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Episodio 112 ·

Adozione e disabilità: la testimonianza di Maria Vittoria

In questo episodio di Educare con Calma condivido con voi la storia di Maria Vittoria, una delle persone che avevano lasciato la loro testimonianza per l'episodio su disabilità e Montessori, ma che avevo tenuto per pubblicare a parte, talmente mi aveva colpita. Spero arrivi anche a voi, perché credo che spesso le storie che ci colpiscono siano anche quelle che provocano un cambiamento dentro di noi.

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benvenute e benvenuti a un altro episodio di educare con calma in qualche episodio passato abbiamo parlato di disabilità, di metodo ABA, di metodi alternativi come potrebbero essere quello di Montessori. In realtà avevo una testimonianza in più che però ho deciso di tenere da parte per un episodio a sé stante e ed è la testimonianza di Maria Vittoria Maria Vittoria Maria Vittoria mi hai conquistato il cuore proprio vorrei conoscerti e ti starei ad ascoltare, ad ascoltare per ore ed ore ed ore e chissà spero, magari in un futuro, di avere la possibilità di di venirvi a trovare. Magari mi piacerebbe veramente tantissimo Maria Vittoria mi ha scritto siamo entrate in contatto perché lei ha comprato il mio corso Schooling e um un giorno le è venuto in mente che le avevo appunto. Avevamo parlato di questa mamma che voleva sapere se c'erano dei metodi diversi da Aba e Maria. Vittoria ha voluto raccontarmi la sua esperienza con la disabilità. Lei ha due figli che um tra virgolette, scrive naturali e due adottivi. I due figli adottivi sono diversamente abili e la sua famiglia è sempre stata molto intensa perché quando aveva quattro anni i suoi genitori hanno adottato il primo dei suoi fratelli diversamente abili e lei è proprio cresciuta così in condivisione in rapporto in relazione con la disabilità. Adesso i suoi fratelli, diversamente abili e adottivi, sono diventati nove e lei ha seguito quattro di loro con L'home Schooling con due è ancora in ballo, nel senso che sta ancora facendo homeschooling. Um, a maggio si è laureata in Scienze e Tecniche psicologiche, è operatrice di pet therapy e proprio quest'anno nel Duemila e ventidue ha iniziato a seguire um Pet la la la pet therapy anche nelle scuole primarie oltre che negli asili, poi è consulente del portale, è formata con scuole diverse e anche qui la sua attenzione è più verso la disabilità e i bimbi adottati o in affido. Insomma, capirete anche voi perché la sua storia mi ha affascinata immediatamente e le ho risposto alla mail chiedendomi chiedendole Per favore, inviami un messaggio vocale in modo che io possa um, offrirlo alla al nostro team del podcast, alla nostra community del podcast a cui dovremmo dare un nome, che ne so, tipo Pod Squad o qualcosa del genere. Però, ecco, um vi lascio con le parole di Maria Vittoria. Ho riso con lei ho pianto con lei, ho ascoltato il gallo con lei, lo ascolterete tutti e quindi vi vi lascio con le sue parole Ciao Carlotta, sono Maria Vittoria. Finalmente ce l'ho fatta. E allora la nostra esperienza familiare complicati però anni fa l'adozione non era come oggi che ha due miliardi di limiti e questo ha un po' permesso ai miei genitori di occuparsi di tutti questi miei fratelli diversamente abili. E hanno cinque ormai i ragazzi in adozione e poi hanno delle tutele degli affidi sine die di tutti questi ragazzi che alla fine a livello familiare hanno situazioni complicate. Oppure una tutela di una ragazza che arriva dalla Romania e che si è portata in Italia a madre Teresa in braccio e sai a Madre Teresa i documenti non li chiedevano e poi per noi è stata una tragedia, un altro è un ragazzo armeno anche lui tutela perché l'armenia non permette le adozioni internazionali. Quindi ecco tante situazioni che si accavallano un pochettino e per me poi è stato un po', un susseguirsi di eventi, nel senso che quando mi sono sposata io mi sono detta non voglio che questa modalità familiare um venga un po' imposto a mio marito perché io ho uno spirito di accoglienza che un po' per genetica, un po' perché ho sempre vissuto così. Um, so essere molto alto, ma è anche giusto che ognuno si prenda i propri spazi. Poi, in realtà, siccome i bambini diversamente abili non è così semplice portare per loro un'adozione sana. Ecco, e siamo stati contattati da un tribunale chiedendo se volevamo occuparci di questa bimba down. Noi ci abbiamo pensato un attimo e poi io sono anche una persona abbastanza realistica in questo e mi sono detta noi non abbiamo fatto niente per questa adozione. Ma è stata un po' questa adozione che ha trovato noi e ho parlato con mio marito e gli ho detto cosa facciamo e consapevoli che il percorso di adozione dura veramente una vita. Abbiamo detto Va bene, iniziamo. Quindi abbiamo presentato domande in tribunale minori. Abbiamo fatto tutti i colloqui, ma siccome dura veramente una vita, eh, ci abbiamo messo due anni e mezzo e tantissimo se pensi a un bambino in quella fase così delicata. Quindi per fortuna questa bambina aveva già trovato casa, ma noi avevamo questa domanda di adozione attiva e così il tribunale di Milano ci ha proposto Giulio che ce l'ha proposto così viviamo un bambino che vivrà due mesi, ha una distrofia tonica di steiner e quindi sappiamo già che non vivrà a lungo. Però vogliamo cercargli una famiglia. Io non ci ho pensato due volte, onestamente abbiamo detto subito di sì e con noi c'era già benedetta che è la nostra primogenita, che adesso quest'anno fa i sedici anni e Giulio quest'anno di anni ne compie tredici. Quindi scusami è una storia che racconto spesso, ma mi emoziona sempre. Quindi ecco, le cose vanno sempre in modo molto diverso da quello che si pensa. E poi è arrivato Edoardo, mentre io ero incinta di sette mesi. Il tribunale di Roma questa volta ci ha fatto la stessa proposta perché c'è questa bambina che ha vissuto in un campo rom e non ha mai visto i genitori, è sempre stata con i nonni. Poi è è veramente particolare la loro modalità e quindi ci ha detto nessuno vuole questa bambina, sette famiglie l'hanno rifiutata perché anche lei è un po' particolare. In realtà poi è una patologia genetica che siamo riusciti ad indagare e così siamo andati a prendere anche Stella e adesso siamo felicemente in quattro e Stella quest'anno di anni ne fa diciotto e quindi ecco poi vabbè, ognuno di loro ha la sua storia personale molto, molto complicata. E però devo dirti che secondo me in questo caso essere in tanti è una grande forza perché viviamo tutti insieme, ognuno con le sue difficoltà. Ma i ragazzi si aiutano, si spronano in una maniera pazzesca. Scusami, abbiamo il pollaio in casa. Questo è il nostro gallo E quindi ecco siamo una piccola comunità um e viviamo un po' così io tra l'altro beh, ieri mi sono laureata in Scienze tecniche Psicologiche, quindi adesso proseguirò per la magistrale con Giulio e con Stella abbiamo fatto uno scoli con Giulio. Lo sto ancora facendo, nel senso che lui sulla carta sarebbe in seconda media um stella a causa dei servizi sociali ho provato a mandarla a scuola e però dopo l'ho ritirata um è stato è stata un'esperienza orrenda. Lei era ritornata a provocarsi episodi di autolesionismo, quindi io lì mi sono proprio messa di traverso e ho detto Non mi interessa niente di quello che dite voi e la vostra socializzazione e e quindi niente. Poi lei ha fatto ha finito il percorso obbligatorio scolastico da privatista, come si dice qui. E così poi vabbè, abbiamo fatto sling anche con un altro dei miei fratelli che ha una sindrome di down e adesso finiamo il percorso scolastico con un'altra delle mie sorelle che è qui in affido e ha un disturbo cognitivo importante e anche una base di epilessia. Quindi ecco la la mia esperienza è in questo non ho seguito un metodo particolare, ho sempre preso di tutto un po' perché è complicato a seconda della disabilità, cercare di inquadrare la modalità giusta. E quindi ho sempre preso un po' dalla cara Montessori, un po' da Steiner, un po' veramente Vabbè, dalla disciplina dolce, perché quando subentra una patologia trovare una via di entrata devi veramente cercare di capire soprattutto qual è la via di entrata giusta per quel bambino. Quindi io ho cercato sempre di unire un po' tutto e per veramente per esigenza. E conosco Aba lo conosco marginalmente nel senso che non lo pratico. Ho letto, mi sono un po' informata, alcune mie colleghe lo utilizzano molto e io con i bambini autistici che ho in terapia perché tra le altre cose sono operatrice di interventi assistiti con gli animali, la vecchia pet therapy e lavoro in un centro che si presenta una sorta di fattoria didattica. In realtà è proprio un centro di pet therapy e siamo supervisionati da una psicoterapeuta e ognuna di noi ha in carico dei bambini. Io ho dei bimbi autistici e facciamo pet therapy perché l'animale è un potentissimo mezzo di comunicazione che non puoi controllare e che tantissime volte ci dona degli imprevisti. E per i bambini è un imprevisto positivo perché sanno che se lo fa l'animale io ascolto, mi metto in ascolto e cerco di accogliere e di andare avanti insieme a lui. Quindi la mia visione è un po' più così. Ecco ah beh, è molto schematico e ci sono persone convinte che per i bambini autistici lo schema funziona. E io dico che sicuramente funziona lo schema, ma che ogni tanto um è giusto provare a sdoganare un pochettino un pezzettino perché poi questi bambini vivranno nel mondo, quindi io cerco sempre di buttare in mezzo qualcosa in più e l'ultimo bimbo che ho visto autistico che ha iniziato da pochissimo con lui le sedute non tollera i rumori e quindi immaginati quando entri in una fattoria c'è la mucca l'asinello il cavallo. Ognuno fa il suo verso, quindi a piccole dosi. Sto cercando di aiutarlo in questo senso e oh mio Dio! Nove minuti di vocale. Scusa, adesso chiudo. E però ecco, sicuramente per quanto riguardava è più che valida. Ma ci sono anche tante altre cose che si possono affiancare, perché la cosa che io ho un po' vissuto nei confronti delle diverse abilità è che più strumenti hai e più riesci in diverse situazioni a mettere i ragazzi a proprio agio perché per tanti è veramente veramente complicata. Quindi ecco, io esploro sempre un po' tanti mondi per avere più opzioni possibili e mi sembra di averti detto tutto e niente e basta. Ti ringrazio tantissimo del contatto e basta. Buona giornata e scusami per la lunghezza, però concentrare tutto è sempre un po', un casino Ciao e niente. Io mi sono innamorata di Maria Vittoria, della sua famiglia, della sua positività, del suo ottimismo, della sua risata e non posso fare altro che ringraziarla davvero. Non so neanche che cosa aggiungere a questo punto, perché io credo che persone come Maria Vittoria e i suoi genitori, il marito di Maria vittoria. Mi è piaciuto molto il fatto che ci abbia raccontato anche di questo aspetto del suo matrimonio. Davvero penso che persone come come loro siano dei doni in questo in questo mondo e sono felice di poter regalare questo dono anche a voi che ci ascoltate da casa. Um, questo è proprio solo un episodio breve per raccontarvi l'esperienza di Maria Vittoria. Chissà, magari un giorno riusciremo a trovarci in modo da parlarci in diretta in un altro episodio del podcast, in modo che ci racconti di più. Se avete delle domande potete lasciarle nei commenti all'episodio e chissà, magari riuscite ad organizzarlo. Nel frattempo ringrazio ancora una volta Maria Vittoria. Ringrazio ancora una volta voi che ci state ascoltando da casa e vi ricordo che mi trovate anche su Instagram come la tela di Carlotta blog e chiaramente anche su w w w punto la tela punto com buona giornata. Buona serata o buona notte a seconda di dove siete nel mondo. Ciao ciao

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«Educare con calma» è un bel principio di cui a me mancava solo un dettaglio: la calma. Questo podcast è un resoconto del mio viaggio interiore di genitore.