Noi genitori abbiamo un super potere: con le nostre parole creiamo e modelliamo meccanismi mentali che i nostri figli si porteranno dietro per sempre. Accendiamo o spegniamo l'autostima e la sicurezza di sé.
C'è una parola in particolare che è spesso sulla bocca dei genitori: «bravo/a». Questa piccola parola in realtà porta un peso grande:
- Rende i bambini e le bambine dipendenti dalla nostra opinione, presto iniziano a ricercarla ogni volta che fanno qualcosa;
- Li priva di vivere l’emozione come la sentono loro (ogni bambino manifesta le emozioni in modo diverso, alcuni stanno in silenzio, ma non per questo non provano soddisfazione);
- Li spinge a fare le cose per l'elogio (il premio emotivo) più che per il desiderio di farle.
- È una parola vuota, che non aggiunge valore e che spesso l'adulto dice guardando il cellulare o facendo altro.
I bambini non hanno bisogno del «bravo», la soddisfazione viene da dentro, dall’essere riusciti a fare una cosa che desideravano fare. La nostra opinione non li fa sentire più orgogliosi, spesso insegna solo a sentire il bisogno di riceverla.
Alternative al bravo
Che cosa dico se non dico «bravo»?
Immaginiamo che Emily abbia scalato un albero da sola, invece di dirle «brava»:
• Dico «Ce l’hai fatta!» o «Ci sei riuscita!» (focus sull'impegno e non sul risultato)
• Chiedo «Sei contenta?» o «Come ti fa sentire?» (focus su ciò che prova lei, non su ciò che provo io)
• Ripeto ciò che dice lei, lascio che sia lei a darmi le parole.
• Descrivo ciò che vedo (questo è molto efficace): «Hai scalato l'albero!», «sei arrivata in cima». Per un disegno: «Hai disegnato un sole!». Per una costruzione di Lego: «Hai costruito un camion».
• Sorrido e non dico nulla: i nostri figli non hanno bisogno che noi (o nessun altro) giudichiamo il loro lavoro, i loro successi e il loro valore. La soddisfazione è intrinseca nel semplice fatto di esserci riusciti. Meno giudichiamo e meno imparano a dare peso al giudizio altrui.
Questo è un minuscolo cambiamento che può fare una differenza enorme nel costruire l'autostima dei nostri figli.