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Episodio 161 ·

Se il papà si prende cura dei figli e della casa | con Diego Di Franco

In questo episodio di Educare con Calma, ho invitato Diego Di Franco a parlare di un modello familiare ancora poco comune in Italia: quello in cui è il papà a prendersi cura dei figli e della casa.

Diego ci racconta come lui e sua moglie abbiano fatto questa scelta, come è stata accolta da parenti e amici, come la vedono i bambini e ci spiega perché secondo lui è importante parlarne. E ci svela anche «la prova dello spritz», che è un po' il suo consiglio alle donne per (r)iniziare a (ri)prendersi il proprio tempo.

:: Trovate Diego

prima di iniziare faccio una cosa un po' insolita su educare con calma, ma per me molto, molto importante è finalmente in prevendita il mio libro. Cosa farò da grande che io definisco il primo non manuale di genitorialità. Se volete saperne di più trovate tutto su la tela punto com barra libro, ma qui ci tengo a ricordarvi che se lo comprate in prevendita, quindi fino al cinque di febbraio del duemila e ventiquattro avete accesso anche a un bonus molto speciale è un video in cui con onestà e gentilezza vi racconto perché io credo che spesso essere genitore non debba essere così difficile come lo viviamo. Non vedo l'ora che tantissime famiglie abbiano tra le mani cosa farò da grande, quindi questa volta sono io che chiedo aiuto a voi. Aiutatemi a diffonderlo, parlatene con altri genitori ordinatelo in libreria in più librerie regalate. Credo davvero che questo libro pianterà tantissimi semini per cambiare l'educazione, l'approccio, all'infanzia e aiuterà molte persone a scendere da ruote che non sentono loro. E ora vi lascio all'episodio di oggi su un argomento che ho voluto anche inserire nel libro indirettamente un po' ovunque, ma nello specifico nel capitolo dieci che si intitola sono suo padre, le vittime della società dei doppi standard. Buon ascolto, benvenuti e benvenute a un altro episodio di educare con calma. Oggi ho invitato un papà, un papà che purtroppo la società non vede come tutti gli altri papà perché insieme a sua moglie hanno scelto che lui avrebbe occupato il ruolo stereotipi riservato alla donna nella famiglia, ovvero stare a casa con i bambini e occuparsi della casa. Lui è Diego del meraviglioso mondo dei papà, ha da poco pubblicato un libro intitolato proprio il meraviglioso mondo dei papà che, ammetto, è ancora chiuso nella mia libreria Kindle, ma ce l'ho e adesso ci racconterà meglio. Però io ci tengo proprio a fare una una premessa lui è qui oggi e tra l'altro è una vita che proviamo forse anni, che proviamo a fare questa chiacchierata perché purtroppo rappresenta ancora un'eccezione alla regola, perché la genitorialità è ancora un settore di dominio femminile ed è per questo che lui è qui a parlarci della sua decisione. Perché se ci pensate io non ho mai invitato una mamma a parlare della sua decisione di invitare di rimanere a casa con i bambini e occuparsi della casa e quindi ci tengo anche a specificare che nella mia personale visione della genitorialità che è poi è anche quella che ho impostato con mio marito a casa. Alcune delle domande che farò oggi, um non ci sarebbe bisogno, secondo me di farle né a una mamma né a un papà, perché la genitorialità è fatta di due genitori e sempre nella mia personale visione della geni, in realtà entrambi sono responsabili in percentuali simili, ovviamente non uguali. Impossibile però simili non così diverse, come invece suggerisce un po', quella che è la la nostra realtà della nostra società. Molte domande, questo ci tengo a dirlo perché onestamente la mia mente non avrebbe ela elaborato. Domande del genere arrivano da un box che ho messo su Instagram in cui appunto ho chiesto, senza specificare chi invitavo, chi intervistavo. Ho chiesto che domanda faresti a un papà che sceglie di rimanere a casa con i figli? E le domande mi hanno un po' stupita. Ecco poche persone, come mi aspettavo, forse più persone, ma invece pochissime mi hanno scritto Ma Carlotta, che cosa dici? Io farei la stessa domanda che farei a una mamma che decide di rimanere a casa oppure Ma Carlotta, la premessa qua è sbagliata e quindi è per questo che sento che questa conversazione è ancora più importante e ancora più necessaria. Quindi invito tutte le persone che ci ascoltano a riflettere. Quando sentono le domande che faccio e chiedersi farei la stessa domanda a una mamma che sta a casa con i figli. E poi prometto che cercheremo di usare una comunicazione il più possibile rispettosa e non giudicante. E Diego mi ha perfino promesso che non dirà parolacce, che so che a volte gli scappano. Quindi non mi rimane altro che dare il benvenuto a Diego. Ciao Diego, Ciao. Grazie. Finalmente ce l'abbiamo fatta. Stiamo inseguendo da tanti anni. Finalmente ce l'abbiamo fatta e sono felicissimo di essere qui con te. Hai ragione, Diego, guarda, sei stato pazientissima. Ti ringrazio. La colpa è mia se ci abbiamo messo anni praticamente come sempre. Sempre mia la colpa di di di, di questi, di queste attese. Ascolta, senti, te l'ho già anticipato, Però tu sai che se ascolti il mio podcast sai che io mi perdo in chiacchiere. Però questa volta ci sono veramente così tante domande che cercherò di non farlo, anche se in realtà alcune non richiedono davvero una risposta lunga. Alcune sono più botta e risposta. Probabilmente però ci tengo a fartele, perché credo che siano domande che fanno riflettere anche proprio in quanto dicevo prima. Questa domanda la farei anche a una mamma che ha fatto la stessa scelta. Quindi, ecco, è proprio lì che voglio continuare a battere il chiodo, in un certo senso. Quindi voglio farti più domande possibile e cercherò di stare il più zitto possibile e lasciare parlare te. Okay? Sei pronto? Pronto? Iniziamo. Allora, prima di tutto domanda uno proprio per chi non ti conosce, per chi magari. Insomma, non ha non conosce famiglie come come la tua. Mi piacerebbe chiederti come siete arrivati con tua moglie a questa decisione di famiglia. Ovvero come avete preso questa scelta come coppia e quali sono state le considerazioni che vi hanno fatto scegliere questo modello familiare? Allora la premessa è che, um c'è sempre stata una divisione equa più o meno dei compiti all'interno sia della casa prima di avere i figli, quando con chi conviveva e anche dopo, quando sono nati i bambini, c'è sempre stata questa divisione dei compiti, anche se non è mai stata scritta. Non abbiamo mai fatto una tabella per dire un planning non l'abbiamo mai fatto, ma sia quando eravamo soli tutti e due che quando abbiamo cominciato ad avere dei figli e quando lavoravamo entrambi fuori, fuori casa, ci siamo sempre divisi in maniera equa i compiti in base a chi riusciva a fare le cose anche adesso in realtà c'è sempre stata c'è sempre questa cosa, eh? Occupandomi poi io dei bambini può capitare che ci siano delle faccende domestiche che io non riesco a fare in maniera completa e spesso poi quando lei torna a casa vedi io non sono riuscita ad arrivare, ci arriva lei e noi abbiamo fatto questa scelta. In un certo senso io non la non l'ho mai chiamata scelta perché è stato un qualcosa che è venuto in maniera naturale. Nel senso che nel duemiladiciannove quando io sono andato nell'ufficio delle risorse umane di dove lavoravo e ho chiesto un anticipo del TFR per avere fare il mio primo rogito in assoluto per acquistare casa a milano e loro mi han detto guarda nel pomeriggio ti facciamo sapere. Il pomeriggio mi ha richiamato su mi ha detto Guarda, abbiamo una bella e una brutta notizia la bella notizia è che ti diamo l'anticipo per il rogito. La brutta notizia è che abbiamo deciso di licenziarti o e così nemmeno da dall'oggi al domani, ma dalla mattina alla sera, perché praticamente l'azienda stava affrontando un periodo di crisi economica, mi aveva fatto degli investimenti sbagliati e quindi doveva fare dei tagli al personale e tra i tanti scelti c'ero anch'io. Quindi che è successo? È successo che quando ho saputo del licenziamento ho cominciato a fare subito dei colloqui. Però poi ci siamo imbattuti come in tutto il mondo nel covid e tutte le aziende con cui avevo fatto dei colloqui praticamente hanno mi hanno spostato i secondi e i terzi colloqui. Alcune purtroppo mi dispiace per loro hanno anche chiuso a causa della della crisi economica. E poi è successo che una volta finita la maternità mia moglie doveva tornare al lavoro. E naturalmente, visto che comunque quando è nata la piccola mia, quando mi hanno licenziato mia moglie era incinta al settimo mese. La piccola poi è nata nel gennaio successivo, praticamente quando è nata mia figlia. Dopo circa un mesetto ha cominciato ad esserci tutto il caos del covid no? E io me ne sono occupato fin dal primo in cui è nata della bambina ed è stato naturale che continuasse ad occuparmene io, quando mia moglie ha finito di godersi i suoi giorni della maternità ed è tornata a lavoro e anche perché quando noi lavoravamo entrambi e avevamo un solo figlio pagavamo una signora che ci andasse a prendere il bambino a scuola e se lo tenesse quelle ore fin quando uno dei due non arrivasse dall'ufficio. E adesso io poi col Col passare del tempo, questa mia attività social che allora era per me un hobby, quello di raccontare la mia paternità l'ho fatta diventare un mestiere vero e proprio, per cui ho aperto partita Iva a gennaio del duemilaventuno l'ho fatto diventare un lavoro sulla carta. Se mi chiedono cosa fai, io rispondo sempre il papà a tempo pieno. Ho il papà casalingo, però sulla carta, più che altro a livello di tasse, perché a livello lavorativo non è che guadagno tantissimo a livello di tasse. Io sono un content creator per lo Stato italiano e e che poi in realtà se io non fossi padre non non sarei contento dietro perché appunto nel sui miei social raccontò la mia paternità. E quindi, visto che è un è un tipo di lavoro che mi permette di stare a casa, io lo faccio da casa, anche se in realtà è un lavoro che faccio molto nel mio, quel poco di tempo libero che mi resta tra portare i bambini a scuola, occuparmi delle faccende domestiche, accompagnare i bimbi a fare sport, portare i bimbi a prendere aria, portare i bimbi dal pediatra è tutto quello che ne consegue quando sei il genitore che si occupa a tempo pieno dei bambini. Certo, mi sono venute centocinquanta milioni di domande, ma mi attengo a quelle che ho scritto davanti a me perché sennò Diego non finiamo mai. Um una cosa che hanno chiesto in tantissimi. A me ha stupito devo ammettere però vorrei sentire prima quello che hai da dire tu. E poi vorrei fare anch'io un appunto io allora qualcuno prima di tutto ha chiesto se sei italiano e se vivi in Italia. Vabbè nel senso stereotipi alla grande, perché magari l'ha l'ha inteso come scherzo. Ovviamente però è è come per dire magari se fosse finlandese ci crederei anche invece italiano, un po' meno perché ovviamente la cultura è un'altra, quindi specifichiamo che sì, sei italiano e vivi in Italia, anche se dall'aspetto potrei anche sembrare scandinavo o islandese. Hai ragione, hai ragione. Quando apro la bocca è palese. Come diceva un mio un mio ex maestro di dizione di teatro mi diceva Quando io parlo viene fuori la sfogliatella e il Vesuvio. Quindi è inevitabile che non posso nascondere la mia napoletanità, la mia italianità. Esatto. Esatto. Quindi ti passo alla prossima domanda che è in realtà un insieme di domande che mi chiedevano sulla tua famiglia di origine. Ovvero mi hanno chiesto ma questa scelta che poi adesso tu hai chiamato non scelta, ci hai spiegato com'è avvenuto. Però questo è un modello familiare che avete in casa, ti arriva da un modello familiare con il quale sei cresciuto. Altre persone vogliono proprio capire se magari il modello di educazione che hai ricevuto abbia influito su questa tua chiamiamola di nuovo scelta che non è una scelta. Però ecco abbia influito su su questo tuo sentirti bene, a tuo agio, a stare a casa e se sia quello che appunto ti ha fatto sentire, diciamo di di prendere questa questa strada in famiglia. Ma guarda, come ti dicevo prima è venuto in maniera naturale. E no, io sono cresciuto in una normale famiglia patriarcale in cui mio padre usciva la mattina presto e tornava la sera tardi o son cresciuto. Sono nato all'inizio degli anni ottanta, sono nato nell'ottantuno, quindi ho vissuto gli anni ottanta e novanta e difatti questa cosa della famiglia patriarcale ci ha fatto capire in realtà quanto penalizzante possa essere. Perché è successo, purtroppo, che ho perso mio padre che avevo dodici anni e mio padre era un libero professionista. Quindi non aveva nemmeno versato i contributi per avere una pensione e mia mamma si è ritrovata con due figli e che a mio padre aveva chiesto a mia mamma di lasciare il lavoro per occuparsi dei figli. E mia mamma si è ritrovata a dover tornare a lavorare dopo circa um dicio-, diciassette, diciotto anni, che era rimasta a casa ad occuparsi dei figli e e si è ritrovata a dover fare a dover accettare qualsiasi tipo di lavoro perché aveva bisogno di soldi in quel momento io non ringrazierò mai abbastanza mia mamma si è insomma si è rimboccata le maniche e non si è mai tirata indietro davanti a nulla e io nonostante sia un papà casalingo, chiamiamolo così perché sei a un dead. Ancora non tutti lo capiscono. Nonostante io sia un papà casalingo, devo dire che nonostante io abbia avuto comunque una figura di riferimento molto forte che è quella di mia mamma e quindi non è un qualcosa che mi è stato inculcato né da quello che vedevo, anche se mio padre era un ottimo cuoco, molto spesso la domenica cucinava lui perché proprio gli piaceva farlo. Ma io non ho mai visto mio padre pulire a terra o lavare i piatti. Ma solitamente sai, mio padre, come ti ho detto, arrivava a fine giornata. Si si faceva la doccia si, il pigiama si metteva davanti alla televisione com'è com'è lo standard solido di quegli anni. Insomma, proprio tante persone hanno chiesto ma i tuoi parenti, familiari, eccetera eccetera rispettano questa tua mhm, questa questo modello familiare che avete intrapreso tu e tua moglie come ti senti quando tu racconti a persone che magari non ti conoscono? Qual è? Qual è la re? La reazione più frequente? Ecco quindi familiari da una parte estranei dall'altra allora c'è da fare la premessa che io non non ho una famiglia molto numerosa, nel senso che è come se con la morte di mio padre io avessi perso tutti i parenti, quindi uno di quei pochi parenti di mia mamma che comunque con cui non ho mai avuto questo legame particolarmente affettuoso. Infatti invece mia moglie, al contrario mio c'ha questa famiglia molto numerosa e gli zii sono come dei secondi genitori per lei. Per me gli zii sono delle persone che ogni tanto incontro e quindi difficilme-, cioè non si affronta proprio l'argomento. Spesso capita che se faccio delle interviste mi scrivano complimenti, ho visto che ho fatto un'intervista e più che altro è visto che comunque sai come si dice gli amici sono la famiglia che ti scegli. No, sono gli amici quelli con cui ho avuto più ma nemmeno critiche. In realtà non ci sono mai state critiche però o come lo vogliamo chiamare nei confronti okay nei confronti dei confronti con loro. E ho notato una cosa bella che ho notato i miei amici ha sta facendo adesso tutti i figli e nell'ultimo periodo e tutti quanti fanno il papà ci tengono a fare il papà, ci tengono a loro loro di padre e questo mi manda delle dei video in cui giocano con i figli, eccetera eccetera. Poi si scherza molto Io ho praticamente una casa al mare da quarant'anni da prima che io nascessi, i miei genitori hanno comprato questa casa e assieme a me ci sono questi amici con cui siamo cresciuti, che fa abbastanza effetto perché tu vedi questi bambini e capisci che a chi sono figli perché sono uguali ai loro genitori quando erano piccoli, cosa che con i miei figli non puoi fare perché sono uguali alla mamma e e allora c'è questo rapporto come se fossimo tutti dei fratelli, perché abbiamo tutti la stessa età, abbiamo più o meno i figli della stessa età e spesso capita che quando io di solito sono già due anni che lo faccio che a luglio scendo giù in questa casa al mare, da solo con i bambini, mentre mia moglie sta a lavorare a Milano e quindi sono lì che sono sempre in spiaggia. Con questi due bambini li porto il grande a giocare a calcio, mentre la piccola la porta alle giostrine, eccetera eccetera. E allora magari le mogli, prendendomi in giro, anzi più che altro prendendo in giro loro, dicono e gli dico guarda, dico cosa fa? Guarda cosa sta perché non lo fai pure tu? E allora scherzando dici dico perché non vai a fare le cose tue da un'altra parte? E però alla fine io ho notato che i papà moderni, almeno quelli con cui ho a che fare io non sono sono totalmente diversi da quelli che erano i nostri padri e e l'ho notato soprattutto per il fatto che ho due figli che hanno sei anni di differenza l'uno, dall'altro e l'ho notato perché quando io accompagnavo Enrico che è il figlio più grande all'asilo ero quasi sempre l'unico uomo o qualche volta c'erano altri uomini, ma erano i nonni, mentre adesso, quando accompagno la piccola al nido mi trovo altri papà, um, che accompagnano i bambini, magari non come me, che sono sciatto spesso col pigiama, con la tuta, però ho notato che ci sono sempre più papà però, tipo nelle riunioni in classe e raramente vedo un papà da solo, di solito fa da accompagnamento alla mamma, forse perché magari in due si sente meglio. Oppure magari viene, viene obbligato. Non lo so, non te lo so dire perché non non posso conoscere le singole situazioni familiari. Però ci sono più papà, non singoli, come come ho sempre fatto io da solo alle riunioni. Ma ci sono. Guarda, sicuramente è molto generazionale, hai ragione. Nel senso che anch'io comunque, per esempio mia sorella ha nove anni in meno di me e la sua generazione la vedo ancora più coinvolta proprio c'è molto questo ideale, sempre di più. Lo vedo questo ideale del la genitorialità si fa in due, non è di una o dell'altra, è una squadra, è un gioco di squadra. Però guarda Diego, sai che purtroppo adesso ovviamente si ride, si scherza eccetera eccetera. Però davvero ci sono tante tante mamme che mi scrivono che in realtà noto che fanno fatica a lasciare al padre fare il genitore. È come se non lo ritenessero in grado. Ecco di accudire i figli. E quindi tante domande che sono arrivate erano così. Ovvero dicevano che cosa diresti a quei papà che non si sentono in grado di accudire i figli o di sostituire tra virgolette la mamma in momenti in cui i figli vorrebbero lei tipo andare a dormire la sera oppure di no? Notte, però sai che adesso mi dirai tu la tua opinione, però sai che io credo che in realtà la domanda potrebbe anche essere girata al contrario. Ovvero che cosa diresti a quelle mamme che non lasciano che i papà facciano queste cose e che quindi mi mi scrivono e mi dicono ma no, non posso chiedere. Non posso uscire di sera con le mie amiche perché mio marito non può mettere a letto mia figlia e e quindi credo che qua ci sia comunque come in tutte. Insomma, in tutte le relazioni si è sempre in due persone, no? In inglese si dice i tango ci vogliono due persone per ballare il tango, no, e e quindi secondo me davvero si può vedere da entrambe le situazioni, da entrambe le prospettive. Che ne pensi? Allora? Io ho fatto proprio un capitolo su questa cosa nel mio libro, um, in cui io penso a premesso che faccio sempre la premessa che ogni situazione familiare è differente. Ognuno vive la genitorialità in modo differente. Ma ci sono sia quelle mamme che se magari um l'uomo prova a fare qualcosa e gli dicono quelle frasi del tipo No, lascia stare, non lo sai fare. Lascia stare, sei lento, fai fare a me che tu non lo sai fare, eccetera eccetera e che poi anche a me scrivono tantissime donne che dicono io non riesco a tantissi. La maggior parte mi scrive io vorrei e l'altra parte mi scrive Io non riesco perché poi tu lo sai meglio di me che è impossibile per una mamma da sola riuscire a fare. Arriverà il momento in cui la mamma sarà troppo stanca, sia fisicamente, ma soprattutto mentalmente. Avrà bisogno di chiedere aiuto. Il problema è che chiedere aiuto spesso ancora oggi è un tabù, quindi piuttosto cerchiamo di passare come delle super mamme, ma aiuto non lo chiediamo a nessuno. E quando poi in realtà una cosa di cui mi sono reso conto io sono sempre stato dalla parte delle donne, lo ammetto e e ne sono fiero di questa cosa. Ma lo sono ancora di più nei momenti in cui ho cominciato a fare qualcosa che solitamente viene attribuita alle donne, ovvero appunto il casalingo, il papà a tempo pieno. Perché determinate cose, se non le vivi non le puoi capire e è una critica che arriva spesso. Io vedo tantissime donne lavoratrici che che criticano le donne che restano a casa dicendo che in realtà si lamentano del del nulla. La realtà è questa. La realtà è che ci sono queste mamme che magari a un certo punto si rendono conto che hanno bisogno di aiuto e là stanno i mariti. E capire se i mariti hanno atteso quel momento per entrare in azione o se nel frattempo si sono stufati dei continui no, delle loro compagne, dei loro, delle loro mogli, delle madri, dei loro figli. E là è molto importante da parte dell'uomo la volontà di voler fare il padre, ma soprattutto del del non avere paura di sbagliare, perché nel momento in cui una persona comincia ad avere dubbi su se stesso, gli riesce tutto più complicato. Io se non avessi avuto l'appoggio di mia moglie, probabilmente non avrei mai cominciato a fare il padre a trecentosessanta gradi se un giorno mia moglie non non mi avesse detto che questo è il bambino, io vado ah esco torno stasera dal nulla dall'oggi al domani. Lei andò un giorno all'expo e mi disse Guarda all'expo, tu tieni il bambino dal nulla e io, pur avendo paura perché poi ero terrorizzato all'idea visto che fino a quel momento io non c'ero mai stato da solo col bambino dissi va bene, mi feci tutto un bel programma del giorno dopo di cosa fare dalla mattina alle otto fino alle otto di sera. Poi il bambino si svegliò tardissimo. Io feci la pappa, feci quello che in realtà non riuscì manco a fare tutto quello che aveva programmato, che avevo programmato perché comunque il tempo era quello che era e alla fine siamo entrambi usciti vivi da quella giornata. Poi, da quel giorno in poi, ha cominciato a lasciarmelo sempre più spesso e a un certo punto non c'è mai. Non c'è nemmeno più stato il bisogno di dire guarda, esco, ti lascio il bambino. Ma ha cominciato semplicemente a dire esco il bambino in maniera naturale è rimasto a casa con me. Esatto. Che poi in realtà guarda questa è anche una cosa che a me fa sorridere, quando magari adesso non più tanto devo dire ma ma ma adesso non vivo neanche più una vita molto ordinaria. Però quando vivevo una vita più ordinaria diciamo chiamiamola così se mi vedevano a me da sola, da qualche parte mi chiedevano Ma dove hai lasciato i bimbi? Ma come dove ho lasciato i bimbi? I bimbi li ho lasciati eh, non li ho lasciati. I bimbi sono con mio marito, non è questione di lascio i bimbi a te e lasci i bimbi a me è semplicemente questione che quando non sono io a casa ci sei tu quando non non sei tu a casa ci sono io perché siamo gli unici due di questa famiglia che possono occuparsi di questi bambini. Almeno quella era la nostra realtà perché non avevamo parenti vicini e quindi questa cosa sì, effettivamente mi ha sempre fatto sorridere. È una cosa che secondo me è importante. È davvero, davvero, davvero sottolineare che mi piacerebbe proprio che arrivasse anche. È che è vero quello che dici. Sai che a volte c'è c'è sempre quel momento per la mamma avviene immediatamente perché partorisce, le mettono il bambino addosso e da lì avanti diventa quasi naturale, in un certo senso, prendersi cura di questa persona. Ma spesso e volentieri per il papà questo non succede. E quindi c'è per forza quel momento in cui alla fine ti trovi. Devi decidere e metterti lì e dire Okay, adesso io questo bambino lo prendo in braccio. Questa persona lo prend-, la prendo in braccio e creo inizio a creare la mia relazione e questa è una cosa che secondo me solo l'individuo può decidere. Però è vero quello che dici che spesso e volentieri e questo lo dico per mia esperienza personale. Quello che io vedevo nelle mie coppie di amici era il papà ha in braccio il bebè, il bebè inizia a piangere, la mamma corre, glielo prende dalle mani e questo è come dire, come dicevo prima no. Ci sono due persone che nella relazione, quindi da un certo punto di vista è il papà che dovrebbe dire Ehi, um no, ce la faccio. Non ti preoccupare, sono suo padre, ce la faccio io lo lo tranquillizzo io, tu vai tranquilla e dall'altra è la madre che dovrebbe fermarsi e dire mi fido di te. So che ce la fai come ce la faccio io, ce la fai tu E quindi è proprio secondo me un non non possiamo puntare il dito né da una parte né dall'altra, come giustamente dicevi tu, perché è un gioco di squadra e sono entrambi che devono venirsi incontro. Ma è anche vero che quando non succede per troppo tempo diventa più difficile quando si crea questo circolo vizioso che effettivamente dice Okay, io sono la persona che si prende cura di questo bambino di questa bambina e quindi diventa sempre più difficile. Infatti quello che consiglio sempre ai genitori è proprio di non arrivare a quel punto. Ma sì, ma io appunto, ti dicevo che confido molto sulle nuove generazioni di papà di questi papà che vogliono essere presenti fin dal primo istante. E di queste mamme che danno per scontato che il padre sia presente allo stesso modo della mamma. Pure il fatto che spesso vengono usati dei neologismi che poi non sono manco più tanto neo per indicare un papà che si occupa dei figli no, tipo la mamma che la parola che io aborro. Così come anche altri miei colleghi papà a tempo pieno che che preferiamo non venga usata. E spesso io ho sentito anche degli amici, anche dei parenti, dire Guarda, oggi non posso uscire, non posso fare quello perché devo fare il babysitter. Allora io dicevo vabbè, ma in che senso ti pagano per guardare dei figli che non sono i tuoi? No, guardo i miei figli. E allora stai facendo il papà. Non stai facendo il babysitter? Esatto. esatto. E se noi stessi noi padri, non ci rendiamo conto di quanto sia importante utilizzare i termini giusti, guarda i termini giusti Ultimamente si va. Ci sono state tante polemiche sull'uso della terminologia, ma io penso che sia importante che un papà si faccia chiamare papà e basta, e far capire agli altri che il papà non è solo colui che mette tra virgolette il seme per creare una vita. Ma è anche colui che una volta che il bambino è nato, se ne può occupare esattamente allo stesso modo in cui se ne occupa la mamma c'era un c'è, un vecchio detto napoletano che dice I figli, i figli si baciano quando dormono. Perché? Perché nonostante tu li ami, è una cosa che solitamente veniva fatta dai padri che nonostante tu sia il padre, i bambini non devono avere troppo affetto per e a quei tempi non dovevano avere troppo affetto per evitare appunto di perdere l' quella sorta di aurea di uomo che doveva essere rispettato a prescindere e di cui bisognava avere un po' di timore. Allora, um, mentre invece non mi vergogno di sbaciucchiare dalla mattina alla sera, non mi vergogno di farmi vedere a piangere quando è il momento di piangere. Non mi vergogno di di nulla, i sentimenti sono importanti e ci sono dei momenti specifici per mostrare determinati sentimenti. Io penso che bisogna smetterla di di pensare più a quello che pensano gli altri. Scusa il gioco di parole piuttosto che alla sono d'accordo una domanda che è arrivata tantissimo ci hai già risposto in tanto. In realtà però questa domanda l'hanno fatta talmente in tanti che te la faccio così ce lo chiarisci. Tu provi risentimento nei confronti di tua moglie o ti senti inferiore o in debito finanziario rispetto tua moglie e premetto che sicuramente questa domanda arriva probabilmente da insicurezze personali di chi magari vive la tua situazione al contrario e si sente effettivamente eh inferiore nei confronti del marito che o del compagno che esce e porta a casa la pagnotta. Allora guarda io um io stimo tantissimo mia moglie, stimo tantissimo mia moglie perché mia moglie è laureata in ingegneria e ha avuto la costanza di impegnarsi al massimo in un qualcosa in una laurea che non è per nulla facile. In generale conosco tanti amici che si sono iscritti a ingegneria e poi non sono riusciti poi a laurearsi e ed ha avuto la costanza di credere in quello che ha studiato e ne ha fatto un lavoro. E lavorativamente parlando mia moglie è fortissima, è molto rispettata um da tutti. E io penso che la stima sia un sentimento molto profondo e molto sottovalutato. Io penso che molte volte la stima all'interno di una coppia sia anche più importante. Dell'amore no, non a caso se ti ricordi bene c'era La Pina, la moglie di di Fantozzi che gli diceva sempre Io ti stimo tantissimo e lui ogni tanto diceva Ah, ma l'amore niente eh amore? In realtà io penso che una delle cose che tiene in piedi la la coppia sia anche la stima reciproca. Io stimo immensamente mia moglie, la amo alla follia, ma la stimo in maniera immensa in quanto donna, in quanto essere umano che è riuscito a a a farsi da sola perché mia moglie quando io mi sono trasferito a Milano sono stato un anno e mezzo da solo. Mia moglie ha aspettato di laurearsi, poi è arrivata qui col bambino e appena arrivata ha cominciato a mandare curricula. Dopo una settimana aveva già un lavoro e poi è sempre stata la sua esperienza lavorativa è sempre stato un crescendo verso lavori sempre migliori, perché è una che non si accontenta e io stimo io un po'. Invidio questa sua costanza, questa costanza che ha sempre dimostrato fin da giovanissima che io non ho mai avuto questo sì, le invidio la costanza. Per il resto io comunque, anche se minimo, percepisce percepisco perdonami qualcosina di soldi da questo mio lavoro di non lavoro tantissimo. Ma la cosa che ti dicevo prima è che noi a quando lavoravamo entrambi, pagavamo una persona che guardasse il bambino e alla fine del mese rimanevano quei pochi soldi nel conto corrente perché dovevamo comunque pagare questa persona facendo il creator, anche se non percepisco uno stipendio fisso come allora i soldi che risparmio nel pagare quella persona che guardava i bambini alla fine del mese i soldi che rimangono son sempre quelli. Quindi io contribuisco anche economicamente al a livello familiare, facendo la spesa pagando le bollette ai il mutuo a volte lo pago io. A volte lo pagherei, ma indipendentemente da una dalla questione economica, anche se io non avessi avuto un'entrata economica, è una cosa che tutti devono capire. Sia le donne che gli uomini, anche se noi se io avessi, fossi stato semplicemente un papà casalingo. Il mio contributo quotidiano a livello di pulizia a livello dei dei figli è fondamentale all'interno dell'economia della famiglia, nel senso che il fatto che anche se io non avessi avuto percepito uno stipendio se non avessi avuto dei soldi in tasca, comunque il fatto che io occupandomi dei figli e della famiglia, faccia in modo che mia moglie possa lavorare tranquilla e senza ansie e io penso che contribuisca in maniera fondamentale all'andamento familiare, quindi è una cosa importante. E io lo dico soprattutto alle donne, perché si sa che per quanto ne possiamo parlare, la maggior parte delle persone che purtroppo rimangono a casa sono donne, perché viviamo in uno stato in cui le donne percepiscono uno stipendio più basso rispetto agli uomini e troppe volte le donne si sono costrette a dover lasciare il lavoro perché ci guadagnano meno degli uomini. Il fatto che una donna non percepisca uno stipendio per guardare il bambino o per stare a casa non significa che non sia fondamentale all'interno della crescita dei figli e dell'andamento della famiglia. Mi è piaciuto tantissimo che hai parlato sia ai padri che alle madri. Perché è vero che alla fine, prima di tutto quello che nel momento in cui il genitore che sta a casa, anche se non lavorasse, sono felice che tu lo abbia specificato, anche se non lavorasse, contribuirebbe comunque alla famiglia, perché quello è il suo lavoro. Anzi io sono una grandissima sostenitrice um del fatto che il genitore che non rice-, che che sta a casa con i figli, se non ha un lavoro per me dovrebbe ricevere uno stipendio dal partner che il lavoro ce l'ha io questa cosa la proporrei um come proprio al alle famiglie. Ma proprio perché credo che sia soprattutto per togliere un po', questo questa sorta di stigma che magari tanti sentono del non portare a casa nulla, che credo che sia assolutamente da superare. Ecco e e poi appunto quello che hai detto del del, del fatto, del della stima secondo me è molto, molto bello e mi fa anche capire da tutto quello che hai detto che in ogni caso la prima cosa che bisogna la prima persona in cui bisogna credere e se stessi. Nel senso che se tu ti senti a tuo agio con sé con te stesso. Se tu ti senti bene, ti senti un individuo soddisfatto. Non importa quello che il tuo modello familiare non importa quello che effettivamente contribuisci finanziariamente alla famiglia, ma non puoi sentirti inferiore, perché alla fine tu sai perché avete siete in questa situazione in questo modello familiare e quella è l'unica, cosa che conta. E giustamente, come hai detto prima, è inutile che stiamo a pensare a quello che dicono gli altri. Ti devo fare ancora una domanda, in realtà forse anche un paio di più una è come fai a coinvolgere tua moglie nella cura dei figli? Due. Come parli d'esempio con tua figlia di argomenti tipo le mestruazioni? Queste due domande possono sembrare che non abbiano nulla in comune, invece invece secondo me parlano della stessa cosa. Ovvero la prima cosa che a me è arrivata alla mente quando io ho ascoltato. Questo è che quando pensano a te come padre casalingo, pensano che la madre sia inesistente e pensano che nel vostro modello familiare la madre non esista. Che visto che il papà, colui che si occupa di più dei figli, allora eh, la madre non non fa parte di questa equazione E questo mi rattrista moltissimo perché temo che magari possa riflettere un po' il modello che queste le che le persone che hanno fatto queste domande vivono all'interno del loro della loro famiglia. Ovvero io sto a ca-, sto a casa con i miei figli e me ne occupo io. Non è compito di mio marito. E questo davvero mi ha lasciata triste. Volevo sapere che cosa? Che cosa ne pensi tu? Mia moglie è molto presente nell'educazione dei figli e è abbastanza particolare perché io quando vedo mia moglie che torna da casa e vedo la reazione dei miei figli che che impazziscono quando vedono la mamma no? E molto spesso mi è stato chiesto Ma come tu passi tutta la giornata coi bambini e come ringraziamento quando vedono la mamma ti abbandonano completamente e vanno, vanno dalla mamma. Io penso che sia bellissima questa cosa. Perché io ricordo quando noi eravamo piccoli e non vedevamo l'ora che arrivasse mio padre. Io mi ricordo che riconoscevo nonostante abitassi al sesto piano. Riconoscevo il il motore della macchina di mio padre quando tornava la sera e mi mettevo vicino alla porta. Quando arrivava l'ascensore fuori alla porta, gli aprivo la porta e gli saltavo le braccia e anche mio padre. Come dici ti dicevo prima, nonostante fosse una persona che praticamente a livello materiale passava un'oretta con noi la sera prima che andassimo a dormire. E la domenica perché a quei tempi si lavorava anche di sabato. Comunque mio padre faceva lavori in cui lavorava anche di sabato e noi andavamo anche a scuola di sabato, quindi al massimo mi ci portava la domenica mattina al parco e mentre mia mamma cucinava e e nonostante tutto io ritengo che mio padre sia stato fondamentale nella nella mia crescita tant'è vero che se amo così tanto fare il padre e penso di doverlo soprattutto a lui, nonostante non abbia passato tantissimo tempo con me, ma abbia passato del tempo di qualità con me in quei dodici anni in cui ho avuto la possibilità di vivere con mio padre e penso sia stato fondamentale allo stesso modo i miei figli non hanno delle preferenze. Nel senso, anche se non riusciamo a passare lo stesso tempo assieme, siamo apprezzati allo stesso modo? No? E mia moglie e io dico che mia moglie è uguale allo stesso modo fondamentale nella crescita dei nostri figli e per quanto concerne la questione del ciclo e non è mai stato un problema. Io in generale dalle mie parti si dice la malizia è negli occhi di chi guarda. No, io non ci trovo nulla di male a dover comprare dei tac, degli assorbenti per mia moglie non ci ho mai trovato nulla di male e mio figlio sa già cos'è il ciclo perché è capitato che vedesse che io compravo questi assorbenti o che comunque quando io faccio la raccolta differenziata nel nel prendere, abbia abbia visto questi cosi arrotolati e mi abbia chiesto cosa fossero. E io gli ho spiegato tranquillamente che le donne una volta al mese hanno queste cose qui um e non cioè senza tabù. Cioè non è che ho detto aspetta, te lo faccio spiegare da mamma perché mamma in quanto donna col ciclo magari può spiegartelo meglio. Lui me l'ha chiesto e io gliel'ho spiegato però quello che cioè che poi sì, diciamo che la domanda, in realtà secondo me più che um riflettere appunto sulla risposta, perché è ovvio che anche un papà può andare ad informarsi sulle mestruazioni e raccontare che cosa sono le mestruazioni ai figli. Um però secondo me proprio i la domanda era un po', come dire ma la mamma dov'è è questo secondo me che che è brutto pensare appunto che ci sia ancora questo modello familiare nella mente delle persone che pensa. Se un genitore si occupa più dei figli l'altro, allora non è tenuto a essere presente. Considera che a me è capitato due volte che mi abbiano fatto la domanda dov'è la mamma una volta proprio all'inizio della mia esperienza social. Quando ho cominciato il duemilaquattordici e io raccontavo la mia quotidianità con mio figlio e mostravo queste foto di me col bambino mi chiedevano ma sei single? Sei vedovo e faccio perché? Eh no, perché ti occupi di tuo figlio a tempo pieno? Mhm allora io feci un posto in cui mostravo la mia compagna che ha detto a mia moglie dice guardate, lei è la mia compagna. Siamo in due a crescere il bambino, nonché lei mi fa anche le fotografie perché la gente pensava che io camminassi con un cavalletto in mano e poi mi facessi le foto da solo col bambino e soprattutto nella vita di tutti i giorni. È capitato una volta che c'era, dato che mio figlio porta l'apparecchio c'è stato un periodo in cui molto spesso lo andavo a prendere prima e portarlo all'appuntamento dal dentista dopo il terzo quarto giorno che faccio? Questa questa cosa mi si avvicina l'operatrice scolastica e mi chiede Mi scusi, ma la mamma dov'è e io gli faccio non c'è. Ah, mi dispiace. Condoglianze. No, signora, non è che non c'è non c'è adesso fisicamente adesso è al lavoro e io prendo il bambino e lo porto dal medico. Ma la moglie dice Ah, avevo capito che non c'era proprio. Ho detto sì, ma ci dividiamo i compiti in maniera equa. Esatto. Penso che sia che sia importante continuare a ripeterlo e continuare a a sentire esempi così, perché davvero ci fanno ci fanno capire che effettivamente prima di tutto è possibile che la la divisione sia equa. E poi anche lasciano una sorta di riflessione nella mente di chi? Magari queste domande come quella che ti ha fatto la signora fuori dall'asilo pensa, ma magari non fa, ovvero dov'è la mamma e questo secondo me è importante. Um e invece questa è più una mia curiosità. In realtà non so se ti capita a volte di leggere dei libri per l'infanzia ai tuoi figli e e di trovare modelli sempre gli stessi modelli familiari che rispecchiano appunto questo stereotipo della mamma che si prende carico della della famiglia e dei bambini. Um ti è capitato? Che fai? Cosa succede? Cosa dici? Ti hanno fatto domande ai bambini? Ma sai io allora Eva c'ha tre anni. Quindi è è cresciuta vedendomi occuparmi della casa. Quindi non non penso sia ancora piccola per rendersi conto che magari la nostra situazione tra virgolette è diversa da quella degli altri. Mentre Enrico ha vissuto questa mia evoluzione da da impiegato um, a papà a tempo pieno. E quando ho cominciato a stare a casa, lui mi diceva Cosa devo dire, papà, se mi chiederò che lavoro fa? Io dicevo dici che faccio il papà a tempo pieno? Oppure il papà blogger come preferisci. E poi quando è uscito il libro il libro mi ha detto papà, posso dire che sei anche scrittore? Ha detto Sì, amore, dillo. Non so quanto durerà questa cosa, ma lo puoi dire? Raccontaci un attimo di che cosa tratta questo libro per chi non ti conosce proprio. È una sorta di biografia, in realtà, perché inizialmente, quando sono stato contattato dalla casa editrice Si partiva da una partenza di un loro avevano un libro che è stato scritto più di dieci anni fa e che era una sorta di manuale per i papà. Allora, partendo da quella base, loro si aspettavano inizialmente che io facessi una sorta di manuale. Allora che gli ho detto? Guarda, io non non mi sento in grado di poter insegnare nulla a nessuno. Se volete io posso raccontare il mio modo di vivere la paternità di come sono arrivato a quello che sono adesso. Io poi, comunque come sono anche nella vita e nei social, sono un mix di ironia e romanticismo. Quindi anche il libro è un mix di ironia e romanti in cui racconto la mia storia, che spero possa ispirare qualcuno in qualche modo. La cosa che che più mi mi piace è quando mi dice Guarda, ho letto il tuo libro e ho pianto e riso allo stesso allo stesso tempo. Quindi vuol dirgli Mi fa piacere e spero che fin quando il libro suscita emozioni e non può che farmi piacere io appunto l'ho scritto solo per raccontare la mia storia, senza avere la pretesa di insegnare nulla a nessuno con la speranza che possa ispirare qualche genitore in un modo o nell'altro. Certo è cambiare qualche mentalità che mhm. Insomma abbiamo visto anche ancora in questa chiacchierata che comunque ce n'è bisogno di ancora di parlare di di tutto questo, di cambiare mentalità l'ultima domanda che ti faccio proprio a così a bruciapelo. E mi hanno chiesto secondo te come si fa a far capire alla coppia marito, alla moglie o moglie, al marito, a seconda del modello familiare che il carico va diviso? Immagina che arrivano da un modello familiare patriarcale, un po' come quello che ci hai descritto tu prima? E come si fa a cambiare da lì? Come si fa a capire che il carico va diviso? Allora? Io, per esempio, non sono nato così, nel senso anche all'interno del nostro rapporto di coppia ci ha salvato tantissimo il dialogo e e soprattutto il mio non fare l'indiano a determinate situazioni palesi. Nel senso che, um, a un certo punto, quando cominciavo a vedere che c'erano dei piatti sporchi nel lavandino, ho cominciato a lavarli e vedevo che c'erano dei panni lavatrici e bagnati ho cominciato a stenderli, però inizialmente non lo facevo. Ti dico la verità. Perché però non voglio essere esaltato come una persona perfetta, ma con mia moglie e anche con la convivenza precedente ci ci siamo resi conto. Cioè mi sono reso conto sì, però se non me l'avessero detto avrei continuato a fare orecchie da mercante. Probabilmente io penso che sia fondamentale parlare perché molto spesso mi chia-. Mi scrivono tante donne disperate perché hanno dei mariti che non solo non collaborano in casa, ma che non vogliono fare i padri o non sono inte-. Non ho capi-, non ho capito se non sono interessati, se non si sentono in grado non l'ho mai capito questa cosa, perché poi non posso conoscere specificatamente la situazione familiare di ognuna di loro. Ma io penso che alla base di tutto so che può sembrare banale, ma alla base di tutto c'è il dialogo e e molte persone. Io sono veramente affranto. Magari può sembrare un termine duro, ma è quello che sento. Quando mi scrivono queste donne mi scrivono guarda, io ci provo a parlare con mio marito, ma alla fine si litiga sempre. Quindi è ci ho rinunciato e faccio tutto io da sola. E non è una cosa bella questa soprattutto quando poi ti scrivono guarda, io spero aspetto che i figli crescano e poi magari se riesco, lo lascio. Io penso che sia importante dialogare e sia importante soprattutto saper ascoltare, perché se una persona arriva a un certo punto a non farcela più, come abbiamo già detto prima e ti chiede aiuto nel momento in cui tu hai rispetto e ami veramente la persona che ti sta accanto, devi essere in grado di ascoltare mhm e non solo di ascoltare, ma di crederle. Perché spesso e volentieri quello che noto è che magari sì, magari la la insomma questa persona ascolta però in realtà con continua a pensare sì, vabbè però che sarà mai stare a casa tutto il giorno con i figli. Invece no, Ascoltare è credere. Eh sì, perché spesso mi è capitato di dialogare anche con mia moglie e mia moglie. Non avendo mai fatto la casalinga, spesso è capitato che litigava, dice eh, capirai cosa fai ha il peso del mondo sulle spalle, no, nei momenti di rabbia. E poi capitava che che magari dovessi andarmene per un ventiquattro ore fuori e e lei mi mandava i messaggi come fai tu, capito? E allora io molto spesso in maniera ironica. Consiglio lo spritz, gli dico allora se tuo marito non è mai stato da sola con con il bambino, tu ad un certo punto intorno alle diciotto, senza avvitare, metti la giacca e dici vado a fare uno spritz con le amiche e te ne vai se quando torni il bimbo dorme, ha mangiato e il marito è distrutta e ti dice come fai vuol dire che ha capito e che magari lo può fare altre volte. Okay la prova dello spring, quindi la prova dello spritz che che fa bene al corpo e all'anima no? Comunque guarda sono d'accordo diego e e credo davvero che prima hai detto ovviamente che bisogna volerlo, no? E credo che quella sia un po' la la chiave di volta, nel senso che è un po' come dire eh vabbè, ma io sai, sono cresciuto con dei genitori che urlavano e allora io urlo, è normale e si è sempre fatto così, è sempre la solita storia. Alla fine credo che sia davvero questa volontà del mettersi in dubbio, come sempre, come tutto nella genitorialità e mettersi in gioco e sapere che comunque possiamo decidere che persone vogliamo essere e quindi educare in maniera diversa, cambiare il nostro modello familiare e se c'è la volontà alla fine veramente la situazione si sblocca. Diego mi hai già dedicato fin troppo tempo. Guarda Grazie, Sei stato veramente super paziente. Grazie davvero. Lascio nelle note dell'episodio il i tuoi riferimenti, così le persone possono trovarti e leggere il tuo libro e cambiare mentalità. Grazie mille. Grazie a te. Ciao Diego, Alla prossima! Ciao Carlo. Che dire Non è facile parlare di queste tematiche. Soprattutto non è facile parlarne senza offendere, senza giudicare, senza stereotipate e sicuramente avremmo potuto evitare o cambiare qualche frase o parola. Quindi se avete ascoltato fino a qua, vi ringrazio per la vostra pazienza e per la vostra accoglienza. E vi ricordo anche che trovate Diego su Instagram come il meraviglioso mondo dei papà e trovate me su la tela punto com da dove potete arrivare anche al mio Instagram. Buona giornata, Buona serata o buonanotte a seconda di dove siete nel mondo. Ciao

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«Educare con calma» è un bel principio di cui a me mancava solo un dettaglio: la calma. Questo podcast è un resoconto del mio viaggio interiore di genitore.