In questo episodio di Educare con Calma vi traduco il post di Gatto in cui racconta perché dopo 30 anni di insegnamento si è licenziato e vi racconto le sette lezioni pericolose di cui parla nel suo libro "Dumbing us down: the Hidden Curriculum of Compulsary Education".
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Io non faccio pubblicità e non accetto sponsor, perché le pubblicità alimentano il consumismo e mi danno fastidio (quindi non voglio sottoporre voi una cosa che dà fastidio a me). Se vi piace il mio podcast e volete aiutarmi a mantenerlo vivo, potete aiutarmi a diffonderlo lasciando una recensione sulla piattaforma dove lo ascoltate e/o acquistare uno dei miei corsi o prodotti:
- Educare a lungo termine – un corso online su un'educazione più consapevole (che educa noi prima dei nostri figli). Tanti genitori mi dicono gli ha cambiato la vita.
- Co-schooling: educare a casa – un corso online su come giocare con i figli in maniera produttiva e affiancare il percorso scolastico per mantenere vivo il loro naturale amore per il sapere.
- Come si fa un bebè – una guida per il genitore + libro stampabile per i bambini per avviare l'educazione sessuale in casa.
- Storie Arcobaleno – una guida per il genitore + libro stampabile per bambini per abbattere i tabù sulla diversità sessuale e di genere.
- È il tuo coccodrillo – una guida per il genitore + libro stampabile per bambini per capire i capricci e affrontarli con calma.
- La Tela Shop – qui trovate attività per bambini stampabili (chiamarle attività è riduttivo), libricini per prime letture in stile montessori, audiolibri di favole reali per bambini, storie illustrate per le mamme… e presto molto altro!
Cara Carlotta,
Ho ascoltato questo episodio solo oggi e l'ho trovato molto potente. Come correttamente dici, molti spunti sono immediatamente trasferibili alla scuola italiana e alla famiglia in generale. Vedo molto distintamente i tentativi - istituzionali o inconsapevoli - di mettere in pratica queste lezioni e l'impatto drammatico e travolgente che possono avere sui nostri bambini, e quindi sugli adulti del futuro e sulla società che verrà. Ma è anche vero che, citandoti, il mondo si cambia un adulto alla volta. Così ecco cosa continuerò a fare: educarmi, fare il possibile per mettere sul percorso delle mie figlie insegnanti che abbraccino questo pensiero, raccontare le nostre esperienze ad altri genitori se non per influenzarli, almeno per incuriosirli. Un adulto alla volta, un bambino alla volta.
Grazie come sempre per il lavoro che fai.
Mae
Ciao Carlotta,
Ti chiedo qualche suggerimento per iniziare i bambini in classe (primaria) all’autonomia e all’autostima…ho forte nel cuore il desiderio di seminare qualcosa di buono, sperando che durante la crescita riescano a riconoscere i propri talenti 💕 grazie per questo bellissimo progetto che continui a coltivare .
Claudia
Per me il segreto per nutrire l'autonomia è farli sentire al sicuro, quindi sviluppare un sano attaccamento emotivo, un posto dove sentano di poter essere sé stessi. Più facile a dirsi che a farsi, lo so, ma io partirei da lì. E per l'autostima, ti consiglio di ascoltare il podcast n. 58
Cara Carlotta, ogni volta che ascolto le tue parole sento una carica incredibile, sento che il cambiamento è possibile e rinnovo la mia promessa a farne parte. Ho un sogno nel cassetto che è quello di aprire una scuola alternativa a quella tradizionale che offra una fioritura personale. È il mio personale modo di fare attivismo politico, di operare il cambiamento. Voglio promuovere la connessione con la natura, una sana intelligenza emotiva e sociale, e in fondo sai perché? Perché è quello che voglio imparare io, voglio diventare quella versione di me. Grazie per il servizio che dai, per la condivisione delle tue conoscenze, sei di grande ispirazione. Con affetto Giada
Ciao Carlotta! Proprio in questi giorni ho ascoltato su youtube le ultime conferenze di Paolo Crepet... non so se lo conosci... anche lui dice cose abbastanza forti, che muovono dolorose riflessioni dentro di me.. per esempio lui insiste molto sul fatto che la scuola non è meritocratica e che togliere i giudizi è negativo perché i bambini crescono meglio imparando a sopportare le frustrazioni e addirittura il giudizio. Sarà che io ho non ho avuto un percorso scolastico sereno, sarà che non sono una di quelle persone che ha grandi potenzialità o doti particolari ma una ferita dentro di me brucia quando sento i suoi discorsi... e mi sento sbagliata. Mi piacerebbe sapere la tua opinione in merito alle sue riflessioni se ti va... ma in ogni caso, ti ringrazio. Perché le tue parole per me sono davvero un balsamo per l'anima come già hanno detto altri... sono forti ma costruttive, e m'incoraggiano a proseguire il mio percorso di crescita personale e mi aiutano ad lavorare meglio sulla relazione con le mie figlie. Grazie di cuore...
Sofia
Credo che dalle mie parole in questo episodio si possa immaginare già la mia riflessione sulle parole di Crepet, che non condivido. Una su tutte: non si insegna a sopportare le umiliazioni e i giudizi umiliando e giudicando. La base di partenza è proprio sbagliata. 💜
Ciao Carlotta, anche questa settimana ho ascoltato il tuo podcast con interesse e hai smosso dentro di me qualcosa..quello che in fondo sto pensando da qualche mese, da quando ti ho "conosciuta"..che la scuola per come è fatta ora aiuta molto poco, se non per niente, a tirare fuori le potenzialità dai bambini e a permettere loro di esprimere le proprie capacità con i propri tempi..appena un bambino esce un attimo dagli schemi allora viene categorizzato come "difficile da gestire", "ha bisogni speciali" che, per carità, è vero per alcuni e ho tutto il rispetto per questo, ma per altri è semplicemente uno scarico di responsabilità, un modo per demandare ad altri il problema (specialisti), per avere delle facilitazioni per questi bambini o per avere un supporto esterno che gestisca questi "casi".. e con questo non voglio incolpare i docenti ma appunto "il sistema" che spinge i docenti ad entrare in questo circolo..appena vedi un bambino che non sta al passo, che ha magari delle reazioni emotive un po' fuori dal normale (cos'è poi normale dai!? Sono bambini!), che ha delle difficoltà ad ingranare, tac si chiama il genitori e lo si manda in ogni dove per trovare una soluzione.. e poi il carico di compiti per casa, di come gestire le quantità dei compiti che può fare, di capire fin dove riesce ad arrivare spetta a chi? Al genitore, a me nel mio caso personale..ma veramente! Mi sono svegliata un po' tardi ma ora mi son svegliata! Per non parlare delle famigerate prove di istituto..due settimane, una all'inizio dell'anno e una alla fine in cui i bambini vengono letteralmente bombardati con una moltitudine di prove e verifiche STANDARD per tutte le classi di tutte le scuole dell'istituto. Non si tiene conto nè di dove è arrivata quella classe nè tantomeno di dove è arrivato quel bambino.. la trovo un'ingiustizia profonda! A cosa serve fare queste prove? Cosa ne guadagna il bambino? No, non ne guadagna niente il bambino, ci guadagna solo il direttivo dell'istituto che con orgoglio può mostrare i numeri e le statistiche di rendimento nei consigli di istituto. Ma perpiacere! Ma la scuola serve a crescere gli adulti del futuro o a dare prestigio all'istituto?! Io credo che le prove, le verifiche non siano inutili, ma vadano usate per lo scopo che hanno, far capire al bambino se ci sono dei punti da rinforzare nella sua formazione. Tutto qua, secondo me. Io nel mio piccolo ho scritto queste cose, con una certa delicatezza in più perchè, come insegni, se dici le cose con gentilezza e rispetto puoi dire quello che pensi senza sensi di colpa o vergogna, alla dirigente di istituto e non ho mai avuto risposta. E adesso che ho sentito questo tuo podcast vorrei azzardarmi a girare il link di Tela Teachers alle insegnanti di mio figlio (in 4^ primaria) perchè, anche se quando parlo con loro vedo che si sentono con le mani legate, quasi rassegnate a quel famoso "sistema", io credo che in loro possa esserci una scintilla per provare a cambiare, scintilla data dall'amore che loro hanno per i bambini. Che io vedo nei loro occhi quando mi parlano di Filippo. Non so, magari è una speranza vana però tentar non nuoce. O per lo meno..ho un po' paura a farlo ti dico la verità..ho paura che pensino che io penso che stiano sbagliando tutto, ho paura che si sentano giudicate..non so se è giusto che lo faccia io che sono solo una mamma di un loro studente..tu cosa mi consigli? Scusa per il flusso di pensieri, sono un fiume in piena, avrò scritto anche male ma spero che il senso si capisca. Grazie Carlotta.
Bellissima riflessione, Valentina, grazie! Soprattutto, come giustamente dici tu, dovremmo davvero iniziare a smettere di usare la parola "normale", aliena, crea una mentalità del paragone e imposta standard impossibili da raggiungere. Se non lo hai ancora fatto, giralo il link alle insegnanti, senza presunzione: puoi anche farlo solo come un "Hey, ho visto che ci sono dei corsi gratuiti solo per insegnanti e ho pensato a voi". 💜