Natale è il giorno più triste dell'anno
Continuo a dire che Natale non mi interessa. Che è solo un giorno come un altro. Qui a Marbella, non sembra nemmeno Natale sotto questo infinito cielo azzurro e sole caldo.
Eppure, Natale non sembra un giorno come un altro. È più triste. Anzi, è uno dei giorni più tristi dell’anno.
Mi ritorna in mente la me di 6 anni alla vigilia di Natale, quando lasciavo una finestra un po’ aperta e latte e biscotti sul tavolo per Babbo Natale. Mi ricordo le corse giù dalle scale al mattino all’alba e la meraviglia dell’albero di Natale pieno di regali. Quell’anno, Babbo Natale mi portò Findus, un orso polare gigante — allora più grande di me — che ancora oggi è qui con me a Marbella.
Ma presto smisi di credere in Babbo Natale e quella magia scomparve, sostituita dalla materialità della corsa al regalo natalizia.
Ricordo quando andavo a messa la vigilia di Natale con amici e famiglia e mi riempivo gli occhi della bellezza delle luci natalizie e la mente di buoni propositi. Accendevo una candela, dicevo una preghiera per i meno fortunati e promettevo a Dio di essere sempre migliore.
Ma presto smisi di credere in Dio e nella religione e anche quella scomparve.
Ricordo aspettare con ansia il pranzo di Natale. Ogni anno, la nonna cucinava per due giorni e mai dimenticava le mie polpette preferite. Tutta la famiglia si riuniva per quello che sarebbe stato uno di quei giorni perfetti, sempre forgiati a fuoco nelle nostre menti.
Ma presto i miei genitori divorziarono e anche quella repentina felicità scomparve.
Provammo ancora un paio di Natali insieme, ma dopo l’ultimo — che terminò in grida, pianti e isterie — mi arresi e da allora non torno più in Italia per le feste. Natale per me non era più regali e cibo, era famiglia — una bellissima riunione di famiglia — e quando la famiglia “scomparve”, Natale perse tutto il suo significato.
Ma per qualche strana ragione, quando arriva questo periodo dell’anno, il ricordo della felicità passata mi perseguita. Adoravo Natale e mi piacerebbe poter ancora dire lo stesso.
Sono finita per caso su questo post oggi, non lo avevo mai letto. Quanta consapevolezza in più sento oggi quando parli del Natale!
Certo, la malinconia per quei momenti non più ripetibili magari resta (per me resta, perché quel profumo di famiglia non l'ho più sentito da quando ai miei 23 anni è mancato mio papà)...però io vedo con quanta forza la Carlotta di oggi guarda la piccola Carlotta di questo post ❤
Ps. Due giorni fa è capitato un discorso inaspettato su befana e babbo natale, e Gabriele mi ha chiesto a bruciapelo se esistono (forse la sua mente da seienne che va verso l'astrazione?)...e io, che da tempo sulla scorta delle tue riflessioni meditavo su come fare a dirgli la verità, ho colto la palla al balzo e gli ho detto che no esistono. Inizialmente ha pianto, giustamente, mi ha detto che questa cosa lo rendeva triste, e io gli ho detto che capivo perché anche a me era successo, ma che avevo scelto di essere sincera, perché penso sia giusto esserlo.
Il giorno dopo ha scritto la lista dei dolci da chiedere alla befana (con 9 mesi di anticipo 😅) dicendo che la spedirà...a me! 😂
Cara Rosalba, ti ringrazio. Avevo dimenticato completamente questo post, ma appena ho letto il titolo ricevendo il tuo commento, le parole ache avevo scritto sono tornare chiare alla mente. Tenero rileggermi e sapere che forse avevo solo bisogno di trovare il mio Natale, che mi rispecchiasse e riflettesse i miei valori, per smettere di considerarlo uno dei giorni più tristi dell'anno 🌸