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Tutte le case sono in fiamme

Carlotta Cerri
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Spesso mi senti usare l’espressione «tutte le case sono in fiamme» e mi sono sono resa conto che non tutti e tutte sanno che cosa significa. Nasce dall’episodio n.73 del mio podcast «Educare con calma» in cui leggo una poesia che dice: «Pensavo di essere l’unico a soffrire, sono salito in cima alla casa e ho visto tutte le case in fiamme».

Appena l’ho letta questa poesia a me ha trasmesso un’immagine vivida e incredibilmente potente di una cosa che dico spesso ai genitori: non siete soli.

Non siete gli unici che state vivendo questa situazione, non siete gli unici a sentirvi sbagliati, non siete gli unici a non essere soddisfatti della vostra vita, non siete gli unici a rimanere delusi se il sesso del bebè non è quello che pensavate, non siete gli unici a non fare l’amore, non siete gli unici a non sapere più che cosa fare, non siete gli unici a pensare che la genitorialità non è come ve l’aspettavate. 

Non siete gli unici a soffrire.
Spesso, purtroppo, ci sentiamo gli unici perché abbiamo smesso di condividere le nostre vulnerabilità, probabilmente per paura del giudizio. Invece condividere la vulnerabilità avvicina, perché a volte quando lo facciamo ci viene restituita onestà e ci rendiamo conto che tutte le case sono in fiamme.

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