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Episodio 108 ·

Una lettera di una mamma a suo marito

In questo episodio di Educare con calma condivido con voi una bellissima e, per me commovente, lettera di una mamma a suo marito (con il suo permesso): lei ha voluto condividerla con me per ringraziarmi del mio aiuto in questo percorso e io ho voluto condividerla con voi perché tutte le case sono in fiamme. Ricorda: la genitorialità è l'esperienza condivisa di essere umani insieme, togliamoci l'armatura e condividiamo le nostre insicurezze. 

Grazie, Giorgia!

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benvenuti e benvenute a un altro episodio di educare con calma. Oggi vi lascio le parole di Giorgia con il suo consenso, ovviamente, perché quando le ho lette ho pensato tutti dovrebbero leggerle. E visto che il mio tutti in questo caso siete voi dall'altro lato di questo microfono e di questo schermo che mi ascoltate siete la mia Pod Squad o il mio pod Club. Come lo chiamiamo? Sapevo che era qui che dovevano finire queste parole di Giorgia, quindi ve le leggo. Ah, premetto che ho dato dei nomi fittizi alle sue bimbe, quindi non sono i loro nomi veri. Me li sono inventati, eh? Però, ecco ci tenevo semplicemente a dirvelo. Okay, vado. Cara Carlotta, mentre scrivevo il messaggio che ho scritto stasera a mio marito che è via per lavoro, ho pensato che la sola persona che potesse davvero capirmi nel profondo sei tu. Tu dirai Ma chi ti conosce? In effetti scusa la confidenza, ma ti seguo con stima e affetto che quasi mi sembra di conoscerti. Ho scritto questo a mio marito dopo una serata difficile di pianti in una fase difficile della mia bimba. Febbre e malessere di questi giorni oltre all'arrivo della sorellina di sei mesi che per quanto adori, le ha comunque stravolto la vita e sembra alla costante ricerca di certezze, di amore. Questo è quello che ho scritto a mio marito e voglio condividerlo con te e premetto che era stato ospite per poche ore il nonno che aspettava con tanta enfasi e che abita lontano. È stata una serata difficile per Greta per le sue crisi, che comunque ho gestito bene anche perché per fortuna Melissa non si è svegliata. La cosa che più mi dispiace è che chi vede questo dall'esterno probabilmente rimane così spiazzato e posso capirlo se non si è abituati. Per questo non giudico da rischiare di etichettare Greta come una bambina che fa tribolare senza tener conto della visione d'insieme, ma solo dell'aspetto peggiore della sua essenza. Io posso dirti che sicuramente è difficile gestire queste sfuriate in piena notte o con una mega stanchezza, ma credo anche che il mondo di pregiudizi spavaldo, cruento e il diventare adulti ha abituato le persone a non ascoltare, ad evitare questi eventi. Soffre soffocando con le minacce e le punizioni che sì funzionano all'istante, ma non creano nulla per il futuro. A volte anche io con la stanchezza. Mi sconforto, mi chiedo se sia la strada giusta, ma poi faccio un bilancio e sinceramente considero chi è nel suo ottantacinque percento del tempo si può migliorare, si cresce insieme e si deve sperimentare. Non esiste un dogma per tutti. Io sento che sia giusto tenere fermezza, limiti chiari e costanti senza avere timore di stoppare un comportamento che mette in pericolo lei o gli altri. Questo è un dovere farlo con fermezza per la sicurezza di tutti, nel mio piccolo fregandomene di dogmi e giudizi altrui. Per quanto a volte è spiacevole come vedere tuo padre andarsene per un po', per non poter più sentire le sue urla. Questo però non cambia nulla verso di lei. E gliel'ho detto nel pieno della sua crisi Le ho detto Senti, io ti voglio bene sempre, anche adesso, ma in questo momento non riesco a stare con te perché sei troppo agitata quando vorrai. Io sono qui per te, okay? Nel giro di cinque minuti si è calmata. Mi ha quasi spiazzato di tenerezza per quanto in quel momento fosse indifesa e bisognosa di amore. Sì, perché dietro al suo morso, alle sue urla c'è comunque una richiesta di attenzione e di amore. Amore che io non le farò mancare. È un allenamento, si sta conoscendo, esplode di emozioni come un vulcano, tira fuori senza indugio tutto ciò che le passa dall'istinto, cosa che la maggior parte degli adulti non è abituato a fare perché è abituato a soffocare, dall'infanzia ogni sentimento oppositivo, per rispetto del patriarcato. Queste sono delle prove per me, per te, per lei, ma che le daranno modo nella vita di capire fino a dove può arrivare e come ritrovare la strada per ritrovare una pace con se stessa. Almeno è quella spinta fortissima che mi spinge a perseguire questo percorso tanto difficile quanto straordinario di ricerca nel rispetto reciproco. Mi sento di aver imparato da lei un'altra lezione di vita non semplice ma tanto potente quanto stimolante nel fare ancora meglio per il futuro. E poi scrive a me Ecco, perdona il messaggio prolisso Carlotta, ma siccome mi ha così colpito il tuo punto di vista sulla guerra in particolare, mi ha fatto riflettere anche su ogni gesto che compio nella mia quotidianità. E di fatto, con il tuo discorso di qualche mese fa mi hai spinto a fare concretamente qualcosa ogni giorno della mia vita. Di questo ti sono grata. Sono due anni che ho iniziato uno splendido percorso di crescita personale e professionale, ma ammetto che gli stimoli che a volte le tue riflessioni scaturiscono sono così illuminanti che mi sento davvero di doverti ringraziare a nome mio, ma anche del futuro dei fortunati che alle spalle Scusate mi commuove sempre a fare parte del percorso di qualcuno. Sapevo che mi sarei commossa mannaggia continuo, ma anche del futuro dei fortunati che alle spalle gli viene coltivato questo rigoglioso semino del rispetto verso se stessi e verso gli altri. Mi sono commossa perché questo che ha detto sulla newsletter che avevo inviato sulla pace per me è veramente un punto molto, molto, molto, molto, molto emotivo e ed è davvero qualcosa a cui penso probabilmente ogni giorno nella relazione con i miei figli e e quindi mi fa non solo piacere, ma mi dà speranza verso il futuro, um che qualcuno lo senta e lo viva così come lo vivo io. E poi mi ringrazia per il tempo che ho dedicato a leggerla. E aggiunge un PS PS La più bella lezione che ho imparato nel diventare mamma è che l'aspettativa è la peggiore rovina per la serenità d'animo delle persone. E la peggior strategia da attuare con i figli è proiettarle la loro identità secondo le nostre aspettative di ciò che vorremmo. I figli che a trentasei anni si ritrovano a temere il giudizio altrui, a sentirsi insicuri, a sentirsi l'ombra dei propri genitori, hanno dovuto ricostruire una identità, facendo un lavoro immenso con se stessi, facendo pace con la propria essenza e imparando a gestire le emozioni. Spero per le mie figlie che non arrivino a trentasei anni per impararlo. Grazie Carlotta. E a voi io dico quello che ho scritto a lei, ovvero che leggere parole di qualcun altro che avrei potuto scrivere io mi ha fatto un effetto incredibile. Mi ha ricordato tutto il percorso, spesso in salita, e mi ha emozionata più di una volta. Tutte le volte che lo leggo mi emoziono e pensavo che l'avessi di averlo letto talmente tante volte ormai da non emozionarmi più. E invece no. Perché? Perché è un percorso meraviglioso questa presa di coscienza così profonda. E poi io davvero mi sento estremamente onorata di fare parte dei percorsi individuali, del percorso di Giorgia, ma anche del tuo percorso che mi stai ascoltando. Quindi davvero questo per me è un è un'emozione che non finisce mai, è un'emozione che continua a dare un regalo che continuo a dare. Ecco, quando ricevo messaggi così, um tutto ciò che all'inizio mi sentivo sentivo un po' questa sindrome dell'impostore come dire ma dai! Ma come com'è possibile com'è possibile che io io con la mia poca conoscenza di essere genitore con i pochi anni che di esperienza nell'essere genitore, perché per me davvero non si tratta neanche dei titoli di studio? A questo punto si tratta veramente dell'esperienza umana del buonsenso dell'esperienza umana e che ovviamente, da parte mia ha anche dei titoli di studio alle spalle che però condivido poco, perché vabbè, voi sapete la mia opinione al riguardo e e quindi davvero per me più che l'esperienza di essere genitore um la genitorialità è l'esperienza condivisa di essere umani, esseri umani insieme condividere le nostre insicurezze, togliersi l'armatura e condividere davvero quello che che sentiamo nel più profondo condividere i momenti in cui ci sbagliamo, quelli in cui ci rialziamo, quelli in cui ci diciamo sto sbagliando tutto, quelli in cui il senso di colpa ci sembra assolutamente impossibile da tollerare e e poi invece ci guardiamo allo specchio e ci diamo una pacca sulla spalla e ci diciamo Dai, Carlotta, non importa. Perdonati, Vai avanti tu sì che ce la puoi fare. Ce la puoi fare lo stesso. Questo è stato solo un piccolo, minuscolo um inciampo e domani riparti con nuova energia con nuova grinta, con nuova consapevolezza, con una nuova lezione. E questo per me è uno del delle più belle esperienze che la genitorialità mi ha regalato e che si riflette poi su tutta l'esperienza dell'essere umana. Quindi grazie grazie a voi perché attraverso i vostri percorsi, io davvero ripercorro il mio ogni volta che mi scrivete, ogni volta che mi raccontate di voi che condivide con condividete con me le vostre esperienze, le vostre, anche i vostri fallimenti, quelli che i vostri occhi sono vostri fallimenti e che io vi dico Questo non è un fallimento. Questa è una bellissima È un bellissimo momento in cui puoi imparare, um e che ti aiuterà domani a fare meglio e domani a fare diversamente, se non meglio. Perché in realtà, secondo me sto cominciando a pensare che davvero non ci sia un meglio, ma che ci sia semplicemente un diverso e che ogni versione nuova di noi è una versione diversa da quella precedente. E probabilmente sì, è una versione che apprezziamo di più, ma non per questo può essere meglio o peggio. E credo che a volte vedersi in nell'ottica del meglio possa davvero in un certo senso, togliere tantissimo all'esperienza dell'oggi. E oggi noi siamo que-, siamo questa versione di noi stessi e dobbiamo onorarla e celebrarla e perdonarla e accoglierla. Okay, ho parlato a raffica, non so neanche quello che ho detto e però questo è davvero dovrebbe essere davvero uno dei miei ragnatela. In cinque invece sono dieci minuti. Magari dovrei davvero decidere che le ragnatele possono essere di qualsiasi lunghezza. E poi scrivo ragnatela in cinque ragnatela in dieci ragnatela in venti più che altro come un Guardate che questo è un episodio di pensieri ragnatela Attenzione, attenzione, attenzione, lasciate ogni speranza Voi che entrate um un'ultima cosa che ci tenevo a dire a dirvi è che mi è piaciuto tantissimo uno dei messaggi che Giorgia ha inviato a suo marito nel nel messaggio che gli ha scritto Scusate il gioco di parole che l'accettazione di sua figlia e la consapevolezza che i suoi comportamenti scomodi sono una richiesta di attenzione, una richiesta di amore, una richiesta che una bambina così piccola non sa esprimere in altro modo, se non con questi comportamenti scomodi. E soprattutto e qui vi chiedo davvero di tatuarmelo nella mente, soprattutto che il comportamento dei nostri figli in quei momenti di crisi che sono crisi normali, che fanno parte del loro sviluppo naturale e normale. Il comportamento dei nostri figli in quei momenti di crisi non riflette il genitore che siamo, anche se chi guarda da fuori, come scrive Giorgia, magari non lo capisce e magari lo critica o lo giudica. Penso si facciano dei grandissimi disservizi ai bambini quando agiamo nei loro confronti, mossi dalla vergogna per quello che pensa la gente di noi o per quello che pensiamo che la gente pensa di noi. Um per quello che pensa chi è fuori da noi e da quella situazione noi ci conosciamo, noi conosciamo i nostri figli. Noi sappiamo oggettivamente chi sono i nostri figli, nell'ottantacinque percento della vita, come scrive Giorgia, anche se so che quando ci sono fasi difficili sembra che sia un quindici percento. Ma è una sensazione perché quando ci siamo um è davvero difficile um vederlo con oggettività E se lasciamo passare magari anche solo qualche giorno o qualche settimana questa fase un po' scema, se riusciamo a rimanere calmi in questa fase, poi riusciamo davvero a vederlo con più oggettività. Noi genitori abbiamo più esperienza di chiunque altro come genitori dei nostri figli e per accompagnarli nelle loro crisi e quell'esperienza e quella consapevolezza di avere quell'esperienza dobbiamo portarcela dietro ovunque. Quando usciamo di casa, quella dovrebbe diventare la nostra armatura come un super potere che ci dice concentrati su ciò che sai. Concentrati sul genitore che sai di essere, sul genitore che l'altro giorno tra le mura di casa, nella vostra intimità. Ha saputo gestire bene la crisi di sua figlia senza perdere la parola, ma offrendole calma, perché la nostra calma diventa la loro calma. Ecco, quello è il genitore che sei. E non permettere a nessun altro di lasciare che con il suo giudizio o anche solo con il suo sguardo, faccia traballare la tua consapevolezza. Ecco un'altra ragnatela di pensieri ma che davvero spero che vi sia arrivata con tutto l'impeto che con cui la sento io dentro di me. Perché quando vi dico queste cose veramente vorrei in qualche modo accelerare il processo. Invece di piantare un semino vorrei piantare già un albero intero, perché questi concetti secondo me, contano di più di qualsiasi altro altro trucco della genitorialità. Ecco, io credo davvero che siano proprio questi momenti di consapevolezza queste prese di coscienza così profonde come diceva Giorgia, che poi rimangono con noi e ci accompagnano in ogni situazione, anche quelle più scomode. Okay, basta, basta, vado, vi saluto. Ho detto già di più di quello che volevo dire, ma se continuo così posso anche continuare a parlare, probabilmente fino a domani e vi ringrazio per la vostra pazienza con le mie ragnatele di pensieri. Spero che davvero possano piantare dei semini. Vi ricordo che mi trovate anche su Instagram, come la tela di Carlotta blog e ovviamente su w w w punto la tela punto com. Buona giornata. Buona serata o buonanotte a seconda di dove siete nel mondo. Ciao ciao

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«Educare con calma» è un bel principio di cui a me mancava solo un dettaglio: la calma. Questo podcast è un resoconto del mio viaggio interiore di genitore.

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