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Chi sa ancora sorprendermi

Carlotta Cerri
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Non avendo ancora un medico qui a Marbella – quello che noi chiamiamo “della mutua” – per ogni starnuto che mi preoccupa o che Google non sa spiegare, devo andare al pronto soccorso. Oggi sarebbe stata una delle solite visite. Dai il tesserino sanitario alla segretaria, fotocopia, ti mettono un ridicolo braccialetto bianco di carta al polso con il quale puoi accedere alla sala d’attesa. Attendi, ti visitano, esci, prendi il bus e torni a casa.

Questa mattina, invece, al posto della solita fermata del bus, c’era un enorme cantiere e un minuscolo cartello: “La parada ha sido cancelada a causa de las obras. La parada mas cercana está a la rotonda del Hospital”.

Muy bien.

Percorro i 500 metri che mi separano da quella che credo la rotonda dell’ospedale, dove l’enorme scritta “Hospital Costa del Sol” subito mi rassicura e mi fa pensare di essere nel posto giusto. Purtroppo però, non solo non ci sono gli orari del mio bus 54… non c’è nemmeno la fermata!

Nonostante l’evidente bufala, voglio fidarmi di quel minuscolo cartello letto poc’anzi e aspetto. 10 minuti. 20 minuti. Mezz’ora. Tre quarti d’ora.

Ok. Niente bus.

Frustrata e infreddolita – sì, a volte fa freddo anche nella Costa del Sol – torno verso l’ospedale. Sulla via incontro una signora sulla sessantina con il marito a braccetto ed essendo io donna – gli uomini non fanno “certe cose” ;) – CHIEDO dove posso trovare una fermata del bus.

La signora, senza esitare, mi risponde con un’altra domanda:

“Dónde vas?”

“Marbella, al centro.”

“Eres sola?”

“Sí”

“Vente conmigo. Yo voy por Marbella y paro poco antes del centro”.

20 minuti dopo ero nel centro di Marbella, scendevo dalla macchina e ringraziavo con un sorriso a 360 denti l’amabile signora che ancora crede che le persone possano essere buone e si fida del suo sesto senso e del prossimo in un mondo in cui sempre vincono, invece, pregiudizio e sospetto.

Devo ammettere che ancora qualche ora dopo sorridevo pensando alla insolita, ma piacevole esperienza. So che non è stato un gesto eclatante. In fondo, mi ha semplicemente offerto un passaggio verso dove era diretta senza fare deviazioni né allungare la sua solita strada. L’eclatante è che lo ha fatto. Mi ha guardata, non sapeva nulla di me, ma si è offerta di aiutarmi.

Ancora adesso, scrivendolo, scuoto la testa e sorrido sorpresa. È talmente raro incontrare persone che spontaneamente ti offrono il loro aiuto, che quando capita è una vera, genuina sorpresa.

Alla sera, al telefono, ho raccontato l’accaduto a mia nonna che, tra lo stupito e il preoccupato, mi ha detto: “E tu ti sei fidata ad andare con una sconosciuta?”.

Ecco, appunto. È così raro che le persone mi sorprendano…

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