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Episodio 153 ·

L'educazione del «ricatto sentimentale»

In questo episodio di Educare con Calma rifletto con voi su un'espressione che mi ha scritto un giorno una mamma, il ricatto sentimentale, e di come sia un'arma pericolosa dell'educazione basata sull'obbedienza.

Vi leggo il messaggio di una mamma, vi ricordo quale sia l'obiettivo dell'educazione, rifletto sui possibili danni del ricatto sentimentale e vi propongo una mentalità che amo e di cui parlo nel mio Percorso per educare a lungo termine.

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benvenuti e benvenute ad un nuovo episodio di educare con calma. Prima di tutto vi dico che qualcuno mi ha fatto notare che mentre quando registro in questa casa si sente sempre il sottofondo delle onde del mare e non so se lo sentite anche voi, ma penso che sia in realtà molto bello. Quindi non mi dispiace che la mia applicazione magica, con la quale tolgo tutti i rumori del mio intorno, contorno non funzioni sulle onde del mare. E però ecco, se vi chiedete che cos'è questo rumore di sottofondo sì, sono onde del mare, effettivamente vediamo se magari vi lascio un attimo in ascolto. In questo episodio breve vorrei parlarvi di uno dei modi che l'educazione tradizionale usa per ottenere obbedienza. Se avete scelto un'educazione rispettosa e se siete qui, anche se questo magari è solo il primo passo del vostro percorso, in realtà un pochino l'avete già scelta, lo sapete l'obiettivo della genitorialità non è l'obbedienza, ma è la fiducia. Quando scegliamo di educare a lungo termine lo facciamo perché vogliamo che i nostri figli possano fidarsi di noi come modelli, come esempi, perché solo così possono capire che cos'è la fiducia non come concetto, ma proprio come sensazione e imparare anche a fidarsi di loro stessi, delle loro sensazioni, delle loro emozioni, delle loro risorse e del proprio valore. Questo percorso non è semplice e molto spesso non dà risultati nel breve termine, che forse è una delle cose più difficili, ma è sicuramente ciò che conta davvero, davvero tanto nel lungo termine. Perché vi dico questo? Perché se come genitori siamo focalizzati sul farci ascoltare ciecamente per ottenere obbedienza, non possiamo nutrire la fiducia di cui vi parlo. La fiducia richiede metodi ben diversi da quelli che dobbiamo usare per farci ascoltare. La fiducia richiede ascolto, empatia, gentilezza, presenza. L'obbedienza, invece come la conosciamo noi, come forse l'abbiamo conosciuta crescendo, richiede urlare, incutere timore e punire, a volte umiliare anche. Ma non solo. A volte questo tipo di educazione richiede un vero e proprio ricatto sentimentale. E se vi chiedete cosa intendo per ricatto sentimentale, vorrei spiegarvelo leggendovi il messaggio di una mamma che mi ha scritto un po' di tempo fa per condividere con me la sua esperienza. Ed è stata proprio lei a definirlo così a definirlo ricatto sentimentale. Vi leggo le sue parole Ciao Carlotta, io non sono stata cresciuta a urla né a sculacciate, ma sicuramente a cercare di rispecchiare le aspettative altrui. Mi sono resa conto solo da adulta, che mia mamma ha sempre innescato una sorta di ricatto sentimentale nel modo di educare del tipo Non ti chiedo che mi aiuti a sparecchiare la tavola, ma se non lo fai mi renderai triste. Inutile dire che questo suscitava nella bambina che sono stata un enorme senso di colpa. Non so se ne hai mai parlato. Credo sia un tipo di educazione, anche questa molto pericolosa. Questo messaggio è di tantissimo tempo fa, ma l'ho salvato perché concordo in pieno con questa mamma. Fare pressione sul senso di colpa dei bambini è tanto dannoso quanto urlare senza poi riparare o quanto ricorrere alle punizioni. Innanzitutto perché crea la stessa relazione di sottomissione in cui ciò che conta è che i nostri figli obbediscano ciecamente all'autorità degli adulti. In questo modo non aiutiamo i bambini a nutrire il proprio spirito critico, la propria mente critica a imparare ad esprimere il disaccordo che si deve imparare prima di tutto con noi genitori, perché è proprio in casa che si può imparare ad esprimere il disaccordo in maniera costruttiva, in maniera gentile E se noi non offriamo ai nostri figli un posto sicuro in cui possano non essere d'accordo con noi, come possono impararlo? E poi non li aiutiamo nemmeno a far sentire la propria voce per ciò che a loro non sembra giusto, che è un'abilità importantissima da coltivare, perché oggi l'autorità siamo noi genitori, ma un giorno saranno altre figure che non necessariamente avranno a cuore il bene e il benessere dei nostri figli. Se nostro figlio non sa che urlare e punire e umiliare non sono comportamenti validi, non sono comportamenti d'amore. Come fa a riconoscere l'ingiustizia quando, per esempio, è l'insegnante a scuola a urlare e punire che purtroppo può succedere ancora troppo spesso? Come fa a riconoscere l'ingiustizia? Come fa a riconoscere che non è amore quando un partner o una partner si comporta così nella vita sentimentale, ma c'è molto più di questo? Con questo ricatto sentimentale carichiamo i bambini dei nostri stati emotivi e diamo loro la responsabilità di come noi ci sentiamo delle nostre emozioni, della nostra frustrazione. Questo non è giusto. I bambini sono bambini e non possono portare il peso delle emozioni degli adulti. Inoltre, in questo modo renderemo ancora più difficile a loro da adulti, essere consapevoli dei propri bisogni, perché tutto ciò che avremo insegnato loro sarà stato aver cura dei bisogni di tutti tranne che dei propri. Così corriamo il rischio di crescere futuri adulti desiderosi di approvazione e validazione esterna, perché solo in quella continua conferma esterna riusciranno a vedere un segno del proprio valore, del fatto che sono stati bravi, per esempio, solo rendendo felici o soddisfatte le persone intorno a loro, si sentiranno meritevoli di amore e faranno ancora più difficoltà a non prendersi carico delle emozioni altrui e restituire il senso di colpa al proprietario, che è ciò che suggerisco di fare ai genitori nel mio percorso. Passare da un'educazione basata sull'obbedienza ad un'educazione rispettosa è un continuo lavoro. È un vero e proprio percorso, ma può partire da un semplicissimo gesto coinvolgere i bambini nelle decisioni, senza aspettarci che ci obbediscano ciecamente, che facciano esattamente quello che vogliamo noi. Nel caso della situazione riportata da questa mamma, ad esempio, forse sarebbe bastato comunicare. Dico forse perché ovviamente dipende da tantissimi fattori la relazione tra loro l'educazione che usano in casa la stanchezza se stanno vivendo o meno grandi cambiamenti nella loro vita, eccetera. Ma immaginiamo che basti comunicare quella mamma avrebbe potuto chiedere Ti andrebbe di pra- di apparecchiare la tavola e poi accettare anche che magari la risposta sarebbe stata un no? Oppure avrebbe potuto chiedere mi aiuti ad apparecchiare la tavola? Vuoi mettere i piatti o i bicchieri? E ovviamente sempre partire dal presupposto che, soprattutto se non abbiamo costruito una relazione di fiducia in cui i bambini ci ascoltano non perché hanno paura di noi e dei nostri castighi o ricatti sentimentali, ma proprio perché vogliono collaborare con noi, soprattutto se non abbiamo quel tipo di relazione. Ma anche se ce l'abbiamo, non possiamo pretendere quell'aiuto se la bambina o il bambino non ha voglia di darlo. Dobbiamo tenere in conto dei sentimenti dei nostri figli. Dobbiamo tenere in conto dei bisogni dei nostri figli. Dobbiamo tenere in conto del fatto che i nostri figli hanno una mente a sé e spesso i loro pensieri, le loro idee, i loro bisogni e le loro voglie non coincidono con le nostre. E nel caso di un rifiuto, si può sempre offrire un'alternativa. Okay, non ti va di aiutarmi ad apparecchiare la tavola? Lo capisco perfettamente. A volte anche a me non va di fare determinate cose. Che cosa ti va di fare per collaborare alla famiglia? Vuoi che ci riflettiamo insieme o magari anche semplicemente offrire delle opzioni? Per esempio? Mhm Okay. Dobbiamo caricare la lavastoviglie, piegare quei vestiti e mettere in ordine l'entrata. Possiamo dividerci i compiti. Tu di che cosa vuoi occuparti in questo modo? Diamo importanza al nostro bisogno di rendere i nostri figli partecipi delle attività di cura della casa e della famiglia, perché ne siamo tutti responsabili e diamo valore anche ai loro bisogni e alla loro volontà. Una cosa non esclude l'altra è solo un esempio, ovviamente. Ma questo significa nutrire la fiducia che vi ricordo. Come sempre ormai lo sapete, forse potete finire la frase è a due corsie quando la dai la ricevi e viceversa. Questo è educare a lungo termine e non è mai, mai, mai troppo tardi per iniziare. Se siamo disposti a metterci in gioco, è in dubbio in dubbio è in gioco e semplicemente a fare il lavoro che serve per cambiare la mentalità della gerarchia e la mentalità dell'obbedienza. E ti lascio un ultimo pensiero alla ragnatela che fa parte di una lezione del mio percorso a lungo termine. una lezione a cui tengo molto. Dobbiamo imparare a separare la persona dal comportamento. Il modo in cui si comportano i nostri figli non riflette la persona che sono. Il comportamento è comunicazione spesso di bisogni non soddisfatti. E se noi riduciamo i nostri figli ai loro comportamenti scomodi per noi, non possiamo dare il beneficio del dubbio che serve per costruire fiducia. Lo stesso vale per noi genitori. Se riduciamo la persona che siamo noi ai nostri momenti peggiori, quelli in cui urliamo e perdiamo le staffe e ci um ci deludiamo come genitori, come individui, creiamo un'immagine fasulla di noi nella nostra mente e pensiamo di non poter evolvere. Non pensiamo di aver fallito. Pensiamo che siamo noi il fallimento l'evoluzione non può iniziare da queste premesse e da questi luoghi di odio. L'evoluzione inizia solo da un posto in cui ci diamo il beneficio del dubbio. Ci mostriamo amore e comprensione, ci perdoniamo e ripariamo Okay, se avete voglia di aggiungere qualcosa a queste riflessioni o magari condividere la vostra esperienza, potete commentare questo episodio del podcast oppure, se siete dentro a tutta la tela, potete scrivere nella sezione comunità e avviare una conversazione che potrebbe aiutare tanti altri genitori e ovviamente io e tutto il team siamo lì a rispondervi. Questo è tutto per oggi. Ci vediamo la prossima settimana con un nuovo episodio di educare con calma. Nel frattempo vi ricordo sempre che mi trovate anche su www punto la tela punto com e da lì trovate anche il mio profilo su Instagram. Buona serata, buona giornata o buonanotte a seconda di dove siete nel mondo. Ciao

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«Educare con calma» è un bel principio di cui a me mancava solo un dettaglio: la calma. Questo podcast è un resoconto del mio viaggio interiore di genitore.