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Mia figlia è molto timida (5 anni)

Domanda di una mamma e mia risposta

Carlotta Cerri
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Questa è la domanda che una mamma mi ha fatto nella chat privata del mio corso online Educare a Lungo Termine, in relazione all'unità in cui invito a non usare etichette per descrivere i nostri figli e spiego perché.

La riporto qui, con il suo consenso e con la mia risposta:

Provo a consigliarti una soluzione, ma sarai tu a dover valutare se si possa adattare alla vostra famiglia. Il mio metodo per affrontare queste domande è scrivere come se scrivessi a un'amica, perché lo trovo più efficace, spero ti aiuti.

Proverei a parlarne con lei e cercare di capire se c'è una frase che potete usare che magari la sblocchi. Le spiegherei che non ti piace usare la parola "timida", perché tu non credi che lei sia timida, credi che in questo momento della sua vita abbia semplicemente bisogno di più tempo per rompere il ghiaccio, ma che vorresti trovare una parola o una frase che aiuti lei (attraverso te) a comunicare agli altri che cosa prova.

Puoi azzardare un paio di frasi: "[nome] ha bisogno di un momento per rompere il ghiaccio".

"[nome] non è ancora pronta a venire a giocare, appena lo è vi raggiunge".

"[nome] preferisce stare ancora un po' qui con me, ma tra un po' viene".

Poi potresti anche buttarla sul gioco e provare: "[nome] sta giocando a nascondino, gioca anche tu [all'amico/a] e vai a nasconderti! Noi contiamo: 10, 9, 8…" e poi davvero fare il gioco come se nulla fosse. Questo potrebbe aiutare anche la sorellina a cambiare l'immagine che ha di lei.

Ovviamente il nascondino è una pezza, quindi ti consiglierei comunque di parlare con lei come ti ho scritto sopra e chiederle se questo metodo del "nascondino" per rompere il ghiaccio potrebbe piacerle. E insisterei sul fatto che non c'è nulla di male ad avere uno strumento per rompere il ghiaccio (molte persone ne hanno bisogno)!

Poi vorrei invitarti anche a riflettere sul fatto che io credo che non ci sia bisogno di "risolvere" questo problema, perché non è un problema (a maggior ragione visto che poi "si lascia andare").

È un suo modo di gestire le situazioni per lei stressanti (anche se è a casa sua, il momento del ritrovo può essere stressante per lei): alcuni adulti fanno battute o parlano a raffica…, i bambini si nascondono dietro le gambe o fanno i clown…

È assolutamente normale, spesso siamo noi adulti, con il nostro bisogno di dare spiegazioni e giustificare il loro comportamento, che lo rendiamo un problema. Non c'è bisogno di giustificarsi, non c'è bisogno di spiegazioni, non importa che cosa pensano gli altri: tua figlia non manca di rispetto a nessuno a essere chi è (e poi non sarà così per sempre).

Quindi ti inviterei prima di tutto ad accettarla, a non vederlo come un problema, a non cercare di "evitare queste scene", a rilassarti quando accadono e tenerla vicino finché ne ha bisogno — a cercare addirittura di vederla come una di quelle cose per cui ha ancora bisogno di te (saranno sempre meno).

È un suo bisogno di questo momento e io trovo sia più costruttivo assecondarlo per non farle credere di essere sbagliata: spesso con le parole magari diciamo le cose giuste come "Non è timida, ora prende coraggio e arriva", ma poi con i nostri movimenti, gesti, energia, parole, tono di voce, spiegazioni, bisongo di giustificazioni diciamo il contrario – e i bambini capiscono molto meglio il non verbale.

Sentiresti necessario spiegarti e giustificare un bambino che va subito a giocare? Io credo di no. Perché allora sentiamo il bisogno di giustificare un bambino che ha bisogno di più tempo?

E per questo ti inviterei a un'ultima riflessione su un concetto che io ritengo importante e spesso sottovalutato quando parliamo con i bambini e dei bambini: perché coraggio? È davvero coraggio? È più coraggioso esporsi e andare subito a giocare o è più coraggioso accettare chi si è, essere gentili con se stessi e per questo non forzarsi ad agire in modi che non ci appartengono?

Per me, essere coraggiosi significa in primis onorare chi siamo, la nostra vera natura, il nostro «io» più profondo.

Ti abbraccio,

Carlotta

Che ne pensate? Avete bambini o bambine che hanno bisongo di piu tenpo quando incontrano persone o amici?

Ps. La mamma ne ha poi parlato con la figlia e hanno deciso insieme una frase da dire alle persone. Da allora mi dice che va molto meglio.

Questo è un esempio di conversazione nella chat privata del mio corso Educare a Lungo Termine, in cui invito i genitori a scrivermi dubbi e domande per riflettere insieme.

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