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Nei conflitti tra fratelli, sii mediatore e non giudice

Carlotta Cerri
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Come abbiamo fatto quel lavoro di mediazione? Uno strumento su tutti ci ha aiutati: il tavolo (o angolo) della pace. Oggi non ne abbiamo più bisogno, ma all’inizio era lì che avveniva la magia della mediazione!

Ho anche ritrovato questa mia nota sul mio computer (uno scritto che ho inserito forse in un volume di una collana montessori, perché è più formale del solito) e ve ne copio e incollo alcune parti.

«Lo stare insieme e la risoluzione dei conflitti sono abilità che i bambini devono imparare proprio come un tempo hanno appreso a camminare.

Così come non ci arrabbiavamo quando provavano per tentativi a camminare, non dovremmo arrabbiarci quando imparano a risolvere i conflitti, pur non riuscendoci subito.

Noi genitori serviamo da modello e da incoraggiamento, ma la maggior parte del lavoro appartiene al bambino: possiamo fornire aiuto, ma poi dobbiamo fare un passo indietro e lasciare che i nostri figli facciano il lavoro. A volte bisogna andare un po’ oltre la nostra zona di comfort: dobbiamo intervenire solo se è necessario e agire come mediatori invece che giudici, riconoscendo le difficoltà di ogni bambino e rimanendo imparziali nella loro esplorazione del concetto di giusto e sbagliato». 

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