benvenuti e benvenute a un nuovo episodio di educare con calma oggi per Montessori in cinque minuti voglio svelarvi il segreto numero uno di tutta la genitorialità e la cosa più bella è che ci vorranno davvero solo cinque minuti per metterlo in pratica. Temo che alcuni di voi rimarranno delusi, ma credo che sia importante dire le cose come stanno e svelare le verità, anche scomode. So che l'obiettivo di ogni mamma e di ogni papà è quello di crescere i figli in modo che quando crescano siano persone oneste, empatiche, che siano gentili, generosi, rispettosi, consapevoli. Tanti genitori mi scrivono dicendomi i loro obiettivi della genitorialità, descrivendo comportamenti e attitudini dei loro figli che li preoccupano, che vorrebbero migliorare o cambiare, chiedendomi come possono aiutarli. E io rispondo quasi sempre la stessa cosa, con ovviamente accezioni diverse, perché ogni caso e ogni bambino e ogni famiglia è diversa. Ma più o meno sempre la stessa cosa. Dobbiamo iniziare dalla loro salute mentale, dobbiamo iniziare dall'educazione emozionale, dobbiamo dare più importanza alle loro emozioni, accoglierle e accettarle e capirle e aiutare i nostri figli a gestirle. Spesso quando un bambino piange vedo che la mamma o il papà si guardano immediatamente intorno, come per capire se il bambino sta disturbando, se le altre persone li stanno guardando e se c'è qualcuno nei paraggi. Um, iniziano a dare giustificazioni a spiegare che non sanno che cosa stia succedendo, che di solito è bravo. Di solito è bravo. Questa è una frase che sento spesso quando i bambini piangono come se un bambino che piange non fosse bravo. Un bambino che piange non è né bravo né cattivo, è un bambino, è un bambino che comunica che usa l'unico strumento che ha a sua disposizione il pianto per comunicare o per esprimere le sue emozioni o un disagio o una volontà che il genitore non capisce o un bisogno che il genitore non sa non sta soddisfacendo. Ma se quando il bambino piange, il genitore pensa agli estranei intorno a sé, sta dando più importanza al giudizio della gente che all'emozione di suo figlio. Questo non è educare alle emozioni. Educare alle emozioni è più o meno così. Mi avvicino a mio figlio, mi abbasso al suo livello perché eco dall'accompagnamento e non dalla superiorità. Lo accarezzo se mi lascia accarezzarlo, gli dico che lo capisco che sono qui con lui gli chiedo se vuole un abbraccio. Quando mi permette di abbracciarlo. Gli chiedo di respirare, gli parlo dolcemente. Concentro tutte le mie attenzioni su di lui. Gli altri spariscono. Sono lontani anni luce. I loro sguardi e i loro giudizi non mi arrivano. Siamo solo io e mio figlio. In quel momento c'è solo la mia capacità di adulto di gestire le mie emozioni e la mia volontà di genitore di modellare con il mio esempio un'educazione emozionale. Questo è difficilissimo, lo so, ma vi assicuro che ci vogliono solo cinque minuti i minuti di questo podcast per capire l'unico segreto per imparare a educare alle emozioni. Immagino che stiate tutti aspettando questo segreto. E so che qualcuno rimarrà deluso perché le verità scomode a volte deludono. Lo so, ma eccolo educate prima voi stessi. L'unico segreto per educare alle emozioni è educare prima noi stessi. Pensaci. Ti è mai stato insegnato da bambino a gestire le tue emozioni o a migliorare la tua autostima o a risolvere un conflitto in maniera pacifica? Ti hanno mai spiegato che cosa succede nel tuo cervello quando sei arrabbiato e hanno mai accolto la tua rabbia invece di condannarla? Ti hanno insegnato che puoi sentire le emozioni che vuoi in ogni momento e che non ci sono emozioni sbagliate. Educare noi stessi significa capire e accettare che l'unico modo per educare alle emozioni è imparare noi stessi a controllarle. L'unico modo per gestire una crisi di nostro figlio è imparare a educare noi stessi, a mantenere la calma. Ricordatevi la nostra calma e la loro calma, l'unico modo per dimenticarsi dei giudizi della gente ed essere presente per i nostri figli quando ne hanno bisogno. È educare noi stessi a dare la priorità alle emozioni dei nostri figli invece che a quelle delle persone che ci guardano, che guardino. Sapete che cosa vedranno? Vedranno un genitore così sicuro di sé, da non curarsi affatto del giudizio degli sguardi e calmare suo figlio con la sua presenza più totale. Perché quando un bambino fa più fatica che ha più bisogno di noi? Eppure è proprio allora che spesso noi lo abbandoniamo. Il segreto è solo questo educare prima noi stessi, che significa anche sapere chi siamo. Essere consapevoli delle nostre emozioni, lavorare per imparare a controllarle noi per primi dare la priorità all'individuo dietro al genitore dietro allo sposo, alla sposa. Prenderci cura della nostra salute mentale, amarci noi per primi, far sì che l'amore che proviamo per noi stessi arrivi prima e conti di più dell'amore che gli altri provano per noi. Solo così solo educando noi stessi possiamo insegnare tutto questo anche ai nostri figli perché, come scrisse Maria Montessori non possiamo dare qualcosa che non sia già dentro di noi. Ed è proprio così che inizia il mio corso online educare a lungo termine perché credo che sia importantissimo capire l'importanza di educare noi stessi per primi. Se questo episodio ti è piaciuto, lasciami un commento sulla pagina del mio blog la tela punto com e se stai ascoltando su Spotify o su Un'altra piattaforma ti lascio il link nelle note dell'episodio. Ovviamente mi trovi anche su Instagram e Facebook come la tela di Carlotta Blog e ci vediamo lì in attesa del prossimo episodio di educare con calma. Buona serata, buona giornata o buonanotte a seconda di dove sei nel mondo. Ciao ciao