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Episodio 159 ·

Ho paura che mio figlio sia gay

In questo episodio di Educare con calma, vi leggo una richiesta di aiuto di un genitore: ho cambiato dettagli e fatto un collage tra varie mail, perché questa paura è più comune di quanto pensiate e appartiene a tanti genitori.

Non è una risorsa completa, ovviamente, ma se volete approfondire, troverete un aiuto concreto nella nostra guida online «Storie Arcobaleno», che abbiamo appena finito di aggiornare e rivoluzionare, cambiando completamente il libro per l'infanzia stampabile incluso nella guida. Il risultato è bellissimo e sappiamo che aiuterà tantissime famiglie ad affrontare queste conversazioni scomode e tabù (che scomode e tabù non dovrebbero essere).

Trovate la guida qui: Storie Arcobaleno.

benvenuti e benvenute a un nuovo episodio di educare con calma. Oggi vorrei parlarvi di stereotipi e di diversità, ma lo faccio da un punto di vista diverso da quello che forse vi aspettate. Vorrei infatti normalizzare quei pensieri scomodi, quel disagio che a volte noi genitori possiamo provare quando la diversità o o l'idea l'ipotesi della diversità tocca da vicino la nostra famiglia. Ve ne parlo attraverso il messaggio di una mamma che mi ha aperto il suo cuore, che mi ha scritto per condividere con me la sua paura che suo figlio possa essere gay, ma soprattutto il profondo senso di colpa che provava questo genitore per questa emozione. Un senso di colpa che traspare dalle parole che ha usato per spiegarmi i suoi pensieri e le sue paure e che spesso ha messo tra virgolette, chiedendomi di perdonare i termini e le espressioni che stava usando solo per permettermi di capire meglio cosa che mi ha fatto percepire quanto fosse già consapevole di alcuni stereotipi, pur non riuscendo ancora a sgretolarsi. E ormai lo sapete, per me il primo passo per sgretolare, iniziare a sgretolare gli stereotipi è proprio quello di iniziare a riconoscerli. Vi leggo le sue parole. E per onor del vero, vi dico anche che ho cambiato tantissimi dettagli della sua storia e ho rimosso i nomi per garantire l'anonimato ciao Carlotta, mio figlio è sempre stato definito da tutti sensibile, anche se non so bene che cosa le persone intendano con questa etichetta sulla sua persona. Sicuramente è un bambino con una intelligenza emotiva spiccata, empatico e dolce, mai aggressivo. E di questo sono sempre stata felice. Le vedevo come qualità sue innate. Ora invece non so più che pensare. Arrivo diretta al punto che mi affligge. Parto da un aneddoto, ma sono pensieri che già avevano iniziato a entrare in punta di piedi nella mia testa prima di questo episodio, che ha poi scatenato dei pensieri dirompenti l'altro giorno mia madre ha portato mio figlio a comprare una bicicletta e lui l'ha scelta rosa. Quando è venuto a casa e ho visto la bicicletta sono andata in tilt tempo addietro, quando Coloravamo mi diceva che non voleva usare il rosa e il viola perché piacciono alle femminucce? Credo che abbia sentito questa cosa a scuola dai compagni. Così, mentre parlavamo della bicicletta, gli ho chiesto come mai l'avesse scelta rosa e lui mi ha risposto perché mi piace. Mi ha poi detto tramite domande mie, risposte che la maestra gli ha insegnato che il rosa e il viola non sono da femminucce, ma piacciono a tutti. Ultimamente infatti spesso usa anche il rosa per colorare. Avevo già pensato precedentemente in passato, che certi suoi atteggiamenti fossero poco da maschio tra virgolette, perché è un bambino che subisce tra virgolette, evita lo scontro con altri bimbi e se viene attaccato, invece che difendersi e contrattaccare, ci resta male e scoppia a piangere. È molto prudente, al limite del pauroso, ha sempre preferito giochi tranquilli. Adesso però leggo questi suoi modi con altri occhi. L'altro giorno ho messo una gonna lunga e lui mi ha detto che bella gonna mamma, me la metti tu a me? Ho ancora riferito alle mie scarpe coi brillantini che belle! Le vorrei anche io. Io sono letteralmente nel panico, non so come comportarmi, non so come rispondergli e cosa pensare. E questo mio disorientamento stupisce in primis me, perché mi ritenevo una persona aperta. Ho sempre avuto molti cari amici omosessuali sin da quando ero adolescente e mai mi sarei aspettata di reagire così. Eppure queste sue esternazioni mi preoccupano e forse anche cosa di cui mi cruccio, mi infastidiscono. Il punto è che non sono solo le sue richieste, ma persino mi sembra che ogni sua azione, modo di parlare, di ridere, di correre sia da femmina. Mi sento una persona orribile per questi pensieri, ma mi trovo a disagio e già mi immagino per mio figlio una vita di presa in giro e malessere psicologico. Chiaro che se non riesco ad accettare io questi suoi lati, come posso pretendere che lui li viva serenamente? Io cerco di non dire niente e nascondere i miei pensieri, ma dentro di me non riesco a superarli. Chiedo a te se questa può essere una fase di scoperta che si verifica nei bambini e se ne hai consigli per uscire da questo loop mentale, come avrei capito? Mi sento davvero male per i pensieri che ho e spero di uscirne. Certo che l'ho capito quanto questa mamma si sentisse male per i suoi pensieri, l'ho sentita tutta la sua fatica e la ringrazio immensamente per avermi permesso di condividere questo suo messaggio con tanti altri genitori, tante altre famiglie, perché io sono sicura che il coraggio che ha avuto questa mamma di esprimere questi pensieri in modo così chiaro, in modo in modo così vulnerabile. Tanti altri genitori, invece, magari non ce l'hanno non l'hanno ancora trovato o lo stanno cercando e quindi penso che possa essere davvero di grandissima, da di grandissima, grandissima ispirazione. Capisco quanto questa mamma stia facendo fatica, perché posso immaginare bene cosa vuol dire quando i valori che orientano la nostra vita, come il rispetto l'ascolto, l'apertura, la tolleranza, sembrano vacillare nel momento in cui la diversità riguarda noi o chi ci è vicino. Ancora prima di leggervi la mia risposta, ci tengo proprio a sottolineare che questo disagio, questa paura, come tutte le emozioni è valida, è valida perché se viene a bussare alla nostra porta non lo fa per dirci che siamo persone cattive. Non lo fa per giudicarci, non lo fa per criticarci. Se arriva questa paura viene come un invito a fare un lavoro su noi stessi. Le emozioni che proviamo non ci definiscono. Possiamo accoglierle e allo stesso tempo possiamo usarle come spunto per esplorarle, per capire cosa ci vogliono dire e soprattutto per scegliere come agire dopo averle accolte. E una cosa non esclude l'altra possiamo sentirci sopraffatti da queste emozioni e allo stesso tempo possiamo accoglierle. Possiamo accettarle. Possiamo abbracciarle come una possibilità di crescita, di evoluzione personale. E dopo questa premessa, vi leggo la mia risposta. Non penso di riuscire a leggerla per filo e per segno. Penso che insomma, sarà un po', una ragnatela di pensieri, però, um e sicuramente non è completa. Ecco, non è una risposta completa, ma è sicuramente una risposta autentica ed è una risposta che riflette il mio lavoro che ho fatto io sulle mie discriminazioni ed è un lavoro che non finisce mai. Quindi per questo non può essere una risposta completa, ma sicuramente è spontanea come se parlassi ad un'amica. Prima di tutto voglio che sia chiarissimo che l'emozione che provi non definisce il tuo valore di persona il tuo valore di persona. Lo definisce il messaggio che mi hai scritto, il fatto che stai facendoti domande, ti stai interrogando su queste emozioni e vuoi fare un lavoro per capirle, per andare a fondo di queste emozioni. Questa è la prima cosa che vorrei che interiorizza. Poi probabilmente questo tuo imbarazzo nasce da una discriminazione interiore subconscia, con la quale io proverei a dialogare. Proverei a capire da dove arriva, proverei anche solo a capire perché mi causa imbarazzo. Generalmente, nella mia esperienza con le mie discriminazioni, a me ha aiutato capirne di più, scoprirne di più, andare a fondo e quindi parlare di più di queste tematiche. Magari fare un corso, partecipare a un seminario o anche solo leggere un libro, una guida. Questo almeno è quello che faccio io con le mie discriminazioni. Ricordo un giorno in cui mi ero ritrovata a disagio, mi ero sentita a disagio in mezzo a tutte persone con la pelle di un colore diverso dalla mia. E quel giorno ho scoperto una discriminazione inconscia subconscia che non pensavo di avere perché, proprio come hai scritto tu, mi reputavo una persona aperta mentalmente. Quel giorno ho iniziato a cercare corsi, libri, seminari o binari, sull'a antirazzismo e ho iniziato a fare il lavoro. A questo proposito, se ti va, puoi esplorare la nostra guida Storia arcobaleno, che è un supporto davvero valido anche solo per aprire la mente e accogliere nel proprio cuore conversazioni che sono importanti. Accogliere la diversità come ricchezza tra l'altro Faccio una piccola parentesi ed esco un attimo dalla risposta che ho dato a questo genitore per dirti e per dirvi che abbiamo fatto una pazzia da tanto tempo. Io avevo il desiderio di cambiare il libricino per l'infanzia che è presente nella nella guida sto arcobaleno questo libricino creato da da attivisti per i diritti della comunità l G B T Q Plus, E non perché non fosse valido, ma semplicemente perché non rispecchia esattamente quello che è la tela. E volevo ampliare la conversazione perché è una conversazione importante, perché so che un libro di questo tipo, così come il nostro libro sull'educazione sessuale, così come il nostro libro sui capricci, davvero può essere un motore importantissimo nella comunicazione con i nostri figli e nell'educazione al rispetto alla diversità che vogliamo portare avanti. E quindi abbiamo deciso di riscriverlo, riscrivere il libricino per l'infanzia. E poi ci siamo lasciate un po' prendere la mano um perché abbiamo avuto delle idee veramente bellissime e quindi ne è uscito un prodotto praticamente completamente nuovo. La guida per il genitore rimarrà la stessa. Cambierà però la guida alla lettura del libro per l'infanzia, perché adesso è molto più ampia, parla di concetti importanti come diritti e libertà. E poi adesso finalmente anche questa guida anche questo libricino per l'infanzia come tutti gli altri avrà il tocco magico della nostra miriam che ha fatto delle illustrazioni pazzesche c'è davvero tanto, tanto, tanto lavoro dietro non vediamo l'ora di potervela fare arrivare ovviamente chi l'ha già comprata allora um avrà si troverà il libriccino per l'infanzia aggiornato e potrà ri stamparlo. Potrà rileggerlo c'è anche la versione digitale come in ogni nostro prodotto e non vediamo l'ora basta, non mi dilungo oltre ma davvero è un qualcosa che ci rende veramente tanto felice e tutti nel team siamo super super emozionati all'idea di farlo arrivare nelle vostre case e soprattutto ai vostri bambini e alle vostre bambine. Ritorno alle parole che ho scritto a questa mamma ho continuato così e poi ti invito a pensare che siamo tutti diversi. Ognuno ha delle peculiarità e delle caratteristiche che lo rendono diverso da un altro che lo rendono diverso da me e l'orientamento di genere è solo una di quelle. Ti dico anche che per arrivare al cuore di questa conversazione, di questa consapevolezza ci vuole un lavoro di esplorazione e di riflessione. Io per esempio, proprio riguardo a questa conversazione ho scelto di fare un grandissimo lavoro di immaginazione personale, un lavoro proprio nell'immaginare la possibilità che un giorno i miei figli possano arrivare da me e dirmi Mamma, sono gay, mamma, sono lesbica. Oppure magari riformulando senza etichette che Oliver venga e mi dica Mamma, questo è il mio fidanzato. Oppure che Emily venga e mi dica Mamma, questa è la mia fidanzata. Quello che voglio dirti è che capisco la tua fatica, perché oggi per me questo pensiero, questo esercizio di immaginazione è molto semplice, non mi crea disagio, non mi crea fatica, anzi è una realtà che so che accoglierei a braccia aperte, anche perché significherebbe che i miei figli si fidano di me e sono sicuri di loro stessi che non temono di essere chi sono e questo per me andrebbe celebrato. Quindi sì, davvero, io oggi sono nel profondo di me stessa. Poi certo, a volte la pratica è diversa dalla teoria, però questa è una consapevolezza che sento forte dentro di me. Sento che sarebbe esattamente la stessa cosa se Oliver venisse a dirmi o un fidanzato o una fidanzata. E lo stesso vale per Emily. Ovviamente, però questo è davvero il frutto di anni di lavoro, perché un tempo questi pensieri mettevano a disagio anche a me e ti riporto la mia esperienza perché mi piacerebbe proprio darti questa speranza e mostrarti che è il lavoro che fai su di te che farà tutta la differenza. Punta su quello e il lavoro non deve essere per forza qualcosa di strano, difficile, di alieno. Può essere semplicemente, come ti dicevo prima, comprare la guida storie arcobaleno, ascoltarla e leggere il libricino per l'infanzia insieme a tuo figlio. Può essere ascoltare, per esempio, alcuni episodi del mio podcast in cui ne parlo, per esempio l'episodio novantaquattro, che è un episodio breve in cinque minuti, oppure anche la chiacchierata con Isan, che è un ragazzo transgender nell'episodio venti. E puoi anche provare a immergerti di più nella comunità l G B T Q Plus, seguendo persone che appartengono a questa comunità su internet. Una di queste, per esempio, è Francesca Cavallo, che ha anche scritto un bellissimo libro Ho un fuoco nel cassetto sulla sua esperienza. E poi vabbè, in generale tutto il lavoro di Francesca di libri per l'infanzia è una garanzia, quindi te lo consiglio. Ma puoi anche forse meno banalmente, perché richiede un pochino di più di coraggio, in un certo senso parlare con gli amici di cui mi parli della loro esperienza, esprimere loro i tuoi dubbi, fare domande, esprimere le tue paure. Ricorda che non c'è nulla di male, che quelle paure non ti definiscono che sono valide. Ricorda che esprimere le nostre vulnerabilità spesso ci avvicina. Questa per me è la base da cui partire per fare questo lavoro. È la base da cui partire per pensare a questa situazione in cui ti trovi. Perché, come suggerisco anche nella guida di storia arcobaleno, credo che sia importante per un genitore pensare, immaginare nella propria mente la possibilità che suo figlio o sua figlia possa scegliere di amare una persona diversa da quella che noi ci aspettiamo, perché i nostri figli sono persone a sé stanti che fanno le loro scelte. E io mi auguro di aver costruito una fiducia tale che i miei figli sceglieranno di condividere le loro scelte con me e di permettermi di accompagnarli alla scoperta della loro strada. E lo so che forse questa non è la risposta che ti aspettavi. E adesso ti do anche una parte della risposta che forse ti aspettavi, ma penso davvero che quello che ti ho detto finora sia la base per affrontare questi pensieri. Ora, detto tutto questo, ovviamente non è detto che i comportamenti di tuo figlio vogliano dire che lui è omosessuale. Il fatto che scelga il rosa non vuol dire che è omosessuale. Mio figlio adora il rosa. Il fatto che si metta la gonna o che gli piacerebbe mettersi la gonna non vuol dire che sia omosessuale. Ci sono bambini che si mettono la gonna perché a loro piace la gonna. Ti invito a parlare con Zaira, per esempio, che è stata spesso ospite di questo podcast e che spesso e volentieri su Instagram e sul suo blog Zaira conta punto com condivide proprio la sua esperienza con un bambino maschio che sceglie spesso di mettersi una gonna o un vestito o che sceglie la bicicletta rosa. Purtroppo noi cresciamo in un mondo in cui siamo inscatolati nelle mentalità del come si è sempre fatto, nelle mentalità del socialmente accettabile, nelle mentalità del dobbiamo conformarci a quella che è la norma delle mentalità del Ecco, è così che deve essere mio figlio o mia figlia, come deve rientrare negli schemi e spesso ci dimentichiamo di osservare e di lasciare che i nostri figli siano semplicemente se stessi liberi di scegliere ciò che a loro piace. Il fatto che un bambino si metta la gonna o scelga una bicicletta rosa o abbia una sensibilità più spiccata non significa che sia gay, Così come il fatto che una bambina scelga di portare i capelli cortissimi o le piaccia. Scalare gli alberi non significa che sia lesbica. Significa solo che i bambini, se vengono lasciati liberi di scegliere, è possibile che scelgano quello che non rientra negli schemi. E questo non dice nulla del loro orientamento sessuale e quindi forse sarò ripetitiva. Ma per me il lavoro più importante che ogni genitore possa fare è quello che porta ad accogliere i bambini e le bambine con tutte le sfumature delle loro diversità. Anche perché ognuna di quelle diversità è una loro caratteristica e ciò che li rende unici non è un qualcosa che decidono. È un qualcosa che sono. E questo lavoro più lo facciamo noi verso i nostri figli e più i nostri figli impareranno a farlo loro stessi, con tutte le altre persone che incontreranno sul loro cammino. Ecco, questo più o meno è quello che ho risposto a questo genitore e spero davvero di essere riuscita a trasmettere che è valido avere questi pensieri. È normale che quando vediamo che i nostri figli si discostano un pochino da ciò che percepiamo come standard, ci facciamo domande, ci facciamo paranoie, a volte ci crea disagio. Ecco, io vorrei che rimanessimo seduti un attimo su questa panchina del disagio insieme a questo disagio, invece di soffocarlo, di reprimerlo, di non esprimerlo accogliamolo. Rimaniamo nella sua compagnia e usiamolo per esplorare e per riflettere una cosa che non ho scritto a questa mamma e che invece vorrei condividere con voi. Qui è proprio il grandissimo lavoro che ho fatto per accettare i miei figli così come sono. Ed è un lavoro che io e Alex abbiamo fatto insieme e lo abbiamo fatto partendo dal presupposto o ricordandoci a vicenda che è bello essere diversi. È bello che i nostri figli siano diversi, anche se vengono um derisi, anche se vengono presi in giro, anche se può succedere che vengano bullizzati, proprio come succedeva ad Alex, a nelle scuole dove andava, o come è successo a Oliver un giorno al parco giochi perché aveva voluto mettersi lo smalto come sua sorella. Ecco il messaggio che vogliamo continuare a trasmettere ai nostri figli è che la diversità è una grandissima ricchezza. È che quando si sentono diversi dagli altri, vogliamo che provino, che imparino ad accogliere questa diversità, a vederla come un punto di forza invece che un punto di debolezza. Perché se ci pensiamo la diversità viene percepita come una debolezza soltanto negli anni della scuola, mentre invece poi più avanti, quando siamo adulti, essere diversi significa spiccare nella massa ed è invece vista come un punto di forza. Ma come possiamo essere diversi e spiccare da adulti se ci viene insegnato a rimanere nelle nostre scatole, da piccoli, da bambini, da ragazzi? Se ci viene insegnato che essere diversi è sbagliato, se ci viene insegnato che dobbiamo conformarci alla norma che cos'è poi la norma? Ecco, io non voglio rendere diversi i miei figli dagli altri, voglio che questo sia chiaro, ma voglio accogliere le loro diversità come una grande ricchezza. Voglio che quando mio figlio si comporta in maniera un po' buffa, in una situazione in cui magari io preferirei che non si comportasse in quel modo, ecco voglio prendere quell'imbarazzo che magari provo anzi che a questo punto che provavo, perché dopo tutto il lavoro che ho fatto non c'è più questo imbarazzo e sostituirlo, vederci la ricchezza della diversità, vederci una persona che se ne frega di quello che pensano gli altri e che è autenticamente se stesso. Non è forse questo quello che cerchiamo così disperatamente di fare noi individui nella vita, essere autenticamente noi stessi? E noi facciamo fatica perché lo stiamo imparando oggi? Perché abbiamo dovuto rei impararlo da zero, a non curarci del giudizio della gente a ascoltare gli altri, ma poi rimanere della nostra opinione se pensiamo che sia valida. E mi auguro che questa fatica possa ricordarci quanto sia importante accogliere l'autenticità dei nostri figli, accogliere i nostri figli così come sono, accogliere la diversità come ricchezza ed evitare di rinchiudere le persone in scatola, di rinchiuderle in etichette che usiamo sì, per semplificare il modo in cui interpretiamo il mondo, certo, ma che spesso e volentieri finiscono poi per appiattire la complessità delle persone, di rinchiuderli in stereotipi che dettano indicazioni su ciò che i bambini dovrebbero essere dovrebbero preferire, dovrebbero desiderare e che tra l'altro vengono riproposti ovunque nei giochi, nell'abbigliamento nei libri per l'infanzia. Di questo abbiamo già parlato. E una delle cose, secondo me, uno dei primi passi proprio per iniziare a sgretolare attivamente questi stereotipi è proprio nominarli è proprio nominare la parola stereotipo, includerlo nella nostra, nel nostro linguaggio in famiglia. Se vedo una scatola al supermercato di una bambola e sulla scatola c'è una bambina che ha in braccio una bambola, io dico ai miei figli quello è uno stereotipo. E piano piano i miei figli oggi conoscono la parola stereotipo e sono loro ad indicarmi tutti gli stereotipi che vedono intorno a loro e vedere questi stereotipi. Riconoscere questi stereotipi è il primo passo per rifiutarli nelle nostre vite. E a proposito di libri per l'infanzia e stereotipi sulla tela trovate un libro e una guida proprio scritti da Zaira, di cui vi parlavo prima, che è la grandinata misteriosa che approfondisce proprio il tema degli stereotipi e lo fa in una maniera molto delicata, presentando una donna che fa un lavoro tipicamente maschile, quello dell'ingegneria e che va in viaggio di lavoro lasciando fiore a casa con il papà e a volte anche solo libri di questo tipo per l'infanzia che purtroppo ce ne sono veramente pochissimi. Noi vogliamo produrne sempre di più. Um proprio libri così possono avviare conversazioni importanti e nella guida per L'adulto che Zaira ha perfino registrato. Quindi c'è anche la versione audio. Zaira vi offre tantissimi spunti di riflessione. Proprio per avviare queste conversazioni trovate la grandinata misteriosa nella serie cantiere creativo che è la nostra cassa di risonanza per voci che hanno messaggi importanti da diffondere e vi lascio il link nelle note dell'episodio. Ecco come vi ho detto questa conversazione questa risposta a questo genitore non è completa, perché il lavoro è un lavoro veramente grandissimo. Probabilmente troverete una risposta molto più completa nella guida Storie arcobaleno, perché lì sì che davvero entriamo nel vivo della conversazione e approfondiamo davvero, um come cercare come avviare queste queste conversazioni che ci sembrano tabù, che ci sembrano difficili. Però spero di avervi lasciato dei semini, spunti che possano aiutarvi a fare il lavoro di cui parlavo a questo genitore. Alcuni saranno più scomodi, altri meno scomodi, ma credo che siano davvero tutti importanti per riflettere su come possiamo smettere di vedere la diversità come esclusione e iniziare invece a considerarla fonte di ricchezza non solo per noi stessi, ma per tutta la comunità di cui facciamo parte. Ci vediamo o ci sentiamo la prossima settimana con un nuovo episodio del podcast e nel frattempo, ovviamente vi ricordo che mi trovate anche su www punto la tela punto com dove trovate anche tutto il resto tutti i nostri prodotti, tutte le nostre guide, il nostro percorso, tutta la tela che è la nostra bellissima comunità e il percorso di educare a lungo termine. E ovviamente da lì trovate anche il mio profilo su Instagram. Buona serata, buona giornata o buonanotte a seconda di dove siete nel mondo. Ciao ciao.

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«Educare con calma» è un bel principio di cui a me mancava solo un dettaglio: la calma. Questo podcast è un resoconto del mio viaggio interiore di genitore.