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Episodio 127 ·

L'arrivo di un fratellino o sorellina non è solo gioia!

In questo episodio di Educare con Calma vi leggo il messaggio di una mamma e la mia risposta sulla chat del mio corso Educare a Lungo Termine: è una riflessione importante perché 1. è una situazione che vivono molti genitori e 2. troppo spesso non pensiamo che per un bambino l'arrivo di un fratellino o di una sorellina sia anche un momento molto doloroso che va accolto con empatia (nell'episodio ti spiego perché). Concludo con una riflessione importante sulla cura di sé, un messaggio che spero ogni genitore possa ascoltare con accoglienza.

Trovi il video dell'episodio su YouTube: «L'arrivo di un fratellino o una sorellina non è solo gioia» 

:: Per approfondire

Fratelli e sorelle di Percorsi Montessori

È uscito in edicola il volume che ho scritto per la collezione Percorsi Montessori: si intitola «Fratelli e Sorelle» e tratta proprio delle sfide e della meraviglia che è la relazione tra i nostri figli (la collezione è di Corriere e Gazzetta dello Sport a cura di Studio Dispari. Ringrazio specialmente Rosella, Sara e Valeria per il loro incredibile lavoro!).

Trascrizione automatica:

Benvenuti e benvenute a un nuovo episodio di Educare con Calma. Se mi stai guardando su youtube ti comunico che sono seduta sul letto con un computer, con il computer sul cuscino su di me, quindi magari ci saranno dei movimenti del video ma come dico sempre la forma è meno importante del contenuto quindi spero che il contenuto sia valido. Per tutti gli altri che mi state ascoltando, un grande benvenuto di nuovo e oggi parliamo di un tema a me molto caro perché è un tema che ripeto praticamente 3 o 4 volte al giorno a molti genitori che mi scrivono e per farlo vi leggerò il messaggio di un genitore, questo messaggio me l'ha scritto sulla chat del corso e vi leggerò anche la mia risposta e poi farò un'ultima conclusione finale. Ho tutto programmato, vediamo se questo programma non interferisce con la mia ragnatela di pensieri. Vado. Dunque il messaggio dice "Buongiorno Carlotta, ti scrivo perché avrei bisogno di qualche parola di conforto, non so più dove sbattere la testa. La mia bimba ha quasi tre anni a maggio, io sono incinta di sei mesi e nascerà a maggio. In due anni di vita avrò a mala pena urlato un paio di volte perché grazie al tuo corso e all'aiuto di altre belle persone su Instagram sto cercando di proseguire con un'educazione dolce a lungo termine. Ma in questi mesi ogni giorno è una continua lotta, un continuo no per tutto. No da parte mia e no da parte sua, mi è piaciuto che l'ha specificato. Solo in casa perché fuori sembra un'altra bambina sia all'asilo, frequenta un asilo nel bosco e le maestre sono letteralmente innamorati di lei, hanno detto che è una bimba molto introversa ma sensibile ed empatica verso gli altri bambini, sia quando andiamo in gita fuori casa. Io devo ammettere che da quando sono incinta sono molto meno paziente, urlo per niente, piango per niente, ho una grande rabbia addosso e non so perché. Si chiamano ormoni questi. Quindi poveretta scarico su di lei. Però anche lei! So che i bambini non sfidano, però io le spiego il perché, le dico di no, ma alla fine finisco, finiamo, perché anche mio marito fa così, sempre per urlare e strapparle di mano le cose. Oggi ad esempio giocava con una corda con una pallina di legno attaccata in fondo e si divertiva a lanciare in aria la corda, ma era un gioco decisamente pericoloso, quindi le ho spiegato il motivo per cui non potevo permetterle di farsi male. Lei diceva "no" e continuava finché ho dovuto toglierglielo. Oppure lancia sempre le cose. Io cerco di spiegarle, che si lancia la palla e non gli oggetti, ma ha già rotto un paio di giochi e una cosa di vetro. Mi sono sempre fidata di lei, quindi non sono quella che nasconde le cose di vetro. Preferisco spiegarle. Non ce la faccio più, sto sbagliando un sacco, ho deviato tantissimo dai miei propositi e mi sento un vermicello. Grazie per aver letto ed essere arrivata in fondo. Un abbraccio. Prima di tutto ci tengo a dire che messaggi così ne ricevo tantissimi e credo che sia bello proprio cercare... mi piace tanto essere lì per loro, essere lì per questi genitori, perché credo che a volte abbiamo anche solo bisogno di un conforto, di una parola di conforto più che di soluzioni vere e proprie. Ed è anche per questo che spesso più che dare risposte faccio domande. Però questo messaggio è un messaggio veramente molto tipico sia della fase dei due anni, ma soprattutto della fase in cui arriva un nuovo membro della famiglia e i comportamenti in casa cambiano tantissimo e ci sono tantissimi comportamenti scomodi in casa. Ed è per questo che ho deciso di parlarne sul podcast e di regalarvi la risposta che ho dato a questa mamma. Ve la leggo. Ciao carissima. Allora prima di tutto ti chiedo di fare uno sforzo grande grande grande in questo momento ed essere gentile con te stessa. Non stai assolutamente sbagliando così tanto come pensi e soprattutto hai bisogno davvero di cercare di guardare anche un po' oltre lo sbaglio, guardare anche un po' a quello che è la parte dopo lo sbaglio, che è quella in cui rimedi, in cui chiedi scusa, in cui spieghi come mai ti sei comportata così, eccetera eccetera eccetera. A volte crediamo che dobbiamo non sbagliare assolutamente con i nostri figli, in realtà il messaggio più importante che possiamo trasmettere loro è che lo sbaglio fa parte della vita? È un amico e che anche noi genitori sbagliamo. Ovviamente non è bello nel momento, ci sentiamo poi tutti in colpa dopo, tristi o delusi, però poi arriva anche la parte in cui rimediamo e la parte in cui chiediamo scusa e quelle sono parti davvero davvero davvero importanti. Quindi se lo stai già facendo non sottovalutare l'importanza di quelle parti, prendi le come una piccola vittoria, come qualcosa per guidarti una pacca sulla spalla. Ora, detto tutto questo, quello che io leggo è assolutamente normalissimo. Ricordati che quello che sta per vivere tua figlia e con lei tutta la vostra famiglia è un cambiamento gigante, ma davvero immenso, il più grande cambiamento della la vita di tua figlia fino ad oggi. Quindi vorrei invitarti a guardare a tutto quello che sta succedendo e ai comportamenti di tua figlia come a un riflesso di questo cambiamento. Io lo so che ti sembra assurdo e dici "sì ma io sono incinta, lei non capisce ancora la "gravità" del cambiamento che sta per arrivare". In realtà ti assicuro che lei lo capisce. Sai perché? Perché sente la tua energia e visto che tu senti tensione e preoccupazione perché tu sai razionalmente che sarà un cambiamento gigante e lo temi un pochino come normale che sia, lei riflette l'energia che sente da te e quindi lei in questo momento sta capendo che questo cambiamento è un cambiamento molto importante, non sa ancora che cosa significhi ma sa che sarà qualcosa per cui essere tesi come ti senti tu, perché lei riflette quello che tu provi. E quando mi dici che lei si comporta così solo con voi e che altrove è un'altra bambina, vorrei farti riflettere che è normale e anche sano. Significa che si fida di voi. E proprio perché lei si sente più al sicuro con voi in casa e queste manifestazioni grandi di emozioni forti, sente di poterle fare solo con voi, perché è con voi che sente di poter essere se stessa, ed è di voi che davvero si fida, si fida che voi l'accoglierete e probabilmente non sente la stessa accoglienza a scuola, o ancora, o almeno non ancora. L'ultima cosa che mi sento di dirti è di provare a pensare a come sarà il cambiamento che arriverà. Ci pensiamo poco perché ovviamente sarà bello, sarà un nuovo membro della famiglia, sarà emozionante, sarà pieno di amore. Ma per tua figlia, e voglio proprio dirlo in maniera dolce ma diretta, sarà anche un lutto perché morirà la famiglia come la conosce adesso, come l'ha sempre conosciuta. Quindi magari arriveranno anche momenti che possono essere perfino più complicati di quello che state vivendo adesso e ti chiedo proprio di mettere le cose in prospettiva e guardare proprio a tutto l'insieme della vostra vita in questo momento e cercare di vedere anche il positivo proprio per concentrarti su qualcosa che effettivamente sta funzionando e non solo sui tuoi errori, perché questo alleggerirà anche la tua tensione e la tua preoccupazione, invece di farti concentrare solo su quello che stai sbagliando in questo momento e che vedi come negativo. Quindi ecco, io davvero credo che nel momento in cui tu ti rilassi, si rilasserà anche lei. Per farlo hai bisogno oltre a cercare di guardare la tua vita e trovare un pochino le cose che stanno funzionando che stai facendo bene, non solo quelle che stai sbagliando, secondo i tuoi standard. Cosa che è difficilissima perché noi non siamo stati abituati dall'educazione che abbiamo ricevuto dalla scuola a vedere le nostre forze, siamo stati abituati a concentrarci sulle nostre debolezze, sui nostri errori. Oltre a tutto questo credo davvero che tu abbia bisogno di un po' di momenti per te stessa, momenti in cui ti prendi cura di te, che sia una passeggiata piuttosto che un libro, piuttosto che un bagno lungo, piuttosto che una cena con le amiche, tu sai quali possono essere nella tua vita e come ricercarli quei momenti. Ti invito ad incrementare quei momenti per te, a cercare proprio di dare priorità a prenderti cura di te. E ora ultima cosa per gli esempi concreti che mi dici, per esempio il lancio, il gioco con la corda e la pallina di legno, vorrei darti alcuni spunti di riflessione. Per esempio, quando mi dici della corda e della pallina di legno io per esempio non l'avrei corretto perché credo che quello sia un minimo minimo minimo minimo dolore che lei possa provare se per caso sbaglia in questo gioco. E vale la pena a volte cercare di evitare quel no che va a creare la lotta di potere, soprattutto quando lei sta facendo un'esplorazione sensoriale così affascinante e vedere come va, perché magari non sarebbe successo nulla o magari la pallina le sarebbe finita in testa e le avrebbe fatto un piccolo bernoccolo, però da lì avrebbe imparato e non sarebbe stata una cosa troppo "pericolosa" da lasciarle fare. Quindi ti invito anche a guardare la quantità di no e cercare di capire come ridurli. Per quanto riguarda invece il lancio delle cose, probabilmente questo si risolverà un pochino già con il cercare di non controllare il comportamento, ma di alleggerire la tua energia in questo momento. Quando lei sente che c'è energia più rilassata, secondo me anche questi piccoli comportamenti finiranno. E ovviamente però il rispetto per le cose che si possono rompere è importante, quello sì che diventa un limite. Mi chiedo però e ti chiedo se magari visto che le piace molto tirare per esempio non possiate inventare dei giochi per tirare le cose per esempio quando vedi che lei sta tirando qualcosa in casa le puoi dire mi è venuto un momento un gioco che possiamo fare tirando dei bastoncini e sai che tra l'altro si fa proprio alle olimpiadi vieni andiamo fuori e proviamo Magari questo è un po' un'alternativa al gioco della palla. Io cerco sempre di motivare i genitori a pensare fuori dal convenzionale, dal pensare in maniera creativa. E poi uscite di casa, prendete dei bastoncini di legno e fate proprio... Provate a tirarli, vedete chi lo manda più lungo... Insomma, provate cose diverse proprio per soddisfare quel bisogno che lei ha in quel momento di tirare. che magari è un bisogno intrinseco o magari non è neanche un bisogno di tirare, ma è proprio solo una espressione di come si sente lei dentro in questo momento, che sta attraversando questa emozione grande, che lei non capisce, e quindi lo esprime in questo modo, e lo esprime a casa, perché a casa di voi si fida. Spero di averti dato una visione generale e di averti offerto anche qualche spunto di riflessione da cui partire per fare un passo indietro, forse, perché spesso dobbiamo fare un passo indietro per poi poterne fare qualcuno avanti. Ok, questo è l'audio che ho mandato a questo genitore sulla chat del corso e ci tengo a raccontarvi un'ultima cosa prima di salutarvi. Spesso il mio primo consiglio quando i genitori mi dicono che non ce la fanno più e quando sento questa grandissima fatica è invitarli a prendersi tempo per sé, perché non possiamo dare agli altri quello che non diamo noi stessi e quindi se io non mi offro gentilezza e pazienza e cura di me non posso offrire nulla di tutto ciò ai miei figli o a nessun altro. In questo caso la metafora della caraffa funziona veramente bene. Se io sono vuota non ho nulla da versare nella relazione. Devo prima tornare a riempirmi. E spesso quello che mi scrivo nei genitori quando io dico questo è che non hanno tempo. E allora io dico loro che non è vero che non hanno tempo. E semplicemente che non sono abituati a cercarlo e non sono abituati a dedicarsi tempo. quindi impostano la propria vita in modo da lasciare il minimo tempo indispensabile per se stessi. E allora li invito a pensare in maniera creativa. E a tale proposito vi leggo una conversazione con una mamma nei messaggi privati di Instagram e questa mamma era una caraffa vuota, mi ha scritto un messaggio in cui ho sentito proprio, percepito proprio dentro di me la sua fatica e non aveva proprio nemmeno più una goccia da versare e allora io le ho scritto questo. La risposta sincera è difficile da digerire, ma te la propongo lo stesso. È sempre possibile mettersi al primo posto. Richiede solo iniziare a virare verso la direzione che vogliamo e rendersi una priorità. Senza questo primo passo, la gestione della rabbia e della stanchezza è difficilissima. Per esempio, cerca una babysitter e dedica un dedicati un po' di tempo per te. Purtroppo non è un'opzione non farlo se vuoi cambiare le cose. Nel senso che non è un'opzione non dedicarsi tempo per se se vuole cambiare le cose. E allora lei mi ha scritto "magari potessi, i soldi non ci sono. Infatti non andrà neppure alla scuola materna". E allora io le ho risposto scava un po' più a fondo e prova a trovare una soluzione creativa. Rinizia da te. E lei non mi ha risposto subito. È passato qualche giorno e poi mi ha riscritto. "Cara Carlotta, dopo il tuo messaggio di qualche giorno fa mi sono guardata dentro. Sono riuscita a farmi un bagno da sola e per me vuol dire tantissimo. Ne avevo davvero bisogno. Poi sono uscita impasseggiata con la mia bimba e per caso ho incontrato una ragazza vicina di casa, con un bimbo di un giorno di differenza dalla mia. Abbiamo chiacchierato come se ci conossemmo da sempre. Io ho trovato un'amica e mia figlia un compagno di giochi. Grazie. E voilà, ha pensato in maniera creativa. Non avrà risolto tutti i suoi problemi, non avrà risolto tutta la sua stanchezza, non avrà risolto tutta la sua rabbia ancora, ma quello è un primo passo e lei si è dimostrata che anche quando sente di non poter cambiare nulla, in realtà può fare un piccolo piccolo minuscolo cambiamento verso la direzione che vuole. E basta, per Per oggi questo è tutto, grazie per il tempo che mi avete dedicato e vi do appuntamento al prossimo episodio di Educare con Calma. Vi ricordo anche che mi trovate su www.latela.com e anche su Instagram come @lateladicalottablog. Buona serata, buona giornata o buona notte a seconda di dove siete nel mondo. Ciao ciao!

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«Educare con calma» è un bel principio di cui a me mancava solo un dettaglio: la calma. Questo podcast è un resoconto del mio viaggio interiore di genitore.

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