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Non forzare i tuoi figli a chiedere scusa

Carlotta Cerri
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So che quando altri genitori ti guardano e si aspettano che obblighi tuo figlio a chiedere scusa al loro, può essere difficile prendere la decisione di non farlo. In quel momento possiamo scegliere di compiacere le aspettative della società o educare nostro figlio a dire scusa perché lo sente e ne capisce il motivo (e ovviamente scusarci noi con il bambino “vittima”, in modo che non manchi il modello di rispetto). La seconda opzione educa a lungo termine.

Non forzare i bambini a chiedere scusa. Le scuse forzate non insegnano nulla. Risultano solo in parole non sincere dette per evitare la nostra vergogna di genitori e il giudizio della gente. 

Quando forziamo i bambini a chiedere scusa, i nostri figli non stanno imparando il rispetto, o a fare diversamente la prossima volta, Le loro scuse sono vuote. Inoltre il nostro sentimento di vergogna mette anche loro in una posizione di vergogna nella quale non imparano nulla, anzi, ciò che imparano è che chiedere scusa è qualcosa che ci fa sentire in imbarazzo, di cui dobbiamo vergognarci. E poi ci stupiamo se ancora oggi così tanti adulti non sanno chiedere scusa. Invece di forzare a chiedere scusa, chiedi tu scusa per loro. Modella con il tuo esempio, e loro quando lo interiorizzano e sono pronti, lo seguiranno. 

Qualche spunto pratico in più

  • Quando tuo figlio fa male a un altro bambino, invece di forzarlo a chiedere scusa, puoi:
  • Ripetere che cosa è successo: “Sei corso in bagno e hai spinto tua sorella. Lei è caduta e si fatta male” (questo li aiuta ad associare l’emozione al comportamento).
  • Notare le emozioni altrui: “Tua sorella piange e sembra che le faccia davvero male” (questo insegna empatia).
  • Incoraggiare a risolvere il problema: “Che cosa potremmo fare per aiutare tua sorella?” (questo insegna a pensare a soluzioni invece che concentrarsi sul problema).
  • Chiedere all’altro: “Chiediamo a tua sorella che cosa la aiuterebbe a stare meglio?”. (questo insegna che non a tutti piacciono le stesse cose. Abbiamo l’abitudine di suggerire un abbraccio, perché magari sappiamo che a nostro figlio piace un abbraccio, ma l’abbraccio piace alla persona che abbiamo ferito?)
  • Usa “la prossima volta” per pensare ad alternative di comportamento: “La prossima volta potresti chiederle gentilmente di spostarsi. Vuoi che pratichiamo?”. (praticare un comportamento aiuta molto più che parlarne: in Montessori le chiamiamo “lezioni di grazia e cortesia”).

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