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Episodio 171 ·

Litigi nella coppia (diretta con Alex)

In questo episodio di Educare con calma vi ripropongo una diretta che avevo fatto con Alex su Instagram a dicembre 2022, quando uscivamo da un periodo molto sfidante per la nostra relazione e riflettevamo su ciò che ci aveva insegnato.

Parliamo di conflitti nella coppia, di quanto sia utile e costruttivo litigare, anche davanti ai nostri figli: come scrivo nel mio libro «Cosa sarò da grande», l’obiettivo non è non litigare, ma imparare come litigare.

Nella diretta menzioniamo:

  • L'episodio 121 del mio podcast;
  • Due libri di cui non ci ricordiamo il titolo, ma non sono essenziali (😅);
  • La mia mentore più grande su temi di relazione di coppia, Esther Perel, e il suo TED talk «On cheating».
benvenuti e benvenute a un nuovo episodio di educare con calma. La settimana scorsa vi ho parlato attraverso le parole di Zaira shaker di condivisione del carico nella coppia e quindi oggi mi è sembrato proprio un proseguimento perfetto riproporvi una vecchissima diretta che io e Alex avevamo fatto su Instagram nel dicembre del Duemila e ventidue in Nuova Zelanda, quindi oltre un anno fa, in cui parliamo di conflitti nella coppia di quanto sia utile e costruttivo litigare. Come dice la mia amica Karen Taranto Il litigio è relazione e di quanto sia importante secondo me farlo anche davanti ai nostri figli. Come scrivo nel mio libro? Cosa sarò da grande l'obiettivo di una relazione non è non litigare, ma imparare come litigare. Quello che ascolterete oggi fa parte di un periodo davvero sfidante della nostra vita. È stato quando Alex ha avuto il burnout, dovevamo lanciare quella che oggi è tutta la tela. Ci stavamo lavorando già da un anno e mezzo e volevamo proprio lanciarla in quel dicembre e invece avevamo deciso di posticipare il lancio per prenderci cura della nostra salute mentale. Mhm, questo riassume un pochino quella che è la politica aziendale sulla tela. Noi raramente abbiamo scadenze, le cose, i prodotti, i contenuti escono quando sono pronti. Diamo loro il tempo che serve. Ma proprio perché ci diamo noi il tempo che ci serve, l'audio che ascolterete. Inizia parlando di un altro episodio del podcast, il numero centoventuno, in cui condividevo un aggiornamento di vita personale, ovvero proprio parlando di quella fase di burnout di Alex, um, che stava ovviamente influenzando proprio anche la decisione di rimandare il lancio di tutta la tela, ma anche proprio la nostra relazione di coppia. Infatti tutto quello che ascolterete è una lunga e molto onesta condivisione di vulnerabilità nella quale i io e Alex raccontiamo con trasparenza di un profondo momento di crisi che per noi però è stata anche una palestra per praticare empatia, onestà, comunicazione rispettosa anche e soprattutto nei litigi che ci hanno fatto soffrire di più. Alex parla a tratti in inglese, a tratti in italiano Io faccio del mio meglio per tradurre, ma purtroppo non sempre lo faccio e quindi vi ringrazio per la vostra pazienza. L'audio è un po' sporco, perché era appunto una diretta che stavamo facendo su Instagram e inoltre eravamo all'aperto con i bambini che andavano e venivano chiudevano porte giocavano nei dintorni. E quindi ecco di nuovo grazie per la vostra pazienza. Solo tre piccoli appunti prima di lasciarvi all'ascolto. Prima di tutto parliamo di noi, di me, di Alex, di chi siamo noi. Anzi, forse parliamo di chi eravamo noi perché siamo in continua evoluzione. Oggi siamo già persone diverse da allora siamo una coppia diversa, sicuramente più consapevole. Quindi probabilmente oggi di alcune cose avremmo parlato un po' diversamente. Qui parlo di come noi viviamo i nostri litigi di, anzi vivevamo i nostri litigi e non è valido per tutti. Ecco, una cosa che vorrei proprio che fosse chiaro è che non vogliamo insegnarvi nulla attraverso questo episodio del podcast. Stiamo veramente solo parlando io e lui come parliamo a casa, sul divano, nelle nostre conversazioni, nei momenti di dialogo è un po', come se vi te le portassi in una delle nostre riunioni da tra adulti, quelle che consiglio ai genitori e alle coppie per fare il lavoro sulla relazione. E poi quando parlo del fatto che ognuno di noi può crearsi le proprie regole, ci tengo a specificare che ovviamente parlo della nostra realtà, del nostro spicchio di mondo in cui siamo nati con questo grandissimo privilegio che abbiamo, perché penso che sia sempre importante ricordare che non è così ovunque, ma noi abbiamo questo privilegio. E poi alla fine parliamo del fatto che noi scegliamo di litigare davanti ai bambini. Parliamo di come li coinvolgiamo, come gestiamo i litigi davanti a loro. E vorrei ricordarvi che parlo di tutto questo in maniera molto più diretta e costruttiva e chiara nel capitolo diciotto del mio libro cosa farò da grande? Ci ho dedicato un intero capitolo perché penso che sia veramente importante. Okay, non aggiungo altro. Vi lascio all'ascolto delle nostre riflessioni di allora e chissà che non possano piantare qualche semino e aiutare magari anche qualche piccolo vostro momento di crisi di litigio nella coppia. Buon ascolto. Di cosa trattava il podcast? Beh, non non sto a ridire tutto quello che è successo nel podcast io l'ho ascoltato stamattina e ho pensato Mamma mia, che okay, Comunque in realtà volevamo fare anche questa live, perché vogliamo ringraziarvi per tutti i messaggi, tutto il vostro supporto che lo sentiamo ed è per questo che a me piace condividere con voi. Perché boh, io ve lo dico sempre, siete un po' come una grande famiglia. Questo è un po' quello che che volevo dirvi in questa diretta. Ma volevo anche farvi vedere che stiamo bene, di non preoccuparvi. Um che stiamo bene. Non stiamo divorziando. Non ci stiamo separando. Non ancora. Non ancora. Um anche se Alex una sera ha sognato che che mi lasciava cioè, veramente c'è qualcosa qua nella psiche No, dai, mi riassumo quello che sto dicendo perché mi stava chiedendo se c'è qualche esperto dei sogni. Praticamente però adesso mi fai venire il dubbio. Non mi ricordo se effettivamente vi ricordate la giornata che di cui vi ho parlato, che per noi è stata un po', un prima e un dopo um, ci sono state tante giornate in questi ultimi mesi che sono stati prima e dopo però questa giornata qua in Nuova Zelanda, quando i nostri amici ci hanno hanno preso i bimbi li hanno tenuti per tutta la giornata e noi abbiamo veramente avuto tempo di arrivare alla fine, alla fine, alla vera, al fondo vero e proprio Dove dove fa male proprio delle conversazioni. E stavamo e quindi Alex mi diceva che non si ricorda se quel sogno in cui ha sognato che mi lasciava è arrivato è venuto prima o dopo quella conversazione? Perché lui diceva mi sembrava che fosse venuto dopo. Come dire lascio andare quella parte. Lascio andare quel pensiero, No, lascio andare quel che non è mai non è mai stato un pensiero razionale proprio tra da nessuno dei due. Nel senso che Eh sì, a volte ne parliamo e parliamo. Ma cavolo, se continuiamo così, come facciamo ad arrivare su quella cavolo di panchina? Però in realtà non c'è mai la il pensiero del non ci arriviamo su quella panchina. Il pensiero è un po' Cavolo, quanta fatica c'è per arrivare su quella panchina. Però secondo me quel sogno era prima di quella conversazione che cos'è che volevi dire? È vero questo che è stato è stata una giornata molto importante, anche perché è il giorno in cui abbiamo deciso che ogni volta che litighiamo, ogni volta che c'è un problema, invece di andare al fondo del problema al fondo della conversazione, di ricavare tutto il terreno che avevamo già coperto, forse è più utile a questo punto, visto che alla fine continuiamo a scavare e e ricoprire, scavare, ricoprire da diciassette anni praticamente alcune conversazioni che è vero, sembra che tutte le volte scaviamo più a fondo e scaviamo più a fondo e scaviamo più a fondo. E che cavolo. E quindi una cosa importante che abbiamo deciso quel giorno è di cercare di concentrarci su l'ho, scritto anche nel post su Instagram, sul momento, su quella conversazione su quel problema, invece di guardare tutto il l'insieme e quindi appunto qua che mi diceva di lago forse serve anche non non analizzare tutto troppo nella coppia, intendo. Ed è proprio quello a cui siamo arrivati anche noi. Io tendo sempre ad analizzare molto, perché per me il mio modo di evolvere e analizzare, analizzare, analizzare, analizzare troppo, troppo. Quindi fin qua fin qua ci siamo arrivati e quindi questa è una cosa che davvero um abbiamo deciso che d'ora in avanti invece di s- ricavare tutto cerchiamo di concentrarci sul che ne so strappare un'e- un'erbetta dai, dai, facciamo il giardinaggio. Um per me è molto fuori dal dalla zona di comfort um um strappare solo l'erbetta e non scavare tutto fino alla fino alla al fondo, perché in un certo senso il mio problema che ho con quello con questa nuova mentalità e che mi sembra quasi di ingoiare mi sembra quasi di non dire le cose. Mi sembra quasi che rimanga una sorta di ingiustizia. Cioè, se lui fa qualcosa che a me non piace, per esempio, mettiamola da questo da di qua, piccolino. Ovviamente se lui fa qualcosa che a me non piace o che mi dà fastidio, che mi felice ed è una cosa che sa che mi ferisce. Cioè, mi sembra quasi un'ingiustizia parlare solo di quella cosa determinata e invece di la mia mente sta traducendo dall'inglese so che sto parlando un italiano pessimo, ma vabbè, solo quella quella cosa specifica invece di rivangare tutto il passato. Però per la coppia il fatto è che io sono consapevole che lui sa tutto il passato perché l'abbiamo rivangato centinaia di volte. Già. Um quindi devo ricordarmi che la consapevolezza c'è mhm tu lo sai, io lo so, parliamo solo di questa cosa e concludiamo questa cosa e devo dire che da quando l'abbiamo deciso sta funzionando molto meglio, rispondo un attimino a questo qua che dice Alice che dice spesso quando è in una discussione si tirano fuori cose vecchie e perché non hanno avuto spazio di venir fuori in un altro momento e aspettavano di uscire. Questo è quello che pensavo. Anch'io. In realtà ormai sono ho passato questa cosa nel senso che tutte le cose vecchie che noi ris-, ritiriamo fuori. Sono cose che abbiamo detto e ridetto e ridetto e ridetto e ridetto e ridetto e ridetto. Ed è un disco rotto. Cioè io mi rendo conto che praticamente le nostre conversazioni su queste cose del passato, sulle cose che non siamo ancora riusciti a cambiare, della nostra relazione, che ci danno fastidio proprio del linguaggio, della relazione, le abbiamo già dette milioni di volte, ma milioni di volte, forse di più, trilioni di volte, milioni di volte, come si dice miliardi di volte. Ecco, si dice così e non arriva da nessuna parte quella conversazione perché ne siamo consapevoli. Siamo consapevoli di quello che faccio io siamo cons-, siamo, abbiamo la fortuna che entrambi vogliamo ricercare il dialogo. Entrambi sappia- conosciamo l'importanza del dialogo. So che tante coppie non hanno questa questo questa non lo so se è una fortuna o se è semplicemente lavoro, perché alla fine il dialogo è sedersi e fare il lavoro. Quindi se non metti se non ti metti nella condizione di sederti e di fare quel lavoro e cioè io penso che comunque una coppia che si è scelta se c'è un problema voglia sedersi e fare quel lavoro. E se uno dei due è un po' più restio e non vuole, perché ho letto anche una domanda del genere se uno dei due è più restio e non vuole sedersi a fare quel lavoro, probabilmente è quello di cui bisogna parlare. Perché non vuoi sederti a fare questo lavoro con me? Sì, è anche vero che magari dipende anche da come quando tu dici quando ci si siede poi insieme um come va la conversazione? Perché se una delle due parti si sente ignorata e non si sente ascoltata, um ovviamente poi magari piano piano con il tempo non ha più voglia di sedersi e di dialogare perché magari si sente sempre, sente che giudica criticata, ignorata. Quindi quella è anche una cosa che su cui stiamo cercando di fare veramente tantissimo lavoro, perché anche da parte di tutti e due, assolutamente da parte di tutti e due, quello e ed è un è quello di cui parliamo spesso anche tra di noi, che questo ascolto attivo, ovvero cerchiamo di ascoltare l'altra persona ed è una cosa che anche noi facciamo tanta fatica ancora perché spesso e volentieri quando abbiamo un'idea di che cosa vogliamo dire e l'altra persona inizia a dire qualcosa che in realtà sappiamo che sta andando nella direzione. Mhm no, non sbagliata, ma sta andando in una direzione che noi abbiamo già processato. La tendenza è quella di interromperla e dire la tua cosa, ovvero ho già quello l'ho già pensato, però io sto parlando di questo e invece stiamo cercando di evitare questo questo tipo di comunicazione e stiamo proprio cercando di, um imparare a fare questa cosa che non è facile. Quindi stiamo impa-. Lo stiamo cercando di imparare da anni, di ascoltare per capire invece che ascoltare per rispondere. E questo fa una grande differenza. Perché se io ascolto per capire, ascolto con l'idea che c'è qualcosa di valido in quello che l'altra persona sta dicendo e che anche se l'ho già sentito, anche se so già dove va a parare, do il beneficio del dubbio ascolto, magari mi prendo appunti perché questa è anche una cosa che io faccio spesso con il telefono mi prendo appunti um per non interrompere e, appunto, cercare di aspettare fino alla fine della conversazione. Perché magari quello che ha de- quello che ha detto quella persona, in realtà stava andando da una parte completamente diversa. E se invece stava andando proprio dove noi pensavamo che andasse, allora ovviamente poi rispondiamo con quello che avevamo pensato. Però magari ci prendiamo un attimo di silenzio. Una facciamo una pausa, ci riflettiamo e poi parliamo. Sì, ma io stavo parlando. Lui dice che è una cosa positiva il fatto che comunque ci siano che le due persone arrivino alla stessa conclusione. Ma io stavo parlando più di quando per esempio litighiamo e poi cerchiamo di sciogliere i nodi di quel litigio, di quella discussione di quella E tu mi dici per esempio No, ma perché io, um ti ti ho detto che e magari è qualcosa che mi hai già detto. Quindi io penso che tu mi ripeta semplicemente le stesse cose. E allora In quel momento ti dico Ma me l'hai già detto non è così, capito? E quindi secondo me quella è la parte importante in cui invece esatto, quella è un'altra, cosa che stiamo cercando di utilizzare per per sciogliere i nodi e cercare di non dire cose tipo No, ma tu hai detto no, ma tu hai detto no, ma tu hai detto no, ma tu hai detto e prima di tutto cercare di parlare soltanto dei di di noi. Quindi il modo in cui per esempio io mi sono sentita senza cercare di ripetere le frasi perché non abbiamo un registratore ed è non è onesto intellettualmente cercare di ricordare frasi che poi io le ricordo in un modo lui le ricorda in un altro è quello il problema, perché di solito non ricordiamo le frasi esatte, ma ricordiamo l'interpretazione che noi abbiamo dato di quelle frasi e quindi non è neanche onesto intellettualmente puoi prenderle e e usarle per risolvere quella quella quel litigio mhm okay leggo semplicemente qualcosa mi scrivevate appunto che la vive come un senso di ingiustizia, come un ingoiare. Però in realtà io ho cercato davvero di togliere questa togliermi questa idea dell'ingiustizia, ma più che altro perché in realtà forse mi faccio più un'ingiustizia io se continuo a rimanga il passato invece di cercare di trovare um di di avere fiducia in Alex che lui sa da dove arriviamo, lui sa, um tu se le ricorda tutte le conversazioni che abbiamo avuto è un po' quando io voglio andare e scavare, scavare e scavare. Alla fine è un po', come se gli dicessi non mi fido che tu ti ricordi quello che io ti ho detto la volta scorsa o non mi fido che tu ti ricordi quello che io ti continuo a dire da diciassette anni e invece penso che sia giusto per me, almeno non è giusto per tutti, ma per me noi stiamo parlando della nostra coppia, di di come viviamo noi questo momento di difficoltà. Um, penso che sia giusto provare a trovare la fiducia, provare a dare fiducia perché io mi fido di mio marito e e quindi nel momento in cui rimango tutto il passato è quasi come se gli dicessi ti sto ripetendo tutto perché non mi fido che tu lo sappia. Però in realtà lui lo sa. Lui sa che io la vivo come un'ingiustizia e quindi in un certo senso è davvero meglio per noi in questa fase, concentrarci solo su quel determinato punto e su quella frase um che che ci ha dato fastidio. Che poi è una frase sempre diversa, che poi arriva sempre un po' a dire Ecco, abbiamo questo modo di comunicare che non funziona, però invece di concentrarci grazie invece di concentrarci sul modo di comunicare, ovvero su tutto il modo di comunicare che non funziona, che non è neanche vero. Poi si dicono queste frasi che non riusciamo a comunicare, che non è vero. Abbiamo un ottimo un ottimo, ottimo, ottimo dialogo è un'ottima comunicazione che abbiamo creato in questi diciassette anni. Um però invece di concentrarci su quella su tutta la comunicazione che non va, perché abbiamo detto una frase sbagliata, ci concentriamo sul questa frase mi ha fatto male questa frase l'ho sentita come una critica. Come potresti dirla in futuro che in poi è è un po' anche quello che facciamo con i bambini? Perché io uso un metodo con i bambini. E un metodo. E perché usiamo un metodo diverso tra di noi alla fine, cioè quello che usi il il modo che usiamo di comunicare con i bambini e il modo in cui insegniamo loro a comunicare tra loro, a risolvere i conflitti è proprio quello, Cioè imparare a risolvere i conflitti parlando, proiettando verso il futuro, in un certo senso, quindi okay, questa frase non va bene come la cambiamo? Esatto. Questa è un'altra, cosa che Martina dice magari cominciare la conversazione anziché dicendosi cosa dà fastidio dell'altro facendosi dei complimenti reciproci e ringraziarci a vicenda. Okay, questa è una cosa di cui abbiamo anche parlato, ovvero cercare di portare e lo facciamo con i bambini. Per esempio, cercare di portare prima una cosa positiva e poi di dire la cosa negativa. No, no, non te, non te. Ma ci sono due libri che ha letto che sta leggendo. Ha letto da poco uno sul management sul posto di lavoro e uno sul management del di una situazione di un di una relazione amorosa. Quello che dice che entrambi due libri non dello stesso autore, completamente slegati a livello di argomento. Ma entrambi arrivano alla stessa conclusione che è per ogni cosa negativa che dici. Dovresti cercare di trovarne cinque positive, perché quelle negative hanno un impatto molto più e a The Una delle cose che fa davvero la differenza è proprio quanti? Quanti momenti? Dizione positiva. In un certo senso ci sono. Alex ha fatto l'esempio del se io ti guardo e tu mi sorridi. Quello è un momento di connessione positiva. In un certo senso sta facendo altri esempi tipo se sta leggendo qualcosa e dice ad alta voce la reazione può essere può essere diversa la reazione dell'altra persona se io sono nella stanza e lui dice così posso dirgli, per esempio posso ignorarlo. Posso dirgli cioè puoi puoi stare puoi non fare questi versi mentre leggi? Oppure posso dirgli che cosa hai letto? Cosa cosa tipo anche solo un cosa um quindi interessarmi a quello che che ha letto sono anche piccole abitudini quotidiane che effettivamente poi fanno la differenza nel lungo termine e spesso e volentieri secondo me si perdono, si perdono perché poi alla fine la frenesia della vita siamo tutti di fretta. Siamo tutti di corsa, non ho tempo per quello. Um ha de cioè fa dei versi mentre legge mi dà fastidio invece che essere curiosa come all'inizio della nostra relazione, magari di essere curiosa di di che cosa stesse leggendo. In generale la curiosità su la curiosità è è importante in una relazione essere curiosi di quello che l'altro pensa di quello che l'altro fa, dei di de, della giornata dell'altro che è una cosa che magari a volte penso che noi un po' abbiamo perso in quel senso perché comunque siamo insieme talmente tanto un modo per riavvivare, ravvivare, ravvivare come si dice? Vabbè, la fiamma in una coppia è quello di stare lontani e noi questo lo facciamo molto poco. Stare lontani. Però è vero che poi alla fine, quando le poche volte che siamo stati lontani ci manchiamo, forse non siamo stati così lontani a sufficienza da mancarci davvero. Forse dobbiamo stare lontani più a lungo. Sì, un paio di mesi. Un paio di mesi. Se tu tieni i bambini va benissimo. Va bene, eh? Okay, vado avanti a leggere. Se dovessi prendere appunti mentre discutiamo, il mio compagno mi prenderebbe in giro. Dice che già parto. Parlo troppo? No, però vedi, ecco queste cose. Vabbè, adesso l'hai detto come scherzo, ovviamente. Quindi so che magari non che non ti prenderebbe in giro, soprattutto se glielo spieghi. Cosa stai facendo? Ovvero sto voglio ascoltarti attivamente. Voglio ascoltare le tue parole. Voglio capire davvero quello che che stai pensando e non voglio in un modo per farlo e non interromperti. Quindi prendo appunti perché altrimenti a ogni tre parole ti interrompere. Probabilmente. E invece voglio proprio fare un cambio nella nostra nel nostro modo di comunicare. E voglio lasciarti parlare fino alla fine, ma voglio scrivermi per non dimenticarmi, perché altrimenti mi dimentico le cose che per me sono importanti. E magari abbiamo poi bisogno di di parlare proprio di quelle cose. Quindi, ecco adesso l'hai detto come scherzo però è lecito. Anche io all'inizio mi sentivo così. Cioè, mi metto a prendere appunti. Cioè, che stupidaggine. Ah, non puoi puoi adesso dovrà dovrà essere molto più attento con le con le parole che uso. Vedi che funziona anche per questo. Quindi si, ci si filtrano le parole meglio quando forse dovremmo tutti prendere appunti. Um ciao. Sono entrata solo ora, ma ho già capito di cosa state parlando. Come fare a convincere mio marito a fare un percorso così? Lui non è per niente bravo a comunicare. Allora da questo messaggio probabilmente. Ed è una cosa che anche io sto cercando di reimparare e di smettere di dire è che alex non è bravo a comunicare. Alex non comunica come comunico io e quindi il linguaggio della relazione deve necessariamente adattarsi ai due individui che comunicano. Però questa è proprio una cosa a cui sto cercando di fare molta attenzione, perché il fatto che io continui a dire alex non è un buon comunicatore, che sicuramente l'ho detto anche in questa diretta, perché è una cosa che che effettivamente a forza di dirlo ha un po' modellato anche questa immagine di te che non sei un buon comunicatore. Però secondo me dobbiamo rimuoverla questa immagine perché non è vera o comunque non è più vera. Tu comunichi in maniera diversa da me. Comunico meno, comunico con meno parole, con meno emozioni, ma comunico Esatto e E quindi è proprio il linguaggio della relazione che deve adattarsi ai due modi di comunicare. Perché ovviamente io ho il mio linguaggio dell'amore. Lui ha il suo linguaggio dell'amore. Ma la relazione ha il suo linguaggio della relazione. Oh, bella questa domanda. Vorrei parlare con voi di monogamia e del mettere in dubbio questa regola dell'amore dove si ferma la libertà di provare sentimenti. È ovvio amare più figli ugualmente, no? E tra di noi, Erika, qua dovremmo fare una diretta apposta solo su quello. Probabilmente perché io e Alex abbiamo parlato tantissimo in questi diciassette anni di monogamia. Abbiamo scoperto che noi probabilmente non siamo persone che esploreranno la plurimi. Su, su, Ted, penso che si chiami da sì. Quello che ha detto è che proprio riassumendo, al massimo, è che è molto importante capire da dove vengono le regole, da dove arrivano le regole che noi rispettiamo le regole della società, del matrimonio, eccetera eccetera. Um della nostra cultura. Da dove arrivano queste regole? Perché solo nel momento in cui capiamo da dove arrivano, che poi possiamo metterle in discussione se non le sentiamo, se non sentiamo che che ci appartengano? Perché alla fine della fiera ognuno in questa vita può crearsi le proprie regole? Bisognerebbe esplorare di più questa sensazione del della mia vita. Posso crearmi le mie regole nel rispetto degli altri, ovviamente. E poi un'ultima, cosa che di cui vogliamo parlare è come secondo noi questo sta avendo un effetto sui bambini. Inizia tu questo inizio. Io via. Allora io noto, come dicevo anche nel podcast, noto che il loro modo di comunicare tra di loro è un po' cambiato e il loro modo di gestire i conflitti è un po' cambiato e spesso e volentieri vedo proprio che riflette quello il nostro modo di litigare. Che meno pazienza, empatia, meno pazienza, meno empatia, più irritabile. Sì, più irritazione e che che risulta poi anche nello scegliere frasi che non sono fras- le le le frasi che loro conoscono per risolvere i conflitti. Um per farvi un esempio, adesso non mi ricordo un esempio di adesso però il modo in cui i nostri bimbi litigano di solito è um Emily, ti ho detto questa cosa e tu mi hai risposto questo e questa e il modo in cui tu mi hai risposto non mi è piaciuto. Ah, okay Oliver, però tu hai detto questa cosa. Quindi, ecco, cioè anche loro ovviamente parlano dicendo Tu hai fatto questo, tu hai fatto quello è molto normale e anche da migliorabile cerchiamo comunque anche a di di insegnare loro è meglio parlare di sé stessi, eccetera eccetera. Ed è buffo quando glielo diciamo che cercano di trovare le frasi per parlare di sé stessi invece che dell'altro non ci riescono ed è ed è tenerissimo da vedere che però ci provano. Però, ecco, proprio è cambiato proprio nel nel modo in cui reagiscono all'altro giusto? Sì, sì, è vero. Questa era una delle domande che avete fatto prima. Come come reagiscono loro? Perché noi voi sapete che noi almeno io penso che sia molto sano litigare davanti ai bambini, soprattutto quando il si riesce a lavorare sul tipo di comunicazione e quindi c'è una discussione, una una, un litigio costruttivo. In un certo senso, ultimamente ci sono anche stati litigi non costruttivi o almeno una parte del litigio che non è costruttivo. Il loro primo istinto è quello di venire a dirci provate a parlare in maniera più gentile, l'uno con l'altra um e spesso e volentieri quello è una cosa che che noi accogliamo e diciamo immediatamente. Hai ragione, eh? Non stiamo parlando in maniera gentile e proviamo a fare uno sforzo. Siamo molto arrabbiati e ci sono grandi emozioni, quindi cerchiamo anche di usare un linguaggio con loro, che loro possano capire. Però ci proviamo. Hai ragione. Quindi questa è la prima cosa. Non li ignoriamo in un certo senso dicendo che ne so, sono cose da adulti. Esatto. Queste sono cose da adulti e lasciaci stare o cose così. Ecco, questa è una cosa assolutamente fondamentale. Prima di tutto la nostra reazione alla loro reazione. E ovviamente loro vengono a dirci di parlare in maniera gentile. L'uno con l'altra, perché quello è il tipo di comunicazione che noi abbiamo impostato in casa. Um, generalmente riusciamo a mantenerla anche nei litigi. È successo alcune volte negli ultimi nell'ultimo anno. Forse che non ci siamo proprio riusciti molto bene e che quindi abbiamo urlato. Poi magari mi mi vedono piangere, ci vedono piangere e quindi quel momento è nostro. Però non è che cerchiamo di entrare in quel momento e di aiutare loro a processare la situazione. Quel momento è nostro. Poi certamente dopo aiutiamo anche loro a processare la situazione. Ovvero spieghiamo loro che ci sono dei momenti in cui non ci capiamo, in cui non sembra quasi che non parliamo la stessa lingua e e abbiamo bisogno di ritrovare il punto d'incontro. Puoi aggiungere qualcosa a questo, quindi quello che che Alex dice che secondo lui la cosa più importante è che li manteniamo coinvolti, li coinvolgiamo in quello che sta succedendo in quello che stiamo vivendo. Perché ovviamente se il vostro modo di comunicare, di di, di litigare è tirare cose per strada, alzarsi le mani o, um urlarsi addosso parolacce, per esempio. Okay, quello è un altro discorso. Però il nostro modo di litigare anche nei momenti in cui siamo veramente molto arrabbiati litighiamo bene, sappiamo litigare bene. Abbiamo imparato a litigare bene proprio cercando di, um insomma comunicazione non violenta, ascolto attivo, eccetera eccetera, cercando di mettere in pratica tutte queste cose. Quindi il modo di com- quando il modo di comunicare costruttivo è importante, secondo me è fondamentale secondo noi, che i bambini siano coinvolti nelle discussioni perché fanno parte della famiglia e quindi fanno parte anche di questa parte della famiglia e e quindi quello che facciamo è cos'è che hai detto prima che hai detto una cosa bella, cioè li li teniamo, li coinvolgiamo e quindi spieghiamo loro questo succede perché quello che che proviamo in questo momento è questo quello che cercheremo di fare in futuro è questo. Quindi cerchiamo anche di mostrare loro, proprio come facciamo nei loro litigi, che noi cerchiamo soluzioni per il futuro. Quindi non è solo siamo arrabbiati, dobbiamo ritrovarci oppure eravamo arrabbiati. Adesso stiamo meglio, ma è questa è una cosa che a mamma dà veramente molto fastidio. E in futuro io proverò a fare così per cambiarla. Oppure questa è una cosa che rende triste papà? E allora io in futuro proverò a fare così per cambiarla spesso e volentieri. Ovviamente ricordiamo anche loro che non sono la causa delle nostre discussioni. Ecco, cioè che non anche se parliamo anche di loro, spesso e volentieri nei nostri litigi, loro non c'entrano niente, cioè la responsabilità dei nostri litigi e di quello che sta succedendo è solo nostra. E questo cerchiamo di metterlo sempre um insomma, sempre molto chiaro perché è importante che i bambini non sentano la responsabilità. Come si fa ad imparare a litigare bene? Eh si, si inizia, secondo me a capire come comunicare bene, si inizia probabilmente a come sempre, come per tutto, si inizia ad analizzare il modo in cui litighiamo. Secondo me si inizia ad analizzare quali sono le cose che ci fanno, che ci fanno male o che ci danno fastidio del modo dell'altro di comunicare e poi cercare di analizzare anche le nostre cose che noi diciamo all'altro. A volte succede che magari io dica una frase e alex si altera e quindi io capisco che quella frase gli dà fastidio e allora mi faccio una nota mentale. Però ecco bisogna farsi quella nota mentale, nel senso che bisogna analizzare il modo in cui litighiamo per poter capire come procedere. Quello che ha detto alex è è che secondo lui ci vogliono due persone per cambiare. Questo è assolutamente vero in una relazione e anche nel modo in cui ci si litiga. Ma una persona può assolutamente iniziare questo cambiamento. Um, una persona può decidere di um se se capisce di essere più avanti nel percorso. Um, per esempio Alex diceva io ho iniziato questo percorso di comunicazione di di cambiare il linguaggio um prima di lui e e quindi in un certo senso ero o sono più avanti forse ero più avanti perché adesso siamo molto allineati anche però, um all'inizio a lui s- risultava molto tipo come se predica come se volessi insegnare come se mi essi in cattedra no. E poi invece piano piano ha capito che questo mio modo di cercare di rimanere calma, di trasmettere a lui quello che io so di di questo tipo di comunicare di che ne so di di di fare una pausa e fare un reset, per esempio. Comunque piccole piccole strategie um erano effettivamente non un modo per insegnargli qualcosa a lui, ma semplicemente un modo per cercare di arrivare prima di tutto, per anche migliorare io stessa perché sono con Non è che io sia capacissima a fare questa cosa, quindi ogni volta mi mi rimetto in gioco e mi rimetto e cerco di di migliorare un pochino di più, ma poi anche proprio per migliorare il modo in cui noi litighiamo, in cui la coppia litiga, in cui la coppia comunica. Anche perché poi i litigi sono anche un po', la manife-, la il riflesso di come si comunica nel quotidiano. Il punto un po' era che una persona sola può assolutamente iniziare questo cambiamento. Poi ovviamente l'altra deve seguirlo e e praticamente è un po' come con i bambini usa il proprio modello per avviare un cambiamento anche nell'altra persona. Um a volte forse sarebbe meglio usare solo il modello e non anche il prova a fare così. Infatti è quello che dico che è una se c'è qualcuno che se c'è una delle due persone è più orgogliosa per esempio e lascia che l'orgoglio si si metta un po' in mezzo rimani con il tuo orgoglio mi faccio risucchiare dal tuo orgoglio continuo nel per la mia strada e continuo a modellare con il mio esempio quello che io vorrei che la comunicazione diventi tra noi è un po', la stessa cosa del quando i nostri bambini sono in crisi. Non uniamoci al loro caos, ma condividiamo la nostra calma. È un po', la stessa, la stessa metafora? No. Ed è per questo che spesso e volentieri ripeto le stesse cose che dico nei miei corsi, um sulla genitorialità. Però è proprio per quello che dico che la genitorialità non si può scindere da tutto il resto, perché è un è tutto tutto collegato il modo in cui coni- comunichiamo. Soprattutto non importa che sia con i bambini o senza bambini, con gli adulti che cambia con tutti poi e ci si si notano davvero dei grandissimi cambiamenti con tutte le persone intorno a noi. Voilà, però in generale credo che credo che abbiamo parlato un po' di tutto. Io penso spero di aver tradotto tutto c'erano dei momenti in cui mi godevo quello che dicevi e e poi mi dimenticavo la metà di quello che dicevi, quindi non riuscivo a tradurre bene. Cercheremo di mettere tutto questo anche in un in un episodio del podcast, in modo che rimanga anche un po'. Per noi è un po', come un diario, no, vero? E e basta. Vi bacio. Grazie. Ciao ciao. Grazie per la compagnia. Ammetto che mi ha fatto molta tenerezza riascoltarlo e forse è arrivato proprio nel periodo più adatto. Perché ovviamente con il tour del libro, con questo nuovo impegno che ci siamo presi e che sta risultando molto bello, molto nutriente ma anche altrettanto faticoso. Anche la coppia ovviamente ne risente. E mentre ascoltavo ho notato che ci sono tantissime cose sulle quali siamo migliorati e tante altre cose che magari invece mi ero dimenticata, perché poi alla fine è un po', come quando si sceglie di educare diversamente. Spesso abbiamo proprio bisogno di risentire dei concetti per farli nostri e e questo sicuramente mi ha aiutata a rimettere le cose un pochino più prospettiva. Però sì, sicuramente la mia parte preferita è proprio vedere il progresso che abbiamo fatto da allora. Anzi, io e Alex da allora abbiamo fatto un progresso talmente grande che ci piacerebbe proprio metterlo nero su bianco o anzi voce su video in un workshop della serie Focus perché il lavoro che abbiamo fatto sentiamo davvero che potrebbe aiutare tantissime altre coppie e ci piacerebbe proprio scriverlo a quattro mani e registrarlo insieme. Fateci sapere nei commenti se è qualcosa che potrebbe piacervi e basta, vi do appuntamento alla prossima settimana con un altro episodio di educare con calma. Vi ricordo che mi trovate sulla tela punto com e da lì trovate anche il mio Instagram. E poi vi chiedo di aiutarmi a diffondere questo tipo di educazione, questo tipo di stile di vita, anche questo tipo di mentalità con più persone possibili. Potete farlo mandando un link a un contenuto sulla tela. Anche questo episodio del podcast potete farlo regalando il mio libro e anche andando proprio nel le librerie. E se non lo vedete ordinatelo perché così diciamo ai librai Tenetelo, tenetelo lì, mettetelo in esposizione perché così le persone lo vedono e magari lo comprano. E possiamo piano piano dire a sempre più persone che si può scendere dalle ruote che la società crea per noi. Buona giornata. Buona serata o buona notte a seconda di dove siete nel mondo. Ciao ciao.

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«Educare con calma» è un bel principio di cui a me mancava solo un dettaglio: la calma. Questo podcast è un resoconto del mio viaggio interiore di genitore.