Educare con fermezza

Carlotta Cerri
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Che cosa significa educare con fermezza? Quando educhi a lungo termine, è possibile che ti senti confusa o confuso su che cosa significa educare con “fermezza”.

Nell’educazione a lungo termine, quando cerchi di evitare castighi, punizioni, magari puoi sentirti confusa o confuso, quando senti parlare di fare rispettare i limiti o rispondere con fermezza ai figli. 
Impostare i limiti e farli rispettare con fermezza è importante. I bambini hanno bisogno di limiti per sentirsi al sicuro, per potersi fidare di noi. 
Ma "con fermezza" non significa urlare, non significa spaventare, non significa minacciare e tantomeno umiliare. Fermezza significa che tu genitore sei responsabile di te, delle tue reazioni, emozioni e parole. 
Certo sei serio, ma serio non è cattivo. Serio è sicuro di sé, costante, coerente. Serio significa agire immediatamente con calma, sicurezza, senza colpevolizzare, senza umiliare. Significa essere il capitano della barca, nonostante la protesta, il rifiuto, nonostante le emozioni forti di tuo figlio. 
Puoi dire: “No. So che è difficile da accettare, so che sei deluso o delusa, ma la mia risposta è no. Sono qui quando hai voglia di parlarne”. Ovviamente, affinché ci sia coerenza, i NO devono essere pochi, chiari, e devono avere senso. Però lo ripeto, usare fermezza significa essere responsabile di te e delle tue emozioni prima, ed accettare con calma e sicurezza qualsiasi emozione di tuo figlio o tua figlia.

Invece di frasi tipo: 

«Ecco, sei sempre il solito/la solita! Non mantieni mai le tue promesse! Vai in camera tua e pensaci. E niente parco per una settimana!». (Se usi queste frasi, torna sui tuoi passi e chiedi scusa, spiega che quelle frasi sono sbagliate e perché, spiega che le usi perché le usavano i tuoi genitori con te e che stai provando a rompere il ciclo. Sbagliare è umano: possiamo rimediare e riparare).

Prova così:

💡«No. So che è difficile da accettare, so che sei deluso/a, ma la mia risposta è no. Sono qui quando hai voglia di parlarne». 

💡«Ho capito che vuoi più biscotti, ma oggi non puoi mangiarne più. È normale che tu sia arrabbiata/o, ti capisco, sono qui per te».

Non è una bacchetta magica, è un processo (e prometto che funziona a lungo termine).

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