quindi perché dovremmo parlare di soldi con i nostri figli? Dovremmo farlo. Come dovremmo fare parlare di ogni cosa? Perché il messaggio che dovrebbe passare è che con noi possono parlare di tutto, eh? Che non ci sono tabù, che non ci sono cose che ci mettono a disagio e che ci fanno chiudere a riccio. Altrimenti succederà all'opposto smetteranno di fare domande. E se smetteranno di fare domande a noi non significa che non avranno più interesse. Semplicemente andranno altrove su un tema così importante come il denaro che che ci piace oppure no. Lo usiamo tutti i giorni. Io voglio essere io a dare le informazioni ai miei figli. E sono sicura che anche chi ci ascolta alla fine sotto sotto la pensa allo stesso modo. Cioè, um, i i bambini guardano noi per tutto e più ancora che a quello che diciamo a quello che facciamo. Quindi siamo l'esempio? Siamo l'esempio In tutto ci sono degli argomenti difficili. Certo, il sesso, per dirne uno e poi il denaro. Non so neanche se l'ordine è giusto. Potrebbe essere denaro, poi sesso o entrambi a pari merito. Chissà, però sono tendenzialmente due argomenti scabrosi. Dobbiamo parlarne? Sì, perché se non parlano con noi, parleranno con qualcun altro e rischiando di prendere una visione assolutamente distorta e inadeguata alla loro età sfondi un portone con me parlando di questo, perché io ho anche una guida proprio sull'educazione sessuale sull'importanza di par di essere noi a trasmettere le informazioni a loro um e sull'importanza di educare noi prima di educare loro. Perché altrimenti non possiamo. Insomma, se non abbiamo noi le idee chiare, rischiamo semplicemente di confonderli. Senti, io partirei con una domanda, cioè che mi assilla da un paio d'anni probabilmente e temo la tua risposta, perché secondo me mi dirai che non c'è una risposta univoca. Però te la faccio lo stesso perché sono, um ostinata a scoprire se c'è una risposta ed è paghetta settimanale come la vedi è una buona idea. È una cattiva idea. C'è un modo migliore di dare la paghetta settimanale c'è un modo peggiore di dare la paghetta settimanale si deve dare Cosa faccio? Giulia, aiutami. Paghetta? Sì, paghetta no, io dico sempre paghetta ni nel senso è sicuramente non la paghetta a cui ero abituata. Io, um mi spiego la paghetta data così per niente come rendita? No, perché non io la chiamo la la trappola di Jay host. Non siamo dell'inghilterra rurale del di quei tempi e quindi non c'è bisogno di di di di dare una rendita a qualcuno a fronte di niente d'altro canto è anche difficile dargli una una paghetta per dei compiti che poi finiscono per essere quei compiti che invece dovrebbero comunque fare i bambini. Ad esempio il classico Tieni in ordine la tua camera e fai il letto o aiutami ad apparecchiare. A me non piace, eh, purtroppo devo darti ragione. Non c'è una risposta univoca ogni famiglia sceglie la sua strada, però io cerco di sollevare delle degli spunti di riflessione cioè che messaggio passa se tu dai una mancetta? Um a fronte di niente messaggio che passa è che gli spetta qualcosa di diritto a fronte di niente se tu dai una mancetta a fronte di alcuni compiti svolti in casa, eh, rischia di passare il messaggio che si aiutano in casa guadagnano. Invece no, ognuno in casa deve fare il proprio ruolo. Tutti si aiutano. Io per esempio vi posso dire qual è la mia esperienza. Io ai miei figli ho spiegato che se ognuno aiuta in casa tutto è più semplice. Non pesa su una sola persona o su due, quindi non solo su me e mio marito ed è più veloce riempire la lavastoviglie è più veloce se siamo in due che ci passiamo le cose apparecchiare cucinare è più veloce, oppure io cucino meglio se qualcuno apparecchia e quindi cerco di um di instillare questo spirito di collaborazione. Ma veniamo alla paghetta giustamente, perché tutti diranno quindi la paghetta si può dare per compiti che non spettano necessariamente ai bambini. Adesso facciamo l'esempio tipico. Pensiamo all'america no um um aiutare a tagliare l'erba, vendere la limonata, eh, ma in Italia non si può fare. Verissimo. Però ci sono delle cose che si possono fare. Ad esempio, ci si può offrire di aiutare i vicini di casa con qualcosa che può essere portare fuori il cane se siete in un luogo che vi permette di farlo e aiutarli con la spesa. Se siete in un luogo che permette di farlo, perché devo sempre specificare se no mi mangiano, poi si arrabbiano. E quindi per esempio come abitavo io prima in italia, a trenta metri da un supermercato, avevo due vicini anziani. Se mio figlio si voleva offrire di aiutarli era giusto che gli riconoscessero qualcosina. Um ma veniamo a cose più semplici e attuabili da tutti. Banalmente la raccolta differenziata è un impegno, non è facilissima da fare, non spetta necessariamente ai bambini se glielo fai fare. Intanto gli dai un'attività che li impegna per un po' e poi poi gli riconosci dei soldi anche per un'attività che è utile alla comunità in un'ottica di ecologia e sostenibilità passa un bellissimo messaggio. Io ho detto la raccolta differenziata, poi ognuno può cercare di calare questa cosa nella propria realtà. Ma se ci pensate ce ne sono di compiti che gli possiamo affidare. Certamente. Io ad esempio ricordo mio marito che lo lo racconta spesso ai bambini. Lui quando era piccolo in Finlandia una cosa che faceva era raccogliere le lattine, i tappi delle bottiglie e restituirli al negozio. Perché? Perché nella comunità in Finlandia um questi quando restituire la lattina o il tappo ti davano dei soldini indietro e quindi poi lui teneva i soldi. Però spesso e volentieri le persone non andavano, non si prendevano la briga di andare al supermercato e di restituire la lattina de del tappo, il tappo della bottiglia e quindi questi finivano nelle discariche. Quindi alla fine era anche un servizio, un vizio per la comunità e che è un po'. Diciamo quello che dicevi tu della raccolta differenziata che potrebbe essere interessante. Certo, è quindi tu praticamente consiglieresti di farlo proprio in modo che sia il bambino a prendersi cura della raccolta differenziata in casa o il portare i sacchi al ai cassonetti o entrambi come fate voi in casa. Per esempio qui dipende ovviamente da dove si vive, perché sai che ogni comune ha le sue regole e poi magari c'è gente che non ci ascolta dall'italia. Però io intendo proprio dargli in carico la gestione. Quindi ad esempio noi avevamo dei contenitori in cucina quando erano pieni andavano portati giù nei contenitori più grandi e quindi questo lo facevano Alessandro e Arianna. E poi quando c'era da andare in discarica ci si andava insieme. Così comunque aiutavano anche loro. Può diventare anche tra virgolette non dico un gioco, ma una attività di famiglia. Ecco, io questa è una cosa su cui punto tantissimo le esperienze piuttosto che gli oggetti e quindi anche quando si tratta magari di premiare perché alla fine paghette premi rientrano nello stesso calderone. Starei molto attenta a ai premi in denaro, ad esempio per la scuola, perché passano un messaggio che non è realistico, altrimenti uno si aspetta che ogni volta nel mondo del lavoro avrà una gratifica ogni volta che fa bene il suo lavoro. Purtroppo non è così, um ma invece premiarli con delle esperienze, quindi dire se vai bene a scuola, se fai il tuo dovere, se vogliamo alla fine perché è quello, no? Quindi se impari non è tanto legato ai voti, a mio avviso. Ma se impari se ti impegni, eh, facciamo questo, facciamo il picnic, la caccia al tesoro, cuciniamo la pizza insieme, facciamo la serata cinema coi popcorn sul divano, cioè qualunque cosa che poi tutto diventa bello se si partecipa con lo spirito giusto. Certo. Tra l'altro mentre parlavi mi è venuto in mente. Sì, è vero, però anche in un'azienda in un'azienda giusta un'azienda ideale. Mettiamola così utopistica um, se fai bene il tuo lavoro ti danno un aumento. Quindi magari cioè ci starebbe anche che se mio figlio fa bene il suo lavoro a scuola, io gli do un un un aumento. Però la differenza qual è? Che nel lavoro succede periodicamente quando ci sono previsti degli scatti o quando c'è la possibilità con i voti rischia di diventare un'arma a doppio taglio perché rischia di di e e inoltre rischia di diventare un un esborso. Perché ci sono e me ne sono capitati. Sono quei ragazzini che la prendono molto sul serio e che pur di avere più soldi si impegnano tantissimo. Non dovrebbero impegnarsi per avere più soldi, dovrebbero impegnarsi per imparare. Concordo pienamente. Domanda assolutamente provocatoria. Concordo in pieno e senti ma proprio nella pratica adesso tu hai detto di della raccolta differenziata che immagino sia una cosa um appunto che facevate? Hai detto anche con Alessandro e Arianna? Um o che fate addirittura tutt'ora? Come la introduco anche in Spagna? Ah, ecco infatti come la introduci però Cioè cosa dici? Dici? Okay, vi va di fare questo lavoro? Cioè, come lo come imposti questa? Si, questa situazione questa è una bellissima domanda bellissima, perché questo è proprio quello che suggerisco Anch'io nell'ebook. Cioè, parlatene, dite perché non troviamo un'attività così potete guadagnare un po' di soldini e la fate e poi se ne discute insieme. Noi le abbiamo definite le nostre attività e c'era appunto aiutare i vicini con la spesa e il discorso del della raccolta differenziata. E poi non abbiamo fatto altro che metterle su una lavagnetta magnetica sul frigo e segnare man mano, eh, perché anche lì, se poi non lo si faceva che ogni tanto è successo eh, ovviamente non si riceveva la paghetta. Certo. Quindi è una paghetta settimanale o una paghetta a lavoro come funziona da voi una paghetta settimanale, ma si definisce una cifra e poi ovviamente se devi farlo tre volte non lo fai. Una volta ovviamente viene decurtato proporzionalmente ed è un modo sicuramente per insegnargli anche dei concetti matematici. Esatto. Tra l'altro a proposito di concetti matematici, una cosa che fa sempre mio marito è proprio questo concetto di di introdurre questo concetto di interessi e commissioni. Quindi, per esempio i miei figli vanno a fare la spesa da soli spesso e volentieri e um paga. Oppure magari, che ne so chiedo di andare, che vadano loro a pagare il conto alla cassa e do loro i soldi e possono ottenere una commissione d'arresto oppure quando prendiamo in prestito dei soldi da loro, cosa che purtroppo cioè non non so se è normale, però succede molto più spesso di quanto tu possa pensare. Hanno sempre più contanti, sempre più, soprattutto più come si chiamano monete hanno sempre più monete di me o comunque io non ho mai i soldi contanti, quindi loro veramente ne hanno sempre di più. E allora cosa facciamo? Calcoliamo insieme l'interesse e restituiamo poi con l'interesse e a me piace molto questo metodo, perché non è che facciamo homeschooling introduce anche concetti di matematica, così giocando proprio gratuit gratuitamente praticamente. Cosa ne pensi di questo? Lo adoro tant'è che anche noi abbiamo insegnato per esempio le percentuali a nostro figlio prima che le facessero a scuola. E mi ricordo che poi quando arrivarono a farle a scuola le spiegò ai compagni e sono convinta che imparare in questo modo c'è tutto se tu lo rendi pratico e usi un linguaggio semplice, comprensibile, con esempi pratici di tutti i giorni. Questa è una delle chiavi proprio di come si parla di denaro ai bambini. Um vale tantissimo proprio perché apprendono giocando e sono concetti che poi si porteranno il risparmio, le percentuali, le commissioni e gli interessi. Concetti che si porteranno avanti tutta la vita. Prima li imparano, meglio è. Assolutamente. Perché ci sono concetti che non conosco ancora nemmeno io. Quindi figurati. Okay, ascolta. Quindi io do una paghetta ai miei figli. Ora loro fanno il loro lavoro, ricevono la loro paghetta, eccetera, eccetera. Ora vogliono spendere i loro soldi. E questo a me un pochino. Devo dire intimorisce perché ti racconto una un'esperienza proprio brevissimamente in Islanda, quando siamo stati in Islanda l'estate del Duemila e ventidue. Siamo stati sei settimane. E visto che loro, um, adesso non mi ricordo più esattamente che cosa fosse successo, però avevano dovevamo cambiare dei soldi, perché noi passiamo spesso da un continente all'altro. E quindi dobbiamo fare i cambi di di valuta e, um, abbiamo deciso in quell'occasione di dare x soldi a ad Oliver e ad Emily insieme. E loro potevano comprare quello che volevano. L'approccio era completamente diverso. Emily, la prima cosa che ha visto l'ha voluta comprare Oliver alla fine, alla fine delle sei settimane, non aveva ancora speso nulla. E quindi a me in un certo senso, veniva quasi da indirizzarli un pochino. anche però, insomma io se conosci un pochino il mio metodo è proprio quello di cercare di lasciare che le decisioni siano loro e quindi mi sono un po' astenuta. In un certo senso però guardavo da fuori e dicevo ma cavolo, devo devo indirizzarli? Che cosa faccio? Cioè è difficile è difficile lasciare poi che siano i figli e dare la loro la responsabilità di spendere i loro soldi. Voi cosa fate o che cosa consigli? Allora intanto ti riporto anch'io la mia esperienza di quando ero ragazzina e mi ricordo che quando era il momento anch'io avevo le mani bucate, mica per niente. Infatti poi ho vissuto una vita in cui ho dovuto recuperare perché mi sono indebitata pesantemente al all'università e quindi mi ricordo che mio papà mi diceva sempre giù giù perché lui mi chiamava giù giù e quando gli dicevo voglio comprare quello con i miei soldini giù giù i tuoi soldini li abbiamo già finiti da mo perché i ritmi a cui spendi, quindi la mia indole. Questo per dire, che mostrano già l'indole riguardo alla spesa fin da bambini è normalissimo. Ed è anche normale che fratelli sorelle abbiano approcci diversi. Anche questo è molto frequente infatti mio fratello, anche lui gran risparmiatore, e io invece ero la spendacciona. Poi non dipende, può succedere il contrario nel genere non non incide. Um hai fatto bene a cercare di astenerti, di non indirizzarli perché devono capire e si capisce anche attraverso eventuali errori o delusioni. Um quello che io ho fatto è stato dargli comunque un metodo che è quello che io ho esposto nell'ebook che è il settanta venti dieci e perché adesso dico una cosa non voglio giudicare nessuno e parto a partire dalla mia famiglia, quindi esprimo quello che vedo eh um spesso vengono usati i soldi per sentirsi a posto con la coscienza e non sto dicendo che lo facciate voi. Sto dicendo che spesso accade con parenti e amici che facciano regali regalo perché sono assenti per non far sentire questa assenza o per magari sentono loro senso di colpa per non essere presenti quanto vorrebbero fanno gran regali. Il problema è che poi questi bambini si ritrovano a a gestire tanti soldi io l'ho visto con i miei ma ho visto anche gli amici dei miei figli tanti soldi perché c'è sempre l'onomastico il compleanno natale, la befana e la, la promozione, la pagella. Le co insomma, gestiscono soldi, quindi devono anche capire come. Quindi io ho creato questo metodo, questo metodo che però invito ognuno a calare. Come dicevo prima nella propria realtà noi abbiamo creato questa percentuale settanta venti, dieci che adesso vi spiego, ti spiego. Però poi ognuno può creare la propria. Quindi noi abbiamo detto Siccome siete bambini provvediamo a tutto noi è chiaramente questo è è è venuto meglio con il più grande, la più piccola. Magari non si sta lì a scendere nelle percentuali, si dice si divide in parti um ma tra poco anche lei sarà pronta, perché tra i sette e gli otto anni si comincia con le percentuali. Quindi abbiamo detto il noi provvediamo a tutto. Quindi di questi soldi che ti entrano dovresti accantonare il settanta per cento. Il venti è quello che chiamiamo desideri. Quindi le cose che ti piacciono il gioco, il le ego, i libri, ecco e il dieci percento le spese correnti e direte che spese correnti ha un ragazzino. Io la merenda gliela do quando vanno a scuola, ma capita che magari vogliano anche il gelato e il pacchetto di caramelle o cose simili. E allora hanno quel dieci percento nel portafoglio che si portano dietro a scuola. Vanno in piscina, vogliono il ghiacciolo, questo genere di cose in più è chiaro che se sono con me provvedo. Io vorrei spendere due parole sul settanta per cento. Che dici, lo accantoni? E cosa fai? Noi abbiamo fatto così. Quando raggiungiamo la soglia di trecento euro, quei soldi vanno sul libretto o sul conto corrente. Perciò ovviamente sono soldi che si troveranno quando saranno grandi. E ancora una volta non c'è un metodo universale. Queste sono delle linee guida. Invito ognuno a trovare le proprie. Magari uno dice no, io voglio fare cinquanta e cinquanta. Va benissimo. L'idea è se li coinvolgete nel processo. Meglio ancora perché si abituano a ragionare e a vedere quali sono i vantaggi di fare questa cosa. Cioè capiscono perché viene fatta la divisione. Capiscono perché viene fatto in un certo modo, partecipano al processo decisionale, si sentono coinvolti. E siccome la famiglia alla fine è come una squadra, se tutti si sentono coinvolti funziona meglio? Assolutamente. È una domanda. Quando questo settanta per cento, mentre non è ancora in banca, non è ancora sul libretto, accumula interessi anche in casa o come funziona? No, non gli facciamo accumulare interessi in casa perché usano il semplicissimo sistema dei salvadanai. Però chiaramente in banca sì. Quindi per esempio Alessandro ha capito benissimo che quando sarà grande troverà dei soldi che avranno accumulato interessi tra l'altro noi da quando sono piccoli, accantoniamo una cifra mensile noi per ciascuno di loro, proprio perché vogliamo che si trovino quando saranno grandi un piccolo tesoretto. Queste tutte queste sono piccole decisioni che ti costano veramente poco. Perché non è che si parla di cifre esorbitanti che però se tu le fai per diciott'anni quando i ragazzi sono grandi, si trovano davvero un tesoretto lì. Cavolo, certo, assolutamente. Um probabilmente mi mi incuriosisce perché sono in quella fase decisionale, ma voi, per esempio, hai voglia di farmi qualche esempio di lavori che fanno i tuoi figli in casa per i quali guadagnano qualcosa um nel senso c'è, questa questa cosa che mi frulla in testa. Ovvero noi cambiamo spesso di continente, continente, continente, um di comunità. Quindi non abbiamo per esempio una che ne so, un vicino fisso a cui aiutare con la spesa um o cose del genere, quindi mi viene in mente Okay, la raccolta differenziata la facciamo in tutti i paesi. Quindi quello sì, potrebbe essere un buon candidato, ma non mi viene in mente nient'altro che non sia tra virgolette, nella mia mente, loro responsabilità in casa. E quindi qual è il confine? Cioè, come scelgo queste? Come scelgo cosa faccio? Tu hai una situazione peculiare perché spesso e volentieri, um questi queste cose, questi ruoli proprio per non generare confusione, è meglio assegnarli all'esterno della casa. Quindi tu hai indubbiamente una situazione particolare e potresti sicuramente, che ne so, coinvolgerli in alcune attività che possono essere il giardinaggio. E però il rischio è sempre il giardinaggio, la cura della casa, la manutenzione dell'auto. Però sono sempre col tipo mi lavi la macchina, capito? Il classico mi lavi la macchina, che non è esattamente un compito dei bambini. Um però anche lì io avevo anche pensato al cambio armadi, armadi. Ci ci stavo arrivando. Anch'io anche il cambio armadi perché è una cosa che non non spetta a loro e possono dare una grossa mano. Quindi, ad esempio, io faccio le le pile perché alla fine deve decidere la mamma o il papà perché fatica che siano così autonomi da però poi tu mi aiuti a metterli via, a trasportarli su e giù. È ovvio che un pochino di confusione su no, i compiti che rientrano non rientrano così rischia di nascere. Però, come dicevo prima, questo è proprio il classico esempio. Siccome ognuno di noi ha una situazione unica, è giusto calare le cose nella propria realtà. Quindi va bene, si può semplicemente spiegare. Ci sono delle cose che tu, come parte della famiglia, io mi aspetto che tu faccia, farti il letto, tenere in ordine, aiutarmi a cucinare, apparecchiare queste cose qua. Poi ci sono dei compiti che invece spetterebbero a mamma e papà. E se tu vuoi aiutare, sappi che puoi guadagnare qualcosa. Detta così, secondo me è facilmente comprensibile. Certo, sì, non fa una piega così E così coinvolgiamo anche loro in questa decisione, perché poi magari loro pensano delle cose a cui noi non pensiamo. Quindi magari potrebbe anche venire da loro un'idea perché loro, alla fine i bambini scegliere. Esatto. Per esempio Alessandro sceglierebbe tutta la vita la raccolta differenziata. Arianna invece impazzirebbe per il discorso di aiutare con svuotare gli armadi o sistemare. Sì, potrebbe davvero essere. Per esempio, mi hai fatto venire un'idea adesso che parlavi dello svuotare gli armadi, per noi potrebbe essere una sorta di svuotare le valigie, perché noi che fa? Che passiamo tantissimo da una casa all'altra e più o meno in ogni mese cambiamo cambiamo casa. Potrebbe davvero essere interessante per noi um che siano loro a svuotare la loro valigia dell'home schooling e a fare le mensole, per esempio. E quello però è una cosa che di solito faccio io, che effettivamente non spetta a loro e non non chiederei di fare, però se la metto così e dico se volete guadagnare qualcosa, potete farlo. Potrebbe essere una bella, una bella idea per noi, perché poi alla fine, come dicevi giustamente, è sempre va da di famiglia in famiglia. E una domanda proprio un pochino che magari che è delicata um perché è un po' delicata, però secondo me sarebbe interessante cercare di affrontarla. Um perché mi sono ritrovata spesso con famiglie che magari con i bambini per non spendere i soldi, per esempio per non comprare il giocattolo invece di stare in un negozio e spiegare al bambino um il perché non compriamo il giocattolo? Magari ne ha già tanti, magari ne ha appena comprato uno eccetera eccetera. Insomma non nutriamo consumismo. Insomma, invece di mettersi lì a spiegare magari alcune alcuni genitori ho notato mi è capitato proprio come esperienza diretta con famiglie di amici che dicano non possiamo permettercelo. Cosa ne pensi tu? Perché a primo acchito mhm questa non è una mia espressione tipica, però a primo acchito um non lo so, mi sembra quasi una bugia il non abbiamo abbastanza soldi per comprare x um e magari compriamo y e magari compriamo y però perché compriamo quel yy? Non compriamo quel x che voleva il bambino per esempio e quindi lì diventa è una lo so che è una domanda, un po' difficile tra l'altro ho fatto anche fatica proprio a esprimerla con parole che sento non giudicanti eh però insomma chiediamo la pazienza di di chi ci ascolta a casa. Questa domanda è un male necessario nel senso che emerge tantissimo. In realtà hai detto bene io l'ho detto all'inizio i bambini guardano a noi ma guardano più a quello che che è quello che diciamo, quindi rischiamo di confonderli se diciamo non abbiamo abbastanza soldi per fare questo, ma poi facciamo tanto altro e invece che parlare di non potersi permettere. Il mio consiglio è quello di parlare di priorità, quindi definire quali sono le priorità e si può tranquillamente spiegare che hai già ricevuto questo, um un altro gioco quando l'hanno ricevuto, perché non ti godi quello invece di saltare subito al gioco successivo? Che poi un pochino è quello che accade e poi magari si può spiegare che si ha io, per esempio, con i miei figli i miei figli sanno che abbiamo un budget mensile. Siccome abbiamo degli obiettivi come famiglia, abbiamo un budget mensile e vi faccio l'esempio mio di quando ci siamo trasferiti qua a Gran Canaria, che è stato un processo lungo sette anni, è iniziato nel duemilaquindici perché non è stato così rapido avendo diverse attività, avendo insomma legami e impegni anche economici. Non è stato semplicissimo e quindi siamo riusciti a farlo solo nel duemilaventidue in cui anni però vabbè, Arianna è nata nel duemila e sedici, ma in quegli anni Alessandro era coinvolto. Avevamo questa vision board in salotto dove scrivevamo le cose che volevamo fare e che dovevamo fare per partire. E quindi ogni volta che diventavano un po' troppo esigenti per me è stato facile, perché gli dicevo possiamo fare questo, ma se facciamo questo si allontana. La casa al mare allontana il trasferimento perché non possiamo fare tutto nello stesso momento? Semplicemente e loro hanno imparato ad autoregolarsi molto bene con questa cosa. Anche oggi che l'obiettivo è raggiunto ce ne sono altri e e comunque anche loro hanno imparato che per esempio, se dobbiamo fermarci fuori a cena, per esempio mio figlio mi dice sempre mamma, stasera vorrei mangiare là abbiamo budget perché sono io la Depositaria e però è un bellissimo messaggio, perché tanti lo vivono come pesante. Non lo è innanzitutto anche dire non lo compriamo perché non abbiamo soldi. Non è un messaggio leggerissimo e rischia di scatenare preoccupazioni sincere tra l'altro e quindi anche lì stare a attenta e invece parlare con trasparenza. I bambini capiscono sia il concetto di priorità sia il concetto che famiglie diverse hanno disponibilità diversa, sia che periodi diversi in periodi diversi abbiamo disponibilità diversa, capiscono tutto. Se abbiamo la pazienza e dedichiamo il tempo di spiegarglielo. Bello, tra l'altro hai detto una cosa a cui vorrei allacciarmi. Mhm. Ovvero hai detto che potrebbe anche generare delle preoccupazioni, perché il mio approccio di solito è proprio quello di non evitare conversazioni che possono generare preoccupazioni o conversazioni scomode, tipo la morte, proprio perché spesso e volentieri sento che coinvolgere i bambini e spiegare ai bambini sia più efficace proprio per, um togliere le preoccupazioni. Quindi tu cosa ne pensi del condividere? Per esempio, se una famiglia ha problemi finanziari, che cosa ne pensi del condividerlo con i bambini? Quello sì. Però quello che ti dicevo io è generare una preoccupazione quando non è motivata, cioè dire non posso permettermi qualcosa quando non è così. Non mi piace molto proprio nell'ottica di mi sembra scarsa trasparenza, no poca. Poi loro stesso avvertono questa poca coerenza, questa dissonanza. Ma come? Non avevamo i soldi, però abbiamo fatto questo, abbiamo preso quell'altro. Invece guarda, io ho fatto anche dei programmi con quelle che vengono chiamate famiglie disagiate, che è un termine che non non mi entusiasma, ma tant'è um e ne abbiamo parlato. Ed è proprio l'approccio vincente è quello di condividere con i figli la realtà delle cose proprio per, um, tarare un pochino le loro aspettative. E ho chiesto a loro invece di andare a insegnare, ho chiesto a loro che cosa facevano. Ad esempio ho lavorato in una bellissima comunità egiziana a Milano e ho chiesto a loro cosa facevano um per riuscire a spendere meno per veicolare i bambini. Loro hanno molto radicata il la, il discorso del risparmio, a volte anche un po' a discapito del presente. Però quando si tratta di famiglie con poca disponibilità ci sta. E quindi ho ascoltato quello che mi raccontavano loro che ad esempio, che dicevano che limitavano alcune cose a una volta al mese, tipo la pizza fuori e e e poi allora loro hanno chiesto a me cosa posso fare se i miei figli vogliono la pizza sempre o la vogliono ogni settimana gli ho detto andate al supermercato, comprate la roba e la fate tutti insieme. Così diventa anche un'attività di famiglia e questa cosa è piaciuta tantissimo. E tra l'altro così se la fanno come vogliono loro, diventa un gioco. A volte le soluzioni più semplici, che sembrano le più banali, non sono banali affatto. Ad oggi uno dei giochi preferiti dei miei figli è quando io gli faccio la caccia al tesoro. La faccio io coi bigliettini di carta in casa e il premio è qualcosa che abbiamo già in casa. Può essere una torta può essere un film che ci sediamo a guardare e può essere qualcosa che magari era nella credenza da un po'. Volevano mangiare e gli ho sempre detto no, dai, oggi ho mangiato questo e perché alla fine il divertimento del gioco e no e non è che tutto perché questa è un'altra obiezione che ricevo tanto, eh, ma ormai fare tutto costa soldi, non è vero, ci sono tantissime cose. Ne ho parlato anche su Instagram. Tantissime cose che si possono fare gratis è che anche se ci lamentiamo, spendere dei soldi è più facile che mettersi a pensare e organizzare qualcosa. E lo dico nel modo meno giudicante possibile perché sono la prima che lo ha fatto e ogni tanto ci casca e lo fa perché è più facile dire ti compro il il videogame, ti compro l'app piuttosto che spengo quello che sto facendo e ti dedico. Il tempo è verissimo. Questo è un messaggio secondo me importantissimo e ed è un messaggio verso il quale anche io sto cercando di fare tantissimo lavoro per trasmetterlo alle famiglie, perché credo che sia davvero importantissimo ritornare un pochino, fare un pochino un passo indietro e cercare davvero di guardare il tempo che che passiamo con i nostri figli e renderlo più semplice, in un certo senso anche più, più, più basico proprio cercare di ritrovare il divertimento anche nelle piccole cose, come dicevi tu, per esempio una caccia al tesoro che è una cosa che facciamo anche noi, spesso anche solo per trovare la merenda, per esempio, anche se non se non è una cosa proprio, anche solo per divertirci, perché spesso e volentieri davvero dimentichiamo il divertimento e pensiamo al divertimento è Disneyland Paris? No? E questo secondo me è veramente è veramente un bellissimo messaggio. Chiuderei con questo messaggio Giulia, perché è veramente lo lasciamo così lo lasciamo processare nelle menti e l'ultima, cosa che ti chiederei però è proprio raccontarci un pochino dove possiamo trovarti se hai dei progetti nuovi oltre a questo e-book, come possiamo trovare questo ebook che mi piacerebbe che tutti leggessero? Allora io vi rimanderei al sito perché c'è tutto lì. Oltre a questo e-book ci sono anche altri materiali gratuiti che magari possono essere utili. E il sito è Giulia filio punto it. Facile, facilissimo, il libro appunto l'ebook lo trovate lì con tanta altra roba e su Instagram sono piuttosto attiva e quindi anche lì non ho la presunzione di avere tutte le, come dico sempre, di avere tutte le risposte. Però sono bravissima a fare domande e a insegnare agli altri a farsi le domande giuste per trovare le proprie risposte. Quindi lì cerco di dare suggerimenti e di fare formazione divulgazione sempre con un linguaggio comprensibile a tutti, terra a terra e partendo perché io parto sempre da quello che chiedono i follower, quindi non è che provino della roba, ma chiedo sempre cosa mi interessa tra questo e questo, che argomento mi piacerebbe, quali sono le difficoltà? Così cerco di fare qualcosa di mirato che sia utile perché quello che mi preme è che sia utile, oltre a tutto quello che trovate sul libro e sul su Scusate, sul sito trovate anche il mio libro che è uscito il trenta novembre. Quindi fres- freschissimo lo trovate su Amazon e anche in qualche libreria fisica, perché comunque è è non è frequentissimo nelle città più piccole, devo dire perché ovviamente ogni libreria compra i libri che vuole e si intitola soldi piccole scelte, poi grandi risultati ed è edito da Dwt Human, che è una casa editrice in forte crescita. E in questo libro ho parlato di tutti gli argomenti che ho potuto ricollegare al denaro e anche ovviamente questo su figli e denaro è coadiuvata da una bravissima pedagogista con cui collaboro da un po' e poi c'è anche tutta una parte molto interessante su come costruire un rapporto sano, superare gli errori di pensiero e e la sostenibilità e il riuso che sono temi che per me sono importantissimi. Bello, fantastico! Grazie Giulia, davvero. E tra l'altro voglio solo fare un ultimo piccolo appunto. È raro oggigiorno ascoltare questa espressione ovvero sono bravissima a penso che troppo poco riconosciamo le cose in cui siamo davvero bravi e quindi mi è piaciuto tantissimo che tu l'abbia detto um e invito davvero Mhm se posso lasciare anche solo un piccolo semino um su questo dettaglio su questa frase e spegnete l'episodio adesso e pensate a cosa sarete davvero bravi perché credo che sia un un bellissimo esercizio difficilissimo tra l'altro Giulia Grazie grazie mille per il tuo tempo e alla prossima! Grazie a te Carlotta Ciao! Grazie! Ciao alla prossima! Grazie Wow! Un tema, un po' diverso. Oggi mi rendo proprio conto delle tematiche che sto affrontando cominciando ad affrontare sul podcast che i miei figli stanno crescendo. Mannaggia, parliamo già di soldi, ma in realtà abbiamo capito che probabilmente dovremmo parlarne sempre dall'inizio come qualsiasi altra cosa. Quindi ringrazio ancora una volta Giulia che mi ha e ci ha dato tantissimi strumenti pratici per avviare la conversazione. Mi ha chiarito dubbi e mi ha davvero incuriosita sulla possibilità di suggerire qualche lavoro retribuito per Oliver e per Emily in casa. Vi farò sapere come va. Vi saluto e vi do appuntamento al prossimo episodio di educare con calma e vi ricordo ovviamente che mi trovate anche su www punto la tela punto com e su Instagram come la tela di Carlotta Blog. Buona serata, buona giornata o buonanotte a seconda di dove siete nel mondo. Ciao ciao.

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«Educare con calma» è un bel principio di cui a me mancava solo un dettaglio: la calma. Questo podcast è un resoconto del mio viaggio interiore di genitore.

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