Episodio 147 ·

Alta sensibilità: che cos'è e come riconoscerla | con Viola Koyncuoglu

Questo episodio di Educare con Calma è nella mia mente da tanto, tanto tempo. Ho finalmente chiesto il permesso a Oliver di parlare di lui e ho invitato Viola Koyncuoglu a raccontarci che cos'è l'alta sensibilità, che io ho scoperto nel 2015 leggendo per caso il libro di Elaine Aron «Il bambino altamente sensibile» e ritrovando non solo mio figlio, ma anche (in gran parte) me stessa.

Viola è consulente e formatrice sull'alta sensibilità, persona altamente sensibile lei stessa, iscritta nella lista internazionale di Elaine Aron e oggi ci accompagna alla scoperta dell'alta sensibilità.

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:: Pensiero a ragnatela

Non lo dico nell'episodio perché era una parentesi troppo ampia, ma voglio lasciarne traccia qui: credo di aver silenziato a lungo alcuni tratti del mio carattere (forse proprio per conformarmi, come diceva Viola parlando dell'adolescente altamente sensibile). Oggi che mi permetto di essere chi sono e ho imparato ad ascoltarmi sto scoprendo aspetti di me e del mio carattere che a volte mi stupiscono e credo fortemente di rientrare nello spettro dell'alta sensibilità (anche se noi, in casa, non usiamo queste definizioni né per me né per Oliver, ma parliamo di «sentire le emozioni in maniera più forte»).

Viola
Biassono, Lombardia · Leonard (4)
Ciao, sono Viola! Sono mamma, Persona Altamente Sensibile, formatrice e consulente professionista nel lavoro con Persone Altamente Sensibili. Mi trovi anche nel servizio 1a1 su La Tela.
benvenute e benvenuti a un altro episodio di educare con calma. Oggi ho invitato Viola Kyung Kg che lo pronuncio all'italiana con il suo permesso, ma il suo cognome è turco. Ha provato a insegnarmelo. Non sono riuscita a pronunciarlo, quindi ho deciso di pronunciarlo. All'italiana lei è una consulente e formatrice per l'alta sensibilità che se non sapete che cos'è viola ve lo spiega tra un attimo. Ma io vorrei fare una premessa, perché quello che vorrei comunicarvi prima di iniziare a chiacchierare con lei di alta sensibilità è che voi sapete quanto per me sia importante non usare etichette, ovvero parole, aggettivi che mettano i nostri figli o le persone in generale in scatole. E se vi interessa approfondire questo argomento, potete ascoltare l'episodio trentaquattro del podcast. Quindi, ecco, io tendo a non usare etichette quando parlo dei miei figli o delle persone in generale. Cerco di non farlo nemmeno con me stessa, ma c'è un ma scoprire l'alta sensibilità ha aiutato tantissimo me ed Alex a capire Oliver a conoscerlo e ad amarlo meglio. Quindi, anche se non usiamo l'etichetta, conoscere l'alta sensibilità ci ha permesso di essere secondo me genitori più efficaci, più accoglienti e quindi visto che moltissime persone e bambini rientrano in realtà senza saperlo. Forse nello spettro dell'alta sensibilità, ma se ne sa e se ne parla pochissimo ho deciso di dedicare alcuni episodi del podcast a scoprirla insieme, parlando ovviamente in particolare di bambini. Quindi do il benvenuto a viola. Ciao viola, grazie per essere qui con noi. Grazie a te per avermi ospitata. È un piacere, ci abbiamo messo tantissimo, ma finalmente siamo qui e non vedo l'ora di farti tutte le domande. Anzi, se per te va bene, inizio proprio assolutamente sì, sono qui a disposizione. Certo. Allora la domanda principale probabilmente la prima che vorrei farti è proprio quella di aiutarci a capire che cos'è l'alta sensibilità. Per esempio se dovessi spiegare l'alta sensibilità a un genitore che non l'ho mai sentita nominare, che cosa diresti? Beh, allora intanto che non è una malattia, partirei proprio da da questa cosa che è la base, perché tante persone arrivano da me preoccupate che sia una malattia. Invece no, non esiste una diagnosi, non si fa diagnosi, è una, è un tratto genetico di personalità che ancora è poco conosciuto, soprattutto da noi in Italia, ma è diffuso circa il trenta percento della popolazione mondiale è sì, è un tratto che si trasmette a livello genetico. Quindi se noi riconosciamo questo tratto nel nostro bambino, è molto probabile che lo sia mamma o papà, o anche entrambi. Quindi si trasmette. Quindi no, non non capita poche volte scoprire di esserlo anche noi adulti in questo caso, perché magari notiamo nostro figlio che è molto, molto sensibile e a nostra volta attraverso nostro figlio. Scopriamo che anche noi siamo altamente sensibili e quindi ripercorriamo il la nostra bambina o il nostro bambino interiore quando era piccolino. Mhm. Quindi ripeto, non è una malattia e non serve diagnosi, ecco. Okay. E tu l'hai scoperto così di te stessa. Dunque io l'ho scoperto, ho avuto la possibilità di dare una definizione alla mia estrema sensibilità. Intorno al duemila e diciotto, duemila e diciannove. Io sapevo già sin da bambina che avevo un tratto di personalità differente rispetto ai bambini normo sensibili. I miei amici normo sensibili perché la mia la percezione delle emozioni era maggiore rispetto gli altri. Ero molto attenta ai dettagli e sentivo tutto in maniera più sottile e le mie reazioni erano più enfatizzate rispetto a quelle degli altri bambini e spesso non venivo compresa, non venivo capita, venivo isolata dagli altri perché vivevo in un mondo eh, un po' tutto mio, un mondo, un po' più ovattato, in cui la percezione degli stimoli sensoriali erano maggiori. Quindi mi affaticato prima e avevo bisogno di staccarmi dai gruppi, staccarmi dal caos, dai rumori, dalle luci forti e isolarmi. E questo mi ha portato a un grande isolamento e ad un'estrema solitudine interiore, perché non venivo compresa quando io avevo bisogno di allontanarmi un po' per riprendermi e e quindi poi col tempo ho scoperto dopo tantissimi anni, grazie agli studi di Alan Helen Aaron, che è la madrina dell'alta sensibilità, colei che finalmente ha scoperto questo tratto ha dato un nome a questo tratto ho scoperto che esiste appunto questo, questo questo tema l'alta sensibilità e l'ho approfondito, l'ho studiato. E poi sono diventata anche una professionista in questo senso e ho scelto di lavorare proprio con le famiglie di bambini altamente sensibili e e lì mi si è aperto un mondo. E lì ho potuto dire Okay, sono una persona altamente sensibile, mi accetto, mi accolgo, vado bene così e smetto di avere paura del giudizio altrui e e non voglio più indossare alcuna maschera per far parte per forza dei gruppi di persone, per essere accettata, essere accolta. E quindi ho potuto essere finalmente me stessa e e quindi ho detto grazie. È stato un grazie enorme, perché è come se fossi rinata, immagino. Immagino. Poi tra l'altro, um, quello che dicevo proprio nell'introduzione è che è stato veramente per me anche una sorta di di scoperta che mi ha aiutato tantissimo proprio quando ho letto il il libro come si chia- e si chiama proprio i bambini, altamente se il bambino in italiano. E io quando lessi questo libro a ogni pagina, facevo sì con la testa ed era ed è stata come un'illuminazione leggere quello che, um, in un certo senso avevo sempre pensato come una diversità di mio figlio Oliver leggerlo come qualcosa di normalizzato, come um non solo però normalizzato, ma anche proprio come qualcosa che finalmente potevo capire. Potevo comprendere. Potevo avere degli strumenti in più per aiutarlo e per aiutarmi ad aiutarlo. E tra l'altro è buffo perché hai appena detto due cose mentre parlavi um e hai detto appunto che avevi bisogno che notavi di avere bisogno quando eri in gruppi grandi di allontanarsene, che magari è un tratto che poss- che qualcuno um attribuirebbe all'inversione e un altro tratto um che hai detto è che i rumori forti, um nei posti in qualsiasi posto ti davano fastidio. Sono due tratti che io riconosco anche in mio figlio e e mi chiedo quindi, anzi ti chiedo, quali sono le caratteristiche più comuni delle persone altamente sensibili e c'è differenza tra adulti e bambini. Allora diciamo che il tratto le le cose che emergono sono molto simili nei bambini e negli adulti. Quindi parliamo di ipersensibilità verso i rumori, le luci forti, il caos, il bisogno proprio di isolarsi, la volontà di stare in mezzo alla natura, la la capacità artistica, la capacità manuale, tutto quello che richiede molta, molta ricerca del dettaglio. L' altamente sensibile ne è ghiotto perché è talmente attento a tutto quello che lo circonda, anche alla farfallina che vola banalmente va proprio a A la la segue, la segue proprio con la testa, cerca di capire anche come vola, dove si posa perché si è posata su quel fiore, ne ne guarda tutte le sfumature e i suoi colori. Quindi proprio il dettaglio a trecentosessanta gradi. Una cosa mi preme sottolineare è che il bambino altamente sensibile nelle sue caratteristiche sono molto spiccate perché i bambini lavorano con la parte emotiva. Con l'amigdala l'adulto riesce a far funzionare, diciamo così, la parte razionale. Parlo in termini un po' più semplici, l'adolescente altamente sensibile. Invece è come se passasse un certo periodo di vita, un po' anestetizzato perché prevale quell'istinto di voler fare, di provare di fare esperienze e quindi anestetizza un po' questa parte fin quando poi matura del tutto. Quindi arriva la parte razionale e riesce un pochettino un po' più a riequilibrare, quindi c'è un bello stacco tra bambino altamente sensibile e adulto. La parte adolescenziale. Paradossalmente riescono a stare in discoteca, riescono ad andare in posti dove ci sono luci molto forti a stare in mezzo a giganteschi. Ma questo ovviamente non annulla l'alta sensibilità, ma cercano di combatterla inconsciamente, proprio perché la vita ti porta a fare determinate esperienze in adolescenza e quindi vai avanti un po' per inerzia. Quindi c'è un periodo della vita in cui uno sta ancora cercando se stesso, che è l'adolescenza e lì deve fare una parte un lavoro, perché poi quando esce dall'adolescenza diventa adulto. Inizia a sentire anche un po', il peso della vita, le fatiche che possono derivare dal dal lavoro, dalla famiglia. E quindi quella pesantezza pesa, pesa sulle spalle del dell'adulto e si sente di nuovo sopraffatto e iper stimolato e ha bisogno di nuovo di di abbassare i livelli di stress. Ecco, il bambino piccolo comunque, è quello più suscettibile, senza dubbio. Ma proprio perché il cervello ancora non è pronto ad essere usato totalmente, sì che tra l'altro poi quello che stai dicendo secondo me vale per tutti i bambini. Nel senso che, um, il bambino ha un cervello, come diciamo sempre, come sappiamo o come dovremmo sapere da genitore ha un cervello immaturo che non è ancora in grado di processare le grandi emozioni. E quindi nel momento in cui noi vogliamo essere genitori efficaci, la cosa migliore che possiamo fare è proprio quello che dicevi. Ovvero provare empatia, empatizzare con loro e provare empatia. Um, credo che sia importante proprio ricordare che non è solo ascoltare, non è solo capire, ma è anche credere, credere alle parole, credere alle emozioni. Ascolta, mhm spesso la l'alta sensibilità o o questa magari è una mia sensazione, ma spesso mi sembra che sia associata o confusa con l'estrema timidezza, quindi con una timidezza proprio grandissima. È vero allora Eh sì. Allora questa è appunto un'ottima opportunità per chiarire una distinzione importante tra sensibilità alta sensibilità e l'estrema timidezza dei bambini, mentre entrambi possono manifestarsi con caratteristiche simili. Sono due concetti distinti che si meritano di essere compresi in modo un po' più accurato. Allora l'alta sensibilità è una caratteristica intrinseca del sistema nervoso che influenza la percezione e l'elaborazione delle informazioni, come abbiamo detto prima, non solo quelle ambientali, ma anche quelle emotive, mentre la timidezza riguarda l'atteggiamento sociale e la gestione dell'interazione con gli altri. Quindi i bambini altamente sensibili possono manifestare la sensibilità emotiva, empatica e sensoriale. Ma questo non implica automaticamente una timidezza eccessiva nelle situazioni sociali. Questo proprio perché il bambino altamente sensibile arriva, si ferma ed elabora tutto quello che c'è intorno a lui e quindi una persona dall'altra parte può confonderla come timidezza. L'atteggiamento può essere quello che magari si nasconde dietro le gambe di mamma o magari non vuole entrare all'interno di un gruppo gruppo. Magari non vuole andare ad una festa perché lui prima di tutto elabora, processa le informazioni quando le sue informazioni sono dentro e le ha elaborate, che può richiedere del tempo che possono essere cinque minuti come mezz'ora. Poi quando si sente sicuro, allora va, ma prima di tutto deve elaborare questo funziona che si inserisca un bambino a scuola piuttosto che in un parchetto piuttosto che in un contesto dove c'è una festa in un supermercato dove c'è un ambiente tendenzialmente caotico e caotico, non si intende per forza cinquanta persone, ne possono essere anche tre barra quattro. Devo fare una precisazione perché in questo momento, sentendoti parlare in realtà forse mi confonde un po' perché mi dico ma tutto quello che stai dicendo o tanto di quello che stai dicendo effettivamente mhm potrebbe quasi essere relazionato a un qualsiasi bambino. Quindi in realtà mi chiedo come come facciamo davvero a capire che nostro figlio è un bambino altamente sensibile e che non è semplicemente un bambino? Che anche i bambini normo sensibili provano queste grandi emozioni? E quindi qual è secondo te la caratteristica principale che ci fa dire Okay, probabilmente c'è qualcosa da esplorare. Allora ottima domanda. Eh sì, il il punto è che noi riusciamo un po' più a comprendere se il nostro finanziamento sensibile è proprio per il fatto che i tempi di elaborazione sono molto, molto lunghi. Ha bisogno di molto più tempo per processare ogni tipo di informazione. Quindi se un bambino normo sensibile ci mette zero o massimo cinque minuti a entrare all'interno di un ambiente o a lasciarsi andare, il bambino altamente sensibile può avere dei tempi molto più lunghi, perché il processo è molto più lento, proprio per l'elaborazione delle informazioni che vi sono ne nell'ambiente in cui è il bambino. Può essere che che ci metta dieci minuti perché ormai si è abituato e comunque sono sempre maggiori rispetto a un bambino abituato a stare in un gruppo. Ma può essere anche che ci metta molto più tempo e magari la prima volta non ci entri nemmeno in quell'ambiente. E le reazioni alle volte non sono consone al contesto. Sono reazioni che L'adulto chiama come esagerate una parte. La la sua parte emotiva è molto, molto, molto spiccata. Okay, quindi conoscere l'alta sensibilità ci permette in realtà di accogliere quel tempo in più di dare quel tempo in più. Diamo quel tempo in più. Esatto, proprio perché sta processando delle informazioni invisibili a ai nostri occhi invisibili, ma per lui sono molto visibili e tanto sentite. Certo, certo. E quindi Okay, io adesso sono un genitore che si rende conto di avere un bambino altamente sensibile. Che consigli mi dai proprio per iniziare ad accogliere mio figlio e anche a fare uno switch mentale per dire Okay, devo fare questi piccoli passettini per riuscire a capirlo meglio, ad aiutarlo meglio a Ah, perché poi, ovviamente, nel momento in cui lo capisco, lui probabilmente si fida anche di più di me. Nel momento in cui si fida di più di me, c'è più fiducia reciproca, quindi migliora la relazione, quindi, e anche nel mio interesse, Ovviamente. Allora, prima di tutto è importante appunto dimostrare empatia e compre- e comprensione nei nei confronti del nostro bambino. E dobbiamo riconoscere che le sue reazioni intense e la sua difficoltà ad adattarsi ai cambiamenti agli ambienti possono derivare dalla sua alta sensibilità anziché da un comportamento volontario che non vuole comportarsi per forza così. Okay, quindi è la sua alta sensibilità che lo porta a comportarsi in un determinato modo, quindi ad avere i suoi tempi. E in questo modo aiuta appunto a stabilire una fiducia tra me, mamma e il bambino altamente sensibile poi anche creare un ambiente rassicurante al bambino, quindi un posto dove lui si sente in un luogo sicuro, dove non ci sono troppi stimoli. Una comunicazione aperta col bambino, quindi il dialogo tra mamma e bambino, parlare tanto, cercare di capire che cosa sta provando. Entrare in connessione con nostro figlio è importantissimo, ma questo vale per chiunque, non solo per i bambini ma anche per gli adulti. La validazione delle emozioni quindi tutto quello che stanno provando è vero ed è reale. Noi non possiamo giudicare le sue emozioni. E poi dobbiamo essere molto flessibili mentalmente più che essere rigidi e rimanere lì ferme sulla nostra um metodo educativo, ma essere più flessibili e cercare di capire che cosa sta provando il nostro nostro figlio. Tra l'altro lo ripeto ancora una volta tutti questi consigli, secondo me possono essere applicati alla genitorialità in generale. Una cosa che hai che hai detto che mi ha fatto sorridere? Non ho voluto interromperti, ma te la dico adesso è che con Oliver, per esempio, siamo proprio arrivati. Grazie. Ha un grandissimo lavoro di gestione delle emozioni e un grandissimo lavoro sull'educazione emozionale, proprio al punto in cui è lui stesso che ci dice io non voglio comportarmi così, ma non riesco a fare diversamente e questa cosa è stata rivoluzionaria per noi viola perché il fatto che lui abbia saputo esprimere finalmente questa cosa è stato veramente um molto e molto emozionante e e un'altra, cosa che mi ha fatto tanto um sorridere perché so quanto sia importante soprattutto, ma con tutti i bambini, ma soprattutto con Oliver è proprio il fatto di della preparazione. Io lo chiamo quasi un un come un vaccino emotivo, nel senso che spesso e volentieri noto che quando Oliver deve approcciarsi a un qualsiasi cambiamento adesso un po' meno perché tu sai conosci il nostro stile di vita, noi siamo viaggiatori a tempo pieno, quindi comunque l'abitudine e a uscire dalle proprie zone di comfort secondo me ha lo ha aiutato molto in questo um però devo dire che in ogni caso, nei giorni di transizione io noto sempre che lui ha bisogno proprio di questo vaccino emotivo, di una preparazione molto grande su tutto quello che capiterà e quando lo facciamo, quando riusciamo a ricordarci di prepararlo emotivamente a quello che verrà, sicuramente è un'esperienza più piacevole per tutti, ma soprattutto per lui e mi mi sono resa conto che probabilmente continuo a ripetere che secondo me la genitorialità tutto quello che stai dicendo vale per tutta la la genitorialità. Ma sai perché? Forse perché io ho un bambino altamente sensibile e quindi questa io probabilmente tutti i consigli che do ai genitori in realtà arrivano dalla mia conoscenza. Dell'alta sensibilità probabilmente assolutamente sì. Infatti sto annuendo con la testa per non toglierti la parola, ma è proprio così, Perché poi ti abitui, no a a alle reazioni, alla parte emotiva di tuo figlio e cerchi tu delle strategie per entrare in connessione con tuo figlio e diventa un vostro stile. E questo modo di educare con empatia, con accoglienza, con amore è un modo di educare che rispetta tanto l'altro, Mhm esatto, in modo tale che il bambino possa crescere senza sentirsi giudicato e sbagliato, magari perché le sue reazioni sono diverse, magari anche la sua stessa famiglia, o anche i suoi coetanei o i fratellini e le sorelline. Perché non è detto che un ci son fratelli non è detto, come nel tuo caso, che siano entrambi altamente sensibili. Sono diversi, hanno due tratti diversi, uno normo sensibile, altamente sensibile, ma possono anche arrivare a scontrarsi alle volte e quindi il genitore deve anche imparare a a mediare e insegnare a tutti e due che sono giusti tutti e due, che nessuno dei due è diverso. Attenzione e quindi giustamente tu hai creato un ambiente favorevole, accogliente per tutti e due. Infatti parli proprio come come come è giusto che che che si stia proprio in generale coi bambini, accogliendo rispettando esatto e che probabilmente mi fa venire in mente che magari per un genitore comunque anche di un bambino normo sensibile, probabilmente conoscere l'alta sensibilità è un vantaggio. Um com'è un po' diciamo la conoscenza e il potere no. Quindi secondo me in ogni caso l'informazione ci dà sempre grandi, grandi, grandi strumenti in più viola Ascolta non ti voglio rubare più tempo, anche perché ci saranno altri episodi in cui parleremo. Andremo un pochino più nello specifico e andremo anche a parlare di una parte importante che è l'alta sensibilità nel rapporto con la scuola e con le insegnanti, con la classe, eccetera eccetera e quindi ti rimando tra virgolette a quegli a quegli episodi ci sentiremo più avanti e nel frattempo ti ringrazio per per questo tempo che ci hai dedicato Grazie Carlotta. È stato un vero piacere. Ti ringrazio davvero tanto. Alla prossima, Viola. Grazie mille. Ciao Ciao E ringrazio di nuovo Viola. Ci tengo ancora una volta. Lo so che sono sempre un disco rotto, però ci tengo ancora una volta a ripetere che non possiamo generalizzare. Um quindi vi invito a non farlo. Vi invito a non sentire quel bisogno di adesso che sta attaccate. Chiudete il podcast di diagnosticare tra virgolette per forza i vostri figli. Però se vedete dei tratti di alta sensibilità nei vostri figli o in voi stessi, perché no? Informatevi, prendete quella conoscenza e usatela per essere più accoglienti. Quindi questo è un po', quello che vor- vorremmo io e viola raggiungere e ottenere con questi con questi episodi sull'alta sensibilità. Vi ricordo che mi trovate anche su www punto la tela punto com. Da lì trovate tutto, compreso il mio profilo su Instagram, e non mi rimane che augurarvi buona serata. Buona giornata o buonanotte a seconda di dove siete nel mondo. Ciao ciao

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«Educare con calma» è un bel principio di cui a me mancava solo un dettaglio: la calma. Questo podcast è un resoconto del mio viaggio interiore di genitore.