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Episodio 113 ·

Imbarazzo a parlare di sesso, masturbazione, educazione sessuale / con Michela Imperio

In questo episodio di Educare con calma parlo con Michela Imperio di tante situazioni che hanno a che vedere con l'imbarazzo legato non solo alla sessualità, ma a tutto ciò che ha a che fare con la zona genitale (parliamo anche di incontinenza urinaria che ho scoperto essere un altro tabù). È un episodio che può piantare molti semini 🌱: se avete domande, fatecele nei commenti sul sito e io e Michela vi risponderemo volentieri.

Trovate Michela sulla sua pagina Instagram.

:: Nell'episodio menziono

  • La mia guida online "Come si fa un bebè" che ha una guida sull'educazione sessuale per il genitore + libretto stampabile da leggere insieme ai bambini
  • Non lo menzioniamo, ma mi sono ricordata che c'è un corso di educazione sessuale su Discorsi Online: "Spiegare il sesso ai miei figli" (di solito non mi piace consigliare ciò che non ho fatto in prima persona, ma essendoci poche risorse spero aiuti. Se scegliete di farlo, fatemi avere dei feedback, per favore)

:: Le domande

1:30 Raccontaci chi sei e che cos’è il tuo lavoro.

7:30 Come metti a loro agio i tuoi pazienti che provano imbarazzo? (Quando ho riascoltato la risposta di Michela a questa domanda, penso che si possa applicare davvero anche in casa con noi stessi!)

11:57 Mi ha sorpresa sentire che anche l’incontinenza urinaria è un vero e proprio tabù… ce ne parli?15:00 Come potrebbero gli adulti — genitori e non — che sentono imbarazzo iniziare ad accogliersi come fai tu con i tuoi pazienti?

19:30 Parentesi sulla masturbazione infantile

26:00 Ci racconti la tua esperienza lavorativa con gli adolescenti e che cosa pensi che possiamo fare oggi che i nostri adolescenti non hanno ricevuto un’educazione sessuale da piccoli?

36:15 Vuoi lasciare un messaggio finale ai genitori o alle donne, visto che tu lavori con le donne?

Carlotta: [00:00:00] Benvenuti e benvenute a un nuovo episodio di Educare con calma. Oggi non sono sola. Ho invitato Michela Imperio a parlare dell'imbarazzo che gli adulti provano nelle conversazioni sulla sessualità, imbarazzo che poi rende molto difficile fare educazione sessuale a casa con i propri figli. Sapete che io credo sia molto importante perché se non se ne occupa la scuola dobbiamo occuparcene noi genitori a casa. E io e Michela abbiamo avuto una conversazione su Instagram. Lei è un'educatrice professionale, personal trainer pre e post parto e si occupa con suo marito di riabilitazione pelvico perineale che adesso ci spiega meglio che cos'è. Perché anch'io sono un po' persa in questa terminologia. Quindi non mi rimane che dare il benvenuto a Michela. Michela, benvenuta a Educare con calma, Grazie per aver accettato il mio invito, soprattutto così all'ultimo minuto, perché io veramente quand'è che te l'ho detto? Due giorni fa? Mi sono proprio buttata nella fossa dei leoni e ti ho detto,Non è che mi manderesti un vocale espandendo il tuo pensiero? E poi ho detto, non è che verresti a parlarne sul podcast?

Michela Imperio: [00:01:13] E a me ha fatto un enorme piacere. Perché io ho risposto a una storia così al volo mentre facevo il trasloco e poi mi sono ritrovata con quest'invito. Contentissima, però, e onorata. Grazie.

Carlotta: [00:01:26] Ne sono contenta. Ma grazie, grazie a te per aver accettato e soprattutto nel trasloco eccetera eccetera. Adesso magari ci racconti meglio che cosa sta succedendo, però dai, presentati tu perché io non so se ho fatto un ottimo lavoro a presentarti. E magari raccontaci anche un po' meglio che cos'è il tuo lavoro in termini pratici.

Michela Imperio: [00:01:47] Allora, intanto ciao a tutti di nuovo, sono Michela ho 37 anni e abbiamo nominato anche mio marito. In realtà sarà mio futuro marito tra 15 giorni.

Carlotta: [00:02:01] Ma è vero, me l'hai anche scritto. Io ho detto tuo marito, è vero, wow, ci siamo quasi e quando uscirà questo episodio sicuramente sarete già sposati, quindi?

Michela Imperio: [00:02:17] Allora oggi siamo nel mezzo di un trasloco perché abbiamo venduto la nostra casa per un grande progetto di vita in viaggio e questo è uno spoiler perché non lo sa molta gente. Siamo nel mezzo dei preparativi per il nostro matrimonio e così ci buttiamo anche nel podcast. È un periodo di grandi novità. Abbiamo una bimba che si chiama Persefone, che ha due anni e mezzo. Abbiamo avviato un nostro progetto lavorativo insieme e ci occupiamo, come dicevi tu, di riabilitazione pelvi perineale. Io sono un'educatrice professionale, lavoro, lavoravo già, anche prima, nell'ambito della riabilitazione in realtà nell'ambito della disabilità e della salute mentale e ho lavorato anche tantissimi anni con gli adolescenti e i giovani in contesti più informali. E Moreno invece è un infermiere e adesso vi spiego anche che cos'è la riabilitazione pelvi perineale. Ci siamo arrivati passando dalla nostra esperienza di gravidanza. Quando io ero in gravidanza, visto che entrambi siamo appassionati di fitness e attività fisica. Lui è un CrossFit trainer e io ero appena diventata personal trainer. E in quel momento ci siamo domandati,  cosa succede quando si è in gravidanza? Come ci si allena? E non abbiamo trovato grandi risposte se non quella che si evita di fare alcune cose. E invece, visto che ci piace continuare a formarci e approfondire, abbiamo fatto dei corsi e abbiamo scoperto che ci si può allenare per prepararsi al parto, per viverlo in modo migliore conoscendo il proprio corpo, usando il proprio corpo e che soprattutto la gravidanza e il parto possono lasciare dei segni che possono poi portare a delle disfunzioni nel nostro corpo, quindi a dei problemi che le donne vivono dopo la gravidanza, già durante, ma anche dopo, come l'incontinenza urinaria e il prolasso, i dolori ecc. E abbiamo scoperto che spesso queste problematiche vengono taciute e vengono tenute perché semplicemente non si sa che invece si possono risolvere e si possono risolvere con una buona riabilitazione dei muscoli del pavimento pelvico, che sono quei muscoli che chiudono il nostro bacino e l'area dei genitali. E quindi da lì abbiamo fatto un po' di ricerca e abbiamo ascoltato molte donne e ci siamo confrontati. Eravamo ignoranti su molte cose e abbiamo scoperto che c'è un buco enorme su questo. E allora abbiamo detto caspita, ma noi possiamo aiutare gli altri, così come abbiamo risolto i nostri problemi, possiamo essere d'aiuto agli altri e quindi abbiamo studiato. Io sono diventata personal trainer specializzata nel pre e post-parto. E Moreno, come infermiere, ha potuto specializzarsi come riabilitatore del pavimento pelvico, quindi abilitato per fare delle visite esterne ed interne all'area genitale, valutare se i muscoli, le strutture, i tendini, i nervi sono in buono stato e funzionano al 100% o se hanno bisogno di essere aiutati a tornare alla loro funzionalità. E poi, insieme a me strutturiamo un percorso di esercizi che sono un po' all'inizio, un po' difficili da capire perché andiamo usare i nostri muscoli interni all'area genitale che non siamo abituati ad utilizzare e quindi strutturiamo tutto un percorso insieme alla persona.

Carlotta: [00:06:17] Che bello, bellissimo che abbiate fatto squadra, in un certo senso, e abbiate creato questo. Ve lo siete un po' creato questo lavoro ed insieme come squadra. E tra l'altro abbiamo fatto un po' uno spoiler di quello di cui parleremo perché effettivamente la ragione per cui io ti ho invitata qui sul podcast è proprio perché in seguito ad un mio post mi sembra in cui consigliavo di usare le parole anatomiche corrette dei genitali con i bambini, tu mi hai scritto in privato e mi hai raccontato che spesso noti che gli adulti provano imbarazzo o vergogna a parlare di organi genitali, a nominarli e a usare la terminologia corretta, e secondo me è importante superare questo imbarazzo e questa vergogna anche non solo per liberarsi dai tabù, ma proprio anche per liberare i nostri figli dai tabù e per trasmettere appunto questa sorta di normalizzazione, di consapevolezza che poi libererà anche loro dai tabù, perché altrimenti continuiamo a perpetuare questa mentalità. E quindi sono curiosa e questa è la domanda che ti feci in privato su WhatsApp, sono curiosa di sapere come aiuti i tuoi clienti a superare questo imbarazzo questa vergogna. Come li metti a loro agio?

Michela Imperio: [00:07:43] Sì, spesso c'è questo imbarazzo da subito, già da prima. E come dicevo spesso non si cerca una possibile soluzione a un problema perché si ha vergogna a parlare di quel problema con qualcuno e non si riesce a superare questo ostacolo. Ecco, noi lavoriamo in due, ma in due momenti separati. Però ci siamo anche un po' confrontati. Abbiamo deciso come svolgere la nostra attività e io porto tanto di quello che ho imparato nel mio lavoro da educatrice, perché non smetto di esserlo, quindi per me ogni contesto è un'occasione educativa. Quindi cosa faccio? Prima di tutto cerchiamo di accogliere la persona e chiacchieriamo. Insomma, come abbiamo fatto anche io e te. Chiacchieriamo, ci mettiamo a nostro agio e non entriamo così a gamba tesa, cioè, ok, buongiorno, mi dica qual è il suo problema?, ma ci arriviamo pian piano, quindi con una conversazione amichevole, distesa, abbiamo creato anche un setting perché è importante l'ambiente che ci accoglie, per cui cerchiamo di non avere mai la scrivania in mezzo a noi ma prepariamo delle sedie e ci sediamo tranquilli. Fino a poco tempo fa avevamo il nostro piccolo studio a casa nostra, per cui si passava dalla casa, facevamo un po' di conversazione, poi pian piano entravamo nello studio, seduti sulle sedie, a volte addirittura seduti per terra sul nostro tappetone dove poi facciamo gli esercizi. Adesso abbiamo venduto casa, quindi vedremo, dobbiamo ricreare. E poi cerco sempre di creare, attraverso il mio modo di esprimermi, di pormi, un atteggiamento di ascolto, di ascolto attivo, di empatia, di accoglienza e soprattutto di far capire che siamo in assenza di giudizio in questo spazio, in questo luogo parliamo di cose anche intime, di cose che ci fanno soffrire non solo fisicamente, a volte anche emotivamente, e non c'è giudizio. Per cui anche se provi imbarazzo io lo colgo, a volte lo verbalizzando e ti dico, guarda, è normale, può essere normale sentirsi in imbarazzo, ma tu prova a spiegarmi quello che hai. Abbiamo dei supporti come bacino didattico, puoi indicarmi qui su un supporto esterno da te, i dolori che hai, quello che senti, eccetera. E poi insomma io provo a fare delle domande per approfondire, però sempre con molta delicatezza e quando un po' mi hanno raccontato cerco di restituire, riformulando con i termini corretti quello che mi hanno detto anche per capire se ho capito bene. E cerco sempre di usare i termini corretti per iniziare ad introdurre questa pratica, ma usando sempre un linguaggio semplice, non do mai niente per scontato, per cui non non inizio a parlare di cose dando per scontato che tu sappia di che cosa sto parlando perché spesso questo imbarazzo, questa vergogna, viene anche da questo, e cioè, non so di che cosa tu stia parlando ma non te lo chiedo perché poi appaio ignorante.

Carlotta: [00:11:20] Che lo sono. Però abbiamo questa accezione negativa del termine ignorante che in realtà è proprio che ignora, che non sa.

Michela Imperio: [00:11:27] Esatto e non siamo tenuti a sapere tutto. Esistono degli esperti che ci possono spiegare. Per cui cerco sempre di spiegare in modo approfondito utilizzando anche dei supporti esterni di che cosa  stiamo parlando, di che area, come funzioniamo eccetera, senza dare niente per scontato, poi faccio delle domande per capire se abbiamo capito, a volte uso degli esempi e insomma questo è un po' la mia modalità.

Carlotta: [00:11:55] Tra l'altro mi aveva anche fatto specie, o comunque mi aveva incuriosita, un po' stupita anche il fatto che tu mi avessi raccontato che, e correggimi se sbaglio, che perfino l'incontinenza urinaria ehm provoca questo imbarazzo, questo disagio e che è un vero e proprio tabù per alcuni. A me questo ha stupito perché in realtà quello non è proprio legato alla sessualità, al sesso di per sé, che io pensavo fosse quello il tabù e quindi questa cosa mi ha lasciata veramente un po' scioccata, cioè nel senso che c'è tanto lavoro da fare.

Michela Imperio: [00:12:31] E c'è tanto lavoro da fare, perché secondo me molte questioni che riguardano l'area genitale, i genitali e gli organi genitali sono un po' sconosciute. Dell'incontinenza si parla perché vediamo anche le pubblicità. Se ne parla però in termini sbagliati, secondo me, e senza comprendere fino in fondo da dove arrivi l'incontinenza, cioè spesso si pensa che sia una cosa che a un certo punto succede e te la tieni e infatti andiamo a comprarci ciò che ci serve per tamponare il problema.

Carlotta: [00:13:07] Esatto sì, è un po' un cerotto, praticamente pensiamo al cerotto invece di guarire la ferita, in un certo senso.

Michela Imperio: [00:13:13] Esatto. E penso che nell'immaginario comune l'incontinenza sia una roba da anziani, mentre invece quando sei giovane e hai appena partorito e magari è il primo figlio, a volte non hai nemmeno avuto una gravidanza, non hai partorito, eppure hai problema di incontinenza e ti senti sbagliato... E questo è un problema che dovrebbero avere persone anziane, e non se ne parla, o quando se ne parla, ho scoperto, si pensa che possa essere normale e lì viene il dubbio che forse noi non sappiamo molto bene come funzioniamo quando abbiamo un problema e quando questo problema può essere risolto perché in realtà si può risolvere e ci sono anche delle buone pratiche, buone abitudini di prevenzione. La prevenzione è un altro grande buco della nostra società, l'educazione alla prevenzione sembra roba da fissati, invece è molto importante. E ho scoperto, ma l'ho scoperto chiacchierando con le persone che poi si affidano a noi, che invece l'incontinenza nelle giovani è abbastanza diffusa ed è molto diffusa in chi pratica molto sport, ma che viene ritenuta normale. E ho scoperto che piuttosto che parlarne e cercare una soluzione con qualcuno, le ragazze dicono, oggi c'è quel tipo di allenamento e mi devo mettere i leggings scuri perché così non si vedono le chiazze, le perdite. È diffuso e c'è poca consapevolezza. Si pensa che sia normale e a volte, pur di non rinunciare allo sport, si accetta che ci si bagni.

Carlotta: [00:14:56] Questa è la situazione con cui dobbiamo convivere praticamente.

Michela Imperio: [00:15:00] Ecco in questo senso secondo me è ancora tabù.

Carlotta: [00:15:03] E tra l'altro prima mentre parlavi mi è sembrato di capire che un po' le parole d'ordine sono, ascolto attivo e accoglienza. E mi chiedevo, come credi che gli adulti, genitori o non genitori, potrebbero usare in casa da soli quello che ci hai appena detto per superare il loro proprio imbarazzo, per esempio? Io so che molti sessuologi consigliano di guardarsi i genitali allo specchio proprio per aumentare la familiarità e non sentirli, come dire, estranei a sé. E un po' me l'ha fatto ricordare perché mi parlavi appunto del bacino didattico e che lo usi perché togli il problema dal paziente, e lo metti su uno strumento esterno, in un certo senso. Ecco cosa ne pensi, come potremmo fare in casa per affrontare questo imbarazzo, secondo te?

 Michela Imperio: [00:15:59] Ma allora sì, sono molto d'accordo con l'utilizzo dello specchio. Anche noi lo consigliamo. Anzi, Moreno ha iniziato ad utilizzarlo anche durante le visite per invitare a guardarsi. Lo guardiamo sul bacino didattico, però, visto che comunque durante la visita stiamo facendo una visita ai nostri genitali, alla nostra area perineale, guardiamola. Anche perché con lo specchio possiamo renderci conto del movimento di alcuni muscoli che noi non possiamo vedere senza l'aiuto dello specchio. Ma questo è importante per prendere consapevolezza e ci aiuta poi anche nel nostro percorso di riabilitazione e a casa è molto importante poi, secondo noi, anche utilizzare lo specchio, imparare a toccarsi senza vergognarsi. Spesso invitiamo a fare dei massaggi, degli auto massaggi, per questo serve anche lo specchio, però anche lì c'è molta, non so come si può dire, resistenza, sì, non siamo abituati. Quando diciamo bisogna poi fare questo auto massaggio e puoi utilizzare anche degli strumenti che si possono acquistare, anche se vengono un po' legati a qualcosa che viene ritenuto sporco. Anche la masturbazione è un buono strumento di conoscenza. Spesso invitiamo anche a farsi aiutare dal partner, per cui, per esempio, per capire se stiamo usando determinati muscoli che poi intervengono anche nell'atto sessuale, che ci aiutano anche con il piacere, per capire se stiamo muovendo i muscoli giusti o no, diciamo anche, guarda, fatti aiutare dal partner, che sia uomo o donna, facendogli inserire un dito o il pene nella vagina e facendoti dire quando e se sente stringere con che forza eccetera e anche quando diciamo questa cosa si creano resistenze e risolini, insomma c'è un po' quell'imbarazzo perché probabilmente non siamo abituati. E stavo pensando, un'altra cosa che mi viene in mente che può aiutare a casa a iniziare a sciogliere un po' queste tensioni, può anche essere quella di provare a rispondere a delle domande, ad auto rispondersi. Siamo in coppia perché facciamo sesso, quindi usiamo il pene e la vagina. E perché facciamo così fatica a nominarli? Eppure li usiamo. Facciamo sesso eppure facciamo fatica a parlarne magari anche tra di noi e questa cosa stona. Eppure succede.

Carlotta: [00:18:46] Spessissimo, anzi, forse è più la regola che l'eccezione. Questa mentalità del non parlare con i bambini in questo modo ci arriva proprio anche dal fatto che non siamo abituati a parlare di sesso con i nostri partner. Non lo so. Probabilmente potrebbe anche essere davvero una sorta di esercizio da fare in casa, riservatevi una sera a settimana e parlate di sesso usando i nomi anatomici corretti. Diciamo che può anche darsi che quando c'è questa difficoltà a parlarne perfino con se stessi o con un professionista, è difficile invece parlarne con un partner, quindi magari c'è bisogno di quell'aiuto del professionista, effettivamente. Però prima parlavi di masturbazione, e so che non siamo qui a parlare di masturbazione perché ci vorrebbe un episodio a sé stante, ma effettivamente la masturbazione è a tutti gli effetti un tabù enorme, mentre invece la masturbazione è una pratica non solo importante per prendere consapevolezza del proprio corpo, per conoscerlo, per conoscersi, per iniziare a sgretolare l'imbarazzo, ma è anche normalissima ed è normalissima, non solo tra gli adulti. Ma fin da piccoli spesso vediamo un bambino che si tocca il pene finché diventa duro o una bambina che si struscia la vulva contro un cuscino, per esempio. E questa si definisce proprio masturbazione infantile, che non è solo molto comune, ma è anche assolutamente normale. Me lo confermi? Così anche i genitori che ci ascoltano si rilassano sapendo che non è un problema e magari puoi dirci anche quando invece sarebbe il caso di rivolgerci a un professionista, se pensiamo che possa essere un problema.

Michela Imperio: [00:20:31] Penso che più che un problema del bambino, il problema, sia nostro. Rispetto alla masturbazione, come dicevi tu, per noi è ancora un grande tabù, è ancora una cosa sporca. Ci vergogniamo, non ne parliamo. Penso che neanche tra amici se ne parli. Tra le donne poi, è ancora più tabù rispetto che tra gli uomini. Però se il bambino scopre il suo corpo senza malizia, i bambini non hanno malizia e non fanno questi gesti con malizia, ma perché stanno scoprendo il loro corpo e lo scoprono guardandosi, toccandosi, vedendo che cosa succede e spesso domandano. Io ho in mente mia figlia, l'altro giorno stava facendo la cacca e si è chinata per guardarsi e mi ha detto, mamma, la cacca esce dall'ano, ma io non lo vedo. Allora io le ho detto, è vero e non lo puoi vedere, però se vuoi dopo, quando ti sei pulita puoi usare lo specchio per guardarti. Lei usa anche lo specchio per guardarsi e spesso mi fa domande. E quando mi fa queste domande, e se succederà anche con la masturbazione io non la blocco non le dico, no questo non si fa, questo non si dice, come invece accade spesso, come siamo stati educati noi perché io vengo da un'educazione di questo tipo e ne ho anche parlato con mia mamma poi ho fatto anche un ragionamento su questo perché se siamo noi ad intervenire con questa modalità negativa subito stiamo insegnando che quella è una cosa brutta, sporca, che non si fa. Poi ovviamente, come dicevi tu, se diventa un comportamento ossessivo allora mi rivolgerei a un professionista perché poi anche lì le mie competenze si fermano e mi affido. Così come quando se mia figlia mi fa delle domande a cui non so rispondere le dico non lo so, possiamo chiedere. Di solito chiediamo a papà. Moreno su queste cose è molto preciso e bravo.

Carlotta: [00:22:49] È un vantaggio non avere questo tabù mentale per educare, per fare educazione sessuale in casa ai bambini. Ovviamente mi incuriosisce sapere di quella conversazione con tua madre.

Michela Imperio: [00:23:02] Da quando abbiamo iniziato questo progetto, questo lavoro, ne parliamo, quindi utilizziamo spesso questi termini anche in casa. Anche mia sorella è infermiera quindi lei dice che gli infermieri sono abituati a parlare di queste cose e quindi ne parliamo spesso quindi lei fa molte domande vuole capire eccetera, e ieri le dicevo sai che Carlotta mi ha invitata a registrare un episodio del podcast con lei, e lei tra l'altro ti segue. 

Carlotta: [00:23:38] Che tenera, ciao mamma di Michela.

Michela Imperio: [00:23:41] E le ho spiegato da dove era nata la nostra conversazione dell'educazione sessuale e lei diceva, ma guarda, noi non vi abbiamo educato così non perché non volevamo, ma perché noi stessi non avevamo gli strumenti e siamo stati educati così. Io ho un po' cercato degli strumenti, ma comunque magari in età anche più adulta e quindi ho cercato di fare del mio meglio. Infatti, una delle riflessioni che mi vengono sul buco dell'educazione sessuale è che non dobbiamo dare colpe ai nostri genitori, però se ci rendiamo conto che siamo carenti, formiamoci perché oggi invece gli strumenti ci sono, anche nell'online.

Carlotta: [00:24:32] Esatto. Io su questo devo dire che sono stata fortunata perché mia madre non ha mai avuto questi tabù e quindi non me li ha passati. Infatti credo che gran parte della mia disinvoltura a parlare di sesso, sebbene  ho dovuto fare uno sforzo anch'io per usare i termini corretti perché anch'io avevo i miei pisellino, patatina eccetera eccetera quindi anch'io ho dovuto fare uno sforzo c'è stato imbarazzo iniziale, però in realtà è passato molto velocemente per me, nel senso che non c'è stato imbarazzo e difficoltà nel ricordarmi di usare i termini corretti mentre adesso invece è come una seconda pelle, insomma è naturale. Però ecco quell'iniziale imbarazzo non c'è stato grazie proprio anche al fatto che mia madre ci ha sempre parlato in maniera molto normale, molto disinvolta del sesso, di tutto quello che coinvolge l'educazione sessuale, quindi credo che questo sia stato davvero un beneficio e  oggi lo vedo davvero come un grandissimo beneficio perché mi permette di espandere, tra virgolette, sull'educazione sessuale senza dovere fare quel primo passo, del, mamma mia devo togliermi questo imbarazzo, come faccio a togliermi questo imbarazzo che è difficile? E quindi? Quindi secondo me davvero adesso che abbiamo gli strumenti usiamoli, perché effettivamente l'unico modo per formare i nostri figlio per educare i nostri figli, è educare prima noi stessi. E tra l'altro prima, prima prima prima prima, mi hai detto, o ci hai detto, che hai lavorato moltissimo con gli adolescenti e questo mi piacerebbe sapere conoscere la tua esperienza perché mi hai anche detto in una conversazione privata su Instagram che effettivamente hai notato quando lavoravi con gli adolescenti un buco gigante proprio sull'educazione sessuale. Ecco, forse le domande sono due. Uno, come noti questo buco gigante? Cioè quali sono i sintomi? Come si manifesta questo buco gigante quando lavori con gli adolescenti e cosa pensi che si possa fare a quel punto? Perché ovviamente a quel punto sono adolescenti, non è che possiamo fare un salto indietro nel passato e fare educazione sessuale fin da piccoli, quindi cosa si fa a quel punto?

Michela Imperio: [00:26:50] Come lo noto? Beh, io ho lavorato per tanti anni nei quartieri periferici di Milano, in progetti rivolti agli adolescenti e ai giovani che erano un po' ambigui , tra virgolette, perché erano un po' rivolti all'interno di una struttura, quindi dei progetti strutturati con un luogo, degli orari, dei progetti scritti e un po' fuori. Infatti si chiamava "Sulla soglia" il nostro progetto, perché si intercettavano tutti quegli adolescenti e giovani che ruotavano nel quartiere, ma che avevano comunque bisogno di sostegno e di figure di riferimento e devo dire che il lavoro grosso e più bello sono riuscita a farlo lì, perché come ci dicevamo prima, spesso nei luoghi educativi non possiamo esprimerci al nostro 100%, dobbiamo rispettare determinati paletti così come avviene nella scuola dove manca l'educazione sessuale, mentre invece nei progetti "Sulla soglia", per strada, si possono creare delle relazioni e poi addentrarsi in un po' in tutto quello che serve. Si parla un po' di di tutto, si affrontano tantissime questioni e si educa così, laddove serve, con cosa c'è, eccetera, e come ci si accorge che c'è un buco, ci si accorge nella relazione parlando, io penso che con gli adolescenti serva esserci, ed essere il più possibile integri, quindi con un buon lavoro su di sé alle spalle, ma nel momento in cui tu ci sei, e nonostante tutto, perché ti sfidano e ti mettono alla prova, però tu ci sei, e sei a disposizione e crei una relazione nel tempo, perché l'educazione è sempre nel tempo in quanto non si può parlare di educazione sessuale di 2 ore a scuola, questo è un incontro informativo al limite, e informazione e educazione sono due cose completamente diverse... Però quando tu crei una relazione, poi loro si aprono, e te le portano loro le mancanze che ci sono, i dubbi, le domande. E lì ho scoperto che gli adolescenti fanno sesso, ma non sanno quello che stanno facendo. Su questo buco, sull'educazione sessuale, secondo me manca, perché nelle scuole non c'è o viene scambiata per questi incontri che si fanno, che poi sono incontri informativi dove si pensa che mettere la scatolina con il buco per le domande anonime sia educazione sessuale, ma poi si risponde a quelle che mettono meno in imbarazzo chi tiene l'incontro, secondo me. E a casa mancano gli strumenti. Da bambini non ce la sentiamo perché sono troppo piccoli e li vogliamo proteggere. Quando poi si avvicina l'età delle scuole medie, in adolescenza ci si accorge che c'è il fidanzatino di turno, eccetera, e allora si pensa di dover fare qualcosa, ma non si sa che cosa. E non so, vengono un po' in mente quelle scene dei film dove c'è la mamma che va dalla ragazzina, papà che va dal ragazzino, fanno quella conversazione imbarazzante, passano la scatolina dei preservativi e poi ognuno corre via, no, imbarazzato, non è questa l'educazione sessuale. E c'è anche quest'idea che, al giorno d'oggi, dato che c'è internet e che l'accesso all'informazione è illimitato, allora possiamo delegare a internet. Però informarsi e essere informati sul fatto che con il preservativo posso prevenire una gravidanza, o proteggermi dalle malattie sessualmente trasmissibili, è diverso dall'avere ricevuto un'educazione sessuale affettiva. Sapere accogliere le emozioni che il sesso e la sessualità mi portano, saper stare in una relazione, essere consapevole del mio corpo, capire quello che provo, dare il consenso. L'educazione è un'altra cosa e l'informazione non non ci dà questo valore, questa libertà di essere consapevoli e di poter scegliere.

Carlotta: [00:31:14] Mentre parlavi capivo sempre di più che, cavolo!, dobbiamo iniziare adesso, cioè dobbiamo iniziare quando sono piccoli perché tanti genitori dicono, no, adesso sono troppo piccoli e perché no? Perché non se ne parla a due tre anni?, perché a due tre anni parliamo di fotosintesi clorofilliana e parliamo di processi naturali che avvengono in natura davanti ai nostri occhi e non parliamo del sesso non parliamo di come nascono i bambini...

Michela Imperio: [00:31:47] Perché diciamo così tante bugie ai bambini?

Carlotta: [00:31:50] Esatto. Certo, l'educazione sessuale fatta bene arriverebbe anche ad aiutare l'adolescente. Però il modo migliore per aiutare l'adolescente è iniziare quando è bambino e quindi chi ha l'opportunità di iniziare da bambino, che lo faccia e che usi gli strumenti che oggi ci sono, perché poi effettivamente come dicevi tu spero nessun genitore pensi, posso delegare a internet, perché su internet la prima cosa che si trova quando si approccia l'argomento sesso è il porno. Tra l'altro nella mia guida "Come si fa un bebè" c'è proprio un video, non so se tu l'hai visto, una campagna pubblicitaria che è stata fatta in Nuova Zelanda, la Nuova Zelanda ha un percorso di educazione sessuale fin dai tre anni in tutte le scuole, fatta molto bene, educazione sessuale affettiva...

Michela Imperio: [00:32:43] Non l'ho visto.

Carlotta: [00:32:45] C'è stata questa campagna pubblicitaria in televisione qualche anno fa, in cui due attori della pornografia arrivano nudi a casa di un ragazzino. La madre apre la porta  e vi lascio immaginare la faccia, e nella mia guida ho messo proprio il link al video se volete vederlo, e le dicono con disinvoltura, Buongiorno signora, suo figlio ci stava guardando pochi minuti fa su internet, possiamo parlargli un momento e la madre scioccata, dice al ragazzo, È per te! E il ragazzino imbarazzatissimo arriva alla porta e gli attori gli dicono, Guarda che il sesso non è così nella vita reale, cioè nel video non parliamo nemmeno di consenso, è assurdo! E poi non trattiamo così i nostri partner nella vita reale. Questo per dire che questa apertura mentale lo so che in Italia in questo momento in questo pezzettino storico non è possibile perché non penso che una pubblicità del genere potrebbe mai essere prodotta in Italia e trasmessa in televisione, ma è lì secondo me che possiamo, tra virgolette, intrometterci o introdurci, noi genitori a casa iniziando da subito, iniziando da bambini a normalizzare come dicevamo all'inizio le conversazioni nella nostra testa, normalizzare le parole, normalizzare il chiedere aiuto se abbiamo problemi, anche fare delle prove davanti allo specchio per esempio, e dire, ok devo andare da questo specialista e devo dire questa frase in questo modo, che alla fine è un po' quello che io consiglio anche ai genitori, quando non ti viene spontaneo educare tuo figlio, fai delle prove allo specchio, continua a recitare un copione finché questo copione diventa la tua seconda pelle, in un certo senso. E no. E tra l'altro probabilmente anche un consiglio, un buon consiglio da dare ai genitori di adolescenti è anche quello di ok, se ti senti così in imbarazzo magari lascia stare tu la conversazione, però dirigi tuo figlio a persone che possono effettivamente rispondere, con le quali magari non c'è questo imbarazzo ecco al fare le domande.

Michela Imperio: [00:35:03] Forse come dicevi anche tu manca ancora quel pezzettino del, puoi chiedere aiuto. Credo che poi grazie a questo luogo dell'on line stiano nascendo anche dei corsi di educazione sessuale rivolti agli adulti, ai genitori su come proporre e come educare i propri figli alla sessualità, per cui secondo me, cercando si trova.

Carlotta: [00:35:32] C'è tantissimo lavoro da fare, però più facciamo queste conversazioni e più le normalizziamo, più probabilmente abbiamo l'opportunità come dicevamo all'inizio proprio di sradicare il tabù dalle menti dei nostri figli o, meglio, dalle nostre menti ...

Michela Imperio: [00:35:51] Esatto, toglierlo a noi per non passarlo a loro. E penso che sia questo il lavoro da fare, per educare i nostri figli dobbiamo necessariamente lavorare su noi stessi e continuare a formarci, ad educarci.

Carlotta: [00:36:10] Io ti ho già rubato tantissimo tempo, che so che è stato proprio preziosissimo. C'è un messaggio finale che hai voglia di trasmettere, magari alle donne che ci stanno ascoltando, visto che tu lavori soprattutto con donne? O se no, in generale ai genitori?

Michela Imperio: [00:36:27] Sì, ai genitori era proprio quello che stavo dicendo. La fatica c'è, perché la fatica nel cambiamento la proviamo tutti, però se vi accorgete che c'è tanta fatica, ma avete voglia di fare questo cambiamento per voi stessi e per i vostri figli, non abbiate timore a chiedere aiuto perché ci sono professionisti che ci possono supportare e che ci possono aiutare e non si deve avere vergogna di questo. Anche su questo chiedere aiuto e supporto spesso c'è vergogna, ma anzi è un grande regalo che state facendo a voi stessi e che fate ai vostri figli. Spesso si cerca il libro su come educare mio figlio. Lavoriamo su di noi e questo aiuterà anche i nostri figli. E alle donne, rivolta nello specifico al mio ambito lavorativo, dico di non pensare mai che sia normale avere dolori, avere problemi e non teneteveli soffrendo in silenzio, perché soprattutto nel periodo difficile del post-parto, già siamo in una situazione fragile  e di fragilità e se in più ci teniamo problematiche anche fisiche che invece potremmo risolvere, andiamo a caricarci ancora di più. Perché una mamma che sta bene fisicamente, che fa qualcosa per sé, che risolve un problema, è una mamma più serena e più presente anche per suo figlio e quindi il messaggio è lo stesso: prendiamoci cura di noi stessi, per poterci prendere cura meglio dei nostri figli.

Carlotta: [00:38:05] Grazie Michela. Ricordaci solo dove possiamo trovarti su Instagram magari, o se avete una pagina web, se la state creando.

Michela Imperio: [00:38:15] La stiamo creando. Ho una pagina Instagram che è tutta da perfezionare, ancora proprio piccolina, agli inizi. Ma ha il mio nome, @michela.imperio e ovviamente ci dovremmo lavorare, perché  poi ci sarà anche Moreno, ma stiamo proprio lavorandoci, anche a livello di visibilità. Ma per adesso ci trovate lì.

Carlotta: [00:38:38] Perfetto e poi dicevi che ci sono dei progetti con l'on line, ma magari ce lo racconterai più avanti quando saranno realtà.

Michela Imperio: [00:38:47] Si spera a breve.

Carlotta: [00:38:49] Esatto, lo speriamo. Vi faccio un in bocca al lupo grandissimo e soprattutto grazie a te per questo tempo, durante il trasloco e pre matrimonio e, vabbè, chissà che altro insomma, quindi grazie mille per il tuo tempo.

Michela Imperio: [00:39:08] Grazie a te davvero Carlotta, è stato un onore essere qui con te.

Carlotta: [00:39:11] Alla prossima! Ciao.

Michela Imperio: [00:39:14] Ciao a tutti!

Carlotta: [00:39:15] E siamo arrivati alla fine anche di questa chiacchierata. Spero che vi sia piaciuta, spero che abbia lasciato veramente tanti semini. Siamo partite che volevamo parlare di imbarazzo degli adulti intorno alle conversazioni tabù come il sesso e la sessualità. E poi in realtà abbiamo veramente parlato di molto di più e abbiamo proprio seguito un po' un filo spontaneo di questa nostra ragnatela di pensieri e che poi sapete che sono i miei pensieri preferiti, i pensieri a ragnatela, e quindi spero davvero che abbia lasciato dei semini e che se avete voglia di approfondire qualcosa lasciateci dei commenti sull'episodio di questo podcast. Sul mio sito trovate il podcast su www.latela.com/podcast e non mi rimane che ricordarvi anche che mi trovate anche su instagram come @lateladicarlottablog. Per quanto riguarda invece il contatto di Michela, ve lo lascio nelle note dell'episodio, insieme anche a qualche altra piccola risorsa che mi è venuta in mente mentre chiacchieravo con Michela. E basta. Buona serata, buona giornata o buona notte a seconda di dove siete nel mondo. Ciao. Ciao.

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«Educare con calma» è un bel principio di cui a me mancava solo un dettaglio: la calma. Questo podcast è un resoconto del mio viaggio interiore di genitore.

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