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Episodio 167 ·

Cercare famiglie che educano come te: fa parte del benessere del genitore

In questo episodio di Educare con Calma vi racconto la mia esperienza di incontri «genitori e bambini» a Marbella, di cercare attivamente famiglie che educano come me in giro per il mondo e vi regalo le testimonianze di genitori de La Tela che, attraverso la nostra piattaforma, stanno facendo lo stesso.

È un'esperienza che io ritengo fondamentale, che nella mia genitorialità ha fatto tantissima differenza e che da anni consiglio alle famiglie per far fronte alla solitudine che spesso si prova quando si sceglie di educare diversamente.

prima di iniziare vi ricordo che stiamo facendo il tour del libro. Cosa farò da grande in Italia per scoprire le date? E se arriveremo anche nella vostra città, potete andare su la tela punto com barra libro. Non vediamo l'ora di conoscere tantissime e tantissimi di voi. Vi lascio all'ascolto. Benvenute e benvenuti a un nuovo episodio di educare con calma. Oggi vorrei parlarvi di un elemento che per me è davvero importante per comunicare con rispetto a lungo termine la comunità. Una cosa che mi raccontano tantissimi genitori che scelgono di educare a lungo termine è la sensazione di solitudine che provano la sensazione di isolamento. Mi raccontano proprio che, soprattutto nei primi anni della loro esperienza di genitorialità, spesso si sentono soli. Magari sono lontani dalle loro famiglie di origine o magari ci sono. Sono dei periodi di difficoltà in cui avrebbero piacere, di un supporto, ma non ce l'hanno, ma spesso e volentieri, anche se la famiglia di origine vive al fondo della strada, si sentono soli perché hanno scelto di educare diversamente. E la famiglia non appoggia questa loro decisione o comunque non la capisce, la solitudine. Davvero. Credo che sia un filo che su diversi livelli accomuna tantissimi genitori e genitrici. Io invece non ho mai sentito questa solitudine, non ho mai provato questo senso di solitudine. E più ci penso, più penso come mai non ho Non ho mai provato questo senso di solitudine, più mi viene in mente che probabilmente quello che ha contribuito a fare tutta la differenza per me e per Alex, ma soprattutto per me, in quel periodo, nel periodo in cui i miei bimbi erano piccoli o comunque magari nel periodo, soprattutto quando è nato Oliver, che era tutto nuovo, che la genitorialità era nuova. E poi dopo, quando è nata Emily, che non solo era nuova la genitorialità di due bambini, ma era anche nuova la privazione del sonno. Ecco quello che ha fatto davvero. La differenza è stato cercare attivamente occasioni di incontro con altre famiglie. Ma devo anche dirvi la verità. Io non l'ho dovuto cercare lontano, perché allora vivevamo a Marbella, in Spagna e Marbella è una città molto internazionale. Quindi c'erano davvero tantissime persone inglesi, tantissimi genitori inglesi che portavano la loro cultura nel sud della Spagna e tanti di questi genitori, anzi, devo dire genitrici, perché erano mamme che organizzavano questo tipo di incontri, appunto, portavano questa cultura del Ci riuniamo tra genitori una volta a settimana e parliamo, condividiamo, ci mettiamo insieme e insieme affrontiamo le varie piccole sfide. Non erano delle sessioni di apprendimento, non parlavamo di uno stile genitoriale o dell'altro. Ci trovavamo proprio solo in una stanza e ve ne racconto due. Poi ho partecipato a tantissimi, anzi ve ne racconto tre perché c'erano veramente tante occasioni. Um una di queste era con Rach ed era il mercoledì mattina in una cittadina vicino a Marbella e Reich. Aveva affittato una grande stanza dove aveva messo tantissimi giocattoli vecchi dei suoi figli. Noi pagavamo, mi sembra cinque euro e stavamo lì due ore, dalle dieci a mezzogiorno. E davvero era tipo una magia, perché i bambini giocavano e erano talmente come dire, talmente stupiti e talmente estasiati di tutti questi giocattoli che ovviamente non vedevano a casa loro che davvero era come non vederli per due ore, perfino bambini piccolissimi che gattonava appena erano completamente indipendenti, perché questo ambiente era stato preparato per loro, ma neanche in maniera troppo efficace. Devo dire. Era proprio veramente, um, l'accortezza di non avere giocattoli che potessero ingerire, di non avere giocattoli che fossero pericolosi. E noi genitori che cosa facevamo? Noi ci sedevamo sui divanetti e parlavamo. Ogni tanto un genitore spariva ad andare ad aiutare un due bambini con un conflitto, ma magari neanche i suoi. A volte un altro genitore spariva per andare a cambiare la bimba sul fasciatoio. Un'altra volta un altro genitore spariva per pochi minuti per andare ad aiutare alcuni bambini a prendere un giocattolo e a capire come si usasse. Ma tutti eravamo genitori di tutti i bambini e quindi spesso queste due ore erano davvero di grandissimo relax. Perché noi ci adulti, ci sedevamo sui divanetti, parlavamo. Rachel ci offriva un caffè o un tè con un dolcetto, andava sempre a comprare le torte del lido e quindi tutte le volte che vedo quelle torte mi ricordano lei e basta. Queste erano era il nostro mercoledì mattina. Noi sapevamo che il mercoledì mattina ci trovavamo tutte lì e tra l'altro eravamo genitrici con vite molto diverse. Quindi c'era chi lavorava in proprio come me. Per esempio c'era chi lavorava per un'azienda c'era, chi non lavorava e tutte c'eravamo organizzate per avere queste due ore del mercoledì mattina libere e trovarci perché davvero era una coccola per l'anima, poi c'era Rach o un'altra rich si chiamavano tutte e invece lei aveva organizzato proprio una cosa molto più strutturata. Quindi organizzava delle vere e proprie attività un po' più didattiche. Lei è stata per tanti anni insegnante di scuola primaria e anche dell'infanzia, se non sbaglio. E quindi noi arrivavamo lì e c'era l'angolo di lettura c'era l'angolo per colorare c'era l'angolo della matematica c'era questo angolo quest'altro angolo c'era l'angolo l'angolo della del did che non era vero e proprio di lei lo faceva in casa e poi lei intratteneva. Faceva anche dei momenti di gruppo in cerchio, cantando canzoni, eh? Parlando di tematiche, leggendo libri ed era veramente come una mini piccola scuola, una mattinata di scuola per i nostri bambini, mentre noi genitori ci sedevamo spesso e volentieri chi aveva voglia partecipava, chi non aveva voglia non partecipava. Io personalmente, spesso e volentieri non partecipavo e quindi ci sedevamo e parlavamo del più e del meno nell'altra stanza. Quando i nostri bambini avevano bisogno di noi eravamo lì, ma non andavamo per loro. Andavamo per noi, andavamo perché noi avevamo bisogno della presenza umana, del calore umano, della comprensione di altre genitrici. E lì non ricordo esattamente. Mi sembra che pagassimo tra i dieci e i venti euro. Adesso non mi ricordo per la mattinata e portavamo il pranzo da casa e quindi facevamo pranzo tutti insieme e Rach metteva a disposizione bevande e uno snack per tutti i bambini e gli adulti. E poi c'era ashley, che è proprio la Ashley che molti di voi conoscono perché fa parte dei contenuti del venerdì che gli abbonati a tutta la tela ricevono le canzoncine che a volte mi mandate i video. E vedo che cantate con i vostri figli quando ricevete questi contenuti. Sono proprio le stesse canzoncine che cantavamo con Oliver e con Emily e con tutti gli altri genitori. Quando andavamo a lezione di Ashley, la lezione di Ashley durava circa quarantacinque minuti. Mi sembra che pagassimo cinque euro e lei però era stata molto brava perché aveva trovato dei posti a Marbella che erano predisposti per i bambini per accogliere i bambini. Quindi avevano un'area giochi. Avevano anche cibo perché molti di questi erano ristoranti oppure erano semplicemente aree giochi che servivano anche cibo. E quindi che cosa succedeva? Succedeva che una volta finita la lezione di Ashley, tutti i bambini iniziavano a giocare. Noi genitori ordinava da mangiare e stavamo lì tutti insieme a fare pranzo e spesso e volentieri stavamo anche molto più tempo per a seconda di quanto resistessero i bambini dell'età della voglia di noi adulti. A volte invece, magari un piccolo gruppetto partiva e andava a fare pranzo da un'altra parte per avere più intimità. Ora devo fare una piccola premessa, perché per chi non mi conosce magari non sa che io lavoravo in proprio a quell'epoca, insegnavo inglese ad adulti e bambini e avevo deciso di lavorare solo mezza giornata in quel in quei periodi, nei periodi in cui i miei figli erano piccoli e quindi il mattino era di solito dedicato a queste attività e onestamente io preferii invece che stare con loro da sola a casa. Preferivo uscire e andare a ricercare questo tipo di attività, andare a ricercare questi posti in cui effettivamente potevo dedicarmi non solo ai miei figli, ma dedicarmi a me stessa sapendo che i miei figli stavano bene. E questo è stato davvero per me un grandissimo, grandissimo a vantaggio sia per la cura di me, sia anche per capire con che famiglie c'era più affinità, perché io credo personalmente che quando si sceglie di educare in un certo modo, per esempio per me era l'educazione a lungo termine sia molto più facile trovarsi con altre famiglie che condividono i nostri stessi valori. Ma spesso e volentieri se rimaniamo nella nostra piccola cerchia di persone, non riusciamo a trovare queste famiglie che è un po'. Anche il motivo alla base della creazione di tutta la tela proprio dell'aspetto della comunità, con tanto di incontri in cui i genitori possano davvero uscire da internet, conoscersi su internet, ovviamente attraverso il forum della comunità e poi quando si sentono pronti creare un incontro per trovare al parco giochi. Ora non sto dicendo che avere una rete di persone, anche piccole sia un elemento imprescindibile nell'educazione a lungo termine. Non vi sto invitando ad aspettare di avere una comunità per scegliere un approccio educativo rispettoso. Credo che scendere dalle ruote dell'educazione tradizionale sia un viaggio che inizia da sé e poi continua nella famiglia. Però sicuramente connetterci con persone con famiglie che parlano la nostra stessa lingua e magari abbracciano i nostri stessi valori e ci fa sentire infinitamente meno soli e rende molte, molte sfide, un po' meno faticose. Innanzitutto da un punto di vista pratico ci solleva da piccole difficoltà quotidiane, ci dà più occasioni di attività pomeridiane o mattutine a seconda dei vostri programmi e anche più motivazione a sperimentare qualcosa di diverso, che probabilmente da soli avremmo meno voglia di fare. Incontrare altre famiglie ci dà anche l'occasione di parlare tra adulti, come vi raccontavo prima, mentre i bambini giocano. E questo è importantissimo secondo me, soprattutto nei periodi in cui uno dei genitori si trova per tante ore in casa con i figli e si ritrova a de-, a desiderare un dialogo adulto con una persona che non sia un bambino. Se poi i rapporti evolvono e diventano più solidi, quella piccola comunità può diventare anche una vera rete di supporto, come era successo a me e a Marbella. Ci si può aiutare a vicenda tra genitori, per esempio portare i figli a giocare a casa di quella famiglia per finire un lavoro per cui ci serve concentrazione e silenzio, o semplicemente per dedicare un po' di tempo alla cura di noi, alla cura del coppia. E poi ovviamente, ricambiare il favore. Ora io personalmente questo l'ho fatto pochissimo negli anni in cui i miei figli erano piccoli, perché quando c'erano possibilità di conversazioni adulte io le prendevo tutte. Ne avevo veramente proprio bisogno. Sentivo che la genitorialità non era qualcosa che mi veniva facile. Non era qualcosa che mi mi mi se che se mi sentivo cucito addosso e quindi avevo proprio bisogno di queste interazioni adulte nella mia vita e il mio lavoro mi permetteva di organizzare il mio tempo in modo da poterlo scegliere. E poi, al di là di questi benefici pratici, in realtà avere l'opportunità di confrontarci con persone che vivono le nostre stesse sfide spesso ci fa sentire più accolti ormai, sapete, lo dico sempre le vulnerabilità avvicinano l'ho scritto anche nel mio libro Cosa sarò da grande quando vi ho raccontato la storia di quella mamma al parco giochi con la quale ci siamo ritrovate a condividere un momento di vulnerabilità? E poi anche perché conoscere storie, sfide diverse ci aiuta ad ampliare il nostro sguardo sulla complessità, dell'esperienza di essere genitori e spesso e volentieri anche vederlo meno complesso. E poi sicuramente ci aiuta ad allenare l'empatia, a interiorizzare ancora di più quel concetto di cui vi parlo, che è uno dei miei concetti preferiti del tutte le case sono in fiamme. Okay, Carlotta, mi direte voi, è davvero bello avere intorno un piccolo gruppo di famiglie con cui connettersi. Ma se non li abbiamo già tra amici e conoscenti, come li troviamo questi genitori? Io sono davvero convinta che sia importante cercare attivamente molti genitori magari hanno già il desiderio di avere contatti con altre famiglie, ma aspettano che le occasioni capitino onestamente l'ho anche visto proprio nella nostra comunità. Perché c'è voluto tanto tempo per i genitori prima che iniziassero ad organizzare incontri prima che gli incontri funzionassero. Magari c'era un del genitore che organizzava un incontro e c'era solo un altro disponibile ad andare nonostante ci fossero venti trenta famiglie nel giro di venti chilometri. E questo secondo me perché E lo capisco perché non siamo abituati a pensare che gli amici magari possiamo sceglier Celi, magari possiamo passare più tempo con persone che condividono i nostri valori piuttosto che con gli storici compagni del liceo che educano completamente, diversamente da come educhiamo noi. E certo, quando capita di incontrare per un caso fortuito della vita delle famiglie con cui ci piace trascorrere il tempo, famiglie che condividono i nostri valori, um, può essere anche molto bello e sorprendente. Però io davvero vi invito a scegliere un approccio proattivo ad essere parti attive di questa ricerca. Non aspettare che succeda, ma proprio cercare o addirittura creare voi delle occasioni di incontro. E lo dico da viaggiatrice a tempo pieno, con la propria famiglia che viaggia con due bambini piccoli dal duemila e diciannove, che è uno stile di vita molto solitario. Quindi io avevo bisogno di ritrovare persone che educasse come me nelle zone dove andavo. E allora che cosa faceva? Spesso e volentieri um cercavo, mettevo nel gruppo di Facebook e lo faccio ancora oggi tra l'altro mamme a Bali e questo oppure mamme italiane a Bangkok, oppure genitori italiani a Chang Mai. Ed è così che trovavo persone. È così che ho conosciuto famiglie con le quali siamo in contatto ancora oggi, con le quali ci siamo ritrovati da un'altra parte completamente del mondo solo per rivederci solo per far riabbracciare i nostri figli e abbracciarci noi. E questo cercare su Facebook Per me è stato proprio anche parte dell'idea di creare o anzi di mettere a disposizione gli incontri su tutta la tela. Perché io personalmente penso che l'online sia un posto meraviglioso dove incontrare persone che condividono i nostri valori e spesso nel nostro piccolo paesino di provincia. Magari queste persone non le troviamo, o magari dobbiamo scendere a molti più compromessi, mentre invece l'online anche solo a venti chilometri di distanza. Magari c'è una famiglia che potenzialmente potrebbe essere davvero quell'aiuto di cui abbiamo bisogno per non sentirci soli. Per esempio, io so che alcune famiglie che erano venute al nostro evento la tela a casa di chiara grasso della nostra amica chiara grasso al b and b maturin effettivamente sono rimaste in contatto, magari si sono ritrovate lì e poi hanno scoperto di abitare a dieci chilometri di distanza e hanno continuato a frequentarsi. E tra l'altro è proprio in quell'occasione che ci siamo resi conto più che mai dell'importanza di questi momenti di condivisione tra genitori e della necessità di offrirli anche a livello locale. Perché? Eh sì, in quel caso è stato bellissimo, ma le famiglie sono arrivate letteralmente da tutta italia, il che è fattibile una o due volte l'anno, ma sicuramente non su base settimanale. Ed è stato davvero allora che un po' si è accesa la lampadina e ha collegato tutti i puntini abbiamo capito che sulla nuova piattaforma della tela, dove avevamo già previsto una sezione dedicata alle interazioni tra gli individui della comunità, doveva proprio esserci una funzione che permettesse alle famiglie di trovarsi nella propria zona e di organizzare piccole occasioni di incontro. Poi, come vi dicevo prima, tutto questo tutti questi incontri non è non sono successi subito c'è voluto un po' di tempo per uscire dalla propria bolla, ma come ogni occasione di allargamento della nostra zona di comfort, è stato un processo con i suoi tempi di adattamento. Piano piano, però, i genitori hanno davvero iniziato a vedere che questi momenti di connessione erano fattibili e hanno iniziato a sfruttarli. Anzi, alcuni mi hanno proprio raccontato che senso di appartenenza si sia respirato già dai primi momenti insieme, come se ci si conoscesse da sempre. Però onestamente di questo non voglio parlarvi io e quindi ho deciso di raccogliere le testimonianze di alcuni genitori della comunità, la tela che alcuni mesi fa si sono incontrati a Roma creando l'incontro proprio sulla piattaforma di tutta la tela e quindi vi lascio raccontare da loro cos'è stato questo incontro e cosa ha lasciato loro che onestamente sono due testimonianze che mi hanno commossa. La prima è di Valeria Ciao, io sono Valeria, moglie di Marco, mamma di Leonardo, quattro anni, e Diego, due anni. Io e mio marito siamo testi di vecchia data, se si può dire così. Durante le feste natalizie ho approfittato della presenza della vostra vale a Roma e ho colto l'occasione per organizzare un incontro tra famiglie della community. Ho cercato un punto di incontro centrale che potesse essere comodo un po' per tutte le zone di Roma e Villa Pamphili. Sembrava il posto perfetto, anche perché ci saremmo potuti godere un picnic organizzato da un chiosco lì al parco e già ci immaginavo tutti seduti sul prato con i cestini sandwich. E invece no, il giorno del nostro incontro e quelli immediatamente precedenti e successivi. La pioggia è stata una costante tutto il giorno e proprio a quel punto mi sono resa conto della voglia e della gioia che avevamo di incontrarci, perché in altra occasione con altre famiglie, magari conoscenti, quasi sicuramente avremmo rinviato, posticipato, annullato l'incontro. Ed invece ci siamo ripromessi di procurarci il necessario per fronteggiare una giornata piovosa e di vederci lo stesso. Ci siamo incontrati davanti al parco giochi tra l'altro l'abbiamo trovato transennato per lavori, ma tra noi ci siamo abbracciati come se ci conoscessimo da una vita. I nostri bambini sono stati fantastici, i miei poi adorano la natura e hanno esplorato e giocato lungo il percorso del parco per tutto il tempo. E nonostante il parco giochi transennato non sia stato l'unico intoppo, se possiamo chiamarlo così, perché abbiamo trovato molto più fango del previsto ed avevamo anche a seguito biciclette e passeggino. Ecco, a quel punto ho notato un'altra grande sintonia tra noi, perché mentre mi destreggia tra rincorrere il figlio piccolo che si intrufolava tra i cespugli, spingere un passeggino impantanato nel fango, spiegare al figlio grande che con la bicicletta sulla salita fangosa non era proprio il massimo. E magari sarebbe stato il caso di scendere. Non ci siamo dovuti spiegare nulla, ci siamo aiutati a vicenda. Ognuno gestiva il figlio Dell'altro ha bisogno contatto, gentilezza, rispetto, proprio come avremmo fatto noi da genitori questa cosa Devo spiegare il perché mi comporto in un certo modo con mio figlio perché mio figlio si comporta in un certo modo con me. Il doverci giustificare spesso è una costante nelle nostre giornate da genitori ed in questa occasione ci siamo sentiti proprio liberi da questo peso, da questa zavorra è stato più un senti, ma te come gestisci questa situazione? Non sai come mi sento io quando fa così, oppure io sto cercando di lavorare su questa questione. Te invece raccontami perché è proprio vero che in Italia non siamo soliti incontrarci tra famiglie, cercare confronto, conforto la sentiamo quasi una debolezza. Siamo più propensi magari ad omologarsi al contesto, salvo poi non sentirci a nostro agio, né noi genitori né i bambini. E quindi poi giustificarci cercare di risollevare una situazione nata storta che è difficile da raddrizzare. E invece noi abbiamo un gran bisogno di confronto attivo e di conforto, perché sono sicura che tanto del nostro giustificarci e omologarsi è dovuto al fatto di non avere opportunità di scambio, di non poter spiegare come ci sentiamo, perché ci sentiamo in un determinato modo e non sentirci soli perché poi realmente non lo siamo. Bisogna solo cercare e trovare la possibilità di farlo creare l'occasione. E la tela ce ne sta dando la possibilità e questo ci fa sentire davvero parte di una comunità. Ci fa un gran bene. Sarebbe bello allargare però questa visione anche al di fuori della nostra community. E la questione mi accende particolarmente perché anche a livello lavorativo il creare spazio di confronto e conforto tra genitori è una battaglia che sto combattendo, perché è dura trovare spazi per le famiglie. Diciamocelo, questa è una grande verità. Invece poter chiudere per un po' la porta di casa con tutti i doveri, le responsabilità, le preoccupazioni ed uscire appo-, appoggiarsi magari a un locale, trovare altre famiglie con cui passare del tempo, ricaricarsi e come dico io, abbracciarci con le parole, oltre che fisicamente è un grande sostegno e potrebbe essere una grande opportunità di crescita, volendo per creare questi posti poi inclusivi. In realtà non ci vuole tanto, ma è davvero difficile concretizzare. E ti ringrazio davvero tanto, Carlotta, perché questa possibilità di incontrarci di persona, oltre che online è nata insieme alla creazione della tua piattaforma ed è veramente una cosa potente oltre che necessaria. Vabbè, io pensavo che avrei pianto solo la prima volta che ho ascoltato questo messaggio. Invece vabbè, di nuovo mi sono commossa. Perché? Perché? Perché Perché? Perché è la stessa sensazione che provo io quando incontro famiglie della comunità la tela, perché veramente quel senso di ognuno si prende cura di ognuno e dell'altro con gentilezza e con rispetto. È qualcosa che ho sentito anch'io tantissimo ogni volta che ho conosciuto altre famiglie a questi incontri. E poi sì, Valeria, sono d'accordo con te. E proprio come dicevo all'inizio di questo episodio quei posti di cui parli e che e di cui ho parlato anch'io, all'inizio, dell'episodio e di cui parleremo ancora io e te sicuramente perché io so che tu stai lavorando sodo per portare posti così anche in Italia. Quei posti fanno una differenza incredibile, sostanziale. E adesso vi lascio la testimonianza di Chiara Ciao Carlotta, Ciao a tutti, grazie innanzitutto per questa opportunità di condivisione. Ne sono davvero onorata e felice. Penso si senta dalla voce, ma sono così trasparente nelle emozioni. Sono chiara. Ho quarantotto anni, vivo a Roma e sono sposata con Fabio e abbiamo un bimbo, Samuele, di quasi sette anni. I primi di marzo. La scorsa domenica abbiamo partecipato tutti e tre a un incontro qui a Roma con alcuni della community della tela. Ci siamo l'ho visti in un parco e devo dire nonostante la pioggia um non fosse fortissima. Però ci ha accompagnato per tutta quanta la mattinata. Quasi nonostante questo, la l'incontro è stato veramente bellissimo. Entusiasmante. Devo dire che per me già incontrarsi nella natura ha avuto un significato speciale, un po', perché è il luogo nostro, familiare di di comfort, un luogo che amiamo un po' per tutto quando possiamo stiamo nella natura. Ma soprattutto perché già due anni fa, quando ho iniziato a seguirti e ad ascoltare i tuoi podcast, pensavo proprio quanto sarebbe stato bello leggendo i commenti, che, um quelle riflessioni mhm quei pensieri che si condividevano nei commenti potessimo dirceli a voce, magari su un prato con i bimbi che giocano, per cui per me è stato proprio un sogno avverato. Ci siamo incontrati e abbiamo cominciato a camminare, abbiamo camminato insieme e devo dire che c'è stata subito aria di famiglia perché ci aspettavamo durante il percorso. Um ci siamo aiutati perché il fango rendeva il percorso in alcuni tratti un po' disagevole e i bimbi hanno giocato, hanno esplorato e così abbiamo chiacchierato un po'. Ci siamo conosciuti e ed è stato tutto molto tranquillo e naturale. Infatti quando stavamo tornando a casa in macchina con fabio abbiamo un po' condiviso. Le sensazioni sulla mattinata e ci siamo proprio detti che era stata una mattinata serena e anche chiedendolo a Samuele che cosa avesse provato, quali erano le sue sensazioni? Lui ha detto proprio che era stato tutto molto tranquillo e che non sembrava proprio che non ci fossimo mai visti prima. Ci ha detto proprio sembravano persone che conoscevamo già. Devo dire che a me questo mancava tanto nella nostra cerchia di amici ci sono sicuramente delle persone che condividono gli stessi valori educativi. Però nella quotidianità genitoriale stavamo facendo non poca, molta fatica. Io e Fabio a trovare delle occasioni di confronto e di incontro che fossero per noi nutrienti. Devo dire che siamo sempre stati molto aperti a una cosa che ci piace molto essere aperti all'altro. Chiunque sia, ci sottraiamo mai ai dialoghi um e ai confronti in generale, però erano stati erano diventati nella quotidianità scontri e confronti, a volte pesanti da da processare, faticosi che avevano sempre il sapore della testimonianza, del del gettare i semini però poco rigeneranti. Ecco, forse questo è il termine um per cui invece incontrarsi con delle persone che non hai mai visto e sentirsi subito a casa è stato bellissimo. È stato per noi insostituibile, unico. Incontrare le persone che sai che condividono con te un percorso dei valori educativi che uno stile di di dialogo, di rapportarsi all'altro, di gentilezza, di ascolto, di attenzione leva immediatamente quella sensazione del vediamo del chi avrò davanti. Che cosa mi devo aspettare? Sarà faticoso. Ecco, tutto questo è è è stato proprio bypassato perché c'era subito rilassatezza. E questo, almeno per me, per Fabio era proprio quello che che desideravamo in questo momento della nostra vita. È un po' di tempo che i avverto questa sensazione di solitudine genitoriale appena esco di casa un po' come se mi dovessi come se dovessi indossare una corazza. A volte non sempre però a volte sì, e a volte anche con un intorno molto vicino, come può essere i nonni, i parenti. E ho sempre coltivato la speranza che ci potessero essere delle delle relazioni um semplici nell'accezione più bella di questo termine. Che ci fossero persone come noi che hanno la stessa visione educativa, la stessa visione della della relazione con l'altro dell'ascolto del rispetto. Devo dire che già a ottobre, quando sono entrata a far parte della community della tela, ecco, questa speranza è diventata consapevolezza perché il poter confrontare quasi in tempo reale con altre persone, condividere la propria vita, le proprie difficoltà, sentirsi accolti, ascoltati. Ecco, questo per me già è stato ossigeno allo stato puro. Però ecco, domenica guardarle negli occhi, poterle abbracciare. Io poi adoro abbracciare me le sono abbracciate tutte, è stato per me come abbracciare quella speranza e dire Okay, ci hai creduto e non ci hai creduto solo tu o Fabio, La nostra famiglia. Ci hanno creduto anche queste altre famiglie ed è realtà. È stato bellissimo, abbracciarle ed è stato potente per me, commovente e potente come abbracciare una famiglia scelta, non quella che ti è capitata, con cui ti puoi rilassare e poter essere se stessi senza doversi necessariamente difendere. Volte mi ha dato una carica pazzesca. Non non solo in quel momento, ma proprio in generale. Nell'affrontare anche semplicemente il giorno dopo, il giorno dopo ancora nella mia quotidianità. Ecco, e la voglia sicuramente di creare altre occasioni, così inc-, rincontrare le persone che ho visto domenica o altre il più possibile, ecco per cui l'invito è è quello di gettare il cuore oltre l'ostacolo. E è vero che a volte ecco, per esempio, per noi qui a Roma. A volte è difficile trovare il momento giusto per tutti, però ecco creare occasioni il più possibile darle perché è davvero impagabile quello che che si avverte e si sente in termini di di di, di serenità, di di convinzione, di consapevolezza. Ecco per cui grazie soprattutto a te, Carlotta dal profondo del cuore, perché è grazie a te e al lavoro di tutto il tuo team che che le speranze diventano realtà e ci credo davvero in questo che sto dicendo grazie, grazie a tutti e vi abbraccio fortissimo. Ciao ciao giuro che non ci siamo parlate con Chiara prima che lei registrasse questo messaggio e tra l'altro io non l'avevo ancora ascoltato quando ho parlato nell'introduzione di questo episodio ed è stato bellissimo ritrovare anche con il messaggio di Valeria ritrovare tantissime affinità con quello che ho detto all'inizio dell'episodio c'è questa sensazione di familiarità e questa sensazione di capirsi tra famiglie che educano allo stesso modo. E adesso invece vi leggo la testimonianza di Alessandra Un'altra, mamma che ha partecipato alla all'incontro a Roma quel giorno Accoglienza, serenità, abbraccio. Queste sono le prime parole che mi vengono in mente se penso al mio primissimo incontro con altri testi e te liste qui a Roma, in una umidissima giornata di pioggia, in una villa pamphili, fangosa e silenziosa. Sono una te lista genitore unico di una bimba di tre anni e mezzo. E quando ho visto la proposta di incontro pubblicata sulla tela e poi vicinissima a casa mia, ero contentissima almeno fino al secondo in cui ho realizzato che avevo promesso a mia figlia che proprio quella domenica avremmo avuto una giornata solo noi a casa a fare cose coccolo prima della ripresa della scuola. L'occasione però era troppo ghiotta e sono andata anche se sapevo che questo cambio di piani avrebbe comportato una partenza in salita e almeno un milione di no da parte di mia figlia. Perché mentre io ero elettrizzata, lei per niente. Tralascio le mille peripezie di quella mattinata per arrivare con mezz'ora di ritardo, all'appuntamento pianificato, trafelata irritata da mille imprevisti e sì, anche dall'opposizione di mia figlia, bagnata a causa della pioggia e già sporca al primo passo fatto dalla macchina. Tutto questo, però è stato facilmente scacciato via dai volti accoglienti e sorridenti che ho avuto la fortuna di incontrare da lì a poco. Persone che sin da subito. Dai primi piccoli gesti ho compreso essere vicini alla nostra famiglia, alle nostre scelte educative. Nessun giudizio, nessuno sguardo pronto a valutarti alla prima azione svolta solo tanta tranquillità in poco tempo l'ansia che avevo per quell'incontro è stata scacciata via. Tu mi dici ma perché ansia? Perché la mia mente si era persa in mille pensieri la paura di incontrare persone che non conoscevo, il timore che mia figlia non sarebbe voluta rimanere, il dubbio di fare qualcosa non in linea con tutto quello che giornalmente scelgo di fare per crescere e maturare. Lo so che sembrano tutti pensieri assurdi, eppure c'erano. Io però mi sono sentita da subito accolta e tranquilla in situazioni in cui molti altri avrebbero visto ostacoli. Parco giochi chiuso, pioggia, tanto ma tanto ma tanto fango. Il piccolo gruppo aveva appena formato, ha visto solo opportunità di conoscersi. È stato bellissimo. Non so come altro definirlo vedere come subito e con estrema semplicità adulti e bambini. Ah, mi emoziono. Sono immediatamente riusciti ad interagire tra loro con cuore aperto e fiducia, perché tutti consapevoli di trovarci in uno spazio tra virgolette. Sicuro è un regalo unico ed è un regalo che la comunità della tela ci fa e si fa ogni giorno. Un regalo immenso che spero di non dare mai per scontato e di non sottovalutare. Davvero mi commuove, mi commuove tantissimo perché questa è la mia visione. Questa è la mia visione di aiuto alla genitorialità. E questo è proprio solo l'inizio è solo l'inizio, è bellissimo. Anche io, come Alessandra, probabilmente non trovo un'altra parola per descriverlo. Però non vi dirò che mi sorprende l'entusiasmo e la gioia di questi genitori nell'essersi trovati perché mentirei. In realtà lo conosco perfettamente que questo entusiasmo, e lo capisco esattamente quello che ho sperimentato anche io in Spagna. Ed è quello che sperimentato in giro per il mondo, quando cercavo famiglie che educavano come me, con le quali poi avevamo voglia di rivederci. Ed è anche un po', la stessa paura che avevo all'inizio quando scrivevo quel messaggio su Facebook e dicevo Qualcuno ha voglia di un play date e mettevo una nostra foto nella speranza che magari creasse più familiarità e qualcuno ci rispondesse. Poi alla fine ci rispondevano in tanti, ma c'era comunque quel piccolo timore di non trovarsi, di non sapere di che cosa parlare, di educare in maniera completamente diversa di essere completamente incompatibili. Però poi mi dicevo vabbè Carlotta, dai, ma tanto è proprio solo un'oretta un paio d'ore e magari poi non li vediamo mai più. E invece spesso e volentieri c'erano almeno una o due famiglie con le quali poi ci ritrovavamo. Ed è questo che ho voluto creare per la tela e sentivo dentro di me che avrebbe avuto successo. Poi ovviamente non dico che si debba passare solo per l'online. Ad esempio potete invitare un amico o un'amica di scuola dei vostri figli per un pomeriggio di giochi a casa e invitare anche i genitori per restare e conoscersi un po' meglio fare due chiacchiere di fronte a una tazza di tè mentre i bambini giocano è proprio essere chiari e sinceri. E dire allora se volete il tempo per voi e lasciar e volete lasciarmi vostro figlio va benissimo. Prendetelo, vi capisco e farò lo stesso quando ne avrò bisogno io. Se invece avete voglia di una chiacchierata tra adulti, venite e ci prendiamo una tazza di tè. Però ecco, quello che voglio trasmettervi è proprio questa. In inglese sarebbe agency questa intenzionalità nel ricercare famiglie che educano come voi, quindi spero davvero che queste parole mie e delle persone che sono intervenute possano ispirarvi e aiutarvi a sgretolare un un po' di quelle convinzioni limitanti che magari vi frenano nel cercare attivamente altre famiglie con cui interagire? Vi assicuro che ne vale davvero davvero davvero la pena. Scendere dalle ruote della vita e dell'educazione tradizionale non deve essere un viaggio solitario, si può fare insieme possiamo farlo insieme. Potete farlo insieme. Per oggi è tutto. Vi do appuntamento alla settimana prossima con un nuovo episodio del podcast. Vi ricordo ovviamente che mi trovate anche su tela punto com e da lì potete arrivare anche a Instagram. Buona serata. Buona giornata o buonanotte a seconda di dove siete nel mondo. Ciao ciao.

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«Educare con calma» è un bel principio di cui a me mancava solo un dettaglio: la calma. Questo podcast è un resoconto del mio viaggio interiore di genitore.