Per 10 anni dopo essermi laureata ho lavorato come traduttrice, ho insegnato inglese a adulti e bambini spagnoli a Marbella e fatto da tutor per studenti di scuole internazionali. Questa esperienza mi ha fatto capire due cose che sono state alla base del mio futuro lavoro con i genitori:
- Che tutto ciò che vogliamo imparare nella vita deve farci sentire bene mentre lo facciamo (vale sia per adulti che per bambini)
- Che il sistema scolastico odierno ha un incredibile potenziale di evoluzione, inutilizzato.
Nel 2014, l’anno prima di diventare mamma, ho scoperto Montessori e ha cambiato tutta la mia visione della genitorialità e dell’approccio all’infanzia. Ho studiato il metodo nei dettagli per puro piacere e utilizzo personale, ma mi sono poi formata con l’associazione AMI al Maria Montessori Institute di Londra per le fasce d’età 3-6 e 6-12 perché volevo comprovare la mia conoscenza attraverso canali ufficiali. È così che ho scoperto che l’auto formazione che avevo avviato era molto, molto estesa e ho accantonato l’idea di intraprendere un secondo percorso universitario nella formazione o nella psicologia. In fondo, come ci insegna Maria Montessori, è quando siamo padroni del nostro apprendimento che impariamo di più.
Ho continuato ad auto formarmi senza sosta: ho avuto mentori da tante parti del mondo e anche in tante epoche (come Maria Montessori), ho seguito tantissimi corsi e conferenze online su tematiche che sentivo di dover approfondire per educare i miei figli a lungo termine, che variano dall’educazione emozionale a quella sull’antirazzismo, ho letto molti titoli su disciplina positiva, genitorialità rispettosa, educazione gentile, metodo danese e finlandese, principi della neuroscienza, teoria dell’attaccamento… e continuo ancora oggi, perché credo che quando pensiamo di aver finito di imparare è quando smettiamo di fare bene il nostro lavoro.
La mia forza più grande, però, è saper cambiare i meccanismi che non mi fanno stare bene e che mi impediscono di essere il genitore che ho scelto: a volte mi vedo proprio come su una ruota come quella del criceto e so che sta solo a me decidere di scendere e di oltre il «si è sempre fatto così». Come lo faccio? Rimanendo critica, scrollandomi di dosso il giudizio altrui e affinando uno strumento chiave nella genitorialità: il buonsenso – quella sensazione dentro di noi che spesso la società ci insegna a ignorare. È in quella sensazione che risiede il cambiamento ed è la mia specialità aiutarti a coltivarla.
Pensa al tuo momento peggiore come genitore: molto probabilmente l’ho vissuto anche io e non mi vergogno a raccontartelo, perché i miei momenti peggiori nella genitorialità sono stati il motore di ognuno dei miei momenti migliori nella genitorialità. Posso e voglio insegnarti a fare questo lavoro.