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La Tela di luglio: il gioco autonomo

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Questo mese ho pensato di parlarti di un argomento abbastanza caldo (non soltanto in queste settimane di afa estiva 😉): il gioco autonomo.

Tanti genitori mi dicono che fanno fatica a guidare i figli verso l'indipendenza nel gioco: questo può succedere perché i bambini hanno bisogno di aiuto per imparare a giocare senza cercare continuamente la nostra presenza, ma spesso noi genitori abbiamo fretta di raggiungere quel traguardo e cerchiamo di bruciare le tappe. «Ho bisogno di te»: è questo che tua figlia vuole dirti quando mostra di non essere ancora in grado di giocare da sola. Non vuole farti un dispetto, né metterti in difficoltà, ti sta comunicando un suo bisogno.

La prima cosa che mi piace ricordare ai genitori è, quindi, che promuovere l'autonomia nel gioco è un processo che richiede pazienza e costanza e, soprattutto, che l'indipendenza deve passare attraverso la «dipendenza»: quando i bambini hanno un attaccamento sano a noi genitori e si sentono sicuri della nostra presenza, imparano a stare bene da soli e si allontanano da noi (che è ciò che devono fare per evolvere). Più li «spingiamo via» prima che siano pronti, più hanno bisogno di noi e della continua conferma che ci siamo per loro: se proviamo ad accelerare il processo in realtà lo rallentiamo (questo succede spesso nella genitorialità: penso, per esempio, a lasciare il pannolino, salutare il ciuccio, smettere di allattare…). A proposito, a fine agosto ti arriva una newsletter proprio sull'ansia da separazione, che credo ti piacerà molto!

In questa newsletter ti racconto:

  • 4 elementi essenziali del gioco autonomo
  • 3 strumenti per stimolare l’indipendenza nel gioco
  • 2 riflessioni da tenere a mente
  • 1 pensiero a ragnatela

4 elementi essenziali del gioco autonomo

Me lo senti dire spesso: il gioco è il lavoro dei bambini. Pensa al tuo lavoro: forse anche tu hai avuto bisogno del supporto di altri per avviare un’esperienza lavorativa o trovare autonomia in una nuova posizione. Magari hai potuto beneficiare del sostegno di colleghi, tutor o mentori. O magari no, e in questo caso avrai sicuramente fatto più fatica all'inizio del tuo percorso. Lo stesso vale per tuo figlio: anche nel gioco, tu puoi scegliere di essere la sua guida. Inizierei seguendo quattro principi base:

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