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9 promemoria sui NO che diciamo in casa

Carlotta Cerri
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Quando lavoro con i genitori nei miei corsi online, uno dei consigli che ripeto più spesso è di non entrare in una lotta di potere (quando noi diciamo NO e loro sì). Le lotte di potere sono malsane per tutti, bambino, genitore e relazione. Uno degli strumenti più efficaci per ridurle è rivedere la quantità di NO che diciamo ai nostri figli: i limiti sono necessari, ma troppi limiti sono controproducenti.

9 promemoria sui NO che diciamo in casa

Pensa all’adulto dietro al bambino

Educazione positiva e disciplina dolce sono un tipo di educazione a lungo termine, che educa pensando all’adulto che il bambino diventerà: un adulto capace di pensiero critico, che contesta le ingiustizie e gli abusi di potere (compresi i nostri), che non ascolta ciecamente le autorità (compresa la nostra).

Non significa non dire no

Educazione positiva non significa non dire NO. Nella società non esiste libertà senza limiti e la famiglia è la prima società che il bambino vive. Educare in positivo significa rispettare la volontà del bambino ed evitare le lotte di potere (inutili e controproducenti) esponendo i limiti in maniera positiva.

Non salire sulla sedia → Sulla sedia ci sediamo. 

Il bambino non fa ciò che vuole

Educazione dolce non significa che il bambino fa ciò che vuole, ma che la relazione genitore / figlio non è una gerarchia: è squadra e tante decisioni si prendono insieme (fin da piccolissimi i bambini sono capaci di prendere decisioni). 

Non stare in piedi sulla sedia → Preferisci sederti sulla sedia con le gambe incrociate o a farfalla?

I NO non insegnano

Quando tuo figlio sente “Non toccare quello” spesso la sua mente registra “toccare quello”: il NO si perde. I NO non insegnano un comporta-mento, insegnano un non comportamento: dicono “non fare così perché lo dico io”, ma non danno gli strumenti per capire il perché e per scegliere in futuro un comportamento diverso, che lo farà sentire meglio. 

Quali NO sono importanti?

Se diciamo continuamente NO ai nostri bambini, come fanno a sapere quali sono davvero importanti? “Non toccare la pietra, non salire in piedi sulla sedia, non toccare il forno bollente”: quale vuoi che tuo figlio ascolti senza esitazione? Tieni quel NO (che gli salva la mano da un’ustione) e rimuovi gli altri. 

Il giudizio non ti definisce

Liberati del giudizio: il tuo valore di genitore non si misura con il comportamento di tuo figlio né con l’opinione altrui. Se tuo figlio vuole togliersi le scarpe in mezzo alla strada o uscire senza giacca in inverno (il freddo non dà un raffreddore), permettigli questa esplorazione sensoriale. Diciamo troppi NO inutili, creando lotte di potere che potremmo facilmente evitare.

Meno limiti più ti ascolta

“Dammi la mano per attraversare”: se tu figlio non vuole darti la mano, si crea la lotta di potere. La mano per attraversare non è necessaria, è necessario che si fermi alle strisce pedonali: lavoriamo su quello, sui limiti (regole) davvero importanti. Quando dai pochi limiti, chiari e ragionevoli e lavori molto su quelli, a lungo termine è più probabile che tuo figlio ti ascolti.

I risultati li raccolgono loro

Educare i figli significa educare prima noi stessi: dobbiamo avere l’umiltà di capire che stiamo imparando a fare i genitori proprio come i bambini stanno imparando a fare le persone. I risultati dell’educazione a lungo termine non sono immediati e spesso non li raccogliamo noi: li raccoglieranno i nostri figli da adulti. 

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